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Château-Vieux
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Récit par le nonce Gualterio de la mort de Jacques II à Saint-Germain-en-Laye

« Su l’avviso che giunse la notte de 12 del corrente dello stato pericolossimo in cui si trovava il Re britannico stimo il nunzio a proposito di traferirsi la matina seguente alla corte de San Germano. Vi trovo S. M.tà con febre, che gli ripligliava per fino a tre volte il giorno con una prostratione totale di forze, e con una sonnolenza gravissima, la quale lo faceva continuamente dormire senza pero impedirgli di riscuotersi ogni volta che volevano dirgli qualche cosa e di rispondere adattatamente con uso di ragione che ha conservato sempre intierissimo per fino all’ultimo. I medici lo facevano fino d’allora disperato, onde il nunzio predetto credette che per edificazione delle due corti e per dimostratione di riconoscenza ad un prencipe ch’era stato coisi fedele alla Chiesa gli corresse debito di assistergli per fino all’ ultimo respiro, si come ha fatto in effetti non abbandonandolo né giorno né notte dal martedi matina perfino al venerdi sera in cui rese l’anima a Dio. Continuo è stato altresi il concorso d’' prencipi della case reale e de gran signori che sono andati a sapere di mano in mano lo stato della sua salute, mà tra gli altri si è distinto con particolari marche d’affetto il sig. prencipe di Conti che per essere cugino germano della Regina ha voluto usare con essa particolari finezze restendo tutti que’ giorni dalla matina per fino alla sera in San Germano. Il Re ha mandato ogni giorno più signori della prima sfera ad informasi dello stato delle cose, et il mercordi dopo desinare vi venne egli stesso in persona. Il nunzio si ritrovava nella stanza della Regina quando fù portato l’avviso della sua venuta. S. M.tà gli disse che non haverebbe voluto che il Re Christianissimo passasse per la stanza dell’infermo, dubitando che si come s’erano sempre teneramente amati cosi potesse seguire una vicendevole commotione in vedersi, e lo incarico di procurare d’indure S. M.tà a passare per un picciolo balcone al di fuori. Il nunzio prego il sig. duca di Lauson [Lauzun] ad insinuarlo a S. M.tà, il quale non fece difficoltà di prendere quella strada mà trovato poi esso nunzio sul medesimo balcone gl’espresse un sommo desiderio di vedere onninamente il Re Britannico, in maniera che si concerto che cio sarebbe seguito appresso la visita della Regina. Entrata S. M.tà nella di lei stanza, fece instanza che si chiamasse il prencipe di Galles. Venuto questi rimasero tutti tre soli, mà si è poi saputo per bocca del Re medesimo che il picciolo prencipe si come era stato un tempo considerabile senza vedere la madre cosi subito che fù entrato nella camera senza riguardo del Re presente gli si getto al collo e ivi con molte lagrime s’abbracciarono cosi teneramente che il Re dice d’havere havuto della pena a distaccarli l’uno dell’alltra. La Regina a cui tratanto il. Re haveva communicato la propria intentione notifico al prencipe la risoluzione presa da S. M.tà di riconoscerlo e trattarlo da Re ogni volte che venisse a mancare il Re suo padre. Il fanciullo che non havea notizia alcuna dell’avvenimento e che non poteva havere ne tampoco sepranza nientedimeno riceve tal avviso come se vi fosse stato preparato, e gettandosi a i piedi del Re gli desse queste precise parole: Io non mi scodero mai che sete voi che mi fate Re, e qualsivolglia cosa che mi succeda impiergaro questa dignità a farvi conoscere la mia riconoscenza. Il Re gli disse che lo faceva volontieri mà sotto conditione che conservasse sempre immutabile le religione cattolica, in cui era stato educato, mentre se fosse stato mai possibile ch’egli l’abandonnasse o volesse anche solamente nasconderla non solo perderebbe affatto la sua amicitia mà sarebbe risguardato con horrore di tutti gl’huomini da bene che sono nel mondo e come l’ultimo e il più vile degl’huomini. A che il prencipe rispose con le proteste della maggiore costanza. Più altre cose furono dette vicendevolmente sopra lo stesso argomento; dopo di che il prencipe si ritirà et essendo uscito dalla camera dirottamente piangendo dette motivo a milord Perth suo governatore di dimandargli che cosa gl’havesse detto il Re di Francia: mà gli rispose che ne haveva promesso il segreto a S. M.tà e che non poteva violarlo. In effetti non vole dirle cosa alcuna. Bensi tornato al suo appartamente si rinchiuse nel gabinetto e si pose a scrivere e domandatogli dal governatore medesimo cio che notasse disse senz’ altro ch’era il discorso tenutogli dal Re Christianissimo, il quale voleva poter rileggere tutti i giorni della sua vita.
S. M.tà fini tratanto la visita della Regina et accostandosi al letto del Re infermo gli fece i più cordiali complimenti. L’altro assopito nella sua sonnolenza habbe sul principio qualche difficoltà a riconoscerlo e l’andava ricercando quasi sospeso con gl’occhi, mà rivoltosi finalmente alla parte ove il Re era, tosto che l’hebbe veduto pose la bocca al riso e dimostro un estremo piacere. La ringratio poi di tutte le finezze le quali qu’usava e singolarmente d’havergli mandato il giorno antecedente il suo primo medico. Dopo varie espressioni d’affetto il Re Christianissimo disse che haverebbe voluto parlare di qualche negozio a S. M.tà Britannica. Ciascheduno volea ritirasi per rispetto mà il Re comando che tutti si fermassero et alzando la voce disse che volea assicurarlo che quando Dio havesse fatto altro di lui, haverebbe presa cura particolare del principe di Galles, e non minore di quella che potesse haverne esso stesso se fosse vivo; che dopo la sua morte lo riconoscerebbe per Re e lo trattarebbe nella medesima forma con cui haveva trattato lui medesimo. Cio che gli rispondesse il Re Britannico non pote udirsi perchè l’Inglesi, de’ quali era piena la camera e che non solamente non s’attendevano ad una tale dichiaratione mà per il contrario haveano probabilità tali da credere tutto l’opposto dettero tutti un’alto grido di Viva il Re di Franci, e gettandosi a i piedi di S.M.tà gli testimoniaronon la loro gratitudine d’une maniera che quanto era più viva et in un certo modo lontana dal rispetto ordinario tanto maggiormente mostrava i sentimenti de loro cuori. Il nunzio dopo haver dato luogo a tal transporto di gioia in quelle genti s’accosto ancor’egli a S. M.tà e gli disse che lo ringratiava a nom di tutta la Chiesa dell’atto eroïco il qual veniva di fare, pregando Dio a volerglielo ricompenzare con altretante fecilità. S. M.tà rispose allora con somma benignità e poi esso nunzio essendo andato servendolo per fino alla carrozza lo richiamo per strada e gli soggiunse ch’egli ben sapeva di quale importanza poteva essere tale risoluzione e conosceva le difficoltà che potevano esservi state mà che il rispetto della religione havea sorpoassato ogni cosa e ve lo haveva unicamente determinato. Si sa poi S. M.tà haver detto in appresso che ben conosceva tutti gli pregiuditii che poteva recargli una cosi fatta determinazione, la quale haverebbe dato pretesto al prencipe d’Oranges d fare de’ strepiti in Inghilterra di suscitargli contro il Parlemento e forse di caggionargli la guerra mà che havea voluto che gl’interessi della religione passassero innazi a tutte le altre cose, lasciando a Dio la cura del resto. In effetti si penetra che la maggior parte del Consiglio fosse di contraria opinione e che l’operato si debbia al solo arbitrio del Re. E’vero che i prencipi della casa reale erano stati di tal desiderio et hanno dimostrato una somma sodisfazione del successo; il duca di Borgogna particolarmente, che se n’espresse ne’ termini più forti che possino imaginarsi.
Ritornando al Re defonto è certo che questa è stata la maggiore consolazione che potesse havere morendo, mentre altro affare temporale non gl’occupava la mente. Ne ha dati altresi gli contrassegni maggiori mentre ordino subito che il prencipe si traferisse a Marli per ringraziarne S. M.tà se bene la Regina non giudico poi d’inviarvelo havendosi mandato in sua vece milord Midleton suo primo ministro. La matina seguente si fece chiamare di bel nuovo esso prencipe e parlandogli del medesimo affare gli ricordo la fedeltà a Dio, l’ubidienza alla madre e la riconoscenza al Re Christianissimo. Né poi ha parlato con alcun prencipe o signore della corte di Francia che non gl’habbia tenuto ragionmento sopra di cio et espressegli le grandi obligazioni che sentiva sù tale soggetto. Queste sono state le sole parole ch’egli habbia impiegate negl’affari del mondo. Tutto il rimanente non ha risguardolo che il Cielo, eccitando di tempo in tempo i preti e i religiosi che l’assistevano a dire delle orazioni, scegliendo esso stesso quelle che maggiormente desiderava e sopra tutto mostrando un sommo desiderio et una somma divozione della messa, recitandosi la quale egli che nel rimanente del tempo soleva essere addormentato si è sempre tenuto con gl’occhi aperti e facendo con la testa tutti que’ segni di venerazione che la sua positione e la sua debolezza potevano permettergli all’elevazione. Fino agl’ultimi respiri è stato udito recitare delle preghiere et allorché gli manco la voce fù veduto movere a tal ogetto le labra. Oltre di cio ha dimostrata una tranquilità d’animo infinita et una rassegnatione eroica al divino volere: consolandro egli stesso la Regina del dolore che dimostrava per la sua perdita. Ha finalmente dell’infermità et havendo sempre riposto che stava bene. Ha habuto una esatta ubidienza alle ordinationi de’ medici et ha preso senza replica tutto quello che hanno voluto dargli benche vi havesse per altro ripugnanza. Finalmente ha havuto sempre il giuditio sanissimo e la mente etiandio più pronta e più libera di quella che l’havesse per molti mesi antecedenti. Gli è durato de lunedi fino al venerdi sempre in una specie d’agonia patendo varii accidenti che di tanto in tanto facevano crederlo vicino a morire e risorgendo un momento appresso. Gl’ultimi singulti della morte furono brevi e non durarono lo spatio d’un hora e mezza ancor’essi assai miti e cher per quanto pote osservarsi non gl’erano un gran tormento. Spiro venerdi alle tre e mezza della sera pianto con caldissime lagrime da suoi tanto cattolici che protestanti, i quali l’hanno tutti per tanti giorni servito con un’amore et attenzione indicibile. La Regina non ha fatto un tutto questo tempo che piangere mà senza pero abandonare la cura degl’affari correnti. Morto il Re le più grandi angoscie mà persuasa alla fine di lasciarsi mettere in carrozza si è trasferta ad un convento delle monache della Visitatione posto in un villaggio vicino a Parigi per nome Challiot ove si tratterrà fino lunedi sera. Il Re s’era offerto di accompagnarvela in persona mà non ha voluto permetterglielo. Si ritroverà bene a S. Germano nel ritorno che S. M.tà vi farà per riporla nel suo appartamento, et allora si crede che visitarà la prima volta il successore in qualità di Re.
Il nunzio credette di non dover frapporre indulgio alcuno a far questa parte per dare un’esempio autentico agl’ altri ministri e per dimostrare tant maggiormente al nuovo Re la benevolenza della Sede Apolostica, onde passo subito a complimentarlo nel sup appartamento, dicendogli che nel gravissimo dolore che la Chiesa sentiva per la perdita d’un membro cosi principale qual era il Re defunto non poteva invenire maggiore consolazione di quella che gli proveniva dal riconoscerne S. M.tà per successore, non dubitendo che dovesse essere herede ugualmente delle virtù che delle corone del Padre e particolarmnte in cio che risguarda la costanza nella religionez per cui quel principe era stato cotanto glorioso. Rispose che S. S.tà poteva essere certa di haverlo sempre altretanto ubidiente quanto sia stato suo padre. Le disposizioni venture di quella corte non sono per ancora mote mà si avviseranno in appresso. In quanto alle ossequie S. M.tà Christianissima voleva fargliela fare reali a sue spese mà il Re defonto raccommando d’essere sepolto senze pompa e la Regina ha poi talmente insisito sopra la medesima istanza che si à rimasto di far transportare il cadavere senza pompa alle benedittine inglesi per tenervelo in deposito per fino a tanto che piaccia a Dio di disporre le cose in maniera da poterlo riportare nel sepolcro de suoi maggiori in Inghilterra. Ha bensi S. M.tà fatto fare un cuore d’argento dorato coronato alla reale per rinchiudervi quello del del defonto già trasferito segretamente a Challiot per essere risposto vicino a quello della Regina sua madre che si conserva nel medesimo luogo. Pensa inoltre a tutto cio che possa essere di sollievo, di conforto e di commodità alla Regina e procura d’usargli tutte le finezze possibili per consolarla. Il che si rende più necessario quanto l’afflittione dell’animo reca alla medesima pregiudizio anche nel corpo, trovandosi hoggi travagliata da mali di stomaco e da una straordinaria debolezza benche speri che le cose non siano per passare più oltre. »

Gualterio, Filippo Antonio

Lettre de Carlo Vigarani à la duchesse de Modène concernant la réception du grand-duc de Toscane et le petit appartement du roi à Saint-Germain-en-Laye

« Serenissima Altezza,
Dal letto, ove m’ha confinato alucni giorni sono l’excessiva occupatione havuta per le feste fattesi all’arrivo e dimora qui del Serenissimo Gran Principe di Toscana, subito ricevuti i pregiatissimi commandi de L. A. V. Serenissima, ho’ avisato il signore Pouch, acio con la sua destrezza, e in conformita d’essi commandi, dia qualche lume dell’intentione che hanno cuca il partito le persone, che pensano a la compra de le rendite dell’A. V. Serenissima, siche col prossimo ordinario spero potergliene render conto.
Con l’ultima mia avisai l’arrivo a la corte del Serenissimo Gran Principe, e come S. M. lo havesse ricevuto a la prima visita, come per sorpresa, cise ch’essendo S. M. ne la sua camera con il solo duca di Saint Agnan, ora primo gentilhuoma, e con tre o quattr’altri servitori all’entrar di S. A. mostra d’esser sorpreso, e lasciato il capello su la tavola s’avanzo alcuni passi a riceverlo. E di la lo condusse egli stesse da la Regina. Qualche giorno dopo, il Re havendolo contotto a Versaglia ivi lo regalo di musiche, balli, comedie, collationi, giardini illuminati, e fuochi d’artifizio ; tornando il Re a San Germano, e S. A a Parigi ove sta alloggiato in casa del suo residente benche sia sevito da tutti gli ufficiali, carozze e staffieri del Signore duca di Guisa, il che m’haveva da prima fatto credere che fosse anche allogiato in sua casa.
A San Germano dopoi sele e fatta redere una comedia galante framezzata con balletti, e musciha, e con qualche scena : cosa pero di poca importanza, dopo la quale ogni volta sene ritorna a dormir a Parigi, anzi a cena, essendo ben presso a meza notte quando fnisse l’opera, non essendovi stato convito alcuno per anche, ecredo non vene sara. Tutta la casa di Conde e ritirata credo per la discrepannza de titoli e delle precedenze. Li duchi e Pari non l’honna visitato perche non le ha voluto dar la mano. […]
Ha S. M. fatto fare qui due cabinetti nel suo appartamento tutti ricoperti per tutto di specchi incastrati in cornici di legno indorate e sopradipinte, opera richissima del signore Brun, pittore eccelente : sopra gli spechi son dipinti bellissimi comparti d’ornamenti, che fanno un ammirabil vaghezza, ma la pittura e dietro al cristallo tra esso e l’argento vivo ; maniere e studi nuovi a quale vado applicando con la speranza di ripatriare un giorno per godere l’istessa fortuna del Principe nella sua gloriosa servitu alla serenissima casa, e sotto i clementissimi auspizy de L. A. V. Serenissima, a la quale profadamente inchinandom, mi dedico, de L. A. V. Serenissima,
Umilissimo, devotissimo et obligatissimo servitore.
C. Vigarani
Di S. Germano, li 30 Augusto 1669 »

Quittance pour des ouvrages de peinture faits dans l’appartement de la reine mère au Château-Vieux de Saint-Germain-en-Laye

« En la presence des notaires soubssignez, Jean Poisson, peintre du Roy en son chasteau de Saint Germain en Laye, y demeurant, estant à Paris, confesse avoir receu de noble homme Anthoine Le Menestrel, conseiller du Roy, tresorier general des Bastimens de Sa Majesté, lma somme de quatre vingt dix livres sur et tant moings des ouvrages de peinture de gris à huille par luy faits et à faire dans l’appartement de la reyne mere au viel chasteau du dit Saint Germain en Laye, de laquelle somme de quatre vingt dix livres led. Poisson se contente et quitte led. sieur Le Menestrel et tous autres. […] Faict et passé es estudes l’an mil six cens soixante quatre, le dernier novembre, et a signé :
J. Poisson »

Maison du Roi (Ancien Régime)

Liste des membres de la Maison du roi d’Angleterre à Saint-Germain-en-Laye

« Secretarys of State :
Lord Middleton,
Mr Caryl
Under Secretarys :
Mr Lindsey,
Mr Nieran,
Mr Dempster
Vice-Chamberlains :
Mr Stafford, to the King
Mr Porter, to the King
Mr Robert Strickland, treasurer
Mr Conquest, paymaster to the Household
Ladys of the Bed Chamber to the Queen :
Mrs Strickland,
Mrs Mulso,
Mrs Turene,
Lady Waldegrave
Grooms of the Bed Chamber to the King :
Coll. Bagnall,
Capt Lloyd,
Capt Trevanion,
Mr Biddulph,
Capt MacDonnel,
Col. Slingsby
Gentlemen Ushers to the King :
Mr Carney,
Mr Wincle,
Coll. Baggot,
Capt Hatcher,
Mr Runky,
Mr Turine,
Mr Dutton,
Mr Copley
Equerries to the King :
Mr Ralph Sheldon,
Mr Richard Biddulph,
Mr Magennis, equerry to the Queen
Pages to the King who have pentions but are not in waiting :
Mr Buckley,
Mr Barry,
Mr D. Neale,
Mr Windham,
Mr Floyd
Pages to the Queen :
Mr Persino,
Mr Strickland
Gentleman Usher to the Queene :
Mr Crane
Clerks to the Kitchin :
Mr Berkenhead
and Mr Parry
Lord Galway, Lord of the Bed Chamber, Lord Griffin, Lord of the Bed Chamber : a pension of 3000 livres a year
Pages of the back stairs to the King and Queen :
Mr Labbady,
Mr Bablyt,
Mr Prior,
Mr Heywoord,
Mr Labary,
Mr – a Frenchamn
Mr Labbady, closet keeper to the King, in his absence Mr Dujardain
Pages of the presence :
Mr Hyde,
Mr Aram,
Mr
Lt General Hamilton, Master of the Wardrobe
Doctor Constable, King’s Physician
Mr Bolio, Chirurgeon
Sir William Waldegrave, Queen’s Physician
Earl of Perth, Governor to the prince
Mr Plundin, Under-Governor
Doctor Betham, a priest preceptor
Doctor Ingleton, a priest sub-preceptor
Father Constable, a Jesuit chaplain
His grooms of the Bed Chamber :
Mr Layburn,
Mr Nevil,
Mr Strickland,
Mr Sackville
Gentleman Ushers :
Mr Symes,
Mr Duping
Mr Mosma, writing master and French master
Capt Booth, teach the prince to exercise the pike and musket
Mr Buckingham, riding master
Sir William Ellis, two of the commissioners for the Board of the green cloth
Mr Sheridan
Mr Doyle, two messengers who are constantly employed to carry letters
Mr Nash
Mr Lee, messengers employed about the castle
Mr Powlett,
Mr Walsh,
Mr White
Mrs Stafford, governess to the Princess
Bed Chamber women : Mrs Plowden,
Mrs Biddulph,
Lady Lee,
Mrs Symms
Father Constable, confessor and chaplain
Pages to the back stayres :
Mr Fulham,
Mr Wilkie
Mr Middleton, apothecary to the King, Queen, Prince and Princess
Mc Macarty, King’s butler
Mr Gautier, furnishes the King with wines and the house with wax candles
Mr Pemberton, layes the cloath for the King, Queen, Prince and Princess
and Mr Symson
Mr Atkins, cooks
Mr Broomer,
Mr Thomas,
Mr Miner,
Mr Dulater
Another Mr Dilater, almoner to the King and Prince
Mr Halfpenny, sadlers
and Mr Shaw
Mr Lewin, perveyors for the stables
and Mr Devereux »

Administration du roi d'Angleterre à Saint-Germain-en-Laye

Lettre de Jean de Saint-Mauris, ambassadeur impérial, concernant l’arrivée du nouveau roi à Saint-Germain-en-Laye

« Le penultiesme du mois de mars passé, le Roy mourut a Rambouillet d’une fievre, que luy avoit duré trente jours. Il fut ouvert apres sa mort, et trouva l’on une appostume en son estomach, les rognons gastez et toutes les entrailles pourriz, et si avoit la partie du gesier enchancré et le pomom ja quelque peu entamé. Deux jours avant sa mort, madame d’Estampes se retira dud. Rambouillet et alla en sa maison de Lymours. Le lendemain dud. deces, le daulphyn avec sa femme allarent en ung monastere proche dud. Rambouillet, et le jour suyvant led. Daulphin se trouva a Saint Germain, et, avant son apartement dud. Rambouillet, il enchargea au cardinal de Tournon et l’admiral et l’evesque de Mascon d’estre là quarante jours, pour satisfaire aux solempnitez, mesmes de tenir le plat et service de vyande qu’est accoutumé en tel cas.
Le second de ce mois, mesdames la Daulphine et Marguerite visitarent la Royne de France a Poissy, par le commandement du Daulphin, lequel escripvit a Sa Majesté lettres de sa main concernantes la mort dud. Roy, et excusant que Sad. Majesté n’en fut esté advertye par luy de lad. maladie, qui avoit esté pour l’espoir que l’on concevoit que de jour a autre il gauriroit, offrant faire pour elle tout ce qu’elle pourroit actendre d’un qui luy estoit et vouloit demeurer a jamais humble et obeissant filz. […]
Le jour mesmes que le Daulphin fut aud. Saint Germain, y arriva le connestable, lequel il receut de tres bon visaige, et furent en devises eulx deulx a part plus de deux heures, et dit l’on que la mesme nuyct l’on deporta Longueval de ses estaz et lieutenandise de Champaigne. Le lendemain Bayart, qui estoit a la Court, fut deschassé de lad. court et pryvé de ses estaz, en sorte que ja il s’en est allé en sa maison bien estonné, et tient l’on que l’on dresse ja contre luy quelques articles pour soy en informer. […]
Madame d’Estampes, le tiers jours de ce mois, manda l’un des siens demander son logiz acoustumé a Saint Germain pour venir prendre congé du Daulphin, lequel fit dire au serviteur d’icelle dame qu’il allast vers la royne de France faire instance pour led. logiz et tel que Sa Majesté l’accorderoit il le feroit aussi, donnant assez a entendre a lad. dame qu’elle avoit esté tres mal usé d’avoir eté cause que Sad. Majesté fut esté si mal traicté. […]
Le connestable a aujourd’huy les logiz que souloit avoir lad. dame d’Estampes et est aupres de luy le cardinal de Chastillon, aussi sont mis en la maison du Roy les sieurs de Rains et Guyse ; le cardinal de Lorraine est tousjours le bienvenu et monstre l’on assez bon visaige au cardinal de Ferrare. »

Saint-Mauris, Jean de

Quittance de Nicolas Poussin pour le tableau du maître-autel de la chapelle du Château-Vieux

« En la presence des notaires du Roy au Chastelet de Paris soubsignés, Nicolas Poussin, premier peintre ordinaire du Roy, a confessé avoir receu comptant de noble homme Charles Le Besgue, conseiller du Roy, tresorier general de ses Bastimens, la somme de deux mil livres à luy ordonnée pour un tableau de la Cene qu’il a faict par la commandement du Roy pour la chapelle de Saint Germain en Laye, de laquelle somme de deux mil livres ledit sieur Poussin se contente et en quite ledit sieur Le Besgue, tresorier susdit, et tous autres. Promettant. Obligeant. Renonçant. Fait et passé es estudes desd. notaires l’an mil six cens quarente un, le seiziesme jour de septembre, et a signé.
Nicolas Poussin
Le Boucher, De Rivière »

Maison du Roi (Ancien Régime)

Liste des courtisans logés au Château-Vieux de Saint-Germain-en-Laye

« 1 paire of stairs :
Mr Controller Skelton
Dutchess of Tyrconnel
Mr Hide
Lord Chamberlain
Duke of Berwick
Lady d’Almond
Earle of Melfort
Count Molza
Mr Carill
Mr Turene
Mrs Turene
Lady Sophia Buckly
Lady Walgrave
Mr Conquest
Sir John Sparrow
Lord Dumbarton

2 paire of stairs :
Lady Governess
Lady Strickland

3 paire of stairs :
Mr Lavery and the King’s necessary woman
Father Warner
Marquis d’Albeville
Mr Dupuis and the Lady Strickland’s servants
Lady Governesse’s servants
Mr Balthazar
Mrs London
Mrs Walgrave

4 paire of stairs :
Mr Brown
Mr Graham
Mr Joshn Stafford
Officers of the guard
Father White
Mr vice chamberlain Strickland
Mr Inese the priest
Father Gally
Mrs de Lauter
Mrs Chappell
Mr Benefield
Sir William Walgrave
Count Lauzun
Mr Biddulph
Mr Leyburn
Mrs Rogé
Lady Lucy Herbert
Father Ruga
Father Sabran
Sir Edward Hales

5 paire of stairs :
Mr Buckingham
Mr Noble
Mr Cadrington and the Prince’s necessary woman
The King’s barber
Mr Beaulieu
Mrs Simms
Mr Dufour
Mess. Ronchi priests
Mr Ronchi gentleman usher

Ground rooms :
Mr Martinash
Mr Atkins the cook in a room lent him by the concierge
Captaine Trevanian
Mr Harrison
Mr Francis Stafford
Mr Inese the gentleman usher
Mr La Croix
Mr Gothard
The King’s wardrobe
Mr vice Chamberlain Porter
Captain MacDonnel
Mr Labady
Mr Riva
Mr Crane
Sir Roger Strickland
Mr des Arthur
Mr Nevil
Madame Nurse »

Administration du roi d'Angleterre à Saint-Germain-en-Laye

Description par Hans Georg Ernstinger de Saint-Germain-en-Laye

« [f. 133v] S. Germain en Lay, ain künigkhliches schloß in das alt vnnd newe abgethailt, darbeÿ auch ain großer marckht, da wir beÿm Silbern Thurn einlogiert gwest. Das alt schloß ist zwar groß vnnd mit gräben vmbgeben, aber das newe ist schöner, da wir gesehen vnter anderem ain schöne cammer, cabinet des königs vnd antichambre mit khünstlichen gemal werckh vnd schönen caminen von mancherlaÿ märmlstain. Ainen schönen saal. Ain pauiglon darinn ain sehr schöner tisch von mancherlaÿ eingelegter märml. Der garten daran ist vast schön, darinn 4 lange schöne braite stiegen mit ziegl gepflastert, vnd von außen mit schönen außgehauten bildwerckh geziert in stain, darunter hat es vil khunstliches waßerwerckh, ain fliegender trackh so waßer außsprizt, allerlaÿ vögl so artlich singent von der waßerkhunst also gema(c)ht, als obs lebendig wären, wie auch ain na(c)htigal alle viertl stund auch schlagt. Item ain schwarz märmlstainen tisch, der hat in der mitten ain loch, darein vil vnterschidliche eisene instrument gesteckht werden, wel(c)he vil vnterschidli(c)he sachen von waßer machen als ain lilg, kugl vnd dergleichen. Ain junckhfrau so auf der orgl schlegt, die hennd vnd den kopf rüerent. Allerlaÿ handtwerckher so arbaiten jeder sein absonderlich hantwerckh. Der Neptunus mit seiner dreÿspizigen gapl auf dem waßer heerschwimment mit seinem wagen von roßen gezogen, er geht dur(c)h ain port so sich aufthuet, herauß, wiert gegriest von seinen dienern zu beden seiten wel(c)he trometen, darnach zeu(c)ht er wider daruon vnd thuet sich die thür widerumb selbs zue. Der Orpheus mit seinen härpfen vnd vilen thieren darumb. Item vil andere waßerkunst, da das waßer an vil orthen auf ainen sprizt, das er nit vnbenezter bleiben khan. Weiter hat es in disem garten etlich schöne braite alleen oder gäng mit ziegl gepflastert, item ain schönen rörbrunnen mit Neptuni bildnus darauf mit 4 roßen, 4 bilder alle von gloggenspeiß vnnd 4 meerschneckhen [f. 134] schalen, wie auch 4 ronde geschirr, darein das waßer sich außgeust. Ain eingefangner weÿr, mit des Mercurii bildnus von gloggenspeiß auf ainer seülen. »

Ernstinger, Hans Georg

Rapport concernant les fouilles entreprises dans la cour du château de Saint-Germain-en-Laye

« M. le Ministre,
J’ai l’honneur de vous adresser le rapport sur les fouilles qui ont été faites dans la cour du château que vous me demandez dans votre lettre du 18 mars. J’y joins le plan des travaux exécutés dans la cour et des plans et coupes des sondages faits dans la fenêtre placée à gauche de la porte d’entrée du château, que je n’ai pu terminer qu’en juin, les ateliers ayant été occupés jusqu’en mai par des travaux d’exposition.
Les dessins ci-joints devant faire partie du portefeuille de l’agence, je prie M. le Ministre de vouloir bien me les retourner lorsqu’il le jugera convenable.
J’ai l’honneur d’être etc.
Signé : Lafollye
Les assises de créneaux, les gargouilles, nombre de carreaux ont été déposées dans le musée des moulages de l’agence des travaux.

Rapport
M. le Ministre,
Conformément aux instructions contenues dans votre lettre du 18 mars, j’ai poursuivi les fouilles qui avaient mis à découvert les marches supérieures H de l’escalier des caves dites de Charles V. Ce relevé a démontré que ces marches étaient en parfaite continuité avec les restes des marches inférieures H’ qui, couchées au ras du mur, n’existent plus ; un regard O exécuté en 1865 pour éclairer les caves empêche de suivre la trace de toutes les marches, au nombre de 30, restituées et teintées en jaune sur le plan ci-joint.
La disposition de l’escalier des caves de Charles V est celle que Viollet-le-Duc décrit dans son dictionnaire (tome V page 318), les marches sont encastrées dans les murs à chaque extrémité, et la voûte qui recouvre l’escalier est formée d’arcs-doubleaux, chaque arc correspondant à une marche. Ces arcs sont très bien appareillés, et la taille des claveaux ne laisse rien à désirer.
Nous avons constaté des traces d’incendie sur les marches supérieures et sur les murs d’échiffre de droite et de gauche.
Les premières marches de l’escalier émergent presque à fleur du sol (0,30). Nous avons trouvé au-dessous, à environ 3 mètres de profondeur, deux assises en pierre dure placées dans les remplissages comme moellons de démolitions. Ces assises doivent être les deux premières d’un montant de porte assez importante et richement décorée ; elle était ornée de colonnes, une des assises en donne le plan et la composition, l’autre le socle et les bases. Les profils d’une grande pureté et d’une bonne exécution appartiennent à la fin du XIVe siècle.
En raison de la place où on a trouvé ces assises, on peut croire que la porte dont elles faisaient partie servait d’entrée à l’escalier aboutissant à la cave ou grande galerie, où, à notre avis, a pu loger la garnison du château de Charles V. En effet, en supposant que la garnison eut occupé cette galerie, elle était en communication directe par la petite vis C avec la salle du rez-de-chaussée placée au-dessus de cette salle, laquelle devait elle-même communiquer avec le donjon du château K et le pose placé à la porte d’entrée P.
En continuant les fouilles au-devant de l’escalier, nous avons trouvé les fondations de la grande salle dont M. Millet en 1864 a relevé la cheminée D et la vis E. Nous avons mis à découvert les fondations du contrefort de l’angle. Une des deux pierres de la première assise en élévation de ce contrefort est encore en place.
Nous pensons que la construction se rattachant à la grande salle du fond de la cour et celles se rattachant aux caves de Charles V sont toutes deux du XIVe siècle, mais qu’elles ont été construites à quelques années de distance, celles de la grande salle la première.
Voici les différentes raisons qui nous font penser ainsi :
1° Les deux corps de bâtiments ne sont pas dans le prolongement l’un de l’autre.
2° La grande salle n’est pas fondée sur caves et il y a une différence de 0 m. 30 c. entre le seuil de cette salle (pris au palier de la vis E) et celui de la première marche H de Charles V.
3° La disposition des contreforts G G’ épaulant les angles de la grande salle permet de dire que, de ce côté, elle était isolée et que les constructions postérieures vinrent buter contre.
Enfin 4° le mur d’échiffre R de l’escalier à droite en descendant fait placage contre le mur de fondation Q.
La similitude des constructions, le caractère des mortiers, les marques des tâcherons, similaires sur les assises des deux corps de bâtiment confirment qu’ils sont tous deux du XIVe siècle et, en résumé, nous estimons que la grande salle avec cheminée (relevée par M. Millet) peut avoir été construite de 1335 à 1346 par Philippe de Valois, qui fit de fréquents séjours à Saint-Germain, et que l’autre corps de logis date de Charles V, qui régna de 1364 à 1380.
En même temps, nous avons mis à jour des murs LM se dirigeant dans la direction de l’aile nord du château et, dans l’angle d’une salle N dont nous n’avons que cette trace, nous avons trouvé un cul de lampe d gardant encore l’empreinte de l’arc ogival qu’il portait. Le profil de cet arc est identique à celui des arcs du donjon de Charles V.
L’examen du plan des deux parties relevées tant par M. Millet que par moi me portait à croire que, sur la face nord, le château de Charles V s’étendait au-delà de celui de François I, car d’une part la présence dans la salle voûtée N des murs LM qui se poursuivent sur le sol des salles du musée, les traces du mur S relevées dans le journal des travaux de l’agence, 1863, indiquant des constructions d’une double épaisseur, et d’autre part les ouvertures des fenêtres ab, la porte C de la vis E indiquent une cour dans laquelle se trouvait le puits F (la place du puits donne l’idée de l’importance de cette cour).
Par conséquent notre avis est que le mur du château faisant face aux parterres fut entièrement construit sous François Ier. C’était du reste l’opinion de M. Millet.
A droite de la grande salle XIVe siècle, nous avons trouvé :
Trois assises de créneaux dans le caractère du XIVe siècle (décrit par Viollet-le-Duc, dictionnaire, tome IV page 386) plus deux fragments de gargouilles trop mutilés pour que l’on puisse leur assigner une date certaine.
Le mur du château de François Ier du côté du nord (parterres) aurait pu nous donner des renseignements utiles par la taille des pierres et des moulures, l’appareil des fenêtres, etc… mais comme il est complètement restauré, notamment dans la partie qui pouvait nous éclairé, j’ai pensé à faire des recherches dans le mur de face du château (ouest) faisant face à l’église, qui n’a subi encore aucune restauration. J’ai fait au droit de la fenêtre A, en T, une fouille en puits ; le mur depuis sa fondation jusqu’aux mâchicoulis compris était d’un seul tenant : les lignes d’appareil filaient régulièrement avec des hauteurs d’assises réglées.
En faisant tomber les enduits des parements de cette fenêtre A, j’ai retrouvé, à gauche sous le revêtement des briques et des carreaux des pierres qui la masquaient, une meurtrière dont le tableau et le glacis sont presque intacts. Elle devait se trouver probablement dans le poste qui défendait la porte d’entrée.
J’ai établi un arc au-dessus du parement oblique (à gauche, voir le plan) pour laisser à jour à côté de la meurtrière et pouvoir se rendre compte de sa disposition.
J’ai sondé les fenêtres B B’. Je n’ai retrouvé aucune trace de meurtrière, mais au-dessus des arcs XVIe siècle j’ai mis à nu des assises portant moulures de 0 m. 18 c. de saillie et formant encorbellement sur le mur XIVe siècle qu’elles couronnaient à l’intérieur, au-dessus des mâchicoulis, tandis qu’à l’extérieur le mur devait être garni de créneaux. Ces moulures ont été coupées entre les piédroits des fenêtres percées au XVIe siècle pour éclairer les salles du rez-de-chaussée.
Ces découvertes conduisent donc à penser qu’il y avait probablement au XIVe siècle un poste à la porte du château, que le mur formant ce poste était placé près de la meurtrière, et que le mur d’enceinte de Charles V se continuait devant la chapelle qu’il contournait en laissant un passage libre pour aboutir à l’ancienne poterne V qui figure vers le plan de Du Cerceau ainsi que sur les plans levés à l’époque Louis XIV, avant la création des cinq pavillons.
Ces fouilles et ces sondages apportent, je crois, un peu de lumière sur la question restée encore sans solution de savoir si :
1° François Ier s’est servi entièrement des fondations du château construit par Charles V ou si
2° ou si François Ier a construit son château sur l’emplacement de celui de Charles V sans se servir des fondations ; enfin
3° si François Ier a construit une partie de son château sur de vieilles fondations, et l’autre partie sur de nouvelles.
Les relevés que j’ai faits, les conclusions que l’on peut en tirer, autorisent à prendre pour vraie la dernière de ces assertions : en un mot, les murs extérieurs depuis le donjon à l’ouest et au sud jusqu’à la poterne sont les murs du château reconstruit par Charles V, mais pour le bâtiment nord, il faut émettre des doutes, et penser comme M. Millet que ce mur a été élevé sur des fondations nouvelles. »

Lafollye, Joseph-Auguste

Quittance pour une somme destinée aux travaux menés au château de Saint-Germain-en-Laye

« Sachent tuit que je Guillaume de Maule, paieur des euvres du chastel de Saint Germain en Laye, confesse avoir eu et receu des generaulx conseillers a Paris sur le fait des aides pour la guerre par la main de Francois Chantepume, receveur general des diz aides, la somme de huit cens frans d’or pour ce present mois de mars, pour tourner et convertir es euvres du dit chastel, de laquelle somme de VIIIc frans dessus diz je m’en tien a bien paié et en quitte les diz generaulx, le dit receveur et tous ceulx a qui quittance ce en peut et doit appartenir. En tesmoing de ce j’ay scellee ceste quittance de mon propre scel le VIIe jour du dit mois de mars l’an mil trois cens LX dix et sept.
G. de Maule »

Quittance pour une somme destinée aux travaux menés au château de Saint-Germain-en-Laye

« Sachent tuit que je Guillaume de Maule, paieur des euvres du chastel de Saint Germain en Laye, confesse avoir eu et receu des deniers des coffres du Roy nostre sire par les mains de Raoul Campion, nagueres receveur general des deniers ordenez a lever pour le vuidement du fort de Saint Sauveur le Viconte, la somme de mile frans d’or en deduction ou rabat de deux mile frans que le Roy nostre dit seigneur a euz et receuz de lui des deniers ordenez pour le dit vuidement, de laquelle somme de mile frans pour convertir es euvres du dit chastel je me tieng a bien paié et en quitte le Roy nostre dit seigneur, le dit Raoul et tous autres a qui quittance en puet ou doit appartenir. En tesmoing de ce j’ay scellé ceste quittance de mon propre scel le XXIIIe jour de juillet l’an mil CCC soixante dix et sept.
G. de Maule »

Paiements pour des travaux aux châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [f. 160] Chasteau de Saint Germain, scavoir
Maçonnerie du grand escalier en terrasse
Du premier mars 1664
Aux sieurs Guillaume et Anthoine Villedo et François Bricart, à compte des ouvrages de maçonnerie des terrasses de Saint Germain : 14000 l.
Du 20e may
A eux, à comptes des ouvrages de maçonnerie par eux faicts aux terrasses de Saint Germain, cy : 12000 l.
Du 14e juin
A eux, à compte des ouvrages de maçonnerie par eux faits aud. lieu de Fontainebleau : 11000 l.
Du 15 juin
A eux, à compte des ouvrages de maçonnerie par eux faits aud. lieu de Saint Germain : 5500 l.
Du dernier juin
A Tristan Lespine, pour ouvrages de masonnerie par luy fait aud. lieu de Saint Germain : 450 l.
Du 22e septembre
A François et Guillaume Villedo et Bricart, à compte de leursd. ouvrages, cy : 10000 l.
A eux, idem : 8500 l.
[f. 160v] Du 22 septembre 1664
A Tristan Lespine, maçon, à compte des ouvrages qu’il fait au vieux chasteau de Saint Geamin, cy : 200 l.
A luy, idem : 800 l.
Du 25e dud.
A Guillaume et François Villedo et Antoine Bricart, à compte des ouvrages de maçonnerie par eux faits aud. lieu : 8000 l.
A Tristan Lespine, pour parfait paiement des menues ouvrages par luy fait aud. lieu : 366 l.
A Lespine et Larue, à compte des reparations par eux faites au vieux chasteau de Saint Germain : 1800 l.
Du 14e octobre
A eux, à compte des reparations qu’ils font au vieu chasteau de Saint Germain : 900 l.
A Guillaume et François Villedo et Antoine Bricart, à compte idem : 9000 l.
Du XXIIIe decembre
A eux, à compte du restablissement des terrasses et grottes de Saint Germain : 10000 l.
Ausd. Lespine et Larue, maçons, à compte des ouvrages et reparations de maçonnerie du vieu chasteau de Saint Germain : 1000 l.
Du dernier decembre
Ausd. Villedo et Bricart, à compte du restablissement des terrasses et grottes de Saint germain : 6000 l.
Ausd. Lespine et Larue, à compte des ouvrages et reparations par eux faits au vieu chasteau de Saint Germain : 400 l.
Du 17 mars 1665
A eux, à compte de leursd. ouvrages du chasteau du Louvre : 300 l.
[f. 161] Ausd. Villeo et Bricart, à compte de leurs ouvrages de Saint Germain en Laye : 4000 l.
A Tristan Lespine, maçon, à compte des reparations par luy faites au pourtour des murs du petit parc dud. lieu : 200 l.
Du 1er aoust
A luy, idem : 50 l.
[Total :] 104466 l.
[f. 164] Reparations de maçonnerie de Saint Germain
[vide]
[f. 167] Charpenterie de Saint Germain en Laye
Du 14e juin 1664
A Dufay, charpentier, pour plusieurs ouvrages de charpenterie par luy fait à Saint Germain : 198 l.
Du 22e septembre
Aud. Dufay, à compte de sesd. ouvrages de Saint Germain, cy : 250 l.
A luy, idem : 800 l.
A Pierre Bastard, charpentier, pour son paiement de deux poutres qu’il a fournis aud. lieu, cy : 500 l.
Du 25e dud.
A Dufay, charpentier, à compte du restablissement des deux ponts levis dud. lieu de Saint Germain : 300 l.
Du 14e octobre
A luy, à compte des ouvrages de charpenterie par luy faits pour le restablissement desd. ponts : 1200 l.
Du XXIIIe decembre
Aud. Dufay, charpentier, à compte de sesd. ouvrages de Saint Germain en Laye : 1000 l.
Du dernier decembre
A luy, à compte du restablissement des ponts levis des chasteaux de Saint Germain en Laye : 1700 l.
Du 19 mars 1665
A luy, à compte de sesd. ouvrages des chasteaux dud. lieu : 1000 l.
[Total :] 6948 l.
[f. 169] Menuiserie de Saint Germain
Du 14e juin 1664
A Adrien Million, menuisier, pour ouvrages de menuise par luy fait aud. lieu : 412 l. 5 s.
Du VIIe septembre
A luy, à compte des ouvrages de menuiserie par luy fait à Saint Germain : 100 l.
Du 23e decembre
Aud. Million, à compte de sesd. ouvrages du chasteau de Saint Germain : 100 l.
Du dernier decembre
A luy, à compte des ouvrages de menuiserie du chasteau de Saint Germain en Laye : 100 l.
Du 17e mars 1665
A luy, à compte de ses ouvrages de menuiserie dud. lieu : 350 l.
[Total :] 1062 l. 5 s.
[f. 172] Peintures, ornemens et vitreries de Saint Germain
Du 14e juin 1664
A Poisson, pour menues ouvrages de peinture faictes à Saint Germain : 72 l. 5 s.
A Robert Morel, vitrier, pour ouvrages de vitrerie par luy fait : 333 l. 3 s.
A Boutray, serrurier, pour ouvrages de serrurerie par luy fait : 412 l. 4 s.
Du VIIe septembre
A Jean Poisson, peintre, à compte des ouvrages par luy faits aux chasteaux de Saint Germain : 50 l.
A Boutray, à compte des ouvrages de serrurerie par luy faits aux chasteaux de Saint Germain : 60 l.
A Baptiste, sculpteur, à compte des ouvrages qu’il fait à la façade des terrasses de Saint Germain : 200 l.
Du 14 octobre
A Lherminier, pour les reparations de plomberie par luy faites à la terrasse de Saint Germain : 185 l. 5 s.
A Baptiste le Romain, à compte des ouvrages de sculpture qu’il fait aud. lieu : 800 l.
A Louis Boutray, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait au chasteau neuf de Saint Germain : 100 l.
Du 23 decembre
A luy, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 450 l.
[f. 172v] Du 22e decembre 1664
A Vautrin, sculpteur, à compte des ouvrages de sculpture par luy faits au vieu chasteau de Saint Germain : 200 l.
A Poisson, à compte des ouvrages de peinture par luy faits aux chasteaux de Saint Germain : 150 l.
A Baptiste le Romain, sculpteur, à compte des ouvrages qu’il fait à la façade des terrasses de Saint Germain : 300 l.
A Pierre Morel, vitrier, à compte des ouvrages par luy faits aux chasteaux de Saint Germain en Laye : 150 l.
Du dernier decembre
A Gilles Le Roy, à compte des ouvrages de plomberie des chasteaux de Saint Germain en Laye : 1000 l.
A Louis Boutrais, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait ausd. lieux : 200 l.
A Baptiste Tuby dit le Romain, à compte des ouvrages de sculpture par luy faits à la façade des terrasses de Saint Germain : 300 l.
A Jean Poisson, peintre, à compte de ses ouvrages du vieil chasteau de Saint Germain : 100 l.
A Denis Morel, vitrier, à compte des ouvrages de vittrerie des chasteaux de Saint Germain : 100 l.
A Leonnard Padelin et Jean Varisse, ramonneurs de cheminée, à compte de ce qu’ils ont fait ausdits lieux : 100 l.
Du 17 mars 1665
Aud. Boutray, serrurier, à compte de sesd. ouvrages de Versailles : 450 l.
A Pasquier, pour son paiement d’un chanbranle et d’un fouyer de marbre : 190 l.
[f. 173] A Jean Poisson, à compte des ouvrages de peinture qu’il a fait à Saint Germain : 100 l.
A Voitrin, sculpteur, pour parfait paiement des balustrades dud. lieu : 241 l.
A Tolmay, vuidangeur, pour son paiement des fosses qu’il a faites aud. lieu : 803 l.
[Total :] 7046 l. 17 s.
[f. 176] Couvertures de Saint Germain
Du dernier decembre 1664
A Charles Juon, couvreur, à compte des couvertures au chasteau neuf de Saint Germain en Laye : 300 l.
A luy, à compte des ouvrages de couverture dud. lieu de Saint Germain : 2500 l.
[Total :] 2800 l.
[f. 178] Entretenement des grandes terrasses de pierre dure du vieux chasteau de Saint Germain
[f. 180] Jardinages de Saint Germain
Du 20e may 1664
A Jean Delalande, pour son remboursement de pareille somme par luy avancée pour le paiement des ouvriers qui ont travaillé au jardin neuf du petit bois du chasteau de Saint Germain, cy : 345 l. 15 s.
Du 22e septembre
A Denis Delamalle, à compte des enlevemens des immondices du pourtour des murs du parc de Saint Germain, cy : 200 l.
Du 23e decembre
Aux sieurs Guillaume, François Villedo et Antoine Bricard, à compte des fouilles et transports de terre qu’ils ont fait faire dans l’allée du perron du jardin du boullingrain : 1400 l.
A Soulaigre, pour avoir fait sabler la terrasse de l’appartement du Roy aud. lieu : 170 l.
A Jean Delalande, pour avoir fait venir 60 bastelées de sable et l’avoir répandu dans le jardin du boullingrain du chasteau neuf de Saint Germain en Laye : 180 l.
Du dernier decembre
Ausd. Villedo et Bricard, pour leur parfait paiement des fouilles et transport de terre pour l’aplanissement de l’allée en face du jardin du boullingrain : 1012 l.
[f. 180v] Du 17e may 1665
A Jean Delalande, pour le paiement des gens qui ont remply la glaciere de Saint Germain : 60 l.
Du 4 juin aud. an
A Gosselin et Duchesne, terrassiers, pour leur payement d’avoir enlevé les immondices de Saint Germain : 96 l. 15 s.
[Total :] 3464 l. 10 s.
[f. 182] Plans et avenues des chasteaux de Sainct Germain en Laye
Du 20 septembre 1665
A Roch Gaullard, pour son paiement d’avoir labouré vingt six arpens de menu plan dans les avenues des chasteaux de Saint Germain en Laye : 78 l.
A Morice Breton, pour avoir labouré quatorze arpens 86 perches de menu plan : 44 l. 10 s.
A Estienne Caffon, à compte de deux arpens quatre perches qu’il a palnté dans lesd. avenues : 60 l. 18 s.
A Barthellemy Jouan, pour son paiement d’avoir planté trois arpens 72 perches : 112 l.
A François Gignet, pour son paiement d’avoir fouillé 890 thoises de fossés : 99 l.
A Lalande, à compte des arbres qu’il a livrez pour planter dans lesd. avenues : 3500 l.
A Nicolas Morsant, pour son paiement de 74 milliers de menu plan pour planter lesd. avenues : 203 l. 10 s.
A Lalande, pour plusieurs allignemens par luy tirez pour planter lesd. avenues : 150 l.
[f. 182v] A Laurent Estienne, pour avoir vacqué pendant 4 mois aux plans desd. avenues : 400 l.
A Pierre Fleury, pour avoir planté 103 arpens 60 perches de menu plan : 1866 l.
Aud. Lalande, à compte des plans par luy fournis et à fournir pour planter lesd. avenues : 11500 l.
A Jean Duperet, pour son paiement de 78 milliers de menu plan : 187 l.
A Estienne Cavé, pour son paiement de la quantité de 57 milliers de menu plan : 131 l. 10 s.
A Pierre Liard, tant pour luy que pour luy que pour la veuve Vaugannier, pour leur paiement de 39 milliers 300 de menu plan : 108 l.
A Jean Dereine, pour son paiement de 34 milliers de chastaigniers : 161 l. 10 s.
A Guillaume Cavé, pour son paiement de 19 milliers 500 de menu plan : 62 l. 7 s. 6 d.
A Nicolas Morsan, tant pour luy que pour Jean Laisné, pour avoir planté 29 arpens 50 perches de menu plan : 531 l.
A Georges Vaillaud, pour son paiement de 104 milliers de menus pieds d’arbres : 208 l.
A Philippes Boubé, pour son paiement de 172 milliers de menus plans : 380 l.
A Robert Le Rat, pour son paiement de 71 milliers de menu plan : 177 l.
A Thomas Vitry, pour son paiement de 75 milliers de chastaigniers : 434 l. 10 s.
[f. 183] A Thomas Vitry, pour son paiement de 48 milliers 200 de menus plans : 289 l.
A luy, pour son paiement de 18 milliers un cent de chastaigniers pour planter lesd. avenues : 90 l. 12 s.
A Bloquiere, Marie et Rullier, pour leur paiement de 933 milliers de menus plans : 2237 l.
A Jacques Ravet, pour son paiement de 773 milliers de menus plans : 1932 l. 10 s.
A Pierre Dreux, pour avoir planté et rayonné 26 arpens de menus plans : 416 l.
A luy, pour son paiement de 822 milliers de menus plans pour lesd. avenues : 2050 l.
A Jean Goupy et Jean Bertin, pour avoir planté huict arpens 96 perches de menu plan : 881 l.
A Raoullin Millet, pour son paiement de 21 milliers 300 de chastaigniers pour lesd. avenues : 129 l. 18 s.
A Louis Delespine, pour avoir planté trente arpents de menus plans pour lesd. avenues : 1200 l.
A Jean Berthin et René Richard, pour avoir planté trois arpens treize perches de menu plan : 125 l.
A Robin Mallard, pour avoir planté sept arpens cinquante cinq perches de menu plan : 136 l.
A Maurice Breton, pour avoir planté 14 arpens 86 perches de terre : 267 l.
A Paul As et Denis du Lary, pour 43 arpens 86 perches qu’ils ont planté dans lesd. avenues : 789 l. 10 s.
[f. 183v] A Paul As, pour son paiement d’avoir livré 10 milliers 500 de menus plans : 35 l.
A Louis Meslin, pour son paiement de 1633 milliers 500 de menus plans : 4081 l. 5 s.
A Charles Thibout, pour 144 milliers de menu plan qu’il a livrés pour lesd. avenues : 360 l.
A Roch Gaullard, pour son paiement de 332 milliers 380 de menu plan pour lesd. avenues : 1283 l.
A Jean Leseigle, Robert Picot et Jullien Goyer, à compte des fosses qu’ils ont faits le long desd. avenues : 600 l.
A Jean Thuilleau, pour son paiement de 203 milliers 500 de menus plans : 758 l. 15 s.
A Mathieu Villain et Pierre Beaugrand, pour avoir planté cinquante deux arpens et demy de menu plan : 945 l.
A Gignet, Lesieur et Adam, pour avoir fait 185 toises de fossés le long desd. avenues : 92 l. 10 s.
A Laurent Estienne, pour le paiement des gens qui ont travaillé à abattre et arracher les arbres qui se sont rencontrées dans l’alignement desd. avenues : 16999 l.
A Jean Previlly et Louis Frucher, tant pour eux que pour leurs compagnons, pour avoir planté III arpens 72 perches de menu plan : 2011 l. 10 s.
[Total :] 58104 l. 5 s. 6 d. »

Lettre concernant l’avancée des travaux au château du Val, au Château-Vieux et dans le domaine de Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Germain, le 26 septembre 1677
Il n’y a plus que les journalliers qui travaillent à la fouille et transport des terres du fossé que l’on faict au pied du glacys à la gauche de la principalle allée du jardin du Val pour l’escoulement des eaues de pluyes et ravines. On travaille à la maçonnerie du petit mur pour contretenir les terres de la couppe dudit glacys. Il n’y a que six limosins qui y ont travaillé la semaine derniere, dont on augmentera le nombre cette semaine autant que l’on pourra.
On continue aussy de poser la tablette au dessus du mur de terrasse dud. jardin, et la maçonnerie de l’enfoncement en forme de cabinet qui se faict au bout du mur de closture de l’allée haute à la face et en la largeur de l’allée en retour du bout de la principalle allée. J’envoye le sieur La Rue à monsieur Le Nostre pour prendre sa resolution touchant le dessein de la face dud. cabinet affin de l’achever.
On travaille à fonder le mur du demy rond au bout de la principalle allée du jardin faict au droict du retour de l’allée vers le puids.
On continue aussy de dresser les terres des platte bandes et allées haute et basse de la continuation dudit jardin et de passer à la claye les terres des rigolles le long du nouveau mur de closture pour les espalliers.
On continue aussy de travailler aux treillages d’eschalatz pour les nouveaux espalliers.
Si tost qu’il sera venu un peu de pluye, je feray labourer et dresser les terres entre l’allée haute et l’allée basse dud. nouveau jardin, d’autant que la terre est si battue et serrée à cause de la secheresse qu’on ne pourroit faire ce travail qu’avec bien de la despence. Je feray marché à l’arpent pour labourer lesd. terres.
Le charpentier avance de taille la charpenterie du nouveau maneige. On ne commencera que samedy prochain de lever cette charpenterie, attendu qu’il faut qu’elle soit toutte taillée avant de la poser. Il y a seize charpentiers et huict maneuvres qui y travaillent incessemment. Je feray en sorte que cette ouvrage soit achevée à la Toussaint.
Les glacys que Monseigneur a ordonné de faire pour aller dans le parcq par l’antienne allée du bois à costé du grand parterre du vieux chasteau sont achevez, comme aussy la maçonnerie de la porte que l’on a ouverte dans le mur de closture qui separe le jardin d’avec le parcq. Je feray poser dans cette semaine la menuiserie de la porte.
Le petit mur de terrasse en face du petit pont de l’apartement du Roy est achevé. De neuf marches qu’il y aura au peron dud. mur, il y en a six posées, de sorte que dans cette semaine cette ouvrage sera achevée.
Le sieur Lavier n’envoyer qu’hier la menuiserie de l’oratoire de la Reine. Le stucateur achevra l’ornement du platfonds de lad. oratoire mardy et aussytost l’on posera lad. menuiserie. J’attends la menuiserie de la cheminée du cabinet, dont le foyer et chambranle de marbre sont en place.
On pose les aiz du plancher de la salle des gardes de la Reine.
On restablyt le pavé de liaiz de la ballustrade en saillye qui conduit de la salle des gardes du Roy à la salle des gardes de la Reine, dont les dosses au dessoubz estoient entierement pourryes.
On avance fort tous les restablissementz et je faicts travailler à nettoyer les vittres des croisées et chassys d’hyver.
On commencera demain de reparer les breches du mur de la forest. On voicture incessement des matereaux sur les lieux pour cet effect.
Monsieur d’Ecquevilly me manda hier au soir par un billet que le Roy luy a dit de s’addresser à moy pour fournyr quatre caissons doubles pour mettre des cerfs pour les conduire du bois de Boulogne au parcq de Versailles pour le retour du Roy, et quarente sollives dont il a besoin pour cet effect. Je luy au faict responce qu’il me faut un ordre de Monseigneur, et que, pour ne pas retarder le service, il peut donner ordre de les faire faire, et que si Monseigneur en aggrée cette despence, il en ordonnera le payement.
On acheve de battre le 3e et dernier pieu à mettre par soubz œuvre au pont du Pec. On travaille fortement à moiser les nouvelles pallées et restablyr les moises des autres pallées. On travaille au 3e brize glace dudit pont. Il reste à faire dix autres brize glaces aud. pont, quoy que les sieurs Bruand et Cliquin ayent trouvé necessaire d’en augmenter quatre plusqu’il n’y en avoit cy devant. Le sieur Poitevin, entrepreneur, n’a ordre de monsieur de Linieres que d’en augmenter un, et à l’esgard du pont de Chatou, de mettre un seul pieu en contrefiche pour brize glace ainsy qu’il y en avoit cy devant, quoy qu’il ay testé jugé necessaire d’y en mettre comme au pont du Pecq.
J’escris aud. sieur de Linieres que Monseigneur m’ordonne de tenir la main à ce que l’on prenne touttes les precautions necessaires pour lesd. brize glaces. En cas qu’il n’y donne point ordre, j’en donneray advis à Monseigneur.
L. Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Germain, le 6e decembre 1673
J’ay faict travailler tous ces jours passez et faict veiller jusques apres minuict aux ouvrages que Sa Majesté a ordonné de faire chez madame de Montespan, lesquels ouvrages ont esté entierement achevez hier au soir. Le Roy et madite dame sont fort contans de mes soins.
Madite dame est aussy fort satisfaire du jet d’eaue qui est au milieu du jardin de l’un des ballecons de sa chambre. Elle prend bien du plaisir de les faire jouer. Elle m’a recommandé de continuer de prendre soin qu’il ne manque point d’eaue au reservoir, affin que led. jet d’eaue joue quand elle voudra, de quoy je prendray soin.
J’ay desmonter, par ordre du Roy, et faict porter au magasin la menuiserie des tables et chassy que j’ay cy devant faict poser, par ordre de Monseigneur, dans la salle des ballais pour ranger la petite armée et attacher les cartes geographiques de monseigneur le Dauphin, affin de rendre lad. salle en estat de jouer la comedie.
Je faicts aussy raccommoder les vittres de lad. salle pour empescher les ventz qui incommoderoient Sa Majesté.
Je fais travailler aux accomodementz que Monseigneur m’a ordonné de faire à l’appartement de madame la comtesse de Saint Aignan et prendray soin de faire diligenter cet ouvrage.
J’ay oublié de donner advis à Monseigneur que les plombs des terrasses des appartements de Leurs Majestez ont esté restablyes avant le retour de Versailles à Saint Germain, nonnobstant l’incommodité de la gellée qui avoit entierement gellé les terres. La recherche en a esté si bien faicte qu’on n’y a point reconneu aucune faute depuis le desgel.
J’ay aussy oublié de donner advis à Monseigneur que, de la gellée qu’il a fait avant le retour de Sa Majesté, j’ai fait emplyr une glaciere qui estoit toutte vuide à la hauteur de dix huict piedz, de sorte qu’il ne s’en faut que quatre piedz de haut qu’elle ne soit pleine.
Madame de Montespan m’a ce matin chargé de dire à Monseigneur qu’elle souhaitteroit fort avoir de l’eaue dans ses nouvelles cuisines, et mesmes en a depuis parlé à madame Colbert pour le dire à Monseigneur. Je luy ay dict que je le diray à mondict seigneur.
L. Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Germain, le 6e decembre 1673
J’ay faict travailler tous ces jours passez et faict veiller jusques apres minuict aux ouvrages que Sa Majesté a ordonné de faire chez madame de Montespan, lesquels ouvrages ont esté entierement achevez hier au soir. Le Roy et madite dame sont fort contans de mes soins.
Madite dame est aussy fort satisfaire du jet d’eaue qui est au milieu du jardin de l’un des ballecons de sa chambre. Elle prend bien du plaisir de les faire jouer. Elle m’a recommandé de continuer de prendre soin qu’il ne manque point d’eaue au reservoir, affin que led. jet d’eaue joue quand elle voudra, de quoy je prendray soin.
J’ay desmonter, par ordre du Roy, et faict porter au magasin la menuiserie des tables et chassy que j’ay cy devant faict poser, par ordre de Monseigneur, dans la salle des ballais pour ranger la petite armée et attacher les cartes geographiques de monseigneur le Dauphin, affin de rendre lad. salle en estat de jouer la comedie.
Je faicts aussy raccommoder les vittres de lad. salle pour empescher les ventz qui incommoderoient Sa Majesté.
Je fais travailler aux accomodementz que Monseigneur m’a ordonné de faire à l’appartement de madame la comtesse de Saint Aignan et prendray soin de faire diligenter cet ouvrage.
J’ay oublié de donner advis à Monseigneur que les plombs des terrasses des appartements de Leurs Majestez ont esté restablyes avant le retour de Versailles à Saint Germain, nonnobstant l’incommodité de la gellée qui avoit entierement gellé les terres. La recherche en a esté si bien faicte qu’on n’y a point reconneu aucune faute depuis le desgel.
J’ay aussy oublié de donner advis à Monseigneur que, de la gellée qu’il a fait avant le retour de Sa Majesté, j’ai fait emplyr une glaciere qui estoit toutte vuide à la hauteur de dix huict piedz, de sorte qu’il ne s’en faut que quatre piedz de haut qu’elle ne soit pleine.
Madame de Montespan m’a ce matin chargé de dire à Monseigneur qu’elle souhaitteroit fort avoir de l’eaue dans ses nouvelles cuisines, et mesmes en a depuis parlé à madame Colbert pour le dire à Monseigneur. Je luy ay dict que je le diray à mondict seigneur.
L. Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Germain, le 8e juillet 1673
Monsieur Dorbay vint hier icy et donna les mesures necessaires pour commencer l’ouvrage de la terrasse en face du parterre du vieux chasteau, de sorte que l’on a aujourd’huy commencé de travailler à la maçonnerie de la fondation du costé du petit pont, et l’on continue de fouiller les terres du reste des fondations et pour faire la maçonnerie du massif au dessoubz des marches.
Je dis hier aud. sieur Dorbay la difficulté qu’il y avoit de tirer suffisamment des pierres de marches des qualitez et longueures necessaires pour diligenter et bien faire l’ouvrage de lad. terrasse, attendu les deffences que monsieur de Lestelle a faict de par le Roy aux carriers de Montesson de ne plus tirer de pierres du costé de la peine au delà de la borde où Monseigneur a ordonné de faire les nouvelles remises.
J’ay ce matin veu led. sieur de Lestelle qui m’a dict qu’il permettra auxd. carriers d’en tirer pour le service du Roy seulement, pourveu qu’ils ne fassent point de nouvelle entrée et ouverture, qui est la permission que le sieur La Rue, entrepreneur, a demandé.
A l’esgard de l’appartement de madame de Montespan, les menuisiers ne font pas de diligence. Le parquet n’est pas encores entierement achevé. Ils ont deux garçons qui travaillent à poser le vieux lambrys et platfondz dans la petitte chambre, et envoyerent icy mardy dernier une voye de menuiserie qui sont deux croisées et la menuiserie du lambrys entre les deux dosseretz qui ont esté retaillez dans l’enfoncement vers la gallerye blanche.
Lesd. menuisiers disent qu’il ne tient pas à eux mais aux sculpteurs, ce qui faict que led. sieur Dorbay m’a dict qu’il alloit retrancher une partye de la sculpture.
Les couvreurs travaillent à couvrir le petit bastiment que l’on faict pour les cuisines de madame de Montespan.
Monsieur Cuvier et moy allasmes avant-hier voir ensemble le restablissement que je faicts faire par ordre de Monseigneur aux pallys de la forest. Les herbes sont si hautes qu’elles couvrent lesd. plants de deux piedz en plusieurs endroictz. Mais comme Monseigneur ne veut pas faire la despence de les faire nettoyer, monsieur Cuvier m’a dict qu’il seroit bon de proposer à Monseigneur et de scavoir s’il auroit agreable que l’on en fasse nettoyer une partye dans la vente de Bourbon le long de la routte qui conduit à la Muette, sur deux cens pas de proffondeur seulement, affin que le Roy et le public voyent comme cela reussit.
L. Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Garmin, ce dimanche 15e avril 1663
Monsieur,
Madamme Villedot la mer est morte, ce quy est causse que les sieurs Villedot ne peuvent estre ycy demin, et comme il n’y aura personne, je ne partiray pas aujourd’huy de Saint Garmin, afin de donner ordre partour.
Tous les logement que nous avons commencé sc’avance beaucoup, mais il n’y a encor rien d’achevez entieremnt. Il y a bien à chacun logement quelque chosse de finy, mais se seroit vous air un destail quy vous pouroit estre ennuyeux. Quant il y aura un apartement entierrement finy, je vous en donneray avis.
Le fer à cheval qui descendoit du château dans la premiere terrasse est quassy tout desmoly et les voultes aussy quy portoient led. perron.
La fondation du gros mur pour revestire le jardin en parterre que faict monsieur Le Noste à la place du plans des preniers n’est pas encor tout à faict fouillée, et je ne scay quand on trouvera la bonne terres pour la bonne fontation. C’est à quoy je prendrai garde que elle soit bien fondé.
Et aussy que l’on la remplisse de bons mattereaux car ceux de ce pays cy ne sont pas tous bons et je vois desja que l’on ne prend pas grande precaution à les bien choissire, ins au contrere. J’auray l’honneur de vous en n’entretenire.
Comme aussy pour de la pierre que l’on prend dans l’isle de Neully et aux environs.
Monsieur Le Noste a fort advancé son parterre en terrasse. Il y en a les deux tierre d’esplany, pres à planté, et un tierre planté de buis et gason.
Je suis, Monsieur, vostre tres heuble et tres obeissant serviteur.
Levau le jeune »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Garmin, ce 11e avril 1663
Monsieur,
Je fut dimanche dernier pour avoir l’honneur de vous rendre compte de mon voyage de Versailles et de Saint Garmin, et recepvoir vos commandement, mais estant pressé de retourner le mesme jour, je ne put avoire ce bonheur : ce sera, s’il vous plais, pour dimanche prochin. Cependant, mon frere vous aura dict comme le Roy fut assé satisfait des advances des ouvrages de Versailles et le temoigna en disant deux ou trois fois que l’orangerie s’avançoit.
A vous dire le vray, le caot de tout ce melanges d’ouvrages se desbroulle et de jour en jour on vera croisre quellques choses de nouveau. Reste à y faire un tour de temp en temp pour y donner les ordres necessaire.
Cependant, j’ay planté mon piquet à Saint Garmin pour desbrouiller encor un aultre caot des logements et apartements du château vieux et neuf, bien plus mellangé et confus que les ouvrages de Versaille, comme vous pourés cognoiste par le memoire que mon frerre vous aura montré, mais bien esloigné de la despence de ceux de Versaille, n’estant que des racommodements, lesquelles je faicts acomoder avec tout le plus grand menage que je puis faire et avec la plus grande dilligence possible, car nous n’avons point de temp à perdre.
Et s’il vous plais, Monsieur, je m’intruiray un peu plus que je ne suis de touttes les aultres ouvrages, tant pour la descente du grand escallier que des terrasse et jardinages, pour vous informer particullierement de tout ce quy ce passera. Et pour ce faire, il faudroit, scauve vostre meilleur advis, qu’il ne fissions rien que de consert ensemble.
Monsieur Le Noste est ycy avec plusieur ouvriers pour faire le parterre en face du bout de la grande gallerie de l’apartement du Roy, où estoit un plan de preniers, lesquels on a abatus. La terres est esplanie et on commencera demin jeudy à planter le buis.
Le sieur Villedot cadet est aussy ycy avec cinq cens ouvriers environ. Il faict faire la fondation du gros mur pour soutenire led. parterre que faict faire le sieur Le Noste. Elle n’est que à demy fouillé dans la fondation.
Il faict demolire en delligence le grand escallier du fer à cheval de la descente du chasteau neuf.
Nous fessons travailler à tous les acomodements des logements des deux chateaux où il y a plussieurs massons. Je ne puis vous en dire davantage, car il n’y a encor rien d’achevez mais je pense que la semainne ne ce passera pas sans achever quelque chosse et dimanche j’oray l’honneur de vous l’aller dire.
Cependant, il vous plaira, sy vous le trouvé bon, de me faire scavoire vostre volonté que j’executeray autant vien que il me sera possible et avec autant de zel et d’efection que je suis, Monsieur, vostre tres heumble et tres obeisant serviteur serviteur et obligé.
Levau le jeune »

Paiements pour des travaux aux châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [f. 75] Chasteau de Saint Germain
Maçonnerie
Du 15 juillet 1666
A Tristan Lespine et Charles Delarue, maçons, à compte des ouvrages de maçonnerie par eux faits aux chasteaux vieux et neuf de Saint Germain : 1300 l.
Aud. Lespine, pour le paiement des maneuvres qui ont travaillé au restablissement des breches au pourtour des murs du parc de Saint Germain depuis le 20 mars jusqu’au 24e avril : 416 l. 16 s.
Du 24 aoust
A Jean Delaflesche, pour son parfait paiement des reparations de maçonnerie par luy faictes au Val de Saint Germain en l’année 1663 : 600 l.
Du 6 octobre
Ausd. Delespine et Larue, à compte des ouvrages de maçonnerie par eux faits au chasteau de Saint Germain : 500 l.
Du 7 decembre
A eux, à compte des ouvrages de maçonnerie qu’ils font aux chasteaux de Saint Germain : 500 l.
Du dernier decembre
A eux, idem : 500 l.
Du 19 febvrier 1667
A eux, idem : 600 l.
[f. 75v] Du 15e mars 1667
Ausd. Lespine et Larue, à compte des ouvrages de maçonnerie qu’ils font à Saint Germain : 600 l.
Du 9e may
A eux, à compte des ouvrages de maçonnerie qu’ils font à Saint Germain : 500 l.
Total : 5516 l.
[f. 76] Charpenterie de Saint Germain
Du 15 juillet 1666
A René Dufay, charpentier, à compte des ouvrages de charpenterie qu’il fait à Saint Germain : 400 l.
Du 24 septembre
A luy, idem : 400 l.
Du 3 novembre
A luy, à compte des ouvrages de charpenterie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 400 l.
Du dernier decembre
A luy, idem : 400 l.
Du 9e may 1667
A luy, à compte des ouvrages de charpenterie qu’il fait à Saint Germain : 300 l.
Total : 1900 l.
[f. 77] Menuiserie de Saint Germain
Du 28 may 1666
A Charles Lavié, menuisier, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il fait à Saint Germain : 1000 l.
Du 15 juillet
A luy, idem : 3200 l.
A Adrien Milot, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 500 l.
A Michel Salle, menuisier, pour son paiement des ouvrages qu’il a faits à l’appartement de M. Le Tellier au chasteau de Saint Germain : 136 l.
Du 24 aoust
Aud. Lavié, menuisier, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il fait à Saint Germain : 600 l.
Du 24 septembre
A luy, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il fait à Saint Germain : 800 l.
Aud. Milot, à compte des ouvrages de menuiserie par luy fait aux chasteaux de Saint Germain : 300 l.
A luy, idem : 300 l.
[f. 77v] Du dernier decembre 1666
A Milot, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il a fait aux chasteaux de Saint Germain : 800 l.
Du 15e mars 1667
A luy, idem : 400 l.
Du 9e may
A luy, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il fait à Saint Germain : 300 l.
Total : 8336 l.
[f. 78] Peinture, sculpture et ornemens de Saint Germain en Laye
Du 15 juillet 1666
A Jean Poisson, peintre, à compte des ouvrages de peinture qu’il fait à Saint Germain : 400 l.
A Jean Disses, fontainier, à compte des ouvrages de ciment et de mastic qu’il fait sur les voutes des galleries des grottes de Saint Germain : 2000 l.
Du 24 aoust
A luy, idem : 2500 l.
Du 24 septembre
A luy, à compte des ouvrages de ciment et de mastic qu’il fait sur les voutes des grottes dud. lieu : 1000 l.
Aud. Poisson, à compte des ouvrages de peinture qu’il fait à Saint Germain : 400 l.
Du 3 novembre
A luy, à compte des ouvrages de peinture qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 150 l.
Du 19 febvrier 1667
Aud. Poisson, à compte des ouvrages de peinture qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 800 l.
Total : 7250 l.
[f. 80] Couvertures
[f. 81] Plomberies
[f. 82] Jardinages de Saint Germain en Laye
Du 28 may 1666
A Jean Delalande, jardinier du vieil chasteau de Saint Germain, pour plusieurs despences qu’il a faictes dans le jardin et parc de Saint Germain : 288 l.
A Edme Boursaut, pour le paiement des ouvriers qui ont travaillez à Saint Germain aux fouilles et transports de terre depuis le XV mars dernier jusqu’au XXVIIe du mesme mois : 124 l.
A Jean Delalande, jardinier du chasteau neuf de Saint Germain, pour avoir fait sabler touttes les allées et jardin potager estant dans l’enclos du petit bois : 302 l. 4 s.
Du 3 novembre
A François Toulmé, pour avoir nettoyé les deux fosses à privé du commun du Roy : 165 l.
Du 7 decembre
A Paul La Hache, pour paiement des ouvrages de pavé de grais qu’il a faits à Saint Germain : 76 l. 10 s.
Du dernier dud.
A Martin Cottart, pour menues despences qu’il a faites à Saint Germain depuis le 17 octobre jusqu’au dernier dud. mois : 203 l. 2 s. 5 d.
[f. 82v] Du 19 febvrier 1667
A Jean Delalande, pour plusieurs menues despences qu’il a faictes dans le jardin du boulingrin à Saint Germain en Laye : 378 l.
Total : 1536 l. 16 s. 5 d. »
[f. 85] Serrurerie de Saint Germain
Du 28 may 1666
A Louis Boutrait, serrurier, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait à Saint Germain : 600 l.
Du 15 juillet
A luy, idem : 800 l.
A Louis Guillemau, pour son parfait paiement des ouvrages de serrurerie qu’il a faits à l’apartement de M. Le Telier au chasteau de Saint Germain : 43 l. 12 s. 6 d.
Du 24 septembre
Aud. Boutrait, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait à Saint Germain : 400 l.
Du 3 novembre
A luy, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait aud. lieu : 300 l.
Du 7 decembre
A luy, idem : 400 l.
Du dernier dud.
A luy, idem à compte : 800 l.
Du 19 febvrier 1667
A luy, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 1000 l.
[f. 85v] Du 15e mars 1667
Aud. Boutrait, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 400 l.
Total : 4743 l. 12 s. 6 d.
[f. 86] Vitrerie de Saint Germain
Du 15 juillet 1666
A Robert Morel, vitrier, à compte des ouvrages de vittrerie qu’il fait aud. chasteau : 600 l.
Du 7 decembre
A luy, idem : 300 l.
A luy, à compte desd. ouvrages : 300 l.
Du dernier decembre
A luy, à compte idem : 200 l.
Du 15e mars 1667
A luy, à compte de sesd. ouvrages : 400 l.
Total : 1800 l.
[f. 87] Parties extraordinaires des chasteaux de Saint Germain en Laye
Du 28e may 1666
A Charles Jullien, demeurant à Poissy, pour le paiement des charpentiers, scieurs de long et autres ouvriers qui travaillent à faire l’espalier necessaire pour la closture des plans que le Roy fait faire dans la forest de Laye : 2000 l.
A Charles Moyer, prevost de Poissy, pour emploier aux menues plans que Sa Majesté fait faire dans la forest de Laye : 3000 l.
Du 15 juillet
A luy, idem : 6000 l.
Aud. Jullien, à compte des ouvrages qu’il fait faire dans la forest de Saint Germain : 3000 l.
Du 24 septembre
Au sieur Soulaigre, pour avoir nettoyé pendant quatre mois que la cour a sejourné à Saint Germain le vieil chasteau dud. lieu : 300 l.
A Jean Delalande, pour parfait paiement de la despence qu’il a faitte à empailler la glaciere de Saint Germain depuis 1657 jusques 1664 : 400 l.
[f. 87v] A Jean Baptiste Delalande, la somme de 1500 l., scavoir 600 l. comptant et le surplus en deux paiemens de trois en trois mois pour dedommagement des bastimens qu’il avoit fait construire proche l’orangerie qui ont esté demolis pour bastir le logis de la surintendance des Bastimens, cy : 1500 l.
Du 19 febvrier 1667
Au sieur Mpyer, pour employer aux grands et menus plans que Sa Majesté fait faire dans la forest de Laye : 6000 l.
A Leonnard Aubry, pour parfait paiement des ouvrages de pavé qu’il a fait à Saint Germain : 919 l.
Du 15e mars
Au sieur Petit, commis à la conduite des bastimens de Saint Germain, pour diverses despences qu’il y a faites : 242 l. 18 s. 8 d.
A luy, idem : 279 l. 8 s. 6 d.
Total : 23641 l. 7 s. 2 d. »

Lettre concernant l’avancée des plantations au Vésinet et des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Germain, le samedy 14e novembre 1665 à midy
Je continuois la visitte du plant dans la garenne de Vezinet mercredy dernier lorsque Monseigneur est venu à Saint Germain.
Je croy que mon père aura escrit un memoire à mond. seigneur de l’estat où il trouva jeudy dernier led. plant.
Il se trouve 6373 arbres mortz dans touttes les routes de lad. garenne, dont il y en a 3288 dont les troux sont preparez pour en replanter d’autres, lesd. troux partye de 4 p. et partye de 3 p. ½ seulement de diametre. [dans la marge : Le marché porte qu’ils seront fait de 5 p. de diametre.]
Pour ce qui est de la qualité dud. plant, il s’en trouve beaucoup et prez des deux tiers qui n’ont que 3 poulces ½ et quatre poulces de gros, qui ont neantmoins assez proffité et particulierement dans la route qui conduit à Chatou. J’en ay veu quelqu’uns qui n’ont que trois poulces de gros dans le melieu de la tige. Tous led. plant n’a que 6 p. ½ et 7 p. de tige et n’a receu jusques à present aucun labour depuis qu’il a esté fait. [dans la marge : Le marché porte qu’ils seront de 5, 6, 7, 8 et 9 poulces de gros et de 8 à 10 p. de haut, et qu’on leur donnera 3 labours par an.]
Le plant des trois routes qui partent de la demy une et finissent à l’ormeraye vers l’isle La Loge est presque tout mort.
Presque tous les tillotz en general ont repris mais n’ont poussé que des petits jetz dont il y en a plusieurs qui se seichent par le bout desd. jetz.
Le sieur Batiste Delalande m’a dict qu’il attendoit de jour à autre de fort beau plant d’eschantillon que son fils faict venir pour restablyr lesd. routes.
Je le presse de faire preparer tous les troux. Il a huict hommes qui y travaillent.
Je croy que moin père aura donné advis à mondit seigneur que l’on a laissé plusieurs troux dans lesd. routes provenans de l’arrachement des troncz d’arbres. Je me suis informé dud. sieur Lalande, à qui il se faut addresser. Il ne m’en a peu rien dire.
Prez des deux tiers du petit plant est mort et la plus part de ce qui est rechappé est fort chetif et n’a receu aucun labour, aussy bien que le grand plant.
J’ay faict voir aux entrepreneurs du plant des routes, leur marché, et leur ay faict entendre que l’intention de mondit seigneur estoit qu’il fust suivy de poinct en poinct, à quoy je tiendray la main.
La gargouille et les deux amortissements sur les terrasses du vieil chasteau sont restablys. On avoit differé à poser lesd. amortissements à cause du grand qui a continué.
On advance fort le restablissement des couvertures.
Monsieur Francines faict achever de paver les costez au retours du grand peron et a faict couvrir touttes ses ouvrages de fougere et de recouppes.
L’on a garny l’un des cabinetz du boulingrin de trois ceintres de fer pour soustenir le berceau, ainsy que mond. seigneur l’a ordonné. Les trois autres seront fait dans la semaine prochaine.
L. Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Germain, le dernier octobre 1665
Chasteau neuf
La rampe des terrasses du costé du Pec n’a peu estre achevée cette semaine. Il reste encores sept bandes de pierre de liaiz à poser, que l’on posera dans les deux premiers jours ouvrables de la semaine prochaine, de sorte que dans lad. semaine on finira aussy le pavé de lad. rampe.
Les gelées commencent à estre un peu fortes le matin, mais le seoin que j’ay de ne faire travailler qu’au soleil levé et de faire couvrier le soir les ouvrages qui ont esté faictes pendant le jour empesche le desordre qu’elles y pourroient faire.
Touttes les arcades de la gallerye des grottes sont fermées. J’ay faict nettoyer lad. gallerye.
Le couvreur de chaume m’a ce matin promis de venir le lendemain des festes pour reparer la couverture de la glassiere.
Le serrurier travaille au ceintres de fer que Monseigneur a ordonné pour soustenir les cabinetz du boulingrin.
Chasteau vieil
Les ouvrages des terrasses sont entierement finyes et lesd. terrasses fort nettes.
J’ay faict oster les herbes et ratteler entierement le fossé dud. chasteau qui est aussy fort propre.
Le vittrier a garny touttes les croisées de l’orangerie, scavoir les vieilles croisées des abbajours de verre et les autres de papier double.
L’on acheve aujourd’huy de poser les contreventz.
Le sieur Lalande fait charier de la feugere pour lad. orangerie.
Je tascheray la semaine prochaine de faire achever les breches des murs du parc.
L. Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« A Versailles, le 30e octobre 1665
Monsieur Perrault a eu grand soing de m’envoyer l’ordre pour faire continuer le travail du sieur Delaulnay dont le Roy fut fort satisfait à son dernier voyage. J’ay esté ce jourd’huy de grand matin avec ledit Delaulnay à Meudon et ay fait cherier une partie de la terre d’Hollande que nous avons trouvé dans une des caves dudit chasteau, de sorte que il n’a presentement aucun subject de retarder son ouvrages, ausquelles pouvant travailler incessament je croy qu’il seroit necessaire de boucher les arcades pour y travailler pendant les froidures.
Mondit sieur Perrault n’a pas aussy manqué de faire presser le serrurier pour l’achevement du petit escaillier de la pompe, qui sera sur le lieu mardy, lequel feray aussitost pozer.
Le rondeau du jardin bas est achevé, tant pour la pierre que glaize. On travaille à glaizer l’aultre bassin.
Les deux tierres de gazon d’un des costez du parterre du jardin bas est pozé.
Tous nos ouvrages finissent, et croi que dans la fin du moy prochain nous n’aurons plus rien à faire qu’à remplir nos glassieres.
Tous les ouvrages que vous avez ordonné de faire à Saint Germain sont achevés, et le tout fort propre et net, mesme les fossés du chasteau vieil où il ne se voit aucune petitte herbe, et dressés au ratteau, les terrasses haultes dudit chasteau vieil fort nettes, l’orangerie, les cours et les terrasses des grottes fort propres, et ne reste pluq qu’à achever la rempe du bout de la gallerie du costé du Pec, que le sieur Francine fera achever dans la semaine apres les festes.
Je voy mon fils (à la fin de la semaine prochaine) sens occupation audit Saint Germain (sens nouvel ordre), ce qui me faict tres humblement vous supplier de le continuer, soit dans les bastiments, ou dans quelqu’autre employ qu’il vous plaira, et se rendra capable (cependant qu’il est en halaine) de s’en acquitter avec grand soing, diligence et fidelité.
Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Germain, le mardy matin 6e octobre 1665
Chasteau neuf
Monsieur Francines est icy et se tient fort assidu à ses ouvrages. Je le presse d’augmenter le nombre de ses scieurs de pierre qui sont presentement au nombre de cinq, affin de diligenter les bandes de liaiz qui doivent soustenir le pavé des rampes des terrasses. J’en fis hier partyr quatre de Paris avec des scies, avant que de venir, lesquels travailleront aujourd’hui.
Il y a la valleur de la moicité de la platteforme pavée et led. sieur Francines me promest, en cas que le beau temps continue, que dans cette semaine lad. platteforme sera entierement pavée.
Chasteau vieil
Il reste à restablyr huict souches de cheminée dont il y en a quatre eschaffaudées.
On travaille au restablissement du puidz dud. chasteau.
Je fus avant hier chez le sieur Lavier qui avance fort la menuiserie des huict grands chassys à papier qu’il faict pour l’orangerie. Il me promist qu’il feroit commencer hier à travailler à la menuiserie des contreventz et que lundy prochain il nous envoyera toutte lad. menuiserie.
Je faicts restablyr une petitte salle derriere lad. orangerie qui est la cheminée par laquelle on eschauffe les fourneaux pour la conservation des orangers.
Le sieur Lalande fera venir icy (s’il plaist à Monseigneur) celuy qui a autrefois faict lesd. fourneaux pour les restablyr. Led. sieur Lalande fict qu’il y a un fourneau à l’hostel de Frontenac à Paris qui est fort propre pour sad. serre.
Mon père m’envoya hier au soir les gens qui ont faict l’aire de l’orangerie de Versailles, que je vais faire travailler le plus promptement qu’il me sera possible.
L. Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Germain, le dimanche 30e aoust 1665
On n’a peu travailler qu’une journée et demye de la semaine derniere aux ouvrages de mastic à cause du mauvais temps, pour ce que je ne permets pas qu’on y travaille apres la pluye, que l’aire de ciment ne soit bien sec pour recevoir led. mastic. On establyt hier un second astelier pour led. mastic. C’est pourquoy on avancera beaucoup la semaine prochaine si nous avons du beau temps.
Il y a deux travées de mastic achevées, les paveurs travailleront lundy au pavé.
Il y a 29 ouvriers qui travaillent au restablissement des culs de four et thuyaux de cheminées du vieil chasteau, scavoir 10 maçons, 14 manœuvres, 4 tailleurs de pierre et un appareilleur.
On achevera demain le cul de four qui est à la face qui regarde le chasteau neuf. On restablyt aussy un autre cul de four en forme d’auvent joignant la chapelle à la face de l’abbreuvoir. On a enfesté deux des cheminées qui sont du costé du chasteau neuf, où l’on observera la pante en dehors. Il reste à les peindre et ravaller.
Les sieurs Lespine et La Rue m’ont promis d’arrester tous les ouvriers qu’ils pourront trouver pour diligenter lesd. ouvrages.
Le sieur Lavier nous a envoyé partye de la menuiserie du bastiment du sieur Lalande, que je feray ferrer demain.
Le sieur Boutraict fist hier venir du fer pour travailler à la porte de fer que Monseigneur a ordonné este faite au bas des terrasses du chasteau neuf vers l’eglise du Pec.
J’escrit à monsieur Perault et le prie de faire advertyr le sieur Bretton affin qu’il nous envoye demain les trois portes de fer du cabinet des terrasses.
Je le prie aussy de donner ordre à messieurs Villedo de faire oster les pierres et immondices qui sont restées tant dans la cour que devant le bastiment de monsieur Delagrange.
[L. Petit] »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« Du mardy 18e aoust 1665 à deux heures apres midy
Il ne reste presentement à faire de la chape de ciment que les deux tiers de la rampe du costé du Pec. Je ne voulus pas permettre hier au matin de travailler à lad. chape, à cause de la pluye. Je presse monsieur Francines de commencer au plus tost à mettre son mastic, auquel on pouvoit travailler des hiers. Il me dict qu’il fera demain ou jeudy au plus tard venir ses chaudieres qui sont à Versailles et qu’il fera aussytost travailler.
Le marbrier a faict venir hier de Paris une pierre de liaiz de 8 à 9 p. de long pour faire les soeuils des trois portes du cabinet des terrasses. Il a mis en place celuy de la 1ère porte de la grande gallerye des grottes et achevé le pallier au haut du peron, le tout de pierre de liaiz des antiennes demolitions. Le sculpteur travaille à la 4e consolle des portes qui sont aux deux boutz de lad. gallerye.
Je fais travailler aux reparations necessires à faire aux principaux appartements des deux chasteaux, conformement au mémoire que je presentay dimanche dernier à Monseigneur.
J’attendz la menuiserie que le sieur Lavier me promist dimanche de m’envoyer aujourd’huy pour le bastiment du sieur Lalande.
L. Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Saint Germain, le lundy VI juillet 1665
J’ay ce matin esté veoir monsieur Perault avant de partyr de Paris. Il m’a chargé de ces desseins et de ce mémoire. Mais je suis arrivé icy une heure trop tard pour les presenter à Monseigneur.
Aussytost que j’ay esté arrivé, j’ay faict mettre une dosse estoitte sur le petit pont levis du vieil chasteau à la place de celle qui estoit pourrye et ay visitté les autres dosses qui se sont trouvées bonnes.
Le sieur Batiste, sculpteur, me promist hier qu’il viendroit aujourd’hui travailler aux consolles qui sont soubz les corniches des portes des deux boutz de la gallerye des grottes. Il n’est pas encore venu. J’en ay donné advis à monsieur Perault par une lettre.
J’ay esté veoir le sieur Bretton, serrurier, pour veoir en quel estat sont les trois portes de fer qu’il faict pour le cabinet des terrasses neufves. Il m’a monstré les herses au dessus desd. portes et quelques anses de pannier pour orner les portes et m’a promis de les livrer dans trois semaines, qui est un temps bien bref.
On me dict hier à Paris que monsieur Francines estoit party pour venir icy donner ordre pour faire travailler à sa chape de ciment. Il n’est pas encores venu. J’en ay aussy escrit aud. seur Perault. L’on esteinct la chaux et on descharge le ciment.
J’ay esté chez le sieur Lavier, auquel j’ay donné un mémoire de ce qui manque au bastiment de monsieur Delagrange. J’ay veu touttes les portes collées et prestes à faire les emboistures, et les quatre croisées fort advancées. Il m’a asseuré de les envoyer vendredy au plus tard. S’il ne me manque pas, j’espere que l’on finyra led. bastiment dans cette semaine.
L. Petit »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« Du mardy 5e may 1665
Le pallier de la seconde rampe des terrasses neufves est presque restably, et j’espere que dans la journée led. pallier et celuy du grand peron du boulingrin seront restablys.
Les deux dernieres travées de l’attique qui restoient à restablyr seront aujourd’huy achevées à deux heures apres midy au plus tard. On va desmonter la 3e travée du mesme costé, où il se trouve encore des pierres gastées par les gellées, qu’on restablyra aussytost.
On continue le restablissement de la corniche de l’ordre dorique. J’espere faire lever aujourd’huy les deux cloisons de charpenterie du bastiment de Lalande, pour ensuitte achever de garny de sollives le plancher du premier estage. Le mur de la serre dud. bastiment est eslevé de cinq piedz et demy. Il y a dix maçons en plastre qui commencerent hier à eslever le second estage du bastiment de monsieur Delagrange.
Il y a quinze limosins maçons et huict maneuvres qui travaillent incessemment à achever de restablyr les ciments des terrasses du vieil chasteau. J’espere qu’ils finiront dans la semaine, et cependant, Monseigneur, j’auray soin particulier qu’il ne se fasse point de bruict sur lesd. terrasses, ainsy que je vous le promis hier par mon memoire que l’on vous presenta.
Cette ouvrage là est fort longue parce qu’il faut tousjours repasser les joinctz jusques à ce que le ciment aye faict corps.
L. Petit »

Paiements pour des travaux aux châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [f. 85] Chasteau de Saint Germain
Maçonnerie
Du 22 may 1665
A Guillaume et François Villedo et Antoine Bricard, entrepreneurs de la maçonnerie de Saint Germain, à compte : 7000 l.
Du 11 juin
A eux, à compte des ouvrages de maçonnerie qu’ils font au chasteau de Saint Germain en Laye : 9000 l.
A Tristan Lespine et Charles Delarue, à compte du restablissement des murs du parc dud. lieu : 485 l.
A eux, à compte du restablissement des couvertures des escaliers du vieil chasteau : 1750 l.
A Pierre Hamelin, maçon, à compte d’avoir carellé le jeu de paulme de Saint Germain : 300 l.
Du 4 juillet
Ausd. Villedo et Bricard, à compte des ouvrages de maçonnerie qu’ils font au chasteau de Saint Germain : 8000 l.
Ausd. Lespine et Larue, à compte des terrasses et couvertures du vieu chasteau de Saint Germain : 1900 l.
[f. 85v] Du 24 juillet 1665
Ausd. François et Guillaume Villedot et Antoine Bricard, à compte de leursd. ouvrages : 5600 l.
A Tristan Lespine et Charles Delarue, à compte de divers ouvrages de maçonnerie qu’ils font aud. lieu : 1600 l.
Du premier septembre
Ausd. Villedot et Bricart, à compte des ouvrages de maçonnerie qu’ils font à Saint Germain : 3000 l.
Ausd. Lespine et Larue, à compte des reparations de maçonnerie qu’ils font aud. lieu : 800 l.
Du 4 decembre
Ausd. Lespine et Larue, à compte des reparations de maçonnerie qu’ils font à Saint Germain : 1900 l.
A eux idem : 700 l.
Ausd. François et Guillaume Villedo et Antoine Bricard, à compte des ouvrages de maçonnerie qu’ils font aux terrasses de Saint Germain : 1500 l.
A Pierre Hamelin, maçon, pour son paiement d’avoir repavé le jeu de paulme dud. lieu : 332 l.
Du 10 decembre
Ausd. Lespine et Larue, à compte des reparations de maçonnerie qu’ils font à Saint Germain : 1750 l.
Du 26 decembre
A eux idem : 1100 l.
Aud. Lespine, à compte des reparations de maçonnerie qu’il fait au vieil chasteau de Saint Germain en Laye : 200 l.
[f. 86] Du dernier decembre 1665
Ausd. Lespine et Larue, maçons, à compte des ouvrages de maçonnerie qu’ils ont faits en divers endroits de Saint Germain : 600 l.
Dud. jour
Ausd. Villedo et Bricart, à compte des ouvrages de maçonnerie qu’ils ont fait aux grottes de Saint Germain : 12000 l.
Ausd. Lespine et Larue, à compte des ouvrages et reparations de maçonnerie qu’ils font en divers endroits dud. lieu : 300 l.
Du 24 avril 1666
A eux idem : 1300 l.
[Total :] 61117 l.
[f. 87] Reparations de maçonnerie de Saint Germain en Laye
Du 22 may 1665
A Tristan Lespine et Romain Delarue, maçons, à compte des reparations des hautes terrasses que pour celles des murs de closture de Saint Germain : 500 l.
[f. 89] Charpenterie de Saint Germain en Laye
Du 22 may 1665
A René Dufay, charpentier, à compte des ouvrages qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 1000 l.
Du 12 juin
A luy, idem : 1300 l.
4 juillet
A luy, à compte des ouvrages de charpenterie par luy faits et à faire aux chasteaux de Saint Germain : 900 l.
Du 24 dud.
A luy, idem : 700 l.
Du premier septembre
A luy, à compte des ouvrages de charpenterie qu’il fait aud. lieu : 800 l.
Du 4 decembre
A luy, à compte des ouvrages de charpenterie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain en Laye : 600 l.
A luy idem : 300 l.
Du 10 decembre
A luy, à compte des ouvrages de charpenterie par luy faits aux chasteaux de Saint Germain : 300 l.
A luy, idem : 800 l.
[f. 89v] Du 24 avril 1666
A René Dufay, charpentier, à compte des ouvrages qu’il a faits en divers endroits des chasteaux de Saint Germain : 550 l.
[Total :] 7250 l.
[f. 91] Menuiserie de Saint Germain en Laye
Du 22 may 1665
A Adrien Millot, menuisier, à compte de ses ouvrages de Saint Germain : 850 l.
A Charles Lavié, menuisier, idem : 3000 l.
Du 12 juin
A Adrien Mulot, menuisier, à compte de ses ouvrages de Saint Germain : 900 l.
A Charles Lavié, idem : 5600 l.
4 juillet
A luy, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 2200 l.
Du 24e dud.
Aud. Milot, menuisier, à compte des ouvrages qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 550 l.
Aud. Lavier, à compte des ouvrages qu’il fait tant à Versailles qu’à Saint Germain, cy pour nota la somme de 2700 l. [dans la marge :] enregistré cy devant fol. 65
Du premier septembre
A Adrien Mulot, menuisier, à compte des ouvrages qu’il fait à Saint Germain en Laye : 300 l.
Aud. Lavié, menuisier, idem : 300 l.
Du 4 decembre
A luy, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il fait aud. lieu : 500 l.
[f. 91v] Aud. Lavié, menuisier, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain en Laye : 2300 l.
Du 10 decembre 1665
A luy, à compte des ouvrages qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 1300 l.
A Adrien Millot, menuisier, à compte des ouvrages qu’il fait aud. lieu : 200 l.
Du 26 decembre
Aud. Lavié, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il faut au chasteau de Saint Germain : 500 l.
Du dernier decembre
A luy, idem : 1000 l.
Du 19 janvier
A luy, à compte des ouvrages de menuiserie qu’il fait aud. lieu : 800 l.
A Mulot, menuisier, idem : 700 l.
Du 24 avril 1666
A luy, idem : 500 l.
Aud. Lavié, menuisier, à compte des ouvrages qu’il fait aud. lieu : 600 l.
[Total :] 22100 l.
[f. 93] Peintures, sculptures et ornemens de Saint Germain
Du 22 may 1665
A Jean Poisson, peintre, à compte des ouvrages de peinture qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 800 l.
A Jean De Launay, rocailleur, pour emploier en achapt de coquillages pour les grottes de Versailles et de Saint Germain, la somme de 1000 l., cy pour nota 1000 l. [dans la marge :] enregistré cy devant fol. 68v°
Du 12 juin
A Jean Poisson, à compte des ouvrages de peinture des chasteaux de Saint Germain en Laye : 850 l.
A Jean Disses, à comptes des toesles de mastic qu’il fait pour les terrasses de Saint Germain : 1000 l.
A André Mottelet, froteurs de parquet, à compte des ouvrages qu’il fait aud. lieu : 180 l.
Du 4 juillet
A luy, idem : 60 l.
A Pierre et Nicolas Mesnard, marbriers, à compte des ouvrages de pavé de pierre de Caen et de liais de la gallerie des grottes de Saint Germain : 1500 l.
A Jean Colot, fondeur, pour parfait paiement des ouvrages par luy faits à Saint Germain en l’année 1662 : 280 l.
A Jean Disses, à compte des toisles de mastic qu’il doibt mettre aux terrasses dud. lieu : 1400 l.
[f. 93v] Du 24 juillet 1665
A Baptiste Tuby, sculpteur, à compte des ouvrages de sculpture qu’il fait aux grottes et terrasses de Saint Germain : 500 l.
A Jean Poisson, peintre, à compte des peintures qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 200 l.
A Pierre et Nicolas Mesnard, marbriers, à compte des pierres de Caen et de liais qu’ils font à la gallerie des grottes de Saint Germain : 400 l.
Du premier septembre
A Jean De Launay, rocailleur, pour parfait paiement des coquillages qu’il a fait venir tant pour les grottes de Saint Germain que pour celles de Versailles : [rayé :] 1290 l. [dans la marge :] enregistré cy devant fol. 70
A Jean Disses, fontainier, à compte des ouvrages de mastic qu’il doibt faire sur la gallerie de Saint Germain, cy : 2000 l.
A Pierre et Nicolas Mesnard, à compte des ouvrages de pavé qu’il fait à la gallerie des grottes dudict lieu : 400 l.
A Jean Poisson, peintre, à compte des ouvrages de peinture qu’il fait à Saint Germain : 200 l.
Du 4 decembre
A Jean Poisson, à compte des ouvrages de peinture qu’il a faits ausd. lieux : 200 l.
A Tuby, sculpteur, à compte des ouvrages de sculpture qu’il faut aux grottes et terrasses dud. lieu : 300 l.
Aud. Poisson, peintre, idem à compte de sesd. ouvrages : 200 l.
A Pierre et Nicolas Mesnard, marbriers, à compte des ouvrages de pavé de pierre de Caen et de liais qu’ils font à la gallerie des grottes de Saint Germain : 1300 l.
[f. 94] A Jean Disses, fontainier, à compte des ouvrages de mastic qu’il fait à la gallerie des grottes de Saint Germain : 5000 l.
A luy, idem : 6600 l.
A Gilles Martinot, horloger, pour avoir retably l’orloge de Saint Germain et y avoir mis une pendule, la somme de : 500 l.
A Colot, fondeur, pour plusieurs robinets et agraffes de cuivre par luy fournis pour led. lieu : 203 l. 2 s.
Du 10 decembre 1665
A Jean Disses, fontainier, à compte des ouvrages de mastic qu’il fait à la gallerie des grottes de Saint Germain : 4700 l.
A Pierre et Nicolas Mesnard, marbriers, pour parfait payement de pavé de pierre de Caen et de liais qu’ils ont faits dans les galeries des grottes dud. lieu : 366 l.
Du 26 decembre
A Jean Poisson, à compte des ouvrages de peinture qu’il fait aud. lieu : 200 l.
Du 5 febvrier 1666
Au sieur Errard, pour son parfait paiement des ouvrages de peinture et dorure qu’il a faites à Saint Germain en Laye : 2406 l.
Du dernier decembre
Aud. Disses, à compte des ouvrages de ciment et de mastic qu’il a faits aux grottes dud. lieu, la somme de : 1000 l.
[f. 94v] Du 29 janvier 1666
A Mottelet, pour le frotage des planchers de plusieurs appartemens de Saint Germain : 186 l.
A Jean Poisson, à compte des ouvrages de peinture qu’il a faits aud. lieu : 300 l.
Du 24 avril 1666
A luy, idem : 300 l.
[Total :] 33531 l. 2 s.
[f. 95] Couvertures et plomberies
Du 21 juin 1665
A Gilles Le Roy, plombier, à compte des ouvrages qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain en Laye : 2200 l.
A Charles Juon, couvreur, à compte des ouvrages qu’il fait aud. lieu : 600 l.
Du 4 juillet
A luy, à compte des ouvrages qu’il fait tant au chasteau du Louvre qu’à Saint Germain, cy pour nota 6600 l. [dans la marge :] enregistré cy devant f. 20
Du 4 decembre
A Charles Juon, couvreur, à compte des ouvrages qu’il a faits au jeu de paulme de Saint Germain : 1000 l.
[Total :] 3800 l.
[f. 96] Jardinages de Saint Germain et autres menues despences
Du 22e may 1665
A Gilles Duval, terrassier, pour parfait paiement d’avoir enlevé les terres et arraché les espines le long des murs du petit parc : 108 l.
A Claude Maron, terrassier, pour les vidanges des terres des fossez du vieu chasteau de Saint Germain : 1182 l. 11 s. 6 d.
Du 12 juin
A Louis Delalande, à compte des grands plans qu’il a entrepris faire au lieu cy devant appellé la garenne du Vezinet à Saint Germain en Laye : 3000 l.
Aud. Maron, à compte de sesd. ouvrages de Saint Germain en Laye : 1412 l. 18 s. 4 d.
Du 4 juillet
A Jean Delalande, pour plusieurs reparations qu’il a faittes dans le jardin du boullingrin : 150 l.
A Edme Boursault, terrassier, pour le paiement des ouvriers qui ont emporté les immondices de Sainct Germain : 90 l. 10 s.
Du 24 juillet
Aud. Lalande, à compte du pris des arbres qu’ils ont planté et doivent planter au lieu cy devant apellé la guarenne du Vezinet : 2000 l.
[f. 96v] Du 4 decembre 1665
Aud. Lalande, jardinier, pour avoir resablé de sable de riviere le jardin en gazon de Saint Germain, la somme de : 473 l. 2 s.
A Edme Boursaut, terrassier, pour le paiement des ouvriers qui ont levé le pavé et osté les terres de dessus la voute de la gallerie des grottes de Saint Germain : 435 l. 10 s.
A luy, pour le paiement des ouvriers qui ont travaillez au restablissement des murs du petit parc de Saint Germain et autres menues ouvrages, la somme de : 258 l. 10 s.
A Henry Soulaigre, consierge du vieux chasteau de Saint Germain, pour le nettoyement dud. chasteau, des fossés et de la cour des cuisines depuis le 21 juin jusqu’au 11 aoust ensuivant : 288 l.
Du 10 decembre
Aud. Lalande, pour l’entretenement des oranges qui luy ont esté mis entre les mains au mois de septembre de la presente année jusqu’au premier janvier de l’année prochaine : 200 l.
A Jean Baptiste et Louis Delalande, pour employer aux grands plants des avenues de Saint Germain en Laye : 3000 l.
A Edme Boursaut, terrassier, pour le paiement des ouvriers qui ont travaillé au restablissement des murs du petit parc de Saint Germain et autres menues ouvrages : 258 l. 15 s.
[f. 97] Du 26 decembre 1665
A Edme Boursaut, pour le restablissement des murs du parc de Saint Germain : 234 l. 17 s.
A Disses, fontainier, à compte des ouvrages de ciment qu’il fait aux grottes dud. lieu : 3200 l.
Du dernier decembre
A Jacques Liard, pour avoir pris la quantité de 985 taupes qu’il a prises : 172 l. 7 s.
A Leonnard Aubry, paveur, pour les reparations qu’il a faites à Saint Germain pendant l’année 1664 : 376 l.
Du 25 janvier 1666
Au sieur Moyer, pour le regarnissement des plans qui ont esté faits l’année derniere dans la plaine de Vezinet : 6000 l.
A Julienne, pour le paiement des charpentiers qui travaillent à faire des palais pour la closture des plans de Saint Germain : 800 l.
A Edme Boursaut, pour avoir fait empailler la glaciere du chasteau neuf de Saint Germain : 99 l.
A Tessier, pour son parfait paiement de 2 poesles pour l’orangerie de Saint Germain : 110 l.
A Lalande, à compte des grands plans qu’il fournit dans la plaine du Vezinet : 1000 l.
Du 24 avril
A luy, pour son remboursement de pareille somme d’avoir fait restablir la glaciere de Saint Germain : 139 l. 1 s.
[f. 97v] A François Tolmay, vuidangeur, pour son paiement de plusieurs ouvrages faits à Saint Germain : 160 l.
A Jean Disses, à compte des ouvrages de ciment, patte et marches par luy faits aux grottes de Saint Germain : 1000 l.
Du 4 juin 1666
A Jean Baptiste Delalande, à compte des plans que le Roy fait faire dans la plaine de Vezinet à Saint Germain : 1000 l.
Au sieur Jullien, pour employer au paiement des charpentiers, scieurs de long et autres ouvriers qui travaillent à faire des palis pour la closture des plans que Sa Majesté fait faire dans la forest de Saint Germain : 2200 l.
Au sieur Moyer, pour emploier aux menues plans que Sa Majesté a fait faire sur les costes d’Acheres et dans la plaine de Vezinet à Saint Germain : 2000 l.
Du 17 juillet
A Jacques Ravet, à compte de 1351 milliers de menu plan qu’il a fournis pour planter à la haye aux prestres, vente de Bourbon, scize en la forest de Saint Germain : 661 l. 3 s. 6 d.
A Jean Forest, vigneron, idem à compte de quatre arpens 82 perches de menu plan : 168 l. 10 s.
[f. 100] Du 17 juillet 1666
A Jean Duvivier, André Leger et Jean Coulon, vignerons, à compte de trois arpens vingt cinq perches de menu plan qu’ils ont planté dans la vente de Bourbon à Saint Germain en Laye : 101 l. 10 s.
A Jean Gouy, René Richard et autres pour avoir labouré 138 arpens 60 perches de menu plan : 415 l. 10 s.
A Jean Frade et Paul Has, vignerons, pour 87 arpens 86 perches de menu plan : 266 l.
A Charles Ravet, pour avoir fait planter la quantité de 25 arpens 6 perches de menu plan : 1002 l. 8 s.
A Nicolas Morceau, idem de 15 arpens 6 perches de menu plan qu’il a planté à la Haye ayux Prestres : 417 l. 7 s. 6 d.
A Jumel, souverain et Rabilly, pour avoir fait la quantité de 242 thoises de fossés à Saint Germain dans la vente de Bourbon : 121 l.
A Louis Meslin, à compte de 15 arpens 17 perches qu’il a fait planter au lieu cy devant appellé la garenne de Vezinet : 270 l.
[f. 100v] A Jean Jumel, vigneron, pour avoir faict la quantité de 820 thoises de fossés à la vente de Bourbon : 137 l. 15 s.
A Martin Garoche et François Levasseur, idem de 1322 thosies de fossé : 132 l. 4 s.
A Jean Peully et Louis Foucher, pour avoir fait les premiers labours de III arpens 72 perches de menu plan : 335 l.
A Barthelemy Nerville, vigneron, pour avoir planté 4 arpens 86 perches de menu plan aud. lieu : 87 l.
A Jean Piteux et Louis Pusier, idem de 42 arpens 12 perches de menu plan aud. lieu : 758 l. 4 s.
A Pierre Thuileau, pour avoir planté 42 arpens 46 perches de menu plan : 660 l. 16 s.
A Baptiste Delalande, à compte des fossés qu’il a fait faire tant à l’entour de la grznde demue lune que le long de la route : 590 l.
Au sieur Estienne, pour les voiages et autres menus frais qu’il a fait pendant les années 1664 et 16665 qu’il a eu l’œil sur les ouvriers qui ont travaillé ausd. plans, la somme de : 236 l. 13 s.
A Jacques Depoix, pour son paiement d’avoir livré en l’année 1664 la quantité de 17 milliers 700 de menus plans : 101 l. 10 s.
A Gilles Giroust, pour 190 milliers de menu plan qu’il a livré pour planter aud. lieu : 382 l. 2 s.
A Claude Bellier et François Lavechef, à compte de 8 allignemens qu’ils ont pris pour faire les allées : 135 l.
[f. 101] A Mathurin Laborde, pour avoir fait la quantité de 1089 thoises de fossés pour claure la vente de Bourbon : 544 l. 10 s.
A Noel Odeau, pour son paiement de 382 milliers un cent de menu plan qu’il a livré pour estre planté au lieu cy devant appellé la garenne de Vezinet : 1041 l. 10 s.
A Laurent Estienne, pour le paiement des ouvriers qui ont travaillé tant à planter du menu plan au lieu cy devant appellé la garenne de Vezinet que pour les labours, cy : 4633 l.
[Total :] 12368 l. 19 s. 6 d.
[f. 98] Serrurerie de Saint Germain
Du 22 may 1665
A Louis Boutrais, serrurier, à compte des ouvrages de serrurerie de Saint Germain : 850 l.
Du 12 juin
A luy, idem : 1050 l.
Du 24 juillet
A luy, idem : 600 l.
Du premier septembre
Aud. Boutrais, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait en divers endroits dud. chasteau : 700 l.
Du 4 decembre
A luy, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain en Laye : 300 l.
A luy, idem : 300 l.
A Mathurin Le Breton, pour trois portes de fer qu’il a faites aux arcades de la terrasse d’en hault de Saint Germain : 900 l.
Du 10 decembre
Aud. Boutrait, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il a faits en divers endroits des chasteaux de Saint Germain : 700 l.
A luy, idem à compte : 900 l.
[f. 98v] Du XI janvier 1666
A Louis Boutrais, serrurier, à compte des ouvrages de serrurerie qu’il fait à Saint Germain : 800 l.
Du 24 avril
A luy, idem : 600 l.
[Total :] 7700 l.
[f. 99] Vitrerie des chasteaux de Saint Germain
Du 22 may 1665
A Robert Morel, vitrier, à compte des ouvrages de vitrerie qu’il fait aux chasteaux de Saint Germain : 700 l.
Du 12 juin
A luy, idem : 550 l.
Du 24 juillet
A luy, idem : 550 l.
Du premier septembre
A Robert Morel, vittrier, à compte de sesdits ouvrages de Saint Germain : 550 l.
Du 4 decembre
A luy, à compte des ouvrages de vittrerie qu’il a faits en divers endroits dud. lieu : 200 l.
Du VIII janvier 1666
A luy, idem : 400 l.
Du 24 avril
A luy, à compte de sesd. ouvrages des chasteaux de Saint Germain : 550 l.
[Total :] 3500 l. »

Lettre concernant l’avancée des travaux à Saint-Germain-en-Laye

« De Paris, le 15e août 1664
[…]
Sainct Germain
Les sieurs Villedo travaillent presentement avec deux cens ouvriers à la perfection de leurs ouvrages, particulierement à l’achevement des deux voultes rampantes aux deux bouts de la grande gallerie des terrasses. Je faits desbitter la pierre d’Harcoeuil pour les bandes des rempes desdittes terrasses, et pour achever les marches du perron du boulaingrain, en attandant que monsieur Le Vau aye le loisir d’y faire un tour pour resoudre les pentes desdittes terrasses. On cherrie force pierre de Montesson et pierre de Saint Leu pour la construction des corps de garde. Je vous prie de mander si on laissera employer de laditte pierre de Montesson. Lesdits sieurs Villedo se plaicgnent tousjours qu’ils ne recoivent assés d’argent pour entretenir leurs ouvriers et payer la pierre qui arrive tous les jours pour employer à leurs ouvrages, c’est pourquoy vous ordonnerés, s’il vous plaist, au sieur Bornard de prendre son temps pour achever leur toisé et de voir ce qui leur peut estre deub.
La reparation de la balustrade que vous m’avez commendé de faire restablir sera bien advancée dans la fin de la semaine prochaine, cependant que je faits travailler au restablissement et rejoinctoyement de touttes les dalles qui couvrent le chasteau vieil, ce que je faits faire avec curiosité et utilité. Je croi que ceste reparation vous donnera contentement et que Sa Majesté ne manquera pas de monter sur lesdittes dalles, quand Elle scaura la reparation que vous y aurés fait faire.
Sa Majesté n’aura pas moins de contentement de voir la balustrade du petit jardin en terrasse achevée comme elle est, faisant mesme un ornement agreable au dehors.
Le maneige ensuitte contentera Sa Majesté, pourveu qu’on fasse oster le bois à brusler et quelques futailles qui sont au dedans, avec force fourage et paille, ce lieu estant bien ne peut donner du divertissement à Sa Majesté quand Elle luy plaira faire faire maneige et faire exbas ses chevaux. Dans quinze jours ouvrables, on peut se servir dudit maneige.
L’entrée du chasteau vieil est reparée, en sorte qu’il n’i aura de longtemps rien à refaire. J’ay fait mettre les pieces de charpenterie qui manquoit au pont et fait repaver le tout fort proprement.
J’ay faict restablir la menuiserie des parquetz et lambris de la chembre et antichembre du Roy et des trois salles des gardes de Leurs Majestez, et faict mettre des cornices aux lambris partout où il en manquoit, et ay fait le tout bien nettoyer.
Le nommé Larue, masson de Saint Germain avec lequel monsieur Perrault a fait marché de la chappe de ciment qu’il fault faire au dessus de la voulte de la gallerie basse des terrasses commencera à travailler lundi prochain. Les sculpteurs qui doibvent travailler aux chapiteaux et consolles qui sont au-dedans de laditte gallerie travailleront aussi lundi prochain.
Touttes les herbes qui estoist au dedans de la cour et au dehors sur les fossez, terrasses et ballecons sont presque ostées. Je vous avois mandé par ma derniere que j’avois establi mon fils à Saint Germain lundi dernier pour prendre garde et me faire rapport de tout ce qui se passera en mon absence, sans touttefois vous estre à charge d’un denier ny à Sa Majesté. Je vous supplie de me mander si vous [avez] agreable qu’il y demeure.
Petit »

Lettre de Marie de Médicis concernant une comédie à tenir dans la salle du Château-Vieux à Saint-Germain-en-Laye

« Monsieur Delafons,
Je vous faict celle cy pour vous dire qu’estant encores de besoing de quelques pieces de tapisserie pour mettre devant toutes les fenestres de la salle où se doit jouer la comedie, lesquelles se doibvent boucher à cause des flambeaux qui s’alumeront en plein jour, vous ne failliez incontinant d’en faire apporter au plustost en ce lieu jusques à la quantité de duze ou quinze pieces, des moiennes et des plus usées, pour servir à l’effect que dessus. A quoy m’asseurant que vous apporterez tout le soing et la diligence qui est requise en cet affaire, je ne la feray plus longue que pour prier Dieu etc.
A Saint Germain en Laye le XXXe juillet 1611
A monsieur Delafons, intendant des meubles du Roy monsieur mon fils »

Quittance donnée pour des travaux au château de Saint-Germain-en-Laye

« Sachent tous que je Guillaume de Maule, paieur des œuvres du chastel de Saint Germain en Laye, confesse avoir eu et receu de Françoys Chanteprime, receveur general des aidez ordonnez pour la guerre, la somme de VIIIc frans d’orz pour ce present mois d’aoust pour tourner et convertir es dictes œuvres sur un mandement du Roy nostre sire faisant mancion de la somme de IIIIm frans d’or donné le XVIe jour de may l’an mil CCC IIIIxx, de laquelle somme de de VIIIc frans d’or dessus dicte je me tienz pour bien paié et en quitte le Roy nostre sire, ledit receveur et tous autres a qui il peut et doit appartenir. En tesmoing de ce, j’ay scellee ceste presente quittance de mon propre seel le XIIe jour d’aoust l’an dessus dit.
G. de Maule »

Lettre concernant les messes célébrées dans la chapelle du château de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 661] Charles, par la grace de Dieu roy de France, a nos amez et feaux gens de nos comptes a Paris, salut et dilection. Complains se sont a nous griesvement les religieux, prieur et convent de l’eglise de Nostre Dame de Hennemont lez Saint Germain en Laye comme ja pieça de moult long et ancien temps ilz, comme nos chapelains, aient fait le service divin en la chapelle ou chastel de Poissy, laquelle ja piece par le faict et occasion de nos guerres fut detruite avec le chastel et depuis par permission, ordenance de nostre tres cher seigneur et pere, dont Dieux ait l’ame, aient esté translatés, annexés et unis a la chapelle de nostre chastel de Saint Germain en Laye, en laquelle ils ont toujours continué et continuent en faisant chacun jour ledit service en livrant le luminaire en ycelle sans interruption ne deffaut aucun, en laquelle chapelle de Poissy lesdits religieux chapeleins avoient et prenoient de plein droit et fondation roialle les offrandes et tout le baise main, et semblablement, attendue lad. translation et union, ils les doivent et peuvent prendre en lad. chapelle dudit Saint Germain, et combien que le premier chapelain de lad. chapelle qui, de sa fondation, doit celebrer ou faire celebrer en lad. chapelle trois messes la semaine et aussi livrer luminaires, cierges et torches pour lesd. messes et pour la levation du benoist saint sacrement, dont il prend pour ce faire certaine somme d’argent et quantité de cire en nostre recepte de Paris, que nemoins iceluy premier chapelain n’y chante ne n’y fait chanter, passez sont trois ans ou environ, et encores nonobstant ce s’efforce de prendre et percevoir et avoir ycelles offrandes et baisemains contre droit et raison et au grand grief, prejudice et grant charge d’iceux religieux qui lesdites messes dient en icelle chapelle chacune semaine continuellement, et aussi en faisant icelles messes quierent du leur propre la cire et luminaire qui y appartient, combien qu’ils soient petitement fondés et fort grevez tant des bestes sauvages de la forest comme de gens d’armes passans par le pays, par quoy ils ne pourroient bonnement trouver ne livrer ledit luminaire, comme ils ne soient a ce aucunement tenuz dont ils sont moult chargiés et dommangés, et seroient encores plus se par nous ne leurs estoit sur ce pourveu de remede convenable, et mesmement que par privilege en tous chateaux et hostels roiaux aucun n’a droit de prendre aucune des choses dessusdites fors les chappelains ou chappelain celebrant et faisant esdits lieux continuelle residence, si comme ils dient, requerant sur ce nostre gracieuse provision. Pourquoy nous, ces choses consideré, attendu aussy que qui desert a l’autel de l’autel doit vivre, inclinans a leur sipplication, vous mandons et enjoignons expressement, en commettant, se metier est, que se souverenement et de plein appellez ceux [p. 667] qui pour ce seront a appeller, il vous appert les choses dessus dittes estre vrayes, faittes faire commandement audit premier chappelain de ladite chapelle de Saint Germain qu’il baille et face bailler et delivrer le luminaire, torche, cierges et autres choses qu’il doit bailler et delivrer pour faire ledit service divin, et ou cas qu’il en soit reffusans, contredisans ou dilayans, faites icelles choses delivrer et bailler aux dessusdits religieux ou a celuy ou ceulx qui deserviront a laditte chapelle en contraignant a ce tous ceux qui pour ce seront a contraindre en telle manière que ledit service y puisse etre fait et accomply. Car ainsy le voulons estre fait et ausdits religieux l’avons octroyé et octroyons de grace especial par ces presentes pour consideration des choses desssudites se mestier est. Donné audit lieu de Saint Germain en Laye le 2d jour de novembre l’an de gace mil CCC IIIIxx et quatre et le quint de nostre regne. »

Mandement ordonnant le transfert dans la chapelle du château de Saint-Germain-en-Laye des services fondés au château de Poissy, détruit par ordre du roi

« [p. 665] Charles, par la grace de Dieu roy de France, a tous ceux qui ces presentes lettres verront, salut. Scavoir faisons que comme ou chastel qui nagueres etoit a Poissy, lequel pour certaines causes avons fait detruire et demolir du tout, eust une chapelle fondee d’ancienneté, laquelle les religieux de Hanemont de l’ordre du Val des Escoliers de les Poissy, estoient detenus de servir et y faire celebrer certains services divins et a cette cause devoient prendre et avoir certeines rentes sur nostre recepte du lieu et ailleurs, avec aucuns droits en nostre hostel selon ce que par nos predecesseurs fut ordoné, nous qui, pour la destruction dudit chastel, ne voulons led. service estre cassé ou amenri ne l’intention des fondeurs estre par ce defraudee, avons du consentement desdits religieux et a leur requeste ordonné et ordenons par ces presentes que lesdits services soient doresnavant faits et celebrez en la chapelle de nostre chatel de Saint Germain en Laye tout en la manière que ils devoient estre faits en la chapelle dessusd. jusqua tant qu’autrement en sera par nous ordonné, et voulons et nous plaist que en faisant iceux services, iceux religieux ayent, preignent et perçoivent entierement et sans difficulté les rentes et droits qu’ils doivent prendre et avoir pour la fondation de nosdits predecesseurs tout ainsy comme ils ont usé et accoutumé de les prendre et avoir quant ils faisoient lesd. services aud. chatel de Poissy.
[p. 667] Mandons au receveur de Paris present et à venir et à tous autres à qui il peut appartenir que par cette manière leur soit delivrés sens autre mandement attendre et que paisiblement les en laissent et facent joyr et user, nonobstant l’ordonnance et mutation dessusd. et quelconques autres choses a ce contraires, et ce que delivré et payé leur en sera nous voulons estre alloyé es comptes du payement sans contredit aucun. En temoin de ce nous avons fait mettre nostre scel a ces lettres. Donné a Saint Germain en Laye le 9 jour de septembre l’an de grace 1367 et de nostre regne le 4e. »

Mention d’un compte comprenant des travaux au château de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 849] Compotus magistri Petri de Burgo Dolensi de operibus regalibus factis Parisius, Pissiaci, apud Sanctum Germanum in Laya, apud Vicennas, et alibi circa Parisius, a nona Septembris M° CCC° XX° usque ad decimam quartam [p. 850] Septembris M° CCC° XXI°, redditus sexta Maii M° CCC° XXII°. Debentur ei LIX l., etc. Tamen habuit cedulam testimonialem a pluribus personis pro ipso, XIIc LXXIII l. XII s. V d. par. Signantur ibi plura recuperanda super magistrum Nicolaum Le Loquetier, plures denario tradi pro sepultura regis Philippi Magni, et super magistrum Petrum de Valenciennes, X l. par., et super Guerran Le Chaufourier, X l. V s. de calce ad valorem dicte summe. Et plura aliqua alia signantur ibi corrigenda et recuperanda. »

Récit de la réception de l’ambassadeur de Tripoli par le roi et la reine d’Angleterre à Saint-Germain-en-Laye

« Le 9 juillet, il alla à l’audiance du roy d’Angleterre, conduit et presenté par mylord Pert, premier gentilhomme. Le roy le receut debout et, ayant fait 2 révérences profondes, il luy parla en ces termes, qui furent expliqués par le sieur Petit de la Croix :
Sire, la réputation des grandes qualités de Vostre Majesté m’a fait désirer d’avoir l’honneur de luy rendre mes profonds respects comme au véritable et légitime roy de la Grande Bretagne. Je souhaitte, Sire, de tout mon cœur, que les généreux soldats qui sont fidèles à Votre Majesté la puissent bientost accompagner en ce beau royaume. C’est avec le feu roy Jacques 2d, d’heureuse mémoire, que nous avons fait la paix qui dure encore à présent. J’ay veu dans l’ambassade que j’ay fait en Angleterre un nombre infini de braves gens qui m’ont marqué un grand désir de voir Vostre Majesté sur son trosne. Je joins mes vœux aux leurs et prie très humblement Vostre Majesté de m’honorer de ses ordres.
Le roy répondit qu’il luy estoit obligé de son honesteté et des vœux qu’il faisait pour luy, que si le ciel permettait qu’il fut un jour en estat de luy en témoigner sa gratitude, il le ferait avec un fort grand plaisir.
Le fils de l’envoyé eut aussy l’honneur de saluer Sa Majesté britanique.
Ensuicte, il passa chez la reine, qu’il salua profondément et luy fit à peu près le mesme compliment qu’il avait fait au roy. La reine répondit qu’elle souhaiterait d’estre un jour en Angleterre pour estre plus en estat de faire du bien à son maistre et à luy. Il répliqua : Tout voyageur arrive à bon port qui a Noé pour pilote et qu’elle estoit en bonnes mains.
Il eut en ce moment l’honneur de saluer la princesse. Il luy dit qu’il luy souhaittait bientôt un roy qui en fit une grande reine. »

Quittance pour du fil de laiton pour les volières des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« En la presence des notaires du Roy nostre sire au Chastelet de Paris soubzsignez, Adrien de Villers, maistre espinglier à Paris, a confessé avoir eu et receu comptant de noble homme me Jehan Jacquelin, tresorier des Bastimens du Roy, la somme de vingt ung escu trente six solz en [vide], à luy ordonnée pour la quantité de sept vingtz quatre piedz de lassis et gros fil de laiton qu’i a faictz et livrez de neuf pour le Roy tant a[ux] fenestres et bees des grotes de Sainct Germain en Laye que aux vollieres de ses oyseaulx aux chasteau et bastimens neufz dud. lieu, de laquelle somme de XXI escus XXXVI solz il s’est tenu contant, en a quicté et quicte led. sieur Jacquelin, tresorier susd., et tous aultres. Promettant. Obligeant. Renonçant. Faict et passé es hostelz des notaires le vingt troisiesme jour de novembre apres midy mil six cens, et a signé :
Adryen de Vyller,
Chapelain, Le Vasseur »

Arrêt du Conseil ordonnant le paiement du transport jusqu’à Saint-Germain-en-Laye des éléments de décor de la chapelle et de la chambre du conseil

« Il est ordonné au tresorier de l’Espargne paier comptant à Monner, garde des meubles du Roy, la somme de cinquante escus pour avoir faict amener de Paris en ce lieu douze voictures de charrettes chargees de tappis et tapisseries, draps de pied, parement et careaux pour servir tant à la chappelle qu’il a convenu faire tendre pour les festes et jour de Noel que pour la chambre de messieurs du conseil, compris le retour, conduicte et tenture d’iceux. »

Ordre de paiement pour les travaux menés au château de Saint-Germain-en-Laye

« Charles, par la grace de Dieu roy de France, a noz amez et feaulx les conseilliers a Paris sur le fait des aides ordonnees pour la guerre, salut et dileccion. Nous voulons et vous mandons que par François Chanteprime, receceur general d’iceulx aides, vous facier baillier et delivrer a Guillaume de Maule, paieur des euvres de nostre chastel de Saint Germain en Laye, la somme de huit cens frans pour ce present mois de novembre pour tourner et convertir es dictes euvres et non ailleurs, et par rapportant ces presentes et lettre de recongnoissance du dit Guillaume, nous voulons les diz VIIIc frans estre aloez sanz contredit es comptes dutit François et rabattus de sa recepte par noz amez et feaulx gens de noz comptes a Paris nonobstans quelconques ordennances, mandemens ou deffenses a ce contraites. Donné en nostre chastel du bois de Vincennes le VIe jour de novembre l’an de grace mil trois cens soixante dix et sept et de nostre regne le quatorziesme.
Par le Roy, Blanchet »

Paiement pour des réparations au château de Saint-Germain-en-Laye

« A Pierre Gromeau, paieur des œuvres du Roy à Paris, la somme de quatre cens livres tournois a luy ordonnee des deniers du quartier d’octobre, novembre et decembre dernier passé par led. seigneur et ses lettres patentes donnees a Paris le IIIe jour de fevrier M Vc XXXIIII, signez Françoys, Bochetel et scellees du scel dud. seigneur, pour convertir et emploier es reparations qui sont neccessaires estre faictes aux chasteaulx du Louvre a Paris et Sainct Germain en Laye, laquelle somme luy a esté payee comptant par les preudomme des deniers pris et tirez desd. coffres dud. quartier d’octobre, es presences de messieurs les presidens, en monnaie de XIIains et lyards, comme il appert par sa quictance signee de sa main le IIme jour de mars M Vc XXXIIII enregistree par moy le Xme jour desd. moys et an, cy : IIIIc L l. »

Paiement pour le rachat du château de Saint-Germain-en-Laye occupé par les Anglais

« [f. 49] Extrait du compte de Guillaume Ripault, clerc des comptes, receveur general de toutes finances es pays de Champagne, Brie, Beauvoisis, Picardie, Normandie et autres pays estans outre et sus les rivieres de Seine et Yonne, du 18 avril 1436 au dernier decembre 1438
[…]
[f. 50] Deniers payez par ordonnance de mons. le connestable
[…]
Mons. le connestable, XVIIIc IIIIxx VII l. pour employer au rachat et payement de la recouvrance du chastel de Sainct Germain en Laye occupez par les Anglois, et XIIc l. pour le payement des gens d’armes de son hostel »

Ordre de garnir de vivres le château de Saint-Germain-en-Laye

« Henry, par la grace de Dieu roy de France et d’Angleterre, au bailli de Mante ou a son lieutenant et au receveur des aides et tailles a Poissy, salut. Pour ce qu’il est expedient et chose necessaire de pourveoir a la seurté du chastel de Saint Germain en Laye, telement et si convenablement que resistence puisse estre faicte aux emprises de noz ennemis et adversaires se besoing en est, a quoy pour obvier a tous inconveniens et dommaiges voulons estre diligemment entendu, nous vous mandons et expressement enjoingnons que appellé avecques vous le capitaine dudit lieu de Saint Germain en Laye ou son lieutenant illec, vous advisez ensemble quelle quantité de vivres sera necessaire et requise pour la provision et avitaillement dudit chastel de Saint Germain en Laye, et des vivres qui ainsi seront advisez et trouvez estre necessaire faire provision et en recouvrez ou mieulx pourrez a pris competent que voulons par toy receveur estre payé des deniers de ta recepte des aides et tailles a ceulx de qui lesdiz vivres auront esté prins et achetez, et iceulx vivres ainsi recouvrez mettez ou faites mectre oudit chastel de Saint Germain en Laye pour la provision et avitaillement d’icellui, et les bailliez en garde audit capitaine ou a son lieutenant par bon et loyal inventaire, le double duquel voulons par toy receveur estre baillé a nostre proufit comme raison est, et par raportant ces presentes avecques copie dudit inventaire et certiffication de vous bailli ou vostre lieutenant sur la quantité et pris desdiz vivres et quictance souffisante d’iceulx, ensemble certiffication dudit capitaine d’avoir receu lesdiz vivres et aussi dudit Pierre Surreau d’avoir receu ladite copie d’inventaire, tout ce que ainsi et pour lad. cause paié, baillié et delivré aura esté sera alloué et comptés de roy receveur et rabatu de ta recepte sanz aucun contredit par noz amez et feaulx les gens de noz comptes a Paris, ausquelz nous mandons que ainsi le facent pourveu que ces dites presentes soient verifiees et expediees par noz amez et feaulx les tresoriers et generaulx presidens de noz finances. Donné a Paris le XXIIme jour de juing l’an de grace mil CCCC vint neuf et de nostre regne le septiesme.
Par le Roy a la relation de monseigneur le regent, duc de Bedford »

Paiements pour des travaux entrepris au-dessus de la chambre du roi au château de Saint-Germain-en-Laye

« Autres euvres faictes ou chastel de Saint Germain en Laye
A Regnaut des Mares, charpentier, pour certaines euvres de carpenterie qu’il a faittes ou chastel dud. Saint Germain dessus la chambre du Roy, laquelle lui avoit esté pieça ordonnee estre faite si comme plus a plain est contenu ou marchié sur ce fait, rendu a court ou compte de l’Ascension IIIIxx et XV ou chappitre des euvres faites a Saint Germain en Laye, pour ce si comme appert par certification dud. maistre Robert Fouchier, charpentier du Roy, et par quittance dud. Regnaut rendues a court : XIIII l. p.
A Denisot de Marle, maçon, pour argent a lui paié sur la besongne que lui et ses compagnons ont faite et doivent faire oud. chastel de Saint Germain en Laye, pour ce mandement dud. maistre Robert Fouchier et par quittance dud. Denisot rendue a court : IIII l. p.
A Fran. Le Breton, serrurier, pour argent a lui paié sur l’ouvrage fait et a faire de son mestier oud. chastel de Saint Germain en Laye, pour ce par mandement dud. maistre charpentier et par quittance dud. serrurier rendue a court : XX s. p. »

Lettre du connétable de Montmorency concernant l’assainissement du château de Saint-Germain-en-Laye

« Monsieur de Humyeres,
J’ay receu vostre lettre et ay presenté celle que vous escripviez au Roy par Boistobin, present porteur, qui a esté tres aise d’entendre de la bonne santé de monseigneur et de madame ses enfans, si a esté pareillement la Royne, lesquelz m’ont commandé de vous escripre que incontinant la presente receue, vous menez mond. seigneur et madame a Villiers le Bel, en attendant que le logis de Sainct Germain soit bien purgé et asseuré, et si tost qu’il sera a Fontainebleau, il vous envoyera l’autre petite dame, comme vous dira ced. porteur plus au long. Priant Dieu qu’il vous donne, monsieur de Humyeres, ce que plus desirez. De Villeneuf la Compte, ce XVI jour de mars au soir.
Je l’ay faict parler au Roy et a la Royne, qui luy ont dit ce qu’ilz veullent que vous faciez, qui sera cause que vous n’aurez poinct d’autre lettre d’eulx que la presente, vous priant de nous faire scavoir souvant de voz nouvelles.
Vostre antyeremant bon cousin
Monmorency
[f. 141v] A monsieur de Humyeres, chevalier de l’ordre du Roy et gouverneur de monseigneur le Daulphin »

Lettre de Diane de Poitiers concernant l’arrivée du roi à Saint-Germain-en-Laye

« Monsieur mon allyé,
Je n’ay voullu laisser aller se porteur sans vous escripre la presente pour vous dire que le Roy sera a Sainct Germain le XIIe jour de ce mois affin que donnez ordre de faire mectre monsieur et toute sa compagnye au logis que le Roy a ordonné, par quoy donner ordre que personne ne se mectre aux autres chambres. Led. seigneur s’en va en grand devotion pour veoir messieur ses enffans et se doibt mectre ung jour devant pour en avoir tout seul la bonne chere. Et parce que ced. porteur vous dira le surplus, ne vous feray plus longue lettre, me recommandant à vostre bonne grave, priant Dieu, monsieur mon allyé, vous donner ce que desirez. De Guyen, le II jour de novembre.
Vostre parfete bonne alyé et amye
Dianne de Poytiers
[f. 15v] A monsieur mon allyé, monsieur de Humyeres »

Lettre de Diane de Poitiers concernant le logement des enfants royaux à Saint-Germain-en-Laye

« Monsieur mon allyé,
J’ay faict entendre au Roy tout le logis dont m’avez escript et vostre advis sur le tout. Led. seigneur veult nommement que madame Ysabel et la royne d’Escosse soient logees ensemble, par quoy vous choisirez la meilleure chambre pour elles deux et pour leur suitte, car led. seigneur bault que des le commancement ilz s’acointent toutes deux, par quoy vous y tiendrez la main. Led. seigneur m’a commandé vous l’escripre et que vous seriez le mieulx que vous pourrez, car il menne avec luy grande compaignie pour logier dedans led. chasteau. Il vous a escript aussi pour faire ramener nossseigneurs et mesdames : vous ferez bien de le faire le plus tost que vous pourrez. Je ne vous feray point plus longue lettre, sinon que me trouverez tousjours a vostre commandement, priant Dieu, monsieur mon allyé, vous donner ce que desirez. De Tarare, ce IIIe d’octobre.
Vostre obeyssante et bonne amye
Dianne de Poytiers
[f. 10v] A monsieur mon allyé, monsieur de Humyeres »

Lettre de Diane de Poitiers concernant le logement des enfants royaux à Saint-Germain-en-Laye

« Monsieur mon allyé,
J’a veu tout ce que m’avez escript, et m’avez faict bien grand plaisir de m’avoir faict entendre de toutes choses et mesmes de ce que les escolliers de Paris s’escarmouchent encores, quelle j’ay chose j’ay remonstré au Roy, lequel en escript et a envoyé depesche pour y donner ordre de vostre part. Je vous prye de regarder tousjours pour scavoir de toutes nouvelles pour y remedier le myeulx que vous pourrez et advertir le Roy des choses que verrez estre necessaires pour son service. Et quant a ce que m’avez mandé de l’estat de auditeur des comptes qui a vacqué, le Roy scayt tres bien le don qu’il a faict a vostre filz de la premieres qui viendroit a vacquer, mais voiant les affaires qu’il a, il en a faict son prouffict, si est ce qu’il m’a dit que plus tost il luy baillera autant d’argent que led. office vault, mais il fault avoir ung peu de patience, estant asseuré que tout ce qui vous touchera j’en feray comme pour moy mesmes. Au demourant, je vous envoye ung memoire que le Roy m’a commendé du logis qu’il entend qu’il soit faict pour mons. son filz, pour la royne d’Escosse et pour mesdames. Vous suyverez en cella l’intention du Roy et ferez au reste le myeulx que pourrez. J’ay esperance que nous vous verrons bien tost, qui sera [f. 7v] cause que ne vous feray plus longue lettre, et sur ce me recommanderay bien fort à vostre bonne grace, priant Dieu, monsieur mon allé, vous donner ce que plus desirez. De Mezieu le XVIII jour de septembre.
Faictes faire deffence que personne de Paris ne voise a Sainct Germain, pour l’amour du dangier de mort qu’on dist estre aud. lieu de Paris de peur des guernemans.
Vostre obeyssante et bonne amye
Dianne de Poytiers
[f. 8v] A monsieur mon allyé, monsieur de Humyeres »

Lettre d’Henri II concernant le logement de ses enfants à Saint-Germain-en-Laye

« Mon cousin,
Depuis mes dernieres lettres, j’ay receu les vostres de III et XIIe de ce moys, tres aise d’avoir veu par icelles comme mes enfans continuent de se porter de bien en mieulx, et povez estre seur que ne me scauriez faire plaisir ne service plus agreables que de m’advertir le plus souvant que pourrez de leurs nouvelles. Et pour ce que j’espere aller bientost a Sainct Germain en Laye, j’ay advisé de faire dresser et accommoder pour eulx et pour ma fille la royne d’Escosse les salles et chambres tant de dessus la mienne que de dessus celles de ma femme, de mon oncle le roy de Navarre et de mon cousin le connestable, comme verrez par le memoire que je vous envoye, et mande a Saint Germain qu’il y face incontinant besongner en la meilleure dilligence qu’il sera possible. Au demourant, mon cousin, ma cousine la grand seneschalle m’a faict requeste pour vostre filz de Becquincourt de l’office d’auditeur de mes comptes a Paris puis nagueres vacqué par le trespas d’un nommé Potarde suivant la promesse que je luy avois cy devant faicte du premier desd. offices qui viendroit a vacquer, ce que je ne luy ay peu accorder pour ce que ja j’avois faict estat de l’argent qui proviendroit d’icelluy office pour employer en mes affaire qui maintenant son merveilleusement pressez, actendu mesmement qu’il se retire peu des deniers de Guyenne a cause des troubles et que dvant qu’il soit guieres je feray bailler a vostred. filz autant d’argent que led. office aura esté vandu. Cependant, il aura ung peu de patience, et au reste je prieray Dieu qu’il vous ait en sa saincte garde. Ecript a Mezieu le XVIIIe de septembre 1548.
Henry
Clausse
[f. 68v] A mon cousin le sieur de Humyeres, chevalier de mon ordre et gouverneur de mon filz le Daulphin »

Description des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 78] Description des bâtimens du vieux chateau de Saint Germain en Laye
Apres avoir amplement prouvé l’antiquité du [p. 79] vieux château de Saint Germain en Laye par tout ce qui a esté dit cy devant depuis la fondation et commencement d’iceluy, faite par le roy Louis 6e vers l’an 1122, ce qui confirme qu’il est l’un des plus anciens chateaux de France qui subsiste à present, apres celuy de Compiegne que l’on pretend avoir esté baty par le roy Charles le Chauve vers l’an 876, le chateau de Fontainebleau n’ayant eté baty que par le roy Louis 7 vers l’an [vide], le vieux Louvre de Paris par le roy Philippes Auguste, Vincennes par le roy Charles 5, Chambord, Madrid, Folambray, La Muette dans la forest de Saint Germain par le roy François premier et beaucoup d’augmentation dans les autres chateaux. Le roy Henry 4 a baty aussy Monceaux, Annet et le château neuf de Saint Germain en Laye. Versailles par le roy Louis 13. Touttes lesdites maisons ont esté la pluspart aussy augmentez et ornez du reigne du Roy ainsy qu’ils se voyent dans leurs magnificences extraordinaires, comme celuy de Versailles et ses dependances, Marly, le Val et le vieux chateau de Saint Germain en Laye dont on fera une mention particuliere des augmentations qui y ont eté [p. 80] faites de temps en temps depuis sa derniere destruction qui fut faite par l’incendie du reigne du roy Philippes de Vallois l’an 1346. Ce château n’etoit baty dans ce temps qu’en maniere d’une forteresse, n’y ayant aucune cimetrie, avec quelques tours aux angles d’iceluy, entouré d’un large et profond fossé revetu de pierre de taille. Son rempart estoit tres fort, où il y avoit des crenaux, meurtrieres et abaventes, ce qui luy servoit de deffence dans ce temps que la poudre n’etoit point encore inventée, ne l’ayant esté qu’en l’an 1380 par un nommé Bertol de Skuartz, en uzage en France vers l’an 1425 au siege de la ville du Mans. Tout le circuit etoit bien fermé, n’y ayant que 3 ponts levis pour y entrer, dont l’un etoit baty d’une structure tres particuliere en maniere d’une grande arcade surbaissée sur toutte la largeur du fossé, où l’on passoit meme à couvert dans le parc sans etre veu. Ce pont a eté demoly quand on a construit le pavillon où est l’appartement du Roy. Ce château ou forteresse estant demeuré ruiné jusqu’au regne du roy Charles 5 dit le Sage, vers l’an 1367, ayant veu que la scituation de ce château etoit [p. 81] tres belle et fort avantageuse tant pour une forteresse que pour une maison de plaisance, prit la resolution de la rebatir sur ses anciens fondemens et d’y ajouter meme quelques logemens, pour y pouvoir loger dans des saisons de l’année. C’est ce qui a fait croire à plusieurs historiens que c’etoit Charles 5 qui avoit fait jetter les premiers fondemens de ce chateau, n’ayant pas penetré jusqu’à la source de son antiquité de plus de deux cens ans devant le roy Charles 5.
La cour de ce château est d’une figure fort extraordinaire et dont l’on ne peut pas dire au vray la forme, n’etant ny carrée, ny ronde, ny ovalle, l’on dit qu’elle ressemble assez à un B gotique. Elle est remarquable par sa scituation où il peut y avoir de l’ombre et du soleil dans touttes les saisons de l’année par l’elevation de son batiment, qui a eté relevé de la hauteur des deux tours du reigne du roy François Ier vers l’an 1535, qui aymoit fort ce lieu etant accompagné d’une si belle forest, sy propre aux plaisirs de la chasse et de la promenade. C’est ce qui obligea ce grand roy de faire bien des augmentations aux batimens de ce château pour en faire sa demeure la plus ordinaire, et pour cet effet en donna la commission [p. 82] au seigneur de Villeroy pour veiller et faire batir cet ediffice lors que la charge de surintendant des Bâtimens n’etoit pas encore erigée et ne se faisoit que par la commission qu’en donnoit le Roy au premier de ses favoris. Ce batiment fut elevé en peu de temps dans toute son etendue de pierre et brique de la hauteur qu’il est à present, d’une tour ancienne restée où est presentement posée une guerite couverte de plomb fort elevée dans laquelle il y a une grosse horloge et 3 cloches qui y furent mises en l’année 1683, le tonnerre et le foudre ayant tombé dessus ladite guerite au mois de juillet de ladite année et l’ayant entierement consumée en telle façon qu’il n’y en demeura aucune chose et, sans le prompt secours qui y fut apporté, le chateau en auroit bien eté endommagé.
Tout le batiment est vouté par le haut, couvert en platte forme de grandes pierres dures entourées d’un ballustre de pierre tournées, avec des pillastres de distances egalles où sont gravez en relief les armes de France avec des salamandres et des E F couronnez qui sont les devises et chiffres de ce grand roy François ainsy qu’il y en a en plusieurs autres endroits de ces batiments, particulierement aux cheminées, qui sont de briques, qui exceddent beaucoup par dessus cette grande terrasse qui [p. 83] peut passer pour l’une des plus belles du royaume par son elevation, qui sert meme d’une grande promenade et d’où l’on peut decouvrir de bien loing ainsy qu’il fut eprouvé par le roy Henry 4, etant lors dans ce lieu, ayant fait faire du feu la nuit sur un des costez du haut de ce château qui fut veu de celui de Monceaux, qui en est eloigné d’environ 15 à 16 lieues, où etoit pour lors madame Gabrielle d’Estrée.
Le roy François n’epargna rien pour rendre les logemens de cette maison royalle commodes et en assez grand nombre pour y pouvoir loger toutte sa cour, qui commençoit à etre dans ce temps assez nombreuse. Les appartemens etoient composez sans beaucoup de magnificence, n’estans ornez en dedans que de quelques lambris de bois peint avec quelques filets d’or dessus la menuiserie posée au pourtour des chambres et cabinets, ainsy qu’il y avoit aussi sur les cheminées faites de grosse sculpture de pierre où etoient gravez les armes de France. Tous ces appartemens etoient les uns sur les autres, sansun grand plain pied que de 3 pieces de suitte separées par plusieurs petits corridors et escaliers qui faisoient leur degagement. Du costé du soleil couchant, il y a la grande salle servant aux bals, ballets, comedies et operats qui ce faisoient dans des jours de rejouissance et aussi aux autres ceremonies qui se font dans des jours divers. Cette salle passe [p. 84] pour une des plus spacieuses du royaume. Elle est voutée d’une grande hauteur en arcades de pierre et brique, entourée d’un amphiteatre de menuiserie où il y peut tenir une tres grande quantité de personnes assizes tres commodement.
Du costé du midy, ce voit une tres belle chapelle qui compose toutte la face du chateau. Elle est aussy ancienne que le chateau, batie tres delicatement, voutée en arcades et ceintrées de pierre d’une tres grande hauteur. Elle contient [vide] de long sur [vide] de largeur, et dedidée en l’honneur de saint Jean Baptiste, auquel jour le clergé de la paroisse de ce lieu alloient cy devant en procession touttes les années par devotion. Cette chapelle etant demeurée sans avoir eté bien decorée jusqu’au reigne du roy Louis 13 dit le Juste, qui, par une pieté toutte particuliere, la fit decorer en l’année 1625 ainsy qu’elle se voit de present, tres bien dorée et peinte fort delicatement, accompagnée d’une belle sculpture et architecture, principallement le retable du grand autel qui est d’ordre corinthien soutenu de 4 grosses colonnes de marbre noir accompagnés de leur bases et chapitaux de marbre blanc bien façonnez. Dans le milieu d’iceluy, il se voit, dans une tres riche bordure dorée, un tableau d’une Cenne de Notre Seigneur d’une beauté achevée, fait par l’excellent peintre le Poussin, qui est d’un prix inestimable. Au dessus [p. 85] duquel un autre tableau dans le frontispice representant une sainte Trinité fait par Voit, peintre de l’Academie, accompagné de deux anges au naturel de stuc tenant les armes de France. Le cœur de cette chapelle est separé de la nefs par une belle balustrade de fer ornée et dorée en divers endroits, laquelle renferme aussi deux petittes chapelles aux deux costez, y ayant des retables d’autel de menuiserie dorez. Dans celuy à droit, il y a un tableau de saint Louis donnant l’aumone et dans l’autre, à gauche, il y a un tableau de la sainte Vierge et de sainte Anne faitz par ledit Voit. Touttes les murailles ainsy que la voute sont peintes et dorées avec plusieurs tableaux de l’histoire sainte et une tres belle menuiserie qui en fait tout le cirant. Cette chapelle est aussi des plus commodes pour entendre le divin service, tant de plain pied que par une tribune qui est par le haut des galleries, qui a communication à tous les appartemens du château, à y venir à couvert, ainsy qu’au jubé qui est tres spacieux, où il y a de belles orgues. La sacristie est tres commode, où est gardé tous les ornemens qui servent au divin service, qui sont tres magnifiques. Tous les vases sacrez sont d’or et d’argent vermeil doré et d’une orphevrerie toutte [p. 86] particuliere, principallement la grande croix. Les chandeliers, vases et la lampe sont d’une grande beauté, lesquels ont esé volez deux fois de notre temps, la premiere la veille de la feste des roys en l’année 1648 par 3 volleurs dont l’un etoit du village de Neuilly, lequel y fut pris, y ayant porté une partie desdits vases sacrez, et fut pendu devant la porte du chateau, et encore en l’année 1674 par le sieur de Courcelles, qui avoit emporté la grande croix et les chandelliers sur le chemin de Cambray, qui lors n’etoit pas à la France, ayant esté pris à Liancourt, eut la teste tranchée à la croix du Traoir à Paris.
Il est à remarquer que cette chapelle royalle avoit eté autresfois deservie par les religieux de Sainte Genevieve du prieuré d’Hannemont, lorsque le roy Charles V fit demolir la vieille chapelle du chateau de Poissy vers l’année 1367 et fait restaurer celle du château de Saint Germain en Laye, ces religieux l’ayant aussi desservie jusqu’à la fin du reigne du roy Henry 4e que, la communauté de ce prieuré d’Hannemont etant diminuée jusqu’à n’y avoir qu’un seul religieux par les mauvais temps des guerres civiles, lequel ne pouvant continuer [f. 87] de faire son devoir de religieux et de desservir icelle chapelle, ce qui etoit cause qu’elle estoit ordinairement fermée en l’absence du sejour du Roy, n’y ayant aucun service divin. Ce qui auroit duré jusqu’en l’année 1640 que le roy Louis 13, d’heureuse mémoire, ayant fait decorer et embellir ce saint temple, voulut que les louanges du seigneur y fussent chantés comme par le passé, et pour cet effet la fonda d’un chaplain nommé de Beaumont et deux petits clercs, lequel chaplain seroit obligé dorenavant de celebrer tous les jours à l’intention de Sa Majesté une messe basse avec un petit Salut le soir, ce qui c’est observé tres ponctuellement jusqu’en l’année 16[vide] que le roy Louis 14 à present regnant, voulant aussi concourir à la pieté du Roy son père et pour etre meme participant aux prieres qui se diroient doresnavant dans cette chapelle royalle, a augmenté la fondation d’une messe tous les jours qui se dira à son intention par l’un des deux pretres qui tiendront la place des deux petits clercs cy devant fondez, lesquels seront sous la direction de l’ancien titulaire pour ayder à desservir et faire le divin service avec plus de commodité et de veneration, meme assister dans les ceremonies qui s’y font quelques fois comme baptesmes, mariages des roys, [p. 88] princes et autres personnes de la premiere qualité dont il y en a plusieurs qui s’y sont faits pendant quelques reignes. […]
[p. 90] Il est à remarquer que, comme le roy Louis 14 faisoit son sejour ordinaire dans ce château de Saint Germain depuis plusieurs années ainsy qu’il a esté justiffié cy devant, ayant veu que les appartements et logements ordinaires n’etoient pas assez spacieux ny en assez grand nombre pour y pouvoir loger avec toutte sa cour, aussi grande et magnifique qu’elle est, qui surpasse touttes celles qui ont esté par le passé, Sa Majesté, pour cet effet, prit resolution en l’année 1680 de batir pour agrandir les batimens de ce vieux château cinq gros pavillons aux angles d’iceluy, d’une pareille hauteur, cimetrie et construction que l’ancien, ce qui a esté executé en tres peu de temps sous les ordres du sieur Colbert, lors ministre, secretaire d’Estat et surintendant des Bâtimens de France, sur les desseins du sieur Mansart, premier des architectes de Sa Majesté, dont le genie et la capacité sont tres connue dans tout le royaume, où la despence a monté a plus de seize cens mil livres, y compris une reparation entiere des anciens batimens qui fut aussy faite dans tout ce [p. 91] chateau, n’y en ayant point eu depuis le reigne du roy François premier. Par cet ouvrage, les appartements et logemens ont eté agrandis et augmentez en tres grand nombre, qui sont à present tres commodes et bien degagez les uns des autres par plusieurs corridors, entresolles et escaliers, en telle façon que le Roy et toutte sa cour y peut être tres bien logée et commodement dans touttes les saisons de l’année.
Au devant du chateau, du costé de l’eglise de la paroisse du lieu, il y avoit une avant cour tres ancienne qui servoit pour les offices et corps de gardes, où etoient aussi les logemens de messieurs les secretaires d’Etat et celuy de M. le capitaine de Saint Germain. Les batimens de cette cour estant tombez en ruine par leur caducité, n’etans couverts que de tuille, ayans eté cy devant batis sur les anciens fondemens des cloitres des religieux du prieuré qui pour lors etoient en ce lieu, cette cour fut demolie en l’année 1682 pour la rebatir de neuf sur un autre dessein, convenable aux batimens du château.
[p. 92] Chateau neuf de Saint Germain en Laye
Le chateau neuf de Saint Germain en Laye n’est distance du vieux que d’environ deux cens toises, separé par une espece d’avant cour verte avec une chaussée de pavé qui y conduit. L’on tient que le roy François premier y avoit fait jetter quelques fondements, qui etoient demeurez imparfaits jusqu’au reigne du roy Henry 4 et de la reyne Marie de Medicis, sa femme, lesquels ont fait construire entierement ce chateau vers l’année 1600, ayant trouvé cette scituation tres agreable pour y faire leur sejour dans les beaux jours de l’année. Je diray en faisant la description de ce chateau qu’il etoit l’un des plus jolis qu’il y eut dans le royaume, etant baty sur un dessein tres particulier. La principalle cour est [p. 93] d’une figure exagone. Tous les batiments sont faits de pierre de taille, façonnez avec des briques par compartiments, tres peu elevez, en plusieurs pavillons reguliers couverts d’ardoise et plomb tres proprement, n’y ayant qu’un etage lambrissé. Les premiers appartemens sont au rez de chaussée, fort grands et magnifiques, et tres bien exposez, ayant la veue par devant au soleil levant, où se voit la plus belle qui soit dans l’univers, et de l’autre costé sur des cours où il y a plusieurs beaux logemens pour les personnes de qualité et officiers de la suitte.
La principalle porte est du costé du vieux chateau, qui est ornée d’un tres beau portail soutenu par douze grosses colonnes de pierre rondes, cizelées et taillées en compartimens de broderie, sous lesquelles il y a un vestibul avec une terrasse dessus entourée d’un ballustre de pierre tournées avec pillastres de distance en distance, où sont gravez en relief les armes de France et la devise de ce roy, qui est une epée couronnée avec l’inscription Duo protegit unus. De cette porte, l’on entre dans la princiaplle cour, qui est d’une tres belle figure, au bout de laquelle est l’entrée [p. 94] de la grande salle qui separe deux grands appartements et sert aussi de passage à aller dehors sur les terrasses.
Le premier appartement est à droit en entrant, qui etoit celuy de la reyne Marie de Medicis, qui est composé de plusieurs pieces de plain pied richement dorez, peints et plafonnez tres proprement d’ornemens et de sculpture, au bout desquelles il y a une belle gallerie qui sert de cabinet à cet appartement, de la longueur et largeur de toutte la face du batiment, qui est aussi dorée, peinte et plafonnée d’ornemens tres fins, avec de grands tableaux entre les croisées qui representant plusieurs villes et paysages au naturel. Cet appartement a toujours servy au logement des reynes, en dernier lieu à la reyne Anne d’Autriche où elle fit son dernier testament, etant à l’extremité de maladie, y ayant receu le saint sacrement le 3e aoust de l’année 1665 […]. [p. 97] Et le unzieme dudit mois, elle se fit porter au Louvre à Paris, où elle deceda sur les six heures du matin, le vendredy 20e janvier ensuivant 1666, aagée de 64 ans et 4 mois.
L’autre grand appartement de ce chateau est à gauche de la grande salle. Il sert pour le Roy, composé de meme quantité de pieces que celuy de la Reyne, avec une pareille gallerie ornée et peinte de meme, à l’exception des tableaux qui sont l’histoire de Dianne chasseresse dans de beaux paysages. C’est dans cet appartement qu’est arivé l’heureuse naissance du roy Louis 14 à present regnant, le 5e septembre 1638, laquelle avoit eté tant desirée [p. 98] par plusieurs années, qui donna une tres grande joie dans tout le royaume. C’est aussi dans ce meme lieu où arriva la facheuse mort du roy Louis 13, son père, le 14e may 1643, feste de l’Ascension, qui causa aussi une grande tristesse par tout ce royaume, dont le recit en sera fait cy apres plus amplement. Tous les autres appartemens de ce château sont par haut assez commodes, la pluspart lambrissez, les autres sont par bas dans les 2 basses cours où sont les offices, cuisines et autres logemens du commun, où il y a deux grandes vollieres pour toutes sortes d’oiseaux rares comme poulles huppées, cannes musquées, paons, faisands, autruches, perroquets et autres especes farouches les plus rares qui c’etoient pu trouver, comme aussy des animaux qui etoient en tres grand nombre enfermez dans des lieux particuliers que l’on faisoit veoir comme une chose tres rare par curiosité.
En sortant de la grande salle sur le devant de la [p. 99] belle veue, l’on se trouve sur une grande terrasse qui contient toutte la face du batiment, fort elevée, revetue de pierre cizelée avec des compartimens de briques, aux deux bouts de laquelle il y avoit deux galleries voutées en arcades et ceintrées en portique, soutenues par des pilliers à jour qui soutenoient des terrasses au dessus garnie de ballustres de pierre tournées avec des pillastres ornez de sculpture, qui servoient à se promener à couvert et à passer dans deux gros pavillons pavillons carrez, dont l’un servoit d’une chapelle et l’autre de logement. Ces deux pavillons sont dettachez du corps du château, batis de pierre et briques, tres bien ornez d’architecture, couverts d’ardoise en ecailles et plomb par rayons tres bien façonnez et entourez d’un mesme ballustre et pillastres que sur les autres terrasses, avec les chiffres du roy et de la reyne Marie de Medicis, dont ce chateau est partout orné, ce qui en fait une des beautez, etans tres delicatement travaillez.
En descendant cette premiere terrasse par deux grandes rampes egalles qui tournoient en fer à cheval qui [p. 100] aboutissoient sur deux petits jardins de distance egalle, plantez de bouis en broderie où il y avoit dans le milieu deux bassins entourez d’un cordon de pierre. Dans le milieu d’iceux, il y avoit sur un pied destail, entouré de figures de satires de bronse qui jettoient de l’eau par la bouche, qui soutenoient une belle figure d’un ange d’une grandeur naturelle tenant une couronne royalle sur la teste, d’où il sortoit une tres grande quantité de jets d’eau, lesquels en tombant faisoient 4 nappes d’eau sur une grande pierre taillées en 4 coquilles egalles enrichies d’ornemens de sculpture tres propres. Il y avoit sur le devant un grand bassin au milieu des escaliers ou rampes de fer à cheval, sur un beau pied destail enrichy aussi de plusieurs belles figures de bronse qui jettoient de l’eau differemment des uns des autres, qui soutenoient une figure d’un Mercure de bronse verte de grandeur naturelle, laquelle [p. 101] passoit dans ce temps pour tres belle, qui fut donnée par rareté à la reyne Marie de Medicis, qui avoit eté faite à Florence et qui a esté portée depuis à Versailles avec plusieurs autres figures lorsque cet endroit fut detruit par la cheute de la grande terrasse, sous laquelle il y avoit deux belles grottes, l’une de Neptune et l’autre de la Damoiselle, d’une grandeur naturelle, qui jouoit d’un clavessin. Tous ces lieux etoient enrichis de belles rocailles, nappes et jets d’eau qui par la cheute de la terrasse, touttes ces grottes ont esté ruynées et rebaties depuis, ainsy qu’ils se voyent, d’un autre dessein en l’année 1662. Sous laquelle il n’y a plus qu’une maniere de grande gallerie avec deux sallons aux deux bouts, qui n’ont point eté achevez en dedans, estans ceintrez en portiques sur le devant avec un frontispice soutenu de 4 colonnes de pierre dans le milieu de la porte d’entrée, faisant un assez joly portail.
[p. 102] Au dessous de cette seconde terrasse, d’où l’on decend par deux continuitez de rampes de pavé qui sont tres douces, où l’on pouvoit aller à cheval, l’on se trouvoit encore sur une autre pareille, sous laquelle il y avoit trois des plus belles grottes qui soient dans l’univers, separés par une meme gallerie voutée et ornée de tables, bassins et figures de marbre et jaspe de touttes les couleurs. Dans le milieu, en face de l’entrée, il y avoit un pariel rocher qu’à celle d’au dessus, sur lequel etoit la figure de Bachus.
A main droite, l’on entroit dans un avant sallon, tres proprement enrocaillé, pour passer à la grotte nommée de Persée, qui etoit tres spacieuse. Dans la face d’icelle se voyoit la figure de Persée, d’une grandeur surnaturelle, descendre du haut de la voute, armée de touttes pieces, tenant une epee à la main, qui venoit frapper sur la [p. 103] teste d’un grand dragon qui sortoit d’un grand bassin plein d’eau. Ayant receu ces coups, il disparoissoit au fonds des eaux. A costé du bassin se voyoit une tres agreable figure au naturel d’une Andromede qui etoit attachée et enchainée par le bras à un gros rocher, dont les chesnes de fer se deffaisoient d’elles mesme. A l’opposite, dans cette grotte, se voyoit encore une figure d’un Bachus de bronse assis sur un tonneau au haut d’un gros rocher, tenant une coupe en main d’où sortoit un tres gros bouillon d’eau ainsy que du tonneau qui, en tombant du haut de ce rocher, faisoit remuer plusieurs petittes figures qui etoient placées en plusieurs endroits de ce rocher comme forgerons, tixerands, menuisiers, remouleurs et autres sortes d’ouvriers qui remuoient et travailloient chacun de leur metier, tres au naturel, avec des moulins à vent et à eau qui tournoient et mouvoient par le seul decoulement de l’eau qui tomboit de ce rocher dans une grande [p. 104] cuve de marbre noir, y faisant encore une nappe d’eau, le tout par de petittes conduittes qui etoient imperceptibles. Toutte cette grotte estoit, ainsy que le sallon, fort delicatement enrocaillé de beaux et fins coquillages employez d’un travail qui imittoit bien touttes sortes de figures au naturel comme satires, monstres marins, animaux, oiseaux, plantes et fleurs de plusieurs façons ainsy que l’architecture et sculpture, qui y etoit bien observée, que des grotesques d’où decouloient une tres grande quantité de nappes, bouillons et jets d’eau qui moulloient bien quelques fois les spectateurs s’ils n’en etoient prevenus auparavant.
De l’autre côté de la grande gallerie precedente, il y avoit un pareil sallon enrocaillé et garny de tables de marbre de meme que celuy cy dessus, où il y avoit aux 4 coins d’iceluy quatre grandes figures au naturel qui representoient les 4 vertus tenant à leur main chacun leur simbolle. [p. 105] De ce sallon, l’on entroit dans la grotte d’Orphée, au milieu de laquelle etoit cette figure, de grandeur naturelle, assize sur un rocher, jouant de la lire ou violon plusieurs airs differends les uns apres les autres, que l’on entendoit tres bien et fort distinctement, en remuant la tete et les mains d’une manière tres surprenante, jouant si melodieusement qu’il excitoit plusieurs animaux feroces, reptils, oiseaux et autres qui venoient paroitre et passer devant luy, les uns apres les autres, sortans de leurs cavernes, comme lions, leopards, tigres, ours, loups, renards, cerfs, sangliers et autres sortes de bestes feroces et privées ainsy que des serpens et lezards jusqu’au crocodille, y venoit paroistre charmés et aprivoisez par les chants melodieux d’Orphée. Tout ce desert etoit un agreable boccage orné de plantes et fleurs avec de grands arbres verdoyans qui, par leurs remuements et branles, sembloient vouloir aprocher, ayant sur leurs branches plusieurs sortes d’oiseaux de differends plumages, [p. 106] chacun chantant leur ramage, entr’autres le rossignol et le coucou s’y faisoient entendre fort distinctement par dessus les autres, sy bien qu’ils pouvoient tromper la veue et l’ouie des spectateurs s’ils n’en estoient prevenus. Tout ce beau lieu etoit orné aussy de tres belles et fines rocailles pareilles à la grotte de Persée, où l’on etoit aussy quelques fois bien mouillé par de petits jets d’eau qui sortoient du pavé et par des conduittes qui etoient imperceptibles à veoir.
Apres avoir fait une petitte description de ces grottes humides, il faut faire mention d’une nommée des flambeaux, à cause qu’elle ne se pouvoit veoir qu’à la lueur des lumieres. Elle etoit au bout de la grotte d’Orphée, où il y avoit un grand theatre sur lequel il ce faisoit plusieurs changemens de decorations les uns apres les autres. L’on y voioit paroistre la mer en deux differentes manieres, en temps calme avec [p. 107] des isles verdoyantes eclairées par les rayons d’un soleil levant, des monstres et poissons marins sur le rivage. Apres, la mer y paroissoit en tempeste agitée, des vents, tonnerres et eclairs effroyables, avec des debris de vaisseaux brisez contre des rochers. Apres cette premiere decoration, la terre paroissoit avec toutte la beauté de la plus belle saison, accompagnée de fleurs et les arbres chargez de fruits, et des maisons champetres et beaux chateaux de plaisance, aussy accompagnez de jardins tres delicieux, et par un beau trait de perspective fort eloigné, l’on voyoit celuy de Saint Germain comme au naturel, avec ses jardins dans lesquels l’on y appercevoit le roy et les princes s’y promenant avec monseigneur le dauphin, qui a eté depuis le roy Louis 13, que l’on voyoit descendre du ciel dans un chart de triomphe soutenu par deux anges qui luy toient une couronne royalle sur la teste, toutte brillante de lumiere, accompagné d’un concert d’instrumens [p. 108] de musique qui jouoient plusieurs differends airs tres distinctement et sy melodieusement que l’ouye des plus fameux musiciens en etoient souvent trompez. Apres cette decoration, tout ce changeoit en un instant en un affreux desert où il y avoit plusieurs animaux, tant feroces, reptils qu’autres incestes qui habitent ordinairement dans les deserts et autres lieux champetres, que l’on voyoit sortir dans des cavernes et vieilles ruynes de chateaux au naturel. Dans le milieu de ce desert, l’on y voyoit une belle figure d’Orphée, de grandeur humaine, qui jouoit d’un instrument qui ressembloit assez à un luth ou guitare, sy bien qu’il etoit presque impossible de s’apercevoir que ce ne fut pas un maitre de musique ou autre personne qui touchoit cet instrument.
Touttes les grottes que j’ay decrites cy devant etoient tres bien enrocaillées de [p. 109] rocailles les plus fines qui c’etoient pu trouver dans les pays les plus eloignez. Ils etoient, ainsy que les sallons, ornez de touttes sortes de figures humaines, avec des masques crotesques et autres sortes, faits d’architecture et touttes sortes de pierres precieuses, ornées de tables girandolles et lustres de marbre, jaspe et porphire de touttes couleurs bien travaillés d’une manière propre et magnifique. Touttes les machines et ressorts qui faisoient mouvoir tout ce qui etoit dans ces belles grottes n’etoit que par le seul mouvement de l’eau, qui etoit retenue dans des reservoirs qui decouloit imperceptiblement par de petittes conduittes qui etoient inconnues, lesquels mouilloient bien souvent les spectateurs s’ils n’en estoient prevenus auparavant, qui venoient de tous pays veoir ces belles raretez, où le roy Henry 4 et la reyne sa femme n’avoient rien epargné pour les rendre dans leur perfection, ainsy [p. 110] que ce chateau avec tout ce qui l’accompagne, qui etoit digné de leur grandeur, ayant meme pour cet effet fait venir de Florence le sieur de Franciny, homme le plus experimenté et habille de son temps, qui a inventé et fait construire touttes ces belles grottes, qui etoient sans contredit les plus belles et admirables qu’il y eut dans l’univers, lesquelles ont subcisté dans le bel etsta jusques vers l’année 1649, que la minorité du Roy etoit traversée par de grandes guerres qui ne permettoient pas que l’on put continuer les entretiens et reparations qui etoient necessaires et dans les autres maisons royalles, particullierement à celle de Saint Germain, et ce qui a causé la ruine totalle et destruction de touttes ces belles choses, n’ayant point eté entretenues, et par la cheutte d’une partye des grandes terrasses, sous lesquelles ils [p. 111] etoient, qui ont meme abimé et detruit touttes ces belles machines, ce qui fait bien veoir que touttes les belles choses de ce monde n’ont qu’une durée et seront dans l’oubly dans les temps à venir, dont il n’en sera plus fait mention que dans l’histoire du pays.
En descendant au dessous d’icelle grotte par d’autres rampes voutées sur plusieurs grandes terrasses qui sont les unes sur les autres, revetues de belles pierre cizelées par compartiments, avec de la briqe bien proprement travaillez, voutez par-dessous dans le dessein que l’on avoit d’y faire encore d’autres grottes qui sont demeurez imparfaites, etant comme de grandes galleries voutées.
De plain pied du jardin, il se voit deux autres terrasses voutées et couvertes par dessus de grandes pierres et qui ferment ce jardin par les [p. 112] 2 cotez, au bout duquel il y a deyux pavillons carez en cimetrie du chateau, couverts d’ardoise et plomb, servans de logemens au jardinier et peintre du chateau.
Au bas de la face du chateau, il y a deux jardins. L’un est planté de buis en broderie, avec 4 grands compartimens egaux tres singuliers par leurs dessein où sont representez dans leur milieu les chiffres du roy Louis treize et de la reyne Anne, sa femme, avec 4 dauphins à coté tres bien figurez. Ce jardin est orné autour d’arbrisseaux avec des fleurs de touttes saisons accompagné de deux bosquets aux cotez pour se pouvoir promener à l’ombre dans les chaleurs de l’esté. Au bas de ce premier jardin, il y en a un autre, qui est tres grand et spacieux, qui s’etend jusqu’à la riviere de Seyne qui le borne, qui est un grand verger d’arbres fruitiers entouré de [p. 113] murs où il y a des espaliers d’arbres de touttes les especes de bons fruits. Ce jardin est separé par une tres haute terrasse dans le milieu, sous laquelle il y a une voute qui sert de passage pour aller à couvert dans la prairie et au village de Carriere quand les eaues sont debordées. C’etoit dans le milieu de cette terrasse que devoit estre posé le cheval de bronse qui est à present à la place Royalle de Paris, où la figure du roy Henry 4 devoit etre mise, lequel cheval avoit été fait à Venise, ayant eté sur ce lieu jusqu’en l’année 1630 que le roy Louis treize le fit porter à ladite place Royalle de Paris où il est presentement avec l’effigie du roy Louis treize. C’est encore ce qui faisoit connoitre que le roy Henry 4 et la reyne sa femme n’avoient rien epargné pour embellir et decorer ce beau château où ils faisoient leur demeure dans les beaux jours de l’année.
[p. 114] De plain pied du chateau neuf, il y avoit aux deux cotez d’iceluy deux jardins, qui y avoient communication par les deux bouts des galleries. Celuy à droit est le boullingrin, nom anglois d’un jardin particulier. Il fut ainsy nommé par feue madame Henriette d’Angleterre, premiere femme de M. le duc d’Orleans, estant de ce royaume, qui en donna le dessein au commencement qu’elle fut dans ce lieu. Ce jardin etoit planté sur le devant d’un fort jolly parterre par pieces coupées avec des plattes bandes autour garnies d’arbrisseaux et fleurs de touttes les saisons, et sur le derriere en maniere d’amphiteatre, où il y avoit autour plusieurs portiques de chevrefeuils avec des contr’allées de cipres autour et des berceaux aux 4 coings, qui etoient tres propres pour ce mettre à couvert. Ce jardin est tres beau et particulier meme pour la belle veue scituée sur une haute terrasse qui contient toute [p. 115] la face de ce jardin, où la promenade est fort agreable. C’etoit l’une des plus frequentes que faisoit la feue reyne quand elle etoit à Saint Germain. Depuis quelque temps, ce jardin a été echangé d’un autre dessein, ainsy qu’il se voit à present, planté d’un parterre avec un espece de pré ou gason entouré d’arbrisseaux verds, accompagné d’un bosquet planté de pallissades de charmes et d’ormes où il y a plusieurs belles allées pour se promener à couvert.
L’autre jardin, du coté du parc, etoit planté anciennement comme un fruitier avec des allées de meuriers blancs dont les feuilles servent à norir des verds à soye que le roy Henry 4 avoit fait planter expres, aimant à nourir luy meme ces petits animaux par divertissement. Ce jardin a eté aussy changé et planté en l’année 1679 ainsy qu’il se voit à present, etant planté en compartimens de pieces de gason entouré de quantité [p. 116] d’ifs taillez et figurés en differentes et belles manieres, avec des contr’allées de pixias soutenus sur le devant d’une terrasse revetue de pierre ainsy que celle du boullingrin qui en fait la meme cimetrie. Ce jardin se nomme de madame la Dauphine, à cause qu’il a eté planté lorsqu’elle ariva en France, et elle s’y promenoit fort souvent.
Apres avoir fait une ample description du chateau neuf de Saint Germain et de ses jardins, nous reviendrons au grand jardin qui est en face du vieux château, planté en deux grandes pieces de bouis en broderie egallées, separées par une belle allée dans le milieu, de 10 toises de large, entourées de plattes bandes garnies de fleurs de touttes les saisons, avec des contr’allées de pixias et de maronniers d’Indes autour, y ayant 3 grands bassins d’eau en divers endroits. Ce parterre fut planté ainsy que tout le jardin en l’année 1674. Il se separe de celuy de madame la Dauphine par un bosquet et une allée [p. 117] de 4 ranges d’ormes, et de l’autre coté il y a une orangerie où il y a de tres beaux orangers et autres sortes d’arbrisseaux curieux.
Au milieu de ce grand parterre qui est en face du chateau, il se voit deux grandes routes ou allées. L’une contient 40 toises de large, qui a été percée dans la fores et plantée de deux rangées d’ormes en l’année 1675, laquelle conduit au couvent des Loges, et l’autre sur la demi lune de la grande terrasse, qui est l’un des plus beaux ouvrages que le Roy aye fait de son reigne à Saint Germain. Elle contient 1200 toises de long sur 15 toises de largeur. Elle est revetue sur le devant d’un mur tres haut avec une tablette et cordon de pierre dure sur toutte la longueur, et sur le coté de la futaye du petit parc est planté d’un rang de tres beaux ormes avec de la charmille. Cette terrasse est l’une des plus belles du royaume pour sa belle veue et pour la [p. 118] promenade. Elle fut batie et plantée vers l’année 1676.
Petit parc
Le petit parc de Saint Germain est contigu aux jardins et grande terrasse. Il contient 416 arpens tant plain que vuide. L’on voit qu’il fut clos de murs du reigne du roy François premier, vers l’an 1536. Il est separé de la forest jusqu’à la porte de la Muette. C’etoit cy devant l’une des plus belles futayes du royaume, qui venoit jusques au pied du chateau. Il est composé de plusieurs sortes de bois comme chesnes, erables, fresnes et charmes qui sont presque tous peris par caducité et les grands hyvers qui sont survenus de temps en temps, ce qui a obligé d’en faire abattre une [p. 119] grande partie, qui a eté replantée d’ormes ainsy qu’il se voit, avec plusieurs allées pour donner du couvert. Dans le parc ancien, il y avoit aussi plusieurs routes, sans aucune cimetrie, ainsy que la nature les avoit faites dans la principalle qui aboutissoit au petit pont du chateau, laquelle traversoit toutte la futaye du parc, mesme de la forest où il y avoit dans le milieu une ancienne chapelle qui etoit en ruyne depuis un long temps, dediée en l’honneur de l’archange Saint Michel, ange titulaire de ce royaume, laquelle fut reparée et rebatie du reigne du roy Henry 4 à cause que messieurs les princes ses enffans y venoient entendre la messe dans les beaux jours à pied du chateau neuf, où ils etoient elevez, en se promenant par une belle allée de charmille qui aboutissoit à cette chapelle. Et apres la messe, on leur servoit [p. 120] à dejeuner devant ladite chapelle, sur une grande table de pierre, sous un grand chesne. Ensuitte, ils jouoient au mail pendant quelques heures pour leur servir de recreation et de promenade. Cette chapelle etant demeurée jusqu’en l’année 1649 sans y avoir fait aucune reparation, etant tombée encore en ruine, ce qui obligea le roy Louis 14, à present reignant, et de l’avis de la reyne sa mere, lors regente de ce royaume, par une pieté toutte singuliere, de la faire rebatir de neuf en ladite année 1649 et de la fonder de 400 l. de rente à recevoir par chacune année sur la recepte des bois de la generalité de Paris par cun chaplain qui fut nommé par Sa Majesté, à la charge de celebrer dans icelle chapelle trois messes basses touttes les semaines de l’année, scavoir le dimanche, le mercredy et le samedy, à l’intention de Sa Majesté et de ses successeurs roys, ce qui c’est executé pendant quelques années, jusqu’au deceds du sieur Levavasseur, dernier titulaire de ce benefice, qui arriva en l’année [vide], lequel etoit [p. 121] obligé de celebrer lesdites messes ailleurs à cause du mauvais etat du batiment de cette chapelle qui, etant encore tombée depuis en ruine faute d’entretiens, ce qui auroit obligé Sa Majesté, par sa pieté, de transferer le tiltre de cette fondation à la chapelle des pauves malades de l’hopital ou charité etablie dans le lieu de Saint Germain en faveur du sieur Chauveau, chaplain qui leur administre les sacrements sous la direction du sieur curé de la paroisse dudit lieu, pour y acquitter les charges portées par icelle fondation royalle, affin que les pauves malades, convalescens et autres personnes qui y assisteront prient le Seigneur pour la conservation de Sa Majesté, fondateur et bienfaiteur de ladite chapelle et de cet hopital royal. […]
[p. 130] Chateau du Val
Le petit chateau du Val est à l’un dex extremitez du petit parc, au bout de la grande terrasse, à côté d’une plaine nommée le Val où etoit une belle futaye qui fut abattue du reigne du roy Henry 4, et le bois fut donné au sieur de Frontenac, lors capitaine de Saint Germain en Laye, vers l’année 1609. Ce fut pour decouvrir [p. 131] la maison du Val, qui n’etoit batie dans ce temps qu’en manière d’un gros pavillon caré couvert de tuille accompagné de plusieurs batimens, dans lesquels il y avoit une grande salle haute, peinte en verdure avec des chasses de différentes manieres, et sous icelle des offices, avec une basse court et quelques batimens pour servir de menagerie, et un jardin potager et fruitier. Ce lieu n’etoit sans autre agrement, qui ne servoit seulement que pour y faire collation aux retours des chasses que les roys faisoient dans la forest. Cette maison ayant demeuré ainsy jusqu’en l’année 1676 que le Roy la voulut rebatir d’un autre dessein, meme en deux differentes fois, ainsy qu’elle se voit à present. Sa Majesté y allant fort souvent se promener apres les retours de chasses, ainsy que la feue reyne Marie Therese, qui y faisoit collation dans les beaux jours. C’est aussy ce qui donna occasion à sa majesté de rebatir ce petit chateau ainsy qu’il se voit à present, qui est d’un dessein fort joly, y ayant dans le milieu du batiment un grand sallon caré vouté en dosme tres exaucé qui est en face du [p. 132] jardin et de la cour. Il separe deux petitz appartements bas composez de plusieurs pieces de plain pied tres commodes pour touttes les saisons, y ayant meme un poesle inconnu qui chauffe en hyver.
En la face de devant est une belle cour principalle entourée d’une grande grille de fer peinte en verd. L’autre cour est pour les offices et logement du concierge, dans l’enclos du batiment, qui est couvert de plomb et ardoise avec des ornemens d’architecture et bustes autour de marbre blanc de distance en distance sur ldes consolles tres proprement travaillés. Les jardins sont fort beaux et spacieux, partye en terrasses avec des parterres de buis en broderie et pieces coupées entourées de plattes bandes où il y a quantité d’ifs tres bien figurez et autres arbrisseaux verts avec des fleurs de touttes les saisons, accompagnés d’un grand verger où il y a quantité de beaux espalliers d’arbres où il croist les meilleurs fruits du royaume, qui sont portez au Roy dans les saisons. »

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