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Description archivistique
Château-Vieux
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Description par Giovanni Francesco Rucellai des châteaux de Saint-Germain-en-Laye et récit des moments suivant la mort de Louis XIII

« [p. 122] San Germano en l’Aye
Villa Regia con un bellissimo parco, e grandi stradoni, e lungo giuoco di maglio, et un serraglio pieno di tutte le sorte d’animali il castello che chiamano vecchio è assai comodo con un bel cortile di mattoni con loggie, et una bella cappella di li si passa al castel nuovo per un gran prato quale è fabbrica bassa assai, ma però comoda di habitatione con un cortile ovato, e di là dalla sala appuntellata nella prima camera grande fu posto il corpo del Re morto in un letto di velluto rosso trinato d’oro vestito di una camiciuola lina e quattro guardie attorno, e sacerdoti che salmeggiavano, e dirimpetto al letto erono posti tre altari dove la mattina si celebravono messe. Il posto di questo nuovo castello cominciato dalla Reg. Caterina e poi finito da Enrico 4. è bellissimo facendo una superba vista per venir da Parigi perchè dalle [p. 123] radici della collina che è assai bene alta sino al' estremitâ dove egli è posto sono scalinate, ringhiere, e grotte con nicchie di pietre, pilastri, e cornicioni diversi, che pare tutta una facciata seguita ; sotto le scale sono quantità di scherzi di acqua, e fra un piano, e l’altro bellissimi parterri, e spartimenti e da lontano come dissi apparisce una vastissima mole : si esce dalla porta S. Honorato, e si passa tre volte la Senna sopra tre gran ponti, et il primo si chiama il ponte a Nouilli, et è lontano dalla città cinque leghe.
[…]
[p. 188] Il Re morto esposto a S. Germano
Dicono nel havere sparato il Re haver ritrovato lo stomaco pieno di vermi, e fra l’altre uno grandissimo che l’attraversava tutto che per ciò sentiva in vita grandissimi dolori. Fu sempre in questa malattia, come si è detto, devotissimo e faceva ogni mattina dire la messa in camera sua, e si comunicava.
Il Lunedi 18 di Maggio sentendo che ancora a S. Germano stava esposto il corpo del Re per la moltitudine del popolo che andava a vederlo si risolse il sig. Amb. con le ssig. Camerate trasferirvisi, dove arrivato, e passato per il Castello vecchio, nel quale S. M. era stata lungo tempo malata, e dal quale un mese avanti la morte era uscito, e fattosi portare nel Castello nuovo. Un tiro di archibuso lontano dal vecchio, [p. 189] dove passata la sala del puntello nella quale erono alcune guardie si entrava in una gran camera parata di bellissimi arazi d' oro, e seta, dove era il corpo di S. M. posto in un gran letto di velluto rosso trinato d’oro, il quale stava a diacere tenendo sotto il capo due gran cuscini coperto con le lenzuola come se fussi stato malato ; ma però scoperto dalla cintura in su, e vestito d’una camicivola bianca, et un berrettino da notte in capo bianco con giglietti, e con un Crocifisso fra le mani, e per essere egli nella lunga malattia assai estenuato li havevano dipinto il viso che pareva sano con le basette aricciate, e la sua zazzera molto bene accomodata ; il letto era tutto aperto per lasciare libera la vista al popolo che numeroso da Parigi, e d’altrove concorreva e non volle il Re essere trattato come è di costume dei Re e persone grandi della Francia prohibendolo espressamente per suo testamento cioè di tenere il corpo del Re morto, o l’effigie sua al naturale, in un simile letto con gran pompa per spatio di 40 giorni continui, servendolo a tavola, e di tutti gli altri ministerij come si fussi vivo, come seguì pochi mesi sono al cadavero del Cardle di Richelieu. Volse dunque il Re esser trattato privatamente e nè meno esser vestito col manto Reale, nè con Corona, o scettro. A piedi del letto era una gran Croce d’oro ritta, con 12 candellieri similmente d’oro con candele accese, et a i quattro angoli del letto erono da capo due guardie scozese dette del corpo, con la loro sopra veste ricamata, coperta [p. 190] di velo nero, con le loro partigiane, e da piedi due Araldi d’arme con le loro sopra veste di velluto con gigli d’oro coperta del medesimo velo nero, si come una maza ancora d’argento che tengono in mano, erano a dirimpetto al letto tre Altari, dove continuamente la mattina si celebravano messe, et intorno al letto erano accomodate alcune panche per comodità di molti Padri di diverse Religioni che salmeggiavano assistendovi ancora alcuni Vescovi, e Prelati.
Allato a questa camera ne era un altra non troppo grande, dove mori S. M. Si riscontrorono nel ritorno per la strada molte compagnie di cavalli che andavano a S. Germano per accompagnare il cadavero del Re a S. Dionigi il giorno seguente, come segui accompagnato ancora da fanteria in sul farsi notte con solo trecento torcie e privatamente. »

Rucellai, Giovanni Francesco

Description par Hans Georg Ernstinger de Saint-Germain-en-Laye

« [f. 133v] S. Germain en Lay, ain künigkhliches schloß in das alt vnnd newe abgethailt, darbeÿ auch ain großer marckht, da wir beÿm Silbern Thurn einlogiert gwest. Das alt schloß ist zwar groß vnnd mit gräben vmbgeben, aber das newe ist schöner, da wir gesehen vnter anderem ain schöne cammer, cabinet des königs vnd antichambre mit khünstlichen gemal werckh vnd schönen caminen von mancherlaÿ märmlstain. Ainen schönen saal. Ain pauiglon darinn ain sehr schöner tisch von mancherlaÿ eingelegter märml. Der garten daran ist vast schön, darinn 4 lange schöne braite stiegen mit ziegl gepflastert, vnd von außen mit schönen außgehauten bildwerckh geziert in stain, darunter hat es vil khunstliches waßerwerckh, ain fliegender trackh so waßer außsprizt, allerlaÿ vögl so artlich singent von der waßerkhunst also gema(c)ht, als obs lebendig wären, wie auch ain na(c)htigal alle viertl stund auch schlagt. Item ain schwarz märmlstainen tisch, der hat in der mitten ain loch, darein vil vnterschidliche eisene instrument gesteckht werden, wel(c)he vil vnterschidli(c)he sachen von waßer machen als ain lilg, kugl vnd dergleichen. Ain junckhfrau so auf der orgl schlegt, die hennd vnd den kopf rüerent. Allerlaÿ handtwerckher so arbaiten jeder sein absonderlich hantwerckh. Der Neptunus mit seiner dreÿspizigen gapl auf dem waßer heerschwimment mit seinem wagen von roßen gezogen, er geht dur(c)h ain port so sich aufthuet, herauß, wiert gegriest von seinen dienern zu beden seiten wel(c)he trometen, darnach zeu(c)ht er wider daruon vnd thuet sich die thür widerumb selbs zue. Der Orpheus mit seinen härpfen vnd vilen thieren darumb. Item vil andere waßerkunst, da das waßer an vil orthen auf ainen sprizt, das er nit vnbenezter bleiben khan. Weiter hat es in disem garten etlich schöne braite alleen oder gäng mit ziegl gepflastert, item ain schönen rörbrunnen mit Neptuni bildnus darauf mit 4 roßen, 4 bilder alle von gloggenspeiß vnnd 4 meerschneckhen [f. 134] schalen, wie auch 4 ronde geschirr, darein das waßer sich außgeust. Ain eingefangner weÿr, mit des Mercurii bildnus von gloggenspeiß auf ainer seülen. »

Ernstinger, Hans Georg

Description par Harold Clunn de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 204] The first railway constructed in Paris was that of the Compagnie du Chemin de Fer de Paris à St. Germain, whose station in the Place de l’Europe was the predecessor of the Gare St. Lazare, opened in 1842. The first train to leave Paris was that which travelled to St. Germain on Saturday, 26 August 1837, on the occasion of the Fête des Loges. King Louis Philippe, who had intented travelling, was prevented by the Chamber from entering this supposed dangerous conveyance, but was represented by Queen Amélie and her children. The duc d’Orléans travelled on the seat next to the driver. It was proposed in the first place to build the railway station near the Place de la Madeleine, but finally the Place de l’Europe was chosen for that purpose. At first the line went only as far as Le Pecq, and thence the journey had to be completed by coach. The line was nineteen kilometres long and the journey occupied thirty-five minutes. The first-class fare in closed or open carriages was two francs fifty centimes, second-class, one franc fifty centimes, and third-class, in the open luggage van, one franc.
[…]
[p. 306] The pleasant old town of St. Germain-en-Laye, containing a population of 22,000, dates back to the tenth century and grew round a convent in the forest then known as Ledia. It became a royal residence in the time of Louis VI, and is noted for its delightful situation and the salubrity of its air. On that account it is much favoured by English and American visitors as wall as Parisians. For an old town, St. Germain possesses streets which may be considered fairly wide and well paved, and includes several fines squares.
The real founder of St. Germain was Louis VI, known as Louis le Gros. Previous to that time the site of the town formed a part of the forêt de Laye, where the kings of France came to hunt. The château owes it origin to a dungeon built by Louis le Gros about 1122, which dominated the course of the Seine. During the reign [p. 307] of Saint Louis extensions were carried out, and in 1238 was erected the fine Gothic chapel which is still in existence. The original château was destroyed during the Hundred Year War, when, in 1346, both château and monastery were burnt by the Black Prince. The chapel, however, was spared.
The present palace was commenced by Charles V between 1364 and 1370, but it was Francis I who reconstructed it on a grander scale in 1539. Here he celebrated his wedding with Claude de France, daughter of Louis XII. The architects were Pierre Ier Chambiges and Guillaume Guillain, but the work was not completed until 1555 in the reign of Henri II, who made St. Germain his habitual residence. He built a second château of smaller size which was afterwards enlarged by Henri IV, but this was abandoned in 1660 by Louis XIV in favour of the larger palace, and, after being left to go to ruins, was destroyed in 1776 with the exception of the Pavillon Henri IV.
Louis XIV frequently resided at St. Germain, where he died in 1643, a few months after the death of Richelieu, his great minister ; and Louis XIV was born here on 5 Septembre 1638. After the death of his mother, Anne of Austria, this monarch took up residence at St. Germain, but, finding the palace too small for his requirements, founded the more sumptuous palace of Versailles, and presented that of St. Germain to Mme de Montespan. In 1688 Louis XIV gave it to James II of England as a residence after his exile and there the English king died en 1701. Neglected by Louis XV and Louis XVI it was turned into a military school by Napoleon I, and afterwards became a military prison. Between 1862 and 1902 it was completely restored and transformed into a museum of national antiquities.
On Saturday, 1 Septembre 1854, the palace of St. Germain was visited by Queen Victoria, who displayed a special interest in the apartments occupied by James II, and particularly the oratory in which he was accustomed to pass much of his time in prayer. The tomb of James II, which was erected by Georges IV in 1824, was renovated at the expense of Queen Victoria. On 10 Septembre 1919 the Treaty of St. Germain was signed in the château between the Allies and Austria.
The terrace, which is approached from the park or parterre, was constructed between 1669 and 1673, after the plans of Le Nôtre, and is 2,400 yards long and 30 yards wide. It is situated 190 [p. 308] feet above the Seine, and extends along the borders of the forest. From here a magnificent panorama can be obtained of the valley of the Seine and distant Paris, including Montmartre and the Sacré-Cœur, the Eiffel Tower, and Mont Valérien. The grande allée of lime-trees which separate it from the forest was planted in 1745. The containing wall of terrace was formerly topped with a wooden fence, but this was replaced during the Second Empire, between 1855 and 1857, by the present cast-iron railing. At the end of the terrace, but still in the forest, is the Château du Val, constructed by Mansart in 1673, under Louis XIV, as a rendezvous for shooting. It is now used as a Home for members of the Society of the Légion d’Honneur.
The magnificent forest of St. Germain, which is entirely walled in, comprises an area of about 11,000 acres. It occupies the land enclosed by the peninsula of the Seine extending from St. Germain to Poissy on the west and to the agricultural park of Achère on the north. The roads are straight and well kept, the principal avenue leading to Les Lodges, a country house originally built for Anne of Austria in 1644 and now an educational establishment for the daughters of members of the Légion d’Honneur. Near this spot the Fête des Loges takes place at the end of August and lasts ten days.
In the town of St. Germain, opposite the château, is the church of St. Louis, erected on the site of an earlier church. Building was commenced in 1766, but was interrupted in 1787 and not resumed till 1826. The church was finally completed in 1827 and consecrated on 2 December of that year. The Hôtel de Ville is situated in the Rue de Pontoise near the station, and at the junction of the Rues de la République and de Poissy is a bronze statue of Thiers (1797-1877), who died at the Pavillon Henri IV. The old town contains many narrow and picturesque streets centred round its two main thoroughfares, the Rues de Pologne and de Poissy. Both of these lead to the Place du Marché, which is bordered on its western side by an ancient block of colonnaded buildings and shops.
Several excellent hotels standing in their own private grounds are situated close to the park of the château, notably the Pavillon Henri IV, the Pavillon Royal and the Pavillon Louis XIV. These being principally residential, and so conveniently situated for exploring the forest, make St. Germain a most pleasant place in which to spend a holiday. On 20 March 1927 The Compagnie des Chemins de Fer de l’Etat inaugurated their new service of electric [p. 309] trains from Paris (Gare St. Lazare) to St. Germain, which now perform the journey in twenty-four minutes. »

Clunn, Harold

Description par Harry Peckham du château de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 217] It is not above two miles from thence to the palace of St. Germains, which is situated on a moutain twelve miles distant from Paris. Had Louis XIV, expended half the treasure in erecting a palace there, which he did at Versailles, it must have been superior to any thing in Europe : there is a lofty moutain at S. Germains, washed by the river Seine, looking over a delightful country to Paris : Mount Calvary, St. Denis, and a vast reach of the river are comprehended in one view ; a forest of six thousand acres ajoins to the palace, and a grand terrace of three thousand paces, which overlooks the [p. 218] whole county. This is the situation of St. Germains, which Louis XIV had not sense enough to admire, but preferred Versailles which was so boggy that he was obliged to make a hill to build on, which has no prospect ot two miles extent, and which has all the inconveniences of a low and damp situation ; at the same time that the water is obliged to be brought from six miles distance.
Having seen the prospect, you have seen every thing at St. Germains, except a picture, by Poussin, and. St. Louis giving alms, by Le Brun, which are in the chapel. In the sacristy are two most admirables piece, the one of the Virgin Mary feeding the infant Jesus ; St. John lying on his gands and knees blowing with his mouth the fire of the chasing dish, on wich stands the pap pan ; this is by Michael Angelo ; the other is by Caracci, of the Virgin holding a dead Christ in her armes, with her head bending over his face in a most moving and expressive attitude.
The palace is an olde brick quadrangle, very narrow, flanked with four large towers, and [p. 219] surrounded with a dry ditch ; it was built by Francis I. and is now inhabited by different families, chiefly Englich, descended from those who by more than human weakness abandoned their fortunes and their country with their ideot king, who had neither policy to keep, nor courage to defend that crown which by inheritance descended to him. »

Peckham, Harry

Description par Hébert des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 59] Germain en Laye (Château royal de), à quatre lieues de Paris, et à deux par-delà Versailles, sur une montagne bordée par la rivière de Seine, [p. 60] se divise en Château vieux, et en Château neuf.
Architecture.
Les Anglois ayant démoli le Château vieux bâti en forteresse par Louis VI, dans le douzième siècle, il a été rétabli dans le quatorzième par Charles V, et augmenté par François I, qui y a aussi fait faire une terrasse d'où l'on découvre un très vaste pays. Louis XIII y fit faire des embellissemens, et Louis XIV des augmentations fur les desseins de J. H. Mansart. La grande salle qui sert aux divertissemens, est une des plus grandes du Royaume. Henri IV commença à faire bâtir le Château neuf sur les desseins de Marchand, que Louis XIV fit continuer, en faisant faire une grande partie de la façade qui règne le long de la rivière, par J. H. Mansart, ainsi que les deux terrasses, et surtout la troisième qui, soutenue par une galerie percée d'arcades, forme par leur belle distribution le plus riche amphithéâtre qui soit au monde, tant par la situation du terrein, que par tout ce que l'art a pu tirer d'avantages du voisinage de la
Seine. André le Nôtre a aussi montré son habileté par la belle terrasse de 1200 toises de long sur 15 de large, terminée [p. 61] par le parc aux lièvres. Les deux jardins fur les côtés de ce Château, nommés, l'un, le Jardin de Madame la Dauphine, et l'autre le Boulingrin, ont chacun une terrasse, dont les vues en rendent la promenade très agréable. Le petit Parc percé de routes, et la Forêt de S. Germain, qui a vingt-cinq portes, contiennent ensemble plus de six mille arpens.
Peinture et sculpture.
La Cène, chef-d’œuvre du Poussin, sur l’autel de la Chapelle : au dessus, une sainte Trinité, par Simon Vouet, accompagnée de deux Anges de stuc, grands comme nature, tenant les Armes de France, par Sarazin. Dans la Sacristie, une Mère de pitié, et une Vierge et l'enfant Jésus.
Le plat-fond de la chambre à coucher du Roi est décoré de quatre tableaux allégoriques, peints par Simon Vouet, représentans le premier, la Victoire assise sur un faisceau d'armes ; le deuxième, une autre tenant une palme ; le troisième, la Renommée tenant une couronne de laurier ; et le quatrième, Venus essayant un dard. »

Hébert, ?

Description par Jacques-Antoine Dulaure des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 228] Jolie ville, située à quatre lieues de Paris, sur une montagne, dont le pied est arrosé par la rivière de Seine ; fameuse dans l’histoire par son ancien château, et dans tous les tems par la beauté de sa situation, et la pureté de l’air qu’on y respire.
L’ancien château fut d’abord bâti comme une forteresse, par Louis VI. Les Anglois le ruinèrent, et il ne fut rétabli que sous le règne de Charles V. François Ier le fit embellir et augmenter d’un étage. Louis XIV y fit construire, par Jules Hardouin-Mansard, les cinq gros pavillons dont le château est flanqué.
Outre ce château, il en est un autre appellée le Château-Neuf, éloigné du vieux d’environ deux cents toises ; il fut bâti pour Henri IV, par l’architecte Marchand.
Le roi d’Angleterre Jacques II, forcé de quitter son royaume, tint longtemps sa cour dans ce château de Saint-Germain. Un poète fait l’éloge de ce prince, de la manière suivante :
C’est ici que Jacques second,
Sans ministres et sans maitresses,
Le matin alloit à la messe,
Et le soir alloit au sermon.
Ce roi détrôné vivoit des bienfaits de Louis XIV, et d’une pension de 70000 livres que lui faisoit sa fille Marie, reine d’Angleterre, qui lui avoit enlevé sa couronne. Il [p. 229] s’occupoit à converser avec des moines, et à toucher des écrouelles qu’il ne guérissoit pas.
Ce roi mourut à Saint-Germain, le 16 septembre 1718.
Le nouveau château est aujourd’hui persqu’entièrement démoli. M. le comte d’Artois, à qui il appartient, en fait construire un autre à la même place, dont on voit déjà deux belles et grandes terrasses achevées.
Ce qui reste encore de ce château prouve qu’il étoit orné de médaillons et de bustes. Un de ces bustes ressembloit parfaitement au président Fauchet, auteur des Antiquités françoises et gauloises. Cet historien sollicioit depuis longtemps la récompense de ses travaux littéraires auprès d’Henri IV, qui, pour s’en débarrasser, lui dit un jour à Saint-Germain, en lui montrant le buste qui lui ressembloit, M. le président, j’ai fait mettre là votre effigie, pour perpétuelle mémoire. Fauchet, peu content de ce succès, composa les vers suivans :
J’ai trouvé dedans Saint-Germain
De mes longs travaux le salaire :
Le Roi, de pierre m’a fait faire,
Tant il est courtois et humain.
S’il pouvoit aussi bien de faim
Me garantir que mon image,
Ah ! Que j’aurois fait bon voyage !
Je retournerois dès demain.
Viens, Tacite, Salluste, et toi
Qui a tant honoré Padoue ;
Venez ici faire la moue
En quelque coin ainsi que moi.
Henri IV lut ces vers, et donna à Fauchet [p. 230] le titre d’Historiographe de France, avec une pension de six cens écus.
Nous sommes dispensés de faire une plus longue description de ce château. Ce qu’il en reste étant peu de choses, ainsi que les travaux recommencés.
L’ancien château, dont nous avons déjà parlé, est très solidement bâti ; on voit que, pour sa construction et sa décoration, on a employé beaucoup de briques. Sa forme est à peu près celle du vieux château de Chantilli ; ce que l’on n’apperçoit bien exactement que lorsqu’on est dans la cour. Il est entouré de fossés ; on a depuis peu détruit les pont-levis pour en construire en pierre de taile. Le comble de ce château est une voûte en dalles de pierre, qui forme une terrasse, d’où l’on jouit de la vue la plus magnifique.
La partie du château qui est face à l’occident, contient une salle très spacieuse qui sert de salle de bal et de spectacle.
La chapelle est située dans la partie du château qui est en face du midi ; elle renferme ce que la ville de Saint-Germain a de plus rare, et ce qui doit le plus piquer la curiosité des amateurs des beaux-arts.
La voûte de cette chapelle est ornée de peintures à fresque, à la vérité, un peu dégradées, mais qui ne doivent pas moins fixer les regards des curieux, à cause des hommes célèbres qui en sont les auteurs. Le Brun a fourni les dessins de la plus grande partie de cette voûte, Vouet en a fait plusieurs autres et les a peints presque tous, excepté quelques [p. 231] cartouches et médaillons qui sont de la main du célèbre Le Sueur.
Dans la nef, on voit deux grands tableaux de Roselli ; celui qui est sous l’orgue représente Judith rentrant à Béthulie, après avoir coupé la tête à Holopherne ; l’autre, en face de la porte d’entrée, offre le roi David qui vient de couper la tête à Goliath.
Le buffet d’orgue commencé, dit-on, sous Henri II, et fini sous Charles IX, est décoré de colonnes composites cannelées ; l’ensemble est plein d’harmonie ; le dessin en est pur, agréable, et ne ressemble guère à la manière détaillée de ce tems-là.
Dans la chapelle qui est à gauche, en entrant dans le cœur, est un tableau de Stella ; il représente l’éducation de la Vierge.
Le tableau qui est en face, offre Saint Louis, faisant l’aumône. Ce tableau est d’un bon maître, mais il est inconnu.
Le maître-autel est décoré de colonnes composites, dont les futs sont d’un très beau marbre noir, les bases et les chapiteaux de marbre blanc. Ces colonnes, d’une très grande proportion, ressemblent à celles dont le cardinal Mazarin fit présent aux Jacobins de la rue Saint-Jacques.
Le tableau du maître-autel représente la Cène. Il est peint par le Poussin ; nommer ce grand maître, c’est faire l’éloge de l’ouvrage. Ce beau tableau doit être transporté dans le Museum du Louvre.
Au-dessus de ce tableau, dans un attique, est un Sainte Trinité, peinte par Vouet ; aux [p. 232] deux côtés sont deux anges en stuc, grands comme nature, tenant les armes de France ; leurs attitudes est très gracieuse. On les regarde comme un des plus beaux ouvrages de Sarazin.
Dans la sacristie, on voit deux tableaux de moyenne grandeur, au milieu desquels est placé un crucifix d’ivoire. Celui qui est à gauche représente une Vierge donnant à tetter à son enfant ; un autre enfant souffle le feu d’un réchaud, sur lequel est placé un vase de bouillie. Les figures de la Vierge et de l’Enfant Jésus sont pleines de noblesse et de grâce ; tout est peint avec la plus grande vérité. C’est un ouvrage du Corrège.
Le tableau qui fait pendant est une mère de pitié. Cet ouvrage, plein d’expression, est d’Annibal Carrache.
Le Christ d’Ivoire est, dit-on, de Michel-Ange, quoique très-beau, on peut douter qu’il soit de ce grand maître.
Ces trois précieux morceaux ont été donnés par le cardinal Mazarin.
En sortant du château, on arrive au Boulingrin, pièce de gazon, ainsi nommée pour la première fois en France, par Henriette d’Angleterre, femme de Monsieur, frère de Louis XIV ; la terrasse qui l’avoisine est de la plus grande beauté ; la vue dont on y jouit est étonnante par son étendue et sa variété ; l’imagination ne peut rien enfanter de plus merveilleux.
De-là, on arrive à une autre terrasse, qui est peut-être la plus magnifique et la plus longue qu’il y ait au monde ; elle est l’ouvrage [p. 233] de Le Nostre, et a douze cents toises de longueur sur quinze de large ; d’un côté, la forêt de Saint-Germain l’ombrage dans toute son étendue ; de l’autre, une forêt qu’on voit presqu’en plan, la rivière de Seine, des campagnes, des châteaux, un lointain immense, offrent le tableau le plus agréable et le plus sublime.
Près de là est le jardin nommé de Madame la Dauphine, parce qu’elle s’y promenoit souvent.
Plusieurs rois et reines de France ont fait de longs séjours à Saint-Germain ; il fut même question d’y construire un palais propre à la résidence ordinaire des Rois ; mais on préféra, à la magnifique situation de Saint-Germain, le local sauvage de Versailles, et cette préférence est attribuée à la volonté particulière de Louis XIV.
On prétend que la vue du clocher de Saint-Denis épouvantoit l’âme de ce grand roi. Saint-Germain, en présentant sans cesse le terme de sa gloire et lieu de son tombeau, l’auroit maintenue dans des idées lugubres et affligeantes ; c’est pourquoi Saint-Germain ne fut point préféré.
Une autre foiblesse avoit été cause autrefois que Catherine de Médicis n’habitoit point ce beau séjour. Un devin lui avoit prédit qu’elle mourroit proche Saint-Germain, c’est pourquoi elle fuyoit cette ville avec le plus grand soin ; elle voulut habiter le Louvre, mais, se rappellant qu’il étoit de la paroisse [p. 234] de Saint-Germain-l’Auxerrois, elle abandonna les constructions qu’elle y avoit fait commencer.
Le terrein de la forêt de Saint-Germain est très sablonneux ; c’est ce qui fait que l’on peut y chasser en tout tems, et que le roi y vient ordinairement prendre ce plaisir pendant la mauvaise saison ; elle est une des plus belles du Royaume, et contient cinq mille sept cens quatorze arpens. »

Dulaure, Jacques-Antoine

Description par Jean-Aymar Piganiol de La Force des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 444] Saint-Germain-en-Laye. Il y a un château qui est un des plus beaux séjours qui soit en France, tant pour la beauté de ses appartemens et de ses jardins, que par la forêt qui les joint. L’air y est fort sain, et on a remarqué que l’on y vit longtemps. Cette maison royale a été occupée dans ces derniers temps par le roi de la Grande-Bretagne et par la cour d’Angleterre. Le roi y logea le feu roi Jacques en 1689, lorsqu’après la dernière révolution d’Angleterre, il se vit obligé de se retirer en France, et ce prince y est mort saintement le 16 de septembre de l’an 1701. Son corps fut transporté à Paris, et mis en dépôt chez les bénédictins anglois, près le Val-de-Grâce. Marie Stuart, sa fille, et Joseph-Marie d’Est, sa femme, y sont mortes aussi, la première le 18 d’avril 1712, et la dernière le 7 de mai de l’an 1718.
[p. 445] Le roi Charles V fit jetter les premiers fondemens de ce château, l’an 1370. Il fut pris par les Anglois pendant les troules que causa dans le royaume la maladie du roi Charles VI. Le roi Charles VII le retira des mains d’un capitaine anglois, moyennant une somme d’argent, et Louis XI fit don à Coictier, son médecin, non seulement du château de Saint-Germain, mais encore de Trielle et de tout ce qu’on appelloit alors la châtellenie de Poissi, et les Patentes de cette donation furent expédiées au Plessis-lès-Tours au mois de septembre de l’an 1482.
Le gout que François premier avoit pour la chasse, lui en donna beaucoup pour le séjour de Saint-Germain. Il fit relever l’ancien bâtiment, et en fit construire de nouveaux. Henri IV fit bâtir le Château neuf sur la croupe de la montagne la plus proche de la rivière. Il étendit les jardins jusqu’aux bords de la Seine, et les fit soutenir par des terrasses élevées avec une dépense somptueuse. Le roi Louis XIII l’embellit de plusieurs ornemens, et enfin Louis XIV, qui y étoit né le 5 septembre de l’an 1638, fit ajouter au vieux château cinq gros pavillons qui en flanquent les encoignures. Il fit encore embellir les [p. 446] dehors. Le grand parterre, la grande terrasse, la maison et le jardin du Val, et quantité de routes qu’il fit percer dans la forêt, dont des ouvrages dont il a donné le dessein, et des magnificences de son règne.
La ville de Saint-Germain-en-Laye, Sanctus Germanus in Ledia silva, est à quatre lieues de Paris, et dans la même situation que le château. On croit qu’elle a pris son nom d’un monastère que le roi Robert y fit bâtir, il y a environ sept cens ans. Cette petite ville est fort peuplée, les maisons y sont hautes et bien bâties, les rues grandes et bien percées. Elle est encore ornée de plusieurs beaux hôtels, que différens seigneurs ont fait bâtir dans le temps que le roi y faisoit son séjour ordinaire. Il n’y a qu’une paroisse, et les couvens des Récollets et des Ursulines. Il y a une prévôté et une maîtrise des Eaux et Forêts, qui s’étend non seulement sur les forêts et bois de la châtellenie de Saint-Germain, mais encore sur les villes, ponts, terres et châtellenies de Poissi et Sainte-James, sur les bois de la châtellenie de Pontoise et des bailliages de Mantes et de Meulan.
L’aspect du château est admirable, [p. 447] principalement du côté de la rivière et des plaines. Son point de vue s’étend sur Paris, Saint-Denis, Marly, etc.
Le parc qui joint le château, est agréable, et son étendue est de trois cens cinquante arpens.
La forêt en contient cinq mille cinq cens cinquante, trente et une perche et trois quarts. Elle est percée de plusieurs belles et larges routes, pleines de toutes sortes de bêtes fauves, qui en font un lieu charmant pour la chasse. »

Piganiol de La Force, Jean-Aymar

Description par Johann Jansson des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« Fanum S. Germani, vulgo S. Germain en Laye
Glorientur Thessali suis Tempe, hic Europæ locus iis ne hilum quidem concedit, nam in tam amæna solo locum sortitus est, ut nihil supra ; qua de causa Reges hic morantur, animum ut à gravioribus curis liberent. Urbecula est in novam ac veterem divisa. Antiqui vici fundamenta jecisset Carolus V renovasset vero ea Franciscus I monti insidet : sexaginta et tribus cubiculis, verum nihil magnificum aut augustum fere repræsentantibus, ornatur. Exterior pars vivarium et ludum palmarium duabus leucis longum refert. Quicquid magnificentiæ huic arci deest, id abundè reparat Novum Castellum ab Henrico IV erectum, quod basilicis cubiculis, xystis, egregiis tabulis, ac aliis antiquitatibus se conspiciendum ac admirandum exhibet ; nec balneis, aviariis ac similibus destituitur. Arcem visere qui desiderat, is prius per duos pontes lapideos iter facere debet, in quorum altero XLV in altero vero XXXVI gradus numerantur. Præcipuè te hic recreabunt cryptæ subterraneæ, artificiosis aquarum ductibus irriguæ, quarum quatuor principales sunt, quas Lectori exhibebimus.
Prima est Orphei satua, quæ quam cito movetur cithara ludit, ad cujus sonum omnis generis feræ progrediuntur, arbores fructibus gravidæ se flectunt ac in terram inclinant ; Rex ipse cum Delphino aliisque sequitur. Secundum locum obtinet Puella organo musico motricibus aquis ludens, hinc inde vagis oculis auditores ac spectatores aspiciens, quasi iis loqueretur : suavissimum etiam melos fictitiæ aves modulantur. Juxta fenestram oculos conjicies in tabulam variegatam repræsentantem picturas amænissimorum camporum : in medio tubus est, in quo, impositis diversis instrumentis, diversas species unda repræsentat : In pariete interiori videbis statuam Satyri miræ elegantiæ ac curiosissimæ artis. Tertium locum sibi vendict Neptunus ; cujus tubus cum movetur, duo Angeli cælo descendentes sonum edunt, ad cujus sonitum Neptunus tridente armatus, curruique insidens, qui à duobus equis trahitur, exit ; paululum ubi substitit, regreditur, similique tubarum clangore ipsi reditum gratulantur : in pariete videbis officinam vulcaniam. Quartus locus assignatus est Perseo Andromadem liberanti, monstrumque marinum interficienti. Inter hæc duo priori quintum occurret visu dignum scilicet Draconis statua : qui motis alis caput elevat, idque demittens undas uberrimè emittit, philomelis fictitiis suave modulamen edentibus. Videntur et ibi duodecim signa cælestia, Bacchus, Paradisus, Antrum, Mare, naves prædatoriæ, quator Elementa, ipsa arx S. Germani ; altera pars exhibet Regem navi vectum ac Ducibus ac satellitibus stipatum. Quator virtutes Cardinals ex albo marmore confectas conspicies, quæ olim Parisiis locatæ erant : et similia alia mira hic ostenduntur ad stuporem visentium.
Nec procul hinc sylvam pertransire potes, quercubus consitam, quæ vulgo le bois de trahison. In ejus angulo qui oppidum ipsum respicit, mensa lapidea prægrandis ostenditur, ac quam proditio fertur concepta, quæ, qualis et à quibus concepta fuerit, cum Authores nihil certi de ea statuant, nolo me iis intermiscere. Quidam referunt sylvæ ramos, si in Sequanam projiciantur, statim lapidum instar fundum petere. »

Jansson, Johann

Description par Johannes Pakenius des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« Necdum abibamus Urbe ; et tamen abibamus qot hebdomadis in viciniam, Regiis Ducalibusq ; aedificiis circum septam. Nunc ad S. Germanum oppidum ab arce Regoa, salubri aere et amoeno in monte situ juxta Sequanam nobile. Fundator arcis Carolus V. Franciscus I restaurator : Henricus IV augmentator. Fabrica ex latere cocto passim F.F.F.F. signata : conclavia sexaginta tria. Porticus symbolo Henrici IV conscripta, duo protegit unus, unus scilicet Henricus duo Regna Gall. et Nav. Regium ad portam sacellum : area ovalis : hanc prope duorum milliarum vivarium. »

Pakenius, Johannes

Description par John Evelyn des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 52] Accompanied with some English gentlemen, we took horse to see St. Germain-en-Laye, a stately country-house of the King, some five leagues from Paris. […] [p. 54] The first building of this palace is of Charles V., called the Sage ; but Francis I. (that true virtuoso) made it complete ; speaking as to the style of magnificence then in fashion, which was with too great a mixture of the Gothic, as may be seen in what there is remaining of his in the old Castle, an irregular piece as built on the old foundation, and having a moat about it. It has yet some spacious and handsome rooms of state, and a chapel neatly painted. The new Castle is at some distance, divided from this by a court, of a lower, but more modem design, built by Henry IV. To this belong six terraces, built of brick and stone, descending in cascades towards the river, cut out of the natural hill, having under them goodly vaulted galleries ; of these, four have subterranean grots and rocks, where are represented several objects in the manner of scenes and other motions, by force of water, shown by the light of torches only ; amongst these, is Orpheus with his music, and the animals, which dance after his harp ; in the second, is the King and Dolphin ; in the third, is Neptune sounding his trumpet, his chariot drawn by sea-horses ; in the fourth, the story of Perseus and Andromeda ; mills ; hermitages ; men fishing ; birds chirping ; and many other devices. There is also a dry grot to refresh in ; all having a fine prospect towards the [p. 55] river, and the goodly country about it, especially the forest. At the bottom, is a parterre ; the upper terrace near half a mile in length, with double declivities, arched and balustered with stone, of vast and royal cost.
In the pavilion of the new Castle are many fair rooms, well painted, and leading into a very noble garden and park, where is a pall-mall, in the midst of which, on one of the sides, is a chapel, with stone cupola, though small, yet of a handsome order of architecture. Out of the park you go into the forest, which being very large, is stored with deer, wild boars, wolves, and other wild game. The Tennis Court, and Cavallerizzo, for the menaged horses, axe also observable. »

Evelyn, John

Description par John Scott du château de Saint-Germain-en-Laye

« Ce bel édifice est divisé en Vieux et en Château Neuf. Le premier fut commencé sous Charles V, en 1370, et achevé sous François I : le second est dû à Henri IV. Louis XIII l’embellit, et Louis XIV y fit faire de grandes augmentations, sans doute avec l’intention d’en faire son domicile habituel ; mais de ce lieu de sa naissance, ce Prince découvroit Saint-Denis, qui devoit être celui de sa sépulture ; et tout fort, tout puissant monarque qu’il étoit, il eut la foiblesse de ne pouvoir supporter cette vue qui lui rappeloit sans cesse qu’il n’étoit qu’un homme. C’est à cette humaine foiblesse d’un grand roi, que l’on doit la conversion des marais de Versailles en un palais et des jardins magnifiques, dont nous aurons occasion de faire la description particulière.
Ce Château est situé sur la croupe d’une montagne qui vient baigner la Seine. Il est construit en plateforme ; la galerie qui règne à l’entour est magnifique : les cinq gros pavillons dont Louis XIV a fait flanquer ses encoignures, la largeur qu’il a fait donner à ses fossés, les jardins suspendus dont Henri IV l’a orné, sa terrasse, ouvrage de main d’homme, qui longe la Forêt de Saint Germain dans une étendue de près de deux milles, et qui domine la rivière, d’une élévation d’environ 200 pieds, d’où la vue glisse sur un plan incliné à 45 degrés, en font un objet imposant et bien digne d’exciter l’admiration des étrangers.
Trois rois de France, Henri II, Charles IX, et Louis XIV, y naquirent ; et un roi d’Angleterre, Jacques II, son épouse et sa fille, qui y trouvèrent un asyle en 1689, y moururent.
C’est, enfin, dans ce Château que, depuis plus de quarante ans, se tenoient les assemblées générales du clergé de France. »

Scott, John

Description par Louis Coulon des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 236] Ce lieu, bien qu’il se puisse vanter d’avoir emprunté son nom d’un saint prélat, aposte d’Angleterre et evesque d’Auxerre, il n’a jamais neantmoins eu [p. 237] tant d’esclat, ny tant de reputation que depuis que les roys l’on fait bastir pour un palais de la Majesté, où messieurs leurs enfans sont elevés, et où ils passent eux mesme la plus agreable partie de leurs beaux jours. Charles V jetta les premiers fondemens du vieil chasteau, qui ayant esté pris par les Anglois durant les troubles de l’Estat causés par les desreglemens du cerveau de Charles VI, se rendit depuis à Charles VII moyennant une notable somme d’argent, qui fut donnée au capitaine anglois, qui le gardoit. François I le fit rebastir comme en font foy les FF couronnées, qui sont peintes sur les manteaux des cheminées.
Ce prince s’y plaisoit fort à cause des longues et larges routes de boys voisins, faites expres pour courir avec plus de plaisir le cef, le sanglier et le chevreul ; mais l’accomplissement et la perfection de cet ouvrage estoit deue à Henry IV, qui n’avoit des pensées et des desseins qe proportionnés à la grandeur de son courage et de son nom. Il fit bastir un nouveau chasteau sur cette croupe de montagne pratiquée sur les flancs du rocher plus proche [p. 238] de la rivière, auquel il n’a rien espargné de ce qui pouvoit relever son honneur, et sa mémoire. Si je voulois m’arrester à descrire tout par le menu, les galleries, les sales, les chambres, les antichambres, les cours, les offices, le jeu de paume, l’eglise, les vignes, les boys, les routes, les montagnes, les valons, les prez, et la petite ville bastie au pied, que la riviere de Seine arrouse de ses eaux, il me faudroit entreprendre un gros volume, qui fut au delà du temps et des occupations d’un voyageur.
Le roy et la reine y ont leurs departemens separés. Dans la galerie du Roy, ce ne sont que plans et descriptions des premieres villes du monde, avec les emblemes et les devises du grand Henry, deux sceptres en sautoir croisez d’une espée, dont l’ame porte, Duo protegit unus. Qu’une espée en la main d’un si grand prince est capable de garder deux royaumes, la France et la Navarre. La galerie de la reine est une vraye metamorphose, ce qu’Ovide a descrit dans ses vers, le peintre l’a icy representé par ses couleurs. Tout y est rare et excellent ; mais qui dit, les grottes de Saint Germain, semble avoir [p. 239] exprimé toutes les inventions de l’art.
Les anciens ont esté nos maistres en plusieurs choses, et nous ne bastissons que sur leurs fondemens ; neantmoins ils ignoroient le moyen de faire monter l’eau plus haut que sa source, et quiconque eust ouvert cette proposition à ces fameux mathematiciens de la Grece, il eus testé rejeté, comme un homme ignorant des premieres maximes de la science. Mais depuis que le sieur de Maconis, president des Finances en la generalité de Lyon, nous en a descouvert les secrets, nous ne sommes plus en l’erreur de nos ancestres, qui croyoient que l’art et l’industrie s’estant d’autrefois espuisez à faire des miracles, ne produisent plus rien de nouveau, et qu’il n’y avoit que la nature, qui eust cette avantage d’enfanter tous les jours de nouveaux monstres.
Par le moyen de cette elevation d’eau, les grottes hautes et basses pavées et encroustées d’huistres, et de coquilles sont si plaisamment et innocemment trompeuses que les regardans se sentent plustost mouillés, qu’ils n’ayent veu les nuées. Dans la premiere est une table de marbre, ou par l’artifice d’un entonnoir s’elevent en l’air [p. 240] des coupes, des verres, et autres vaisseaux bien formez de la seule matiere de l’eau. Proche de là vous voyez une nymphe de bonne grace, et d’un visage riant, qui laissant aller ses doigts au mouvement que l’eau leur donne, fait jouer des orgues avec autant d’harmonie et de concert, que ceux qui les mirent les premiers en usage dans les eglises de France sous Louis le Debonnaire. Il y a pres de la fenestre un Mercure, qui a un pied en l’air, et sonne d’une trompette, comme s’il avoit changé de naturel pour s’accommoder à l’humeur guerriere du prince qui l’a receu dans son chasteau, et qu’il animast les François au combat, luy qui ailleurs porte les marques de la paix en sa main, et les traités en sa bouche.
Si vous entrés dans un autre, vous rencontrés d’abord un dragon qui, battant des aisles, jette des torrens d’eau de la bouche, il n’a point d’autre venin. Autour du dragon vous avez une quantité d’oyseaux, que vous jureriez estre naturels et sans artifice, qui sont un ramage plus agreable que celuy des forests, surtout le rossignol se tue d’emporter le dessus, comme s’il vouloit charmer ce dragon [p. 241] par la douceur de son chant. D’un autre costé, vous avés le plaisir de considerer dans le bassin d’une fontaine l’appareil d’un triomphe marin, mille poissons les uns en escailles, les autres en coquilles, repliés et entortillés les uns dans les autres, comme les flots qui les portent, et au milieu de cette troupe, s’eslevent deux tritons, qui jouent de leur trompe, devant le chariot d’un Neptune qui le suit en posture de roy, la couronne de jonc en teste, le trident en une main, les resnes de ses chevaux en l’autre, qu’il manie et gouverne en maistre. Vous voyez aussi des forgerons, le visage tout crasseux, et barbouillé de suye, qui battent le fer sur une enclume à grands coups de marteau. On pouroit dire que ce sont des cyclopes, qui forgent des armes au roy, comme ils en ont forgé chez les poetes pour Achille et pour Enée.
Un peu plus bas se void une autre grotte, qui est la sale d’Orphée, où ce chantre anime les bois, les rochers, les bestes et les oyseaux, et leur inspire un certain mouvement de joye, qui leur fait allonger les flancs et la teste, tremousser des ailes, hausser et abbaisser les branches, et danser [p. 242] à la cadence, comme dans un balet. Les douze signes du zodiaque y marchent avec les mesmes regles que les estoilles au ciel. Bacchus assis sur son tonneau, et tenant le verte en main, convie les assistans à bois à la santé du prince ; mais fort peu luy font raison, car ses caves ne sont pleines que d’eau. »

Coulon, Louis

Description par Louis Le Laboureur du petit appartement du roi au Château-Vieux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 1] Mademoiselle,
Je ne veux point vous surprendre, preparez vous [p. 2] à lire une grande lettre ; mais si le discours en est long, la matiere en est belle. Avec cela c'est une piece que l’on a souhaitée de moy ; et en voicy l’histoire en peu de mots. Nous avons eté ces jours passez voir de petits cabinets que le Roy s’est fait faire depuis peu à Saint Germain. O la belle chose ! un de vos amis qui se trouva tout proche de cet admirable lieu, et qui y entra avec nous, veut que je vous en fasse la description. Pour moy je ne say [p. 3] pas à quoy il pense. Il auroit bien meilleure grace de faire luy meme ce qu'il conseille aux autres ; et j’ai vingt raisons pour l'en convaincre, dont la moindre est qu’il a cent fois plus d'esprit que moy. Mais il n’importe, la chose est resolue ; je lui veux obéir, et vous montrer à tous deux en cette occasion que rien ne m'est impossible quand il s’agit de vous satisfaire.
Vous savez bien que ce chemin si clair
Qu’on voit au ciel pendant la nuit obscure,
Meine au Palais du grand dieu Jupiter,
Comme un auteur digne de foi l'assure ;
[p. 4] C’est Ovide, et cela suffit.
Mais vous ne savez pas peut estre
Qu’à Saint Germain, tant le jour que la nuit,
Depuis deux ans on en voit apparaître
Un autre en l’air qu’a voulu qu’on y fît
Monsieur Colbert, des Bâtiments le Maître.
Il est si beau, si belle en est la vue,
Qu'en y passant, les yeux sont eblouis !
Et ce chemin meine et sert d'avenue
Aux cabinets de notre grand Louis.
C’est un haut et magnifique balcon que l’on a fait au vieux château, le long des appartements du Roy et de la Reine, du côté qui regarde le nord. Cette piece apporte tant d’ornement et tant de commodité à ce palais, qu’on la croit aussi ancienne que [p. 5] tout le reste du bâtiment. On se persuade qu’elle y a toujours été, parce qu’elle y devoit toujours etre ; et c'est ainsi que l’on est surpris tous les jours en voyant le succez des ordres de ce genie universel qui prend le soin de ces choses, et qui sait si bien donner la dernière perfection à tout ce qui dépend de son ministere.
Toute la cour donne le nom de terrasse à ce balcon ; et en effet, il est assez large pour meriter qu’on l’appelle ainsi. Vous pouvez [p. 6] juger, apres la promenade que vous avez faite ici pendant la saison des cerises, si nous devons nous connoitre en belles vues : quoy qu’il en soit, Mademoiselle, je vous dis maintenant en prose qu’il n’y en a point de plus riche au monde ni de mieux variée que celle qui se presente devant la terrasse dont je vous parle. De là on a le plaisir de se promener des yeux dans les jardins du Roy et à plus de quatre lieues aux environs, dans des valons et sur des coteaux [p. 7] qui font une perspective admirable.
Tant de si doux objets ; une découverte si avantageuse ; le voisinage d’une grande foret et d'une grande riviere ; la pureté de l'air, et je ne say combien d'autres belles choses qui se rencontrent heureusement ensemble à Saint Germain en font aimer le sejour au Roy, et sont cause que le vieux château l’emporte aujourd'hui sur tous les modernes. Voilà ce que c'est que d’avoir eu du commencement la nature [p. 8] favorable ! Cela fait bien voir que ce n’est pas la belle architecture qui rend les palais agreables et qui les fait habiter.
Admire qui voudra la pompe de cet Art ;
La charmante nature a des graces à part
Qui touchent davantage et les yeux et les ames.
On ne peut m’opposer de valables raisons.
Nature fait les belles femmes
Et les belles maisons.
C’est elle qui donne les belles scituations et les beaux paisages ; et comme elle ne fait pas de semblables liberalitez à tous ceux qui batissent, il arrive de là aussi qu’on voit assez de riches bâtiments [p. 9] et peu de belles maisons.
Monsieur Le Brun, avec qui nous avions fait la partie, nous mena d’abord sur cette terrasse : la compagnie fut surprise et charmée d’une veue si accomplie ; et il n’y eut personne qui ne s’imaginât estre passé dans l’ancienne Assirie ou dans l’ancienne Egypte par la machine de quelque songe, et se trouver dans ces jardins suspendus, dont on a fait tant de bruit. Cette vision n’etoit pas si hors de raison qu’on diroit bien, et vous le connoitrez par [p. 10] la suite. On peut de cette terrasse aller à la chambre du Roy, qui s’habilloit alors :
En ce lieu neanmoins parurent peu de gardes ;
La liberté s’y trouvait comme ailleurs ;
Et le nombre des hallebardes
Le cedoit à celuy des fleurs.
Nous y marchions entre deux rangs de lauriers cerises, de tricolors, de jasmins et de tubereuses, et tandis qu’avec un petit cristal dont je me sers pour allonger ma courte veue, je cherchois notre Montmorency d’où nous etions partis, notre conducteur alla s’assurer de l’ouverture [p. 11] des cabinets, et nous vint rejoindre après avoir obtenu la permission de nous y faire entrer.
Il nous falloit passer devant une porte qui repond de la chambre du Roy sur cette terrasse ; elle etoit ouverte et si fort assiegée de courtisans, qu’il n’y avoit presque point de place pour aller au delà. Le roi etoit alors auprès de cette porte, et c'est d’où venoit une si grande presse. Je tachay de le voir en passant, mais ce fut en vain ; l’eclat de sa personne est si [p. 12] grand que j’en fus frappé, même en ne la voyant pas. J’eus beau avoir recours au petit cristal que je tenois à la main, cela ne servit de rien ; au contraire, mon eblouissement s’accrut au lieu de diminuer ; et j’expérimentay ainsi la verité de ces sages paroles qui disent que celuy qui cherche trop curieusement la Majesté sera opprimé par la gloire.
La terrasse finit à trois ou quatre pas au dessous de cette porte de la chambre du Roy, et c’est à cette extremité [p. 13] que commence de ce côté là le petit appartement que nous allions voir. Il est rangé sur une autre terrasse de plain pied qui regne tout le long d’une autre face du vieux château et qui regarde les cours du château neuf. Il y a, au bout de la terrasse où nous etions, une porte qui nous fut ouverte ; et alors nous entrames dans les lieux tant desirez, où je trouvay encore mille autres sujets d’eblouissement.
En effet, je defie l’imagination [p. 14] la plus riche et la plus heureuse de se former une idée de choses qui puissent montrer tout ensemble tant d’art, tant d’esprit et tant de magnificence. Tous les murs et les plafonds sont revetus de glaces et de miroirs avec des quadres et des ornemens dont l’or fait la moindre richesse. On y marche sur des planchers qui seroient dignes de faire la pompe des plus belles voutes et d’etre au dessus des testes les plus superbes. Ce ne sont que des marbres de [p. 15] toutes les couleurs, des ouvrages en mosaique et des parquets de pieces de rapport. On y voit en tous les coins et en cent autres endroits de grands vases d'argent chargés de fleurs, des pilastres et des termes de meme métal qui portent des filigranes d'or : et tout cela me parut si eclatant que, me ressouvenant de la devise du Roy,
Je crus en verité, sans pousser trop les choses,
Estre, par un miracle à nul autre pareil,
Transporté d’ici bas au palais du Soleil,
Tel qu’on le voit baty dans les Metamorphoses :
Mais le Soleil qui brille en ces lieux enchantez
N’a point ces ardeurs violentes,
Qui font en mille endroits deserter les citez,
[p. 16] Qui noircissent le teint, qui fletrissent les plantes,
Qui dans l’aride sein des plaines languissantes,
S’insinuant de tous cotez,
Vont jusqu’en leurs canaux voûtez
Secher les rivieres naissantes ;
Et n’exposent aux yeux des familles errantes
Que des sablons ingrats de bestes frequentez.
L’astre du ciel où nous etions,
Car d’un celeste nom ces beaux lieux semblent dignes,
Ne repand que de doux rayons
Et des influences benignes
Qui font fleurir ses regions.
Au lieu des chiens brulans, des devorants lions,
Des centaures, des scorpions,
Et de telles bestes malignes
Que l’autre visite en son cours,
Celui cy fait regner les beaux arts en nos jours,
Et son zodiaque pour signes
En ce lieu n’a que des Amours.
Mais ces Amours sont instruits à toutes les belles et grandes choses : ils se jouent avec les lions et les léopards ; [p. 17] ils batissent, ils travaillent, ils vont à la chasse, ils manient les armes, et se montrent capables de tout. On en voit de toutes parts qui sont peints sur des glaces, et dont les différentes postures font autant de douces emblemes. Mais ce qui est singulier en tous ces tableaux, c'est qu’étant peints derriere les miroirs, les premiers traits que le pinceau y a couchez forment la figure telle qu’on la voit ; au lieu que dans la peinture ordinaire ce sont les derniers coups [p. 18] de pinceau qui l’achèvent et qui la finissent.
Monsieur de Pellisson, qui etoit au lever du Roy et qui se trouva sur la terrasse comme nous passions, entra avec nous dans ce beau palais des amours. Nous nous y reconnumes tous deux avec autant de surprise que de joye ; les premieres paroles que nous nous dimes furent de vous, et c’est lui qui m'a conseillé de vous faire le recit de tant de belles choses.
Mais pour m'en acquitter avec honneur, il faudroit [p. 19] que je pusse me ressouvenir icy de tout ce que j’en entendis alors dire à monsieur le comte de Nogent. Vous connoissez la modestie de monsieur Le Brun, qui n’est pas moins admirable que ses ouvrages. Il ne parle bien volontiers que des choses qu'il n’a point faites ; et comme celles que nous regardions viennent toutes ou de ses mains ou de sa tête, il se contentoit de nous les montrer sans nous en faire remarquer l’esprit. Monsieur le comte de Nogent, [p. 20] qui nous a fait la grace de nous aimer un peu, et qui voulut bien alors nous venir joindre, y supplea merveilleusement. Il nous expliqua toutes choses, mais avec un esprit qui luy est singulier et à ceux de son nom ; en sorte, Mademoiselle, que si vous trouvez quelque endroit qui vous plaise dans la description que je vous fais, vous luy en devez avoir toute l’obligation.
Jusqu’icy, je ne vous ay parlé que confusement de tout cet admirable bijou ; [p. 21] mais pour vous en donner une idée plus distincte, il faut que je tache d’imiter le bel ordre que vous gardez dans tous les recits que vous faites. Ces cabinets, car je les nomme ainsi, tant à cause qu’ils tiennent peu de place que parce qu’ils sont joints à la chambre du Roy, qu’ils accompagnent ; ces cabinets, dis je, font entr’eux un petit appartement entier par les pieces qui le composent. Aussi le Roy appelle cela sa chambre particuliere, pour en faire la diference [p. 22] d'avec l’autre, qui est ouverte à toute sa cour.
Je vous ay fait entendre que nous y entrames par une porte qui est au bout de la terrasse où nous etions venus d'abord ; mais je vous y veux donner une autre entrée pour vous faire voir chaque chose en son rang, et c’est par la chambre du Roy. Admirez un peu le credit que je me donne icy. Le premier lieu qui se presente de ce coté là est une antichambre, dont les lambris sont tout de miroirs enrichis d'or : il y en a partout, comme je vous ay dit, et jusqu'aux plafonds.
Au milieu du plafond qui est sur l'estrade à l’entrée que je vous ay promise, est le portrait d’une beauté accomplie qui tient une pomme d'or ; et à la voute, qui est au delà de l’estrade et qui est enfoncée d’une maniere d’architecture fort riche, il y a au fond la figure de Junon qui tient un sceptre et qui a un paon auprès d'elle.
De ces tableaux incomparables
L’un, par sa pomme d'or et ses charmes connus,
Represente aux regards ce qu’ils aiment le plus,
Ce juste arrangement de choses agreables,
Ces yeux brillans et bien fendus
Cette bouche, ce nez, ces cheveux admirables,
Ces roses, ces lis répandus
Qui cachent de doux homicides ;
Tous ces pieges enfin subtilement tendus
Où l’on a veu tomber les dieux et les Alcides,
C’est la Beauté.
Et l’autre qu’on a peint sur le meme modelle,
Cette Junon pleine de majesté,
Est la supreme autorité,
Altiere et jalouse comme elle.
Cette dernière figure toute royalle est accompagnée de diverses emblemes qui sont rangées alentour, dans les pans de l’enfoncement de la voûte. Vous ne doutez pas, Mademoiselle, que ces emblemes ne soient [p. 25] peintes avec toute l'excellence de l'art ; mais vous ne savez pas ce qu’elles représentent, et je vais vous l'apprendre. Ce sont les inclinations du Roy. Cela devoit être touché d'une façon poetique qui fut aussi agreable que judicieuse et spirituelle. C’est ce que l'on a fait, et vous l'allez voir.
Comme les diferentes inclinations que l’on a pour les choses sont, à les bien entendre, autant de diferents amours qui y portent les hommes dès leur [p. 26] plus tendre jeunesse, on ne pouvoit pas mieux, ce me semble, figurer celles du roi, toutes sérieuses et toutes grandes qu’elles sont, que par de petits amours appliquez attentivement à ces memes choses. Aussi monsieur Le Brun, qui est un excellent poete en toutes ses peintures, n’y a pas manqué en celles cy. Il s'est tout à fait bien servi de ces petits symboles dans un dessein si vaste, et cela produit le plus agreable effet du monde.
Il a consideré diferemment [p. 27] les inclinations du Roy, les unes comme luy venant de la nature, et les autres comme luy étant données par la raison. Les premieres, telles que la chasse, la musique et la danse, n’ont pour objet que le seul plaisir ; et les autres, comme le commerce et la guerre, regardent le bien et la gloire de l’Etat. Pour representer ces différentes choses, monsieur Le Brun s’est servi partout de memes acteurs, mais qui font de diferentes actions et qui sont toutes [p. 28] proportionnées à leur age, ce qui rend la fiction tout à fait agreable.
Ainsi l’on y voit avec grand divertissement un de ces petits amours chasseurs qui s’est passé la tête dans un cor, qui l’embarrasse ; et un autre qui, aimant la musique, touche une viole de ses doits, et prete en meme temps l’oreille fort attentivement, comme si le son que l’on tire de cet instrument avec la main seule pouvoit estre bien harmonieux.
[p. 29] Surtout je pris plaisir à voir
La posture diverse
De ces jeunes enfants qui marquent le commerce,
Occupez de tout leur pouvoir,
Comme negociants d’un notable savoir,
A tenir leurs journaux, les lire,
Charger, rayer, chifrer, ecrire,
Conter argent, payer et recevoir.
D’autres, pour qui la gloire a de plus nobles charmes,
Dans un quadre opposé cherchent d'autres emplois :
L’un prend l'epée, un autre endosse le harnois ;
Et faisant tous l’essay de quelques pieces d'armes
Montrent qu’ils ont le cœur françois,
Qu’ils aiment les fameux explois
Et qu’ils craignent peu les alarmes.
Mais le peintre savant,
Voulant montrer que bien souvent
Tel se met en campagne et commence la guerre,
Qui ne peut à son gré la terminer après,
En a figuré tout exprès
Un d’entre eux que son casque serre,
Et qui de ses deux bras, trop foibles et trop courts,
Ne pouvant plus l’oter de sa tête enfantine.
Semble appeller à son secours
[p. 30] La troupe voisine
Des autres amours.
De là, à main gauche, est une chambre destinée au repos du Roy, où l’on voit dans l’enfoncement de la voute, qui est faite en coupe, trois petits amours qui sont peints d’une manière inimitable. Ils tiennent tous trois de toutes leurs mains un meme lustre avec un empressement merveilleux ; et quoiqu’ils paroissent fort empeschez à en soutenir le poids, qui est trop grand pour la petitesse de leur corps, la peinture [p. 31] est si artistement faite qu'on apperçoit neanmoins à leurs yeux et sur leur visage la joye qu’ils ont à eclairer le Roy avec ce lustre.
Il y en a quatre autres autour d’eux dans le fond de la coupe ; mais ils ne leur ressemblent pas. Je n’ay jamais rien veu de si opposé : ils ne respectent aucune puissance, et n’epargnent ni les heros ni les dieux memes.
Le premier, pour faire voir qu’il exerce son empire jusque dans les cieux, [p. 32] tient, ce me semble, un cygne et un aigle dont il contraignit autrefois Jupiter de prendre la figure.
Le second, voulant montrer que les enfers n’ont pas moins ressenti aussi son pouvoir, arbore, pour marque de la victoire remportée sur Pluton, le sceptre fourchu de ce dieu, qui, d'ailleurs, representant la richesse, donne par sa defaite un double triomphe à l’amour.
Le troisieme, qui n’est guere moins fier, se rit de la force guerrière, et se [p. 33] fait un trophée des armes de Mars.
Le dernier ne traite pas mieux la force héroïque : il se joue de la depouille d'Hercule ; et, non content de montrer la massue de ce domteur de monstres jettée à ses pieds avec une quenouille, le petit emporté prend encore la peau du lion : il se la met sur la teste et s’en coeffe plaisamment comme s’il en vouloit faire une mascarade.
Sur les cotez de la coupe, on voit les divertissements [p. 34] du Roy qui sont representez par ses maisons de plaisance ; et l'on y remarque entre autres Saint Germain, Versailles et Fontainebleau. Mais, parce que le Roy a bien montré qu’il fait aussi ses plaisirs des travaux de la guerre, on n’a pas oublié d'en peindre une petite image auprès de cette derniere maison, par la representation du camp qu’il y a fait faire autrefois.
Au plafond de l'alcove, qui est entourée de force jeunes amours peints sur [p. 35] les glaces du lambris, on voit le tableau d'une deesse qui n’etalle pas seulement tous les charmes de la beauté sur son visage, mais qui repand aussi de ses mains toutes sortes de pieces d’or et d’argent, et qui a encore derriere elle une corne d'abondance dont il sort quantité d'autres richesses.
Il n’est pas besoin, Mademoiselle, de vous dire que cette nymphe represente la magnificence ; vous devinez des enigmes qui sont bien plus dificiles ; [p. 36] mais que vous semble de la scituation que monsieur Le Brun luy a donnée ? Ne trouvez vous pas qu'il l’a placée bien judicieusement dans le voisinage de tous ces petits audacieux ?
N’en deplaise à tous les amours
Que tant de victoires couronnent,
Cette belle qu’ils environnent,
Prete aux amants de grands secours.
Il y a sur l'estrade un lit à la romaine, dont les rideaux, qui etoient retroussez, sont d'un tissu d'or et d'argent qui me parut un ouvrage aussi nouveau qu’il est riche. Le dossier [p. 37] du lit est un relief d’argent à jour, où l’on voit au coté droit un petit amour qui conte curieusement les dents d’un lion, et un autre de l’autre coté qui tient doucement un leopard au cou. Il y en a un troisieme au dessus d’eux qui est assis sur un aigle au milieu du dossier, d’où il menace tout le monde d’une fleche qu’il tient couchée sur son arc.
Comme les princes et les souverains n’ont point de plus seure garde que l’amour, je m’imagine que [p. 38] celuy là est en faction, et qu’il veille à l’entour du lit du Roy ; mais tandis qu’il est ainsi à l’erte, on en voit quantité d’autres aux glaces du lambris de l’alcove qui sont dans une posture paisible, et qui invitent au repos ceux qui les regardent.
Celuy cy, le doit sur la bouche,
Semble imposer silence à tous ;
Celuy là, fatigué de tirer trop de coups,
Ote son carquois et se couche.
Un, que le grand jour effarouche,
Eteint de son flambeau les feux cuisans et doux.
Un autre enfin, qui n’est ni peureux ni jaloux,
S’endort et fait bien voir qu'aucun soin ne le touche.
Ainsi tous ces amours promettent le repos ;
Et je n’en vis qu’un seul, dans un coin de l’estrade,
[p. 39] Qui se tenoit en embuscade,
Et decochoit un trait dispos.
Mais ce trait est un coup de ùaître,
Que l’illustre Le Brun fait là bien à propos :
Sa pensée est d’instruire, et de faire connetre
Que l’amour est un petit traitre ;
Qu’il s’en faut defier de loin comme de près,
Et qu’en quelque etat qu’on puisse etre,
Il est bien mal aisé d’echapper à ses traits.
Mais ce jeune avanturier n’est pas encore si dangereux ni si formidable que celuy dont je vais vous parler ; il y a bien à dire. Il n'est auprès de lui tout au plus que,
de la plebe degli Dei,
pour me servir des termes de l’Aminte du Tasse ; et l'autre, bien au contraire,
[p. 40] E tra grandi e celesti il piu potente.
En voicy la raison. C'est que le premier n’a qu’un but et qu’une visée, au lieu que cet autre tient au bout de sa fleche quiconque est si hardi que de le regarder. On a beau changer de place et se tourner de tous cotez, on est toujours à sa mercy, toujours à la pointe de son trait ; et y eut il cent personnes à le voir, il les mire tous ensemble et chacun en particulier. D’ailleurs, il n'épargne ni l’habit ni la profession ; et je vous nommeray [p. 41] des gens de notre compagnie qui me parurent tout embarrassez de voir qu’il donnoit sur eux aussi bien que sur les autres.
Pour voir ce mauvais garçon, il faut entrer dans un cabinet qui tient à la chambre que je viens de vous montrer, et qui est la dernière piece de l'appartement. Il est pris dans une petite tour voisine qui fait le coin des deux terrasses dont nous avons parlé : sa figure est octogone, et l’on y voit des miroirs dans tous les lambris, [p. 42] et des filigranes d'or et d'argent rangées sur la corniche qui regne tout autour, comme dans les deux autres pieces precedentes. Il y a encore dans ce cabinet deux grandes figures d’argent, qui sont si hautes et si bien faites, qu’on en demeure tout surpris en entrant.
L’une represente Apollon,
Lors que, dans l'aimable vallon
Où serpente le doux Penée,
Joignant la nymphe qui le fuit,
Il n’a de sa course obstinée
Rien que des feuilles pour tout fruit.
C’est de cette belle fugitive qu’est venu en ligne directe [p. 43] le jeune laurier qui est dans votre jardin, et dont vous m’avez promis une couronne quand il sera plus grand.
L’autre figure est aussi belle,
J’eus bien longtemps les yeux dessus ;
Mais de dire comme on l'appelle,
Excusez moi, de grace, il ne m’en souvient plus.
Le terrible assaillant que je vous ai tant vanté est au plafond de ce cabinet ; et comme ses coups sont inevitables, on ne voit aussi partout sur les glaces du lambris que des emblemes qui ne parlent que de ses prises et de ses conquestes.
[p. 44] Le cœur fidelle qui est representé par une colombe qu’un petit amour tient à la main ; l’humeur altière et la causeuse qui sont figurées par de jeunes amours qui tiennent l'un un paon et l'autre une pie ; enfin, je ne sais combien d’autres diferents symboles de diferents amours sont peints là de toutes parts, comme autant de prisonniers de guerre qui ont eté faits par ce victorieux.
Ne croyez pas, Mademoiselle, qu’il n’ait point d’autre fleche à tirer que [p. 45] celle qu’il presente ; on lui en appreste à tous momens de nouvelles : et c’est pour cela sans doute que l’on voit dans le meme lambris un autre petit amour à l’ecart, qui est occupé à eguiser et afiler des traits. Il est merveilleusement attentif à son travail, et, pour moy, je pense que c’est un officier des plus experts à qui le prince qui est au plafond a donné particulierement cette charge dans sa maison.
Il y a dans l'ouverture de la cheminée un grand vase [p. 46] d’argent qui fait cent petites fontaines jaillissantes à discrétion ; et cela sert, quand on veut, à rafraichir agreablement le lieu en eté. Au manteau de cette cheminée, on voit les quatre elements en quatre figures separées qui composent un quarré ; et dans le milieu est un amour triomphant, qui, avec toutes ces figures elementaires jointes ensemble, tient un portrait merveilleux dont il tire toute sa gloire et toute sa puissance.
[p. 47] Tout fier de tenir cette image,
Il insulte aux plus grands vainqueurs,
De ce qu’ils n'ont autre avantage
Que d’accroistre leur héritage
Par la force et par les rigueurs
Que Bellone met en usage ;
Au lieu qu’au seul aspect de ce charmant visage,
Il est maitre absolu des plus rebelles cœurs,
Qui viennent tous luy rendre un volontaire hommage.
Là, tel qu’il fut jadis quand de l'affreux Chaos,
Faché de voir le trouble enorme,
Il chassa de la masse informe
La haine et le desordre enclos ;
On le voit gouverner l’air, le feu, l'eau, la terre,
Et de ces ennemis adoucissant la guerre,
Donner à l’univers la paix et le repos.
Avouez, Mademoiselle, que vous etes eblouye de tant de belles choses, et que vous seriez bien aise de trouver maintenant [p. 48] quelque grotte où vous pussiez vous delasser, et prendre un peu de rafraîchissement. Je me doute que cela ne vous deplairoit pas. He bien, vous allez estre servie à point nommé ; il y en a une icy tout proche, où vous verrez, entr’autres choses, un jet d'eau de plus de dix pieds de hauteur, et la plus charmante cascade qu’il y ait au monde. Il ne faut que repasser dans l'antichambre, par où je vous ay fait entrer de la chambre du Roy.
Vous ne me croyez pas ; car quelle apparence qu’on puisse trouver une grotte, avec des jets d’eau et des cascades, sur un balcon ? Mais il falloit cela aussi pour achever l’enchantement. Venez donc, s’il vous plaist, et faites moi l'honneur de me suivre jusqu'à l'autre bout de ce petit palais.
Au delà de l'estrade de l'antichambre, à main droite, vis à vis des beaux lieux que je viens de vous faire voir, se trouve cette admirable grotte, où, du [p. 50] milieu du plancher qui est d’un marbre de toutes couleurs, il sort un gros jet d'eau qui va jusqu’au plafond attaquer un petit amour qui tient un foudre.
A voir cet amour au travers de l’eau qui le couvre, on diroit qu'il s’offense de l’insulte que luy fait son ennemie, et meme, dans le mouvement de l’eau, il semble qu’il se tremousse, comme s’il vouloit lacher la foudre qu’il tient toute preste sur elle. Mais cette eau se moque de sa colere et de ses menaces ; [p. 51] et, non contente de luy porter son bouillon jusques dans le nez, elle fait encore passer la figure de son jet au travers des glaces du plafond, et forme ainsi un second jet au dessus de ce petit foudroyant, qui, par cet agreable prestige, a l’affront encore de paroitre enfermé entre deux eaux jalissantes.
Au coté le plus apparant de la grotte, contre un mur tout revetu de marbre, et justement au milieu de ce mur, il y a le relief d’un Neptune qui est representé [p. 52] sur son char tiré par des chevaux marins. Cette figure, qui est d’argent, deploye de tous cotez quantité de petites nappes d'eau les plus agreables du monde, et fait ainsi la belle cascade que je vous ay promise.
Mais ce n'est pas la seule figure qui soit dans cette grotte ; j’y en vis quatre autres qui ne luy cedent nullement, ni pour la matiere, ni pour la forme. Ce sont des amours que je n’ozerois appeler petits comme les autres, parce [p. 53] qu’ils me parurent d’une taille assez grande. Ils portent chacun sur leur teste une corbeille chargée de fruits, qui font une infinité de jets d’eau ; mais le jet du milieu de la corbeille, comme le plus haut et le plus fort, domine sur tous les autres, qui se contentent de noyer ces fruits et de faire une douce pluye à l'entour de ces jeunes enfants.
Chacun d’eux est dans une grande coquille, assis cavalierement sur un dauphin qui jette aussi de l'eau ; [p. 54] et ces divers jalissemens se rassemblant dans cette coquille, qui est soutenue par de petits tritons dorez, toute l’eau se repand de là en meme temps dans des bassins de marbre blanc, et fait, en tombant, comme une menue grille d'argent qui emprisonne ces petits dieux marins.
Tous les autres ornements sont de même ; on n’a jamais veu encore un si beau coquillage ; et ce n’est pas seulement à cause qu’il est enrichy de quantité de branches de corail de toutes [p. 55] couleurs, mais aussi parce qu’il est arrangé avec tout l'art imaginable. L'ouvrier s’est aquité en cela tout à fait bien de son devoir.
Ce ne sont que festons, arcs, fruits, pampres, raisins,
Et la peinture encore animant ces rocailles,
Y figure partout à l'entour des murailles
Mille petits Amours marins,
Les uns assis sur des ecailles,
Et les autres sur des dauphins.
Mais ce n'est pas tout encore : cette grotte en produit plusieurs autres, et cela se fait par les miroirs qui sont aux lambris et aux plafonds des chambres, qui representent tous [p. 56] cette grotte à l’envi l’un de l'autre ; en sorte que lorsqu’on luy donne l'eau, on voit aussitot cent cascades pour une, et infinis jets qui se reproduisent de tous cotez. Chaque glace renvoye aux autres la figure des objets qu’elle reçoit ; et ce que l’une n’a pas directement, elle l’emprunte de quelqu’une de ses voisines. Ainsi, rien ne se perd dans ces miroirs, et l’œil y retrouve presque partout l’image de bien des choses qu’il a veues reellement en ces lieux, mais qui ne se [p. 57] peuvent plus voir de la place où l’on est. En voicy un exemple.
On ne saurait voir de l’estrade de l'antichambre le veritable Neptune qui est dans la grotte, parce qu’il est derriere un mur qui le cache. Cependant, on ne laisse pas d’en trouver la figure dans les miroirs de cette estrade, et cela vient d’une seule glace assez eloignée que ce Neptune regarde de coin, laquelle, après en avoir receu l'image, la distribue ensuite à toutes les autres glaces.
[p. 58] Il y a meme quantité d’arbres des jardins d’alentour qui se viennent mirer aussi dans ces chambres par les fenestres qui repondent sur le balcon ; ce qui fait autant de tableaux, de paisages qu’il y a de miroirs. Je vous donne à penser, Mademoiselle, si de tels tableaux sont naturels et si ces arbres sont bien representez.
Nous nous vimes sous leur ombrage,
Et vimes aussi des oiseaux,
Qui passoient dans la cour entre les deux Chateaux,
Peindre dans ces miroirs leur vol et leur plumage.
Voicy bien d’autres choses que j’ay à vous dire, [p. 59] et c'est où j’aurois grand besoin de votre secours pour les exprimer dignement. Agreez donc, s’il vous plaist, que je vous invoque en cet endroit comme la maitresse du Parnasse, et que je vous prie de me preter votre plume pour un moment. Encore une fois, j’en aurois grand besoin, et ce seroit afin de pouvoir vous dire avec toute la force et la delicatesse de notre langue que le Roy vint en ces beaux lieux comme nous etions si fort occupez à les admirer, et [p. 60] qu’il nous fit voir dans ce temps là celuy qui est le mieux fait de tout son royaume. Il etoit seul et ne fut jamais vetu plus simplement ; cependant, il effaçoit la pompe et la magnificence meme.
Alors, je vis en sa personne
Tout ce riche appareil de gloire et de splendeur
Qui peut accompagner une vaste couronne,
Et par le saint respect que la Majesté donne,
Fait la véritable grandeur.
Je vis dans ses regards, sur son front, en son geste,
Parmi les graces, les appas,
Tout ce qu'on peut voir icy bas
De fort, d’auguste et de celeste.
Je ne m’etonnay plus de ses divins explois,
De ses succès, de ses conquestes ;
Et je dis alors plusieurs fois :
Louis est un miracle, il est le Roy des Roys.
[p. 62] Il est né pour ranger l’Univers sous ses loix,
Et mettre sous son joug les plus superbes testes.
Avec luy l’allegresse entra dans tous ces lieux,
Et soudain les miroirs, avides
De faire le portrait de ce Victorieux,
Quitant tout autre objet, eures leurs glaces vuides,
Pour ne plus figurer qu’un Louis à nos yeux.
Je ne vis plus alors que ce Roy glorieux ;
Son image partout me parut eclatante,
Et ravi de la voir si belle et si frequente,
Moi qui brule pour luy d'un zele ambitieux,
Je crus voir du Ciel radieux
Descendre autour de moy la machine roulante,
Et me trouver parmi les Dieux.
Après que le Roy s’en fut allé et que j’eus un peu recueilly mes esprits, que sa presence avoit mis en desordre, je vins à faire reflexion sur son merveilleux naturel à propos du bel endroit [p. 62] où nous etions. Je ne pouvois assez le louer, de la force qu’il a dans ses affaires, et de la delicatesse qu’il montre dans ses divertissemens. J’admirois que, dans les grands desseins qu'il medite pour le salut et la gloire de son Etat, il put encore penser à toutes les belles choses, et les ordonner avec une connoissance si parfaite et si universelle.
En effet, il se partage en cent occupations diferentes, et il est tout entier à chacune. Il regle ses finances, il assure le repos à ses [p. 63] sujets, il assiste ses alliez, il reprime les infidelles, et, au milieu de tout cela, il ne laisse pas de cultiver les arts et les sciences. Faut il qu'il fasse la guerre, il en dresse le plan dans son cabinet ; il l’execute aussitot luy meme à la campagne, malgré les ardeurs de l’eté et les glaces de l'hiver ; et c’est, Mademoiselle, ce qui vous l’a
fait appeler si heureusement le Heros de toutes les saisons.
Est il sollicité par ses voisins de faire la paix, il arrete, à leurs prieres, le torrent [p. 64] de ses armes, que nulle force etrangère ne pouvoit ni retenir, ni soutenir. Il donne seul la paix à toute l’Europe ; et après avoir joint des provinces entieres à son royaume, non seulement il essaye de l’enrichir par l’etablissement du commerce et des manufactures, mais il travaille encore tous les jours à l'orner par les palais et les maisons qu'il y fait batir ou qu'il embellit.
Ces nobles divertissemens meritent des louanges aussi bien que les travaux [p. 65] les plus serieux. Il est beau de se jouer quelque fois de la sorte, et les rois n'ont que trop d'illustres exemples qui les y invitent.
Ainsi, la haute intelligence
Qui gouverne cet ynivers,
Apres tant d'ouvrages divers,
Tant d’astres, de fleuves, de mers
Qui montrent sa toute puissance,
Veut bien, pour recreer les yeux,
S’exercer encore en tous lieux
A cent autres petits ouvrages.
Tantot sur des moules nouveaux
Faits de ses mains doctes et sages,
Elle se plaist, le long des eaux,
A former divers coquillages.
Tantot elle descend jusqu’en nos Jardinages
Pour y peindre toutes les fleurs ;
Et dans les champs et les bocages,
Enseignant aux oiseaux de diferens ramages,
On la voit de mille couleurs
Distinguer encor leurs plumages.
[p. 66] Mais c’est assez de vers et de prose ; je prends un peu trop l’essor : il est temps de me reposer, et de finir cette lettre, qui vous assurera de mes respects et que je suis,
Mademoiselle,
Vostre tres humble et tres obeissant serviteur,
Le Laboureur
De Montmorency, ce 4 septembre 1669. »

Le Laboureur, Louis

Description par Martin Zeiller des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 82] Ein offnes Stättlein 4 oder fünff Frankösische Meylen von Pariß gelegen ; allda der Lufft trefflich gesund ist ; unnd daher die Könige gern sich allhie auffgehalten, unnd werden auch die Konigliche Kinder offtmals zu erst allda erzogen. Hat ein Adeliches NonnenCloster, in welches aber nicht Jedermann, solches zu sehen, gelassen wird. Das vornemste, so an diesem Ort zu besichtigen, ist das Königliche Schloß, oder Lusthause ; so von Theils, sonderlich der Wasserwercke halber, dem obbeschriebnen Schloß Fontaine-bleau vorgezogen werden wil. Ligt auff einem Berglein, und wird in das alt, une newe, abgetheilet. Das Alte solle König Carl der Fünffte entweder erbauet, oder das vorige wider auffgeführet, und ernevert haben. König Franciscus der Erste hates verbessert ; dessen die Camin von Ziegelsteinen Zeugnuß geben, an denen allenthalben, wann man zu dem obersten Tach hinauff steiget, der Buchstaben F. zusehen. Der Zimmer, so weit seyn, werden 63. Gezehlet, schlecht gewest seyn. Zur rechten deß Thors, ist die Capell, auch fast nur von Ziegelsteinen erbauet. [p. 83] Ausserhalb dieses alten Schlosses, ist ein Thiergarten, so in der Länge 2 Meylen begreifft, darinn ein Pallemaille, oder so genanter Spilplatz mit kleinen Kugeln, auff dessen seiten, nach der Länge, man gute Gelegenheit, demselben Spil zuzusche, oder da zu ruhen, hat. Unden im Graben werden die Hirsch, und seltzame Vögel, verwahret. Das new Schloß, oder Lusthause, ist viel prächtiger, und vom König Henrico IV erbauet. Die Cammeren, und Gallerien, oder gewölbte Gänge, seyn für den König, und die Königin, getheilet : deß Königs Galleria hat zu oberst das emblema : Duo protegit unus ; namlich die beyde Königreich, Galliae, et Navarrae, beschützt ein König. Uber der Thür stehet obbesagtes Schloß Fontainebelleau. Auff den seiten seyn underschiedliche Stätte. Der Königin Galler ist mit gar grossen gemahlten Taflen, auß dem Ovidio, und andern, geziehret. Es seyn auch sonsten noch 4 Gallerien allda. In den Camern sein die Camin von dem schwärtzesten Marmel ; darinn man, bey heitern Himmel, die Lands Gelegenheit umb S. Cloud, sehen kan. Es seyn da Königlicher Bäder, und was darzu gehört ; Item, 2 Vogelhäuser, und allerhand Königlicher Zeug zum Vogelstellen. Von dannen gehet man zu de Grotten, oder cryptis substructis, zwey steinerne Stiegen hinab, deren die eine 45 die ander 36 Staffel hat.
Die Frantzosen wolle, daß diese schone un künstliche, mit Meerschnecke, Muschlen, seltzamen Meer : und andern Gewachsen, und Steinen, außgesetzte Gewolbe und sonderlich das Wasserwerck, alle andere in Europa ubertreffe : wiewol die Brabanter, das Wasserwerck zu Brüssel, diesem zu S. Germain, vorziehen wollenmit welchen es aber Goltnitzius nicht helt ; sondern hierinn den Frantzosen beystimmet, als der auch das zu Brüssel, und die in Italia, gesehen hat. Der besagte Grotten allhie, zu S. Germain, seyn funff, deren eine drucken ; allda man sich im Sommer erkülen, und auff halte kan : die andern viere seyn Wasserreich ; in deren Ersten ein Drach, so den Kopff, und Flügel, beweget, und gar viel Wasser außspeyet ; allda auch ein Nachtigal, und Guckuck, singen, une mit einander streiten thun. Auff den seiten feyn 2 Bilder von schwartzem Marmel, die auch Wasser außschütten. In der andern Grotte ist, gleich bey der Thür, ein Schlang, die auß dem Munde Wasser gibt. Eine Jungfraw bewegt das Haupt, und wendet die Augen hin, und her, als ob Sie die Zuhörer, und Frembde, ansehen thette, und schlägt gar lieblich auff einer Orgel. In der mitten stehet ein Lisch von schwartzem Marmel, auff welchen man ein Rohr steckt, unnd darzu underschiedliche Instrumenten nimbt, und damit allerley verwunderlich, und künstliche Sachen vorstellet. Beym Fenster ist ein Lisch von Marmel, unterschiedlicher Farben ; Item, hin, unnd her, Spiegel, unnd Muschlen, auch ein Meerschwein ; unnd hat man, wann man auß solcher Grotte, oder Grufft, gehet, die neben seiten in acht zunehmen. Die dritte ist dem Neptuno zugeeygnet ; allda ein Krantz auff einer Kugel, so von dem Wasser herumb gedrahet wird, und tröpflein, wie die Perlein, von sich wirfft. Es ist da auch ein Schmitten ; Item Papir-Mühlin ; ein Nachtigal, so singet ; Item, zween Engel auff den Seiten ; wann die mit jhren Posaunen blasen, so kompt Neptunus, mit seinem Scepter, auff einem Wagen, den 2 weißlechte Pferde ziehen, sitzend, durch eine Thür, so sich auff thut, herfür, helt wenig still, und begibt sich darauff wider in seine Höhle : und wann die Thür zugehet, so höret man die Posaunen wider. Es ist, in dem man dieses besichtiget, nahend ein Stuel, welcher wan man sich nicht mit Vortheil darauff setzet, einen hauffig bespritzen thut. So gibt auch der mit Steinlein eingelegter Boden Wasser genug von sich ; Die vierte Grotte, Grufft, od Crypta, ist etwas nidriger, aber die allerschönist, und künstlichste.
Wann man hinein gehet, kompt einem gleich das Wasser entgege : der Orpheus, [p. 84] auff der Either spilend, und das Haupt bewegend, tritt herfür ; so anmütig zu schen, und lieblich zu hören. Von beyden seiten stehen umb ihn her underschiedliche wilde Thier, die mit Ihme fort gehen ; dar zwischen die fruchtbare Bäum sich neigen, oder bucken, unnd die Felsen mit Zweigen, dar auff Vögel, so quitzern, sitzett, gezieret seyn. Man sihet auch die zwölff Himmlische Zeichen, die in richstiger Drönung fortgehen. Es sitzet da der Bacchus auff dem Faß, so in der Hand einen Becker hält : Item, seyn zu schen, das Paradeitz, die Höll, dz Meer, Kriegsschiffe, die viere Element ; Item, dieses Schloß S. Germain, und an dessen einer seiten, wie der König, mit den Fürsten, unnd Auffwartern, auff einem Schiffe fähret, und, auff der andern, ein Delphin, und Engel, so vom Himmel herab steiget. Bald folgen Neptunus, Mercurius, unnd Jupiter ; und anders verwunderliches Ding mehr. Es seyn auch da die vier Haupt-Lugenden von weissen Marmel, so vorhin vor dem Palais zu Pariß gestanden. Es schreibet Andreas du Chesne, das die Alten nicht gewust haben, das Wasser höher zu treiben, als sein Vrsprung is, und weren wir, sagt Er, und unsere Nachkomlinge, in dieser Vuwissenheit verblieben, wann nicht Claudius von Monconis, Praesident bey de General-Einnehmer Ampt der Königlichen Gefäll, zu Lyon, durch seine sinnreiche, und kühne Erfindung, die er am ersten bey den Brünnen detz newen Schlosses allhie zu S. Germain de Laye ; unnd hernach in der Häusern deß Mareschal von Retz, zu Noisy ; und deß Obristen Parisischen Praesidenten, zu Stim, probirt, den Weg darzu gezeigt hette. »

Zeiller, Martin

Description par Paul Merula des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« Inter Possiacum et Lutetiam Fanum est D. Germano consecratum, quod vulgo S. Germain en Laye : Opidum nonnullius antiquitatis. Arcis fundamenta jecit, vel saltem, ut quidam volunt, Arcem restauravit Karolus V Francorum Rex. Restituit etiam Franciscus I, Venationibus addictior. Superat omnes Regias Domos ; Aeris saluberrimi. Nullius censetur Dioecesios. Silva adjacet caedua, Quercubus consita ; que vulgo Le Bois de Trahison. In ejus angulo, qui opidum ipsum respicit, Mensa Lapidea mihi monstrata praegrandis, ad quam Proditio fertur concepta : quae qualis fuerit et a quibus facta, malo ab aliis explicari, quam in re fatis dubia et incerta errare. Quod quidam narrant Silvae ramos, si in Sequanam projiciantur, statim, Lapideum instar, fundum petere, non ego sum expertus : ideoque nihil temere volo adserere. »

Merula, Paul

Description par Peter Heylyn des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 60] Two leagues from Ruel, is the Kings house of St. Germain en Olay, a house seated on the top of a hill just like Windsore. The town of St. Germain lyeth all about it, the river Seine (of the same breadth as the Thames is at the place mentioned) runneth below it; and the house by reason of the site, having a large command upon the country round about it. The town is poor and hath nothing in it remarkable but the name, which it took from St. Germain, bishop of Auxerre, who, together with St. Lupus, bishop of Troyes, sailed into Britain to root out Pelagianism. The castle or seat Royall is divided into two parts, the old and the new; the old, which is next unto the town, is built of bricks, and for forme is triangular : founded it was at the first by [p. 61] Charles V, since strengthned and beautified by the English when it was in their possession. Francis I added to it the upper story and the battlements, and in memoriam facti hath left a capitall F upon every of the chimnies. The new house, distant from the old about a surlong, and to which you descend by a handsome green court, was built by Henry IV. It consisteth of three severall parts, all joined together, the two outermost quadrangular, that un the middle almost round and in the fashion of a Jewish synagogue. Here we saw the volatory full of sundry forain birds, and in one of the lower rooms great store of outlandish conies; but these were accessories. The principall was the majesty of the house, which is, indeed, worth the observation. The palace of the Louvre, so much famed, is not to be named in the same day with it. The rooms are well ordered, and high roofed, gorgeously set out with the curiosities of the painter. In some of the chambers they shewed us some poeticall fictions expressed by the pencil in the windows and on the wainscot, and seemed to glory much in them. I confesse they might have plentifully possessed my fancy, had I not seen the window of Gerrambury gallery, belonging to the Right Honorable Francis, Viscount St. Albans; a window in which all the Fables of Ovids Metamorphosis are so naturally and lively dissembled, that is ever art went beyond itself, it was in that admirable expression.
Let us now take a view of the water-works, and here we shall see in the first water-house, which is a stately large walk vaulted over head, the effigies of a dragon, just against the entrance; an unquiet beast that vomiteth on all that come nigh it. At The end toward the right hand is the statua of a nymph sitting before a paire of organs. Upon the loosing of one of the pipes, the nymphs fingers began to manage the keyes, and brought the instrument to yield such a musick, that if it were not that of an organ, it was as like is coule be, and not be the same. Unto the division of her fingers, her head kept a porpotionable time; joiting from one shoulder to the other, as I have have seen an old fidler at a wake. In the same proportion were the couterleits of all sorts of mils, weh before very eagerly discharged their functions: [p. 62] but upon the beginning of this harmony, they suddenly stood still, as if they had had ears to have heard it. At the other end towards the left hand, we saw a shop of smiths, another of joiners, and a backside full of sawyers and masons, all idle. Upon the first command of the water, thet all fell to their occupations, and plyed them justily; the birds everywhere tinging, and so saving the artificers the labour of a whistling. Besides, upon the drawing of a wooden courtain, there appeared unto us, two tritons riding on their dolphins, and each of them with a shell in his hand, which interchangeably and in turns served them instead of trumpets. A very happy decorum, and truly poeticall.
Caeruleum tritons vocat, conchaque sonanti
Inspirare jubet,
As Ovid of him.
Afterward followes Neptune himself, sitting in his chariot, drawn with four torroyses, and grasping his tricuspis or three scepter in his hand: the water under them representing all this wile, a sea somewhat troubled. 36 steps from the front of the house we descended into this waterhouse; and by 60 more we descended into a second of the same fashion, but not of an equall length with the other. At the right hand of this, is the whole story of Perseus, Andromeda and the whale lively acted; the whale being killed, and the lady unloosed from the rock very perfectly. But withall, it was so cunningly managed, and that with such a mutuall change of fortune, on the parties of both the combatants, that one who had no known the fable, would have been affraid that the knight would have lost the victory, and the lady her life. At the other end there was shown unto us,
Orpheus in sylvis postus, sylvaque sequentes.
There appeared unto us the resemblance of Orpheus, playing on a treble vial, the trees moving with the force of the [p. 63] musick, and the wilde beasts dancing in two rings about him. An invention which could not but cost K. Henry a great sum of money; one only string of the sidle being by mischance broken, having coste King Lewis his son 1500 livres. Upon the opening of a double-leaved door, there were exhibited to us divers representations and conceits, which certainly might have been more gracefull, if they had not so much in them of the puppet play. By some steps more we descended into the garden, and by as many more into a green, which opened into the waterside; in which the goodliest flower and most pleasing to my eyes, and the statua of an horse in brasse, of that bignesse, that I and one of my companions could stand in the neck of him. Bat dismounting from this horse, we mounted our own, and so took our leaves of St. Germain. »

Heylyn, Peter

Description par Thomas Nugent des châteaux de Saint-Germain-en-Laye

« [p. 135] S. Germains, commonly called S. Germains en Laye, is a small town of the isle of France, in the district of Mantois, situated on a high hill, at the foot of which runs the Seine, about twelve miles to the westward of Paris, and one from Versailles. It is remarkable for the royal castle or palace, which was begun by Charles V and enlarged and beautified by succeeding princes, but especially by Lewis XIV who was born here. The palace is built in the form of a castle, and [p. 136] surrounded with a dry ditch. A magnificent stone gallery runs round the middle of the whole structure, which is of an oval figure, and the roof is covered with thin flat free-stone instead of tiles. The chapel is remarkable for an excellent altar-piece, representing the Lord's Supper, by Poussin. The prospect from the castle is admirable, especially towards the river and the plains, having Paris, S. Denis, and Marli, within sight. There is a curious mall in this castle, with square pavilions built all along, for the conveniency of the players and spectators. Among the improvements made to this place by Lewis XIV he added the terrass of above three thousand paces in length, the grand parterre, and the valley-garden. There are abundance of dry grottos, which afford pleasant retreats in the summer, and several wet ones, with curious water-works, and artificial birds, which make an agreeable sound. In one of the grottos there is a virgin playing on the organs, whose eyes are so artificially moved, that she seems to be alive; in another place there is an Orpheus playing on the lute, and keeping time, while the beasts, birds, woods and rocks seem to follow him, with several representations of the like nature, all put into motion by water. The adjacent forest contains upwards of five thousand acres, and is cut through with an infinate number of large ridings, well replenished with game, which renders it a most agreeable situation for hunting. It was in this castle that the late king James resided with his court during his exile, and here he died in 1701. His body was afterwards interred in the monastery of the English Benedictins in Paris.
The town of S. Germains is well peopled, which is owing to the goodness of the air, and the privileges they enjoy. The houses are high [p. 137] and well built. There are some squares, with several hotels; among the rest, that of the duke of Noailles, which is neatly furnished, and has some handsome gardens. The town has only one parish, an hospital, and some convents, which are those of the Recollects, the Ursuline Nuns, and the bare-footed Augustinians, who live in the forest. »

Nugent, Thomas

Descriptions et commentaires sur la chapelle du château de Saint-Germain-en-Laye dans le Dictionnaire raisonné de l’architecture de Viollet-le-Duc

« [t. 2 ([1856]), p. 430] A l’imitation du roi de France, les grands vassaux de la couronne se firent bâtir, dans leur résidence habituelle, une sainte chapelle, et le roi lui-même en éleva quelques autres. Celle du château de Saint-Germain-en-Laye est même antérieure de quelques années à celle du Palais ; son achèvement ne saurait être postérieur à 1240. Ce très curieux monument, fort peu connu, engagé aujourd’hui au milieu des constructions de François Ier et de Louis XIV, est assez complet cependant pour que l’on puisse se rendre un compte exact, non seulement de ses dimensions, mais aussi de sa coupe, de ses élévations latérales et des détails de sa construction et décoration. La sainte chapelle de Saint-Germain-en-Laye a cela de particulier qu’elle n’appartient pas au style ogival du domaine royal, mais qu’elle est un dérivé des écoles champenoise et bourguignonne.
Nous en donnons le plan [3 : A l’échelle de 0,0025 pour mètre. Nous devons ces dessins à M. Millet, architecte du château de Saint-Germain-en-Laye.]. Conformément aux constructions champenoises et bourguignonnes, les voûtes portent sur des piles saillantes à l’intérieur, laissant au-dessus du soubassement une circulation. La coupe [p. 431] [p. 431] transversale, faite sur le milieu d’une travée, explique la disposition [p. 432] principale de cet édifice. Les formerets A des voûtes, au lieu de servir d’archivoltes aux fenêtres, sont isolés, laissent entre eux et les baies un espace B couvert par le chéneau. Les fenêtres sont alors prises sous la corniche et mettent à jour tout l’espace compris entre les contreforts. Si nous examinons la coupe longitudinale, faite sur une travée, et, faite sur la pile intérieure en BC, nous pourrons nous rendre un compte exact du système de construction adopté. Les fenêtres n’étant plus circonscrites par les formerets sont carrées ; les tympans, étant ajourés et faisant partie des meneaux, ne laissent comme pleins visibles que les contreforts. A l’extérieur, chaque travée est conforme à la fig. 6 ter ; le monument tout entier ne consiste donc qu’en un soubassement, des contreforts et une claire-voie fort belle et combinée d’une manière solide ; car les contreforts (très minces) sont étrésillonnés par ces puissants meneaux portant l’extrémité de la corniche supérieure et le chéneau. Ces meneaux ne sont réellement que de grands châssis vitrés posés entre des piles et les maintenant dans leurs plans.
Le système de la construction ogivale admis, nous devons avouer que le parti de construction adopté à la sainte chapelle de Saint-Germain nous semble supérieur à celui de la Sainte-Chapelle de Paris, en ce qu’il est plus franc et plus en rapport avec l’échelle du monument. La richesse de l’architecture de la Sainte-Chapelle de Paris, le luxe de la sculpture ne sauraient faire disparaître des défauts graves évités à Saint-Germain. Ainsi, à Paris, les contreforts, entièrement reportés à l’extérieur, gênent la vue par leur saillie ; ils sont trop rapprochés ; la partie supérieure des fenêtres est quelque peu lourde et encombrée de détails ; les gâbles qui les surmontent sont une superfétation inutile, un de ces moyens de décoration qui ne sont pas motivés par le besoin. Si l’effet produit par les verrières entre des piles minces et peu saillantes à l’intérieur est surprenant, il ne laisse pas d’inquiéter l’œil par une excessive légèreté apparente. A Saint-Germain, on comprend comment les voûtes sont maintenues par ces piles qui se prononcent à l’intérieur. Les meneaux ne sont qu’un accessoire, qu’un châssis vitré indépendant de la grosse construction. Ce petit passage champenois ménagé au-dessus de l’arcature inférieure, en reculant les fenêtres, donne de l’air et de l’espace au vaisseau ; il rompt les lignes verticales dont, à la Sainte-Chapelle de Paris, on a peut-être abusé. Les fenêtres elles-mêmes, au lieu d’être relativement étroites comme à Paris, sont larges ; leurs meneaux sont tracés de main de maître, et rappellent les beaux compartiments des meilleures fenêtres de la cathédrale de Reims. Les fenêtres de la Sainte-Chapelle ont un défaut, qui paraitrait bien davantage si elles n’éblouissaient pas par l’éclat des vitraux, c’est que les colonnettes des meneaux sont démesurément longues et que les entrelacs supérieurs ne commencent qu’à partir de la naissance des ogives (voy. Fenêtre). Cela donne à ces fenêtres une apparence grêle et pauvre que l’architecte a voulu dissimuler à l’extérieur, où les vitraux ne produisent aucune illusion, par ces détails d’archivoltes et ces gâbles [p. 433] dont nous parlions tout à l’heure. A la chapelle de Saint-Germain, aucun [p. 434] détail superflu : c’est la construction seule qui fait toute la décoration ; et sans vouloir faire tort à Pierre de Montereau, on peut dire que si l’architecte (champenois probablement) de la chapelle de Saint-Germain eût eu à sa disposition les trésors employés à la construction de celle de Paris, il eût fait un monument supérieur, comme composition, à celui que nous admirons dans la Cité. Il a su (chose rare) conformer son architecture à l’échelle du monument, et, disposant de ressources modiques, lui donner toute l’ampleur d’un grand édifice. A la Sainte-Chapelle de Paris, on trouve des tâtonnements, des recherches qui occupent l’esprit plutôt qu’elles ne charment. A Saint-Germain, tout est clair, se comprend au premier coup d’œil. Le maître de cette œuvre était sûr de son art ; c’était en même temps un homme de goût et un savant de premier ordre. L’intérieur de ce monument était peint et les fenêtres garnies probablement de vitraux. Inutile de dire que leur effet devait être prodigieux à cause des larges surfaces qu’ils occupaient. Rien n’indique qu’une flèche surmontât cette chapelle. On ne voit point non plus que des places spéciales aient été réservées dans la nef, comme à la Sainte-Chapelle du Palais, pour des personnages considérables. Il faut dire que la chapelle de Saint-Germain-en-Laye n’était que le vaste oratoire d’un château de médiocre importance. Tous les détails de ce charmant édifice sont traités avec grand soin ; la sculpture en est belle et entièrement due à l’école champenoise ainsi que les profils.
[…]
[t. 8 (1866), p. 55] Dès 1240, des maîtres avaient jugé à propos d’ajourer non seulement les écoinçons inférieurs, mais aussi les écoinçons supérieurs des roses. Ce fut à cette époque que l’on construisit la chapelle du château de Saint-Germain-en-Laye. Cet édifice, dont la structure est des plus remarquables, tient autant aux écoles champenoises et bourguignonne qu’à celle de l’Ile-de-France. L’architecte ne pouvait manquer d’appliquer ce système de fenestrage à la rose. Cette chapelle, depuis les travaux entrepris dans le château sous Louis XIV, était complètement engagée sous un enduit de plâtre. La restauration de cet [p. 56] édifice ayant été confiée à l’un de nos plus habiles architectes, M. Millet, celui-ci reconnut bien vite l’importance de la sainte chapelle de Saint-Germain-en-Laye ; il s’empressa de la débarrasser des malencontreux embellissements qu’on lui avait fait subir, il retrouva l’arcature inférieure en rétablissant l’ancien sol, et fit tomber le plâtrage qui masquait la rose. Or, cette rose, une des plus belles que nous connaissions, est inscrite dans un carré complètement ajouré. Son ensemble, tracé en A (fig. 9), se compose de douze rayons principaux, les quatre écoinçons étant à jour et vitrés. L’architecte a voulu prendre le plus de lumière possible, car les piles d’angles qui portent les voûtes (voy. le plan partiel B) font saillie sur le diamètre de la rose ; le formeret portant sur les colonnettes a laisse entre lui et la rose l’espace b, et le linteau qui réunit la pile à l’angle de la chapelle est biaisé, ainsi que l’indique la ligne ponctuée c, afin de dégager cette rose.
Pour indiquer plus clairement le tracé de la rose de la sainte chapelle de Saint-Germain-en-Laye, nous n’en donnons qu’un des quatre angles, avec un de ses écoinçons ajourés, à l’échelle de 0 m. 02 pour mètre. On remarquera qu’ici encore, conformément aux dispositions des premières roses, les colonnettes sont dirigées, les chapiteaux vers le centre. Les douze rayons principaux, étrésillonnés par les cercles intermédiaires D, offrent une résistance considérable. A leur tour, ces cercles intermédiaires sont étrésillonnés par les arcatures F et par des colonnettes intermédiaires. Quatre de ces colonnettes secondaires sont parfaitement butées par les grands cercles G des écoinçons, les huit autres butent contre le châssis. Quant aux rayons principaux E, quatre butent suivant les deux axes, et les huit autres sont maintenus par les trèfles H, qui, à leur tour, étrésillonnent les grands cercles d’écoinçons G. L’appareil de ce réseau de pierre est excellent, simple et résistant. En L, nous donnons la section du réseau principal ; en M, celle des redents. L’extérieur de la rose étant en V, on remarquera que le profil intérieur est plus plat que le profil extérieur, afin de masquer aussi peu que possibles les panneaux de vitraux par la saillie des moulures à l’intérieur, et de produire à l’extérieur des effets d’ombres et de lumières plus vifs. Ici, les vitraux et les armatures de fer sont en feuillure et non plus attachés contre le parement intérieur. Nous avons encore dans cette rose un exemple de la solidité de ces délicats treillis de pierre lorsqu’ils sont bien combinés ; car, malgré des plâtrages, des trous percés après coup, des mutilations nombreuses, la rose de Saint-Germain tient ; et lorsqu’il s’agira de la démarquer, beaucoup de ces morceaux pourront être utilisés. »

Viollet-le-Duc, Eugène-Emmanuel

Devis complémentaire pour la restauration de la chapelle du château de Saint-Germain-en-Laye

« Ministère de l’Instruction publique, des Cultes et des beaux-Arts
Direction des Beaux-Arts
Monuments historiques
Château de Saint-Germain-en-Laye
Restauration de la chapelle de saint Louis
Devis complémentaire des travaux à exécuter par les soins et aux frais de l’administration des Monuments historiques
Construction d’un éperon de la chapelle en roche de Saint-Nom et banc royal de Conflans avec garnissage en maçonneries de moellons hourdées en mortier de chaux hydraulique, estimée d’après ceux déjà exécutés : 15126.00
1 semblable : 15126.00
Construction d’une pile d’angle intérieure, estimée compris parements et d’après celles déjà construites à : 2600.00
1 semblable : 2600.00
Construction d’une grande croisée et d’un mur de soubassement au-dessous, y compris l’arcature inférieure, estimée à : 6137.00
2 semblables : 12274.00
Serrurerie de ces trois croisées, fers à vitraux avec pannetons, clavettes, tôles, barlottières et scellements en cuivre rouge, estimé à la somme de : 4500.00
Construction de la rose, compris parements droits et moulurés, armatures des vitraux, estimée à : 30548.00
Le dallage de la chapelle d’une surface de 225.00 à raison de 40 francs le mètre : 9000.00
Achèvement de la sculpture comprenant la corniche à crochets, les 2 gargouilles, les chapiteaux des piles intérieures de l’arcature inférieure des croisées et de la rose, estimé à : 6800.00
Achèvement de la charpente du comble en bois de chêne de choix, lavé à la scie sur les 4 faces et exactement à vives arêtes, cubant ensemble 27 stères 348, à raison de 210 f. 00 la stère : 5743.08
Voligeage en sapin de 0.027 mil. d’épaisseur, surfaces 285.00 à 5.00 le mètre superificiel, compris tasseaux : 1425.00
Couverture du comble en plomb de 0 m. 0025 d’épaisseur, surface développée 340.00 pesant 28.40 le mètre, poids 9.656 k. à raison de 1 f. 50 le kilogramme, compris façon et pose : 14484.00
Crête de faitage en plomb dudit comble d’une longueur de 18 m. 00 à raison de 400 f. le mètre linéaire, compris façon et pose : 7200.00
Couverture de la flèche en plomb de 0.0025 pesant 28 k. 40 le mètre, surface de la plomberie 250.00 et pesant 7.100 kilog. à 5.00 le kilogramme, compris façon et pose : 35500.00 ; décoration de la flèche, gargouilles, fleurons, couronne et chapiteau, estimé à : 2450.00 : 37950.00
Les portes de la chapelle, la porte de la sacristie et les petits châssis en chêne de choix estimées ensemble à la somme de : 500.00
La peinture des fers à vitraux et des menuiseries estimées ensemble à : 300.00
Vitrerie de l’ensemble des croisées et de la rose, compris les croisées aveugles, surface 420 m. 00, dont 109 m. 00 de vitraux légendaires à 350 f. 00 le mètre : 38150.00 ; le surplus en verre double verdâtre de tons différents montés en plomb à compartiments avec bandes en grisaille au pourtour, surface 311.00 à 80 francs le mètre : 24880.00 ; plus-value d’étamage des croisées aveugles, estimée à : 8800.00 : 71830.00
Ensemble : 244143 f. 08
Dont ½ pour l’administration des Monuments historiques : 122071.54
Honoraires de l’architecte à 5 p. % : 6103.57
Honoraires de l’inspecteur et du vérificateur à 2 ½ % pour ces 2 agents : 3051.78
Frais de direction : 9155.35
Total du présent devis : 131226 f. 89
L’architecte soussigné
Eugène Millet
Paris, le 25 août 1878
Approuvé, le 24 août 1878
Le ministre de l’Instruction publique, des Cultes et des beaux-Arts
A. Sardoux »

Devis de restauration du pont d’accès du château de Saint-Germain-en-Laye

« Ministère de l’Instruction publique et des Beaux-Arts
Monuments historiques
Devis des travaux à exécuter pour la restauration du pont donnant accès à la principale entrée du château de Saint-Germain-en-Laye
Démi dépose de pierre avec rangement et transport, démi démolition des maçonneries
Garde-corps
Tablettes dessus
217,000,65 : 22,10
Sur 0,15 : 3,315
Au-dessous
217,000,55 : 18,70
Sur 0,80 : 14,960
Au-dessous, dans la hauteur du saut de loup
218,005,00, réduit : 180,00
A déduire :
Vide vers façade du château
Partie basse 3,351,30 : 4,35
Surface d’un ½ cercle de 1,675 de rayon : 4,40
Au double pour 2 faces : 17,50
Reste : 162,50
Sur 1,00 : 162,500
Cube : 180,775
A 7 f. 80 c. le mètre, prix réduit : 1409 f. 90
Reconstruction en roche neuve dure de Saint-Maximin à balcons
2
18,004,00 de hauteur sous le bandeau, produit : 144,00
Déduire :
Passages
Celui vers la façade du château, surface ci-dessus : 8,75
Celui vers la place, surface d’un ½ cercle de 6 m. 75 de diamètre : 17,83
Ensemble : 26,58
Au double pour les 2 faces : 53,16
Reste : 90,84
Sur 1 m. 15 réduit d’épaisseur, compris reprises en raccord avec les voûtes conservées : 100,378
Saillies pour pilastres
2
1,75 : 3,50
2*1,25 : 2,50
Ensemble : 6,00
Sur 4,00 : 24,00
Sur 0,30 : 7,200
Arcs extradosés en plus value, développant : 6,85
17,15
Ensemble : 24,00
Sur 1,00 : 24,00
Sur 0,50 : 12,000
A 21 f. 45 c. le mètre en plus value : 257,40
Cintrage des arcs
10,60
8,25
Ensemble : 18,85
Sur 1,00 : 18,85
2 fois : 37,70
A 10 f. 00 le mètre : 377 f. 00
Cube : 107,578
A 115 f. 80 le mètre : 12457,53
Montage à 3 m. 00 réduit : 107,578
A 2 f. 75 c. le mètre : 295,84
Taille des parements, trous, entailles et ravalement avec brettures, même cube : 107,578
A 6 f. 50 de taille par mètre : 699,26
A 10 f. 25 c. le mètre : 7167,42
Ensemble : 21965,09
Moins le rabais de 22 f. 15 % consenti par l’entrepreneur : 4865,27
Reste : 17099,82
Imprévu, 1/10 : 1709,98
Ensemble : 18809,80
Honoraires de l’architecte, de l’inspecteur et du vérificateur à 7,50 % : 1410,74
Montant du devis : 20220 f. 54
Le présent devis dressé par le soussigné architecte du château
Saint-Germain-en-Laye, 7 juillet 1906
Pour l’architecte empêché, et par ordre
L’inspecteur
H. Choret »

Devis de travaux à exécuter au château de Saint-Germain-en-Laye

« Ministère des Travaux publics
Direction des Bâtiments civils et des palais nationaux
Château de Saint-Germain-en-Laye
Bureau de l’architecte
Saint-Germain-en-Laye, 31 mai 1879
Restauration du château de Saint-Germain
Devis descriptif des travaux de charpente, de menuiserie, de serrurerie, de peinture et de vitrerie à exécuter au château pendant les exercices 1879, 1880, 1881, 1882 et 1883
Charpente
Les travaux de charpente compris dans les exercices ci-dessus mentionnés se composent des ouvrages à exécuter seulement à titre provisoire et des ouvrages à exécuter à titre définitif.
Les ouvrages à exécuter à titre provisoire comprennent tous les étais pour buter et étrésillonner les anciennes constructions et les soutenir pendant l’exécution des reprises en maçonnerie. Ils comprennent aussi la fourniture et la pose des cintres, tant pour la consolidation des anciens arcs que pour la reconstruction de ceux qui font partie de la restauration, et enfin les combles provisoires destinés à garantir les parties de restauration qui ne pourront pas être immédiatement terminées.
Ces étais, ces cintres et ces combles devront être fournis par l’entrepreneur dès que la demande lui en aura été faite par l’architecte. L’équarrissage maximum des grandes contrefiches en sapin employées pour la reprise des contreforts ne devra pas dépasser un carré de 0,36 de côté, l’équarrissage des bois de brin en chêne employés pour étais et pour étrésillons ne pourra être compté en plus que pour un carré de 0,22 de côté. D’ailleurs, l’entrepreneur devra se conformer exactement aux détails et aux indications qui lui seront donnés pour la nature des bois, pour leurs dispositions et pour leurs dimensions.
Les ouvrages à exécuter à titre définitif se composent des planchers du pavillon de l’angle sud-est, de l’achèvement des combles du bâtiment sud, du comble et des planchers du pavillon de la chapelle, de l’achèvement du comble de la chapelle, et des démolitions de planchers et de combles anciens qui pourront lui être ordonnées par l’architecte.
Tous les bois à fournir devront satisfaire rigoureusement aux conditions indiquées dans le cahier des charges tant sous le rapport de leurs natures et qualités que sous le rapport des dimensions qui sont indiquées dans les plans déjà fournis par l’architecte et dans ceux destinés à les compléter. Les démolitions devront être exécutées avec toutes les précautions nécessaires pour éviter tout accident.
Menuiserie
Les travaux de menuiserie compris dans les exercices mentionnés ci-dessus sont de deux natures différentes :
1° ceux qui se rattachent à l’achèvement du gros-œuvre,
2° ceux qui sont relatifs au mobilier du musée.
Les travaux de la 1ère catégorie se composent des croisées, des portes, des parquets, des stylobates, des cimaises, des corniches, des potelets d’angles, des plafonds en boiseries et en général de tous les ouvrages de menuiserie qu’il sera nécessaire d’exécuter avant de livrer à l’administration des Musées les salles du pavillon nord-est, du bâtiment est, du pavillon sud-est, du bâtiment sud et du pavillon de la chapelle.
Pour tous ces travaux, l’entrepreneur se conformera rigoureusement aux plans et indications qui lui seront fournis par l’architecte. Il aura d’ailleurs pour se guider les travaux de même nature déjà exécutés dans les salles livrées au musée gallo-romain et qui devront lui servir de types pour l’exécution de ceux qui lui seront confiés.
Les ouvrages de cette 1ère catégorie comprennent aussi toutes les menuiseries qu’il sera nécessaire d’exécuter dans le bâtiment sud pour l’achèvement complet de l’appartement de M. le directeur du musée et pour les logements de deux gardiens et d’un concierge. Pour ces ouvrages, comme pour ceux qui précèdent, l’entrepreneur suivra exactement les détails qui lui seront fournis par l’architecte ainsi que toutes les indications concernant la nature, les dimensions des bois et l’exécution du travail.
Les travaux de la deuxième catégorie comprennent le mobilier à construire dans chacune des salles du musée dont il vient d’être parlé.
Ce mobilier consiste en vitrine, socles, armoires à portes à cadre ou vitrées, tant pour les salles du musée que pour la bibliothèque située dans le bâtiment sud. En un mot, ils comprennent non seulement tous les meubles dont la construction pourra être ordonnée à l’entrepreneur dans les salles qui ne sont pas encore livrées à l’administration des Musées, mais encore tous ceux dont la construction sera jugée nécessaire pour compléter le mobilier des salles déjà livrées.
Il est bien entendu que le mobilier déjà exécuté servira de type aux meubles à établir.
L’entrepreneur se conformera rigoureusement aux plans et aux détails d’exécution que lui fournira l’architecte.
Serrurerie
Les travaux de serrurerie à exécuter pendant les exercices mentionnés ci-dessus se divisent aussi en 2 catégories :
1° ceux qui se rattachent à l’achèvement du gros-œuvre,
2° ceux qui sont relatifs au mobilier du musée.
Les travaux de la 1ère catégorie comprennent tous les ouvrages de grosse serrurerie nécessaire à l’achèvement du gros œuvre dans le pavillon sud-est, dans le bâtiment est et dans le pavillon de la chapelle. Ils comprennent également les ferrures des portes et croisées dans les dites parties ainsi que tous les ouvrages de serrurerie nécessaires à l’achèvement complet de l’appartement de M. le directeur du musée et des logements des deux gardiens et d’un concierge dans le bâtiment sud. Ils comprennent enfin tous les gros fers qui seront employés pour achever le comble de la chapelle ainsi que ceux destinés à deux des croisées de la dite. Les dimensions de tous ces fers sont semblables à celles des fers déjà posés pour le même emploi et figurés d’ailleurs dans les plans dressés par l’architecte.
Les ouvrages de la 2e catégorie sont relatifs au mobilier à établir dans les salles du musée dont il vient d’être parlé, ainsi que dans la bibliothèque du bâtiment sud. Les ferrures des vitrines seront semblables à celles qui existent dans les salles déjà livrées et l’entrepreneur devra suivre exactement les formes et les modèles qui lui seront indiqués par l’architecte, dont tous les plans et détails d’exécution devront être rigoureusement suivis.
Peinture et vitrerie
Les travaux de peinture et de vitrerie à exécuter pendant les années mentionnées ci-dessus sont encore de deux natures différentes :
1° ceux qui se rattachent à l’achèvement du gros-œuvre,
2° ceux qui concernent le mobilier du musée gallo-romain.
Les travaux de la 1ère catégorie se composent des impressions en minium de tous les gros fers, des peintures à exécuter sur les murs et sur les plafonds des salles à livrer au musée gallo-romain dans le pavillon de l’angle nord-est, dans le bâtiment est, dans le pavillon de l’angle sud-est, dans le bâtiment sud et dans le pavillon de la chapelle.
Ils se composent aussi de la vitrerie en plomb des portes et des croisées de ces salles.
Ils comprennent également les travaux de peinture, de vitrerie et de tenture à exécuter pour l’entier achèvement de l’appartement de M. le directeur du musée et des logements de deux gardiens et d’un concierge dans le bâtiment sud.
Pour tous ces travaux, l’entrepreneur devra se conformer aux ordres et aux indications de l’architecte et, en ce qui concerne la peinture et la vitrerie en plomb des salles du musée, il aura pour se guider les peintures et la vitrerie en plomb des salles déjà livrées et qui serviront de types pour les travaux dont il sera chargé.
Les travaux de la 2e catégorie comprennent la peinture à la poudre des serrures des vitrines composant le mobilier du musée ainsi que la vitrerie des dites vitrines.
Cette vitrerie devra être exécutée en partie en verre demi-double, en partie en verre double, le tout suivant les ordres de l’architecte, qui détermineront les dimensions et la qualité des verres à employer.
Dressé par l’architecte soussigné
Saint-Germain-en-Laye, ce 31 mai 1859
A. Lafollye
Vu et approuvé le 18 juin 1879
Le ministre des Travaux publics
C. de Freycinet »

Ministère des Travaux publics

Devis des premiers travaux à entreprendre pour la remise en état du château de Saint-Germain-en-Laye

« Ministère d’Etat
Château de Saint-Germain-en-Laye, département de Seine-et-Oise
Exercice 1855
Détail estimatif concernant les travaux d’entretien et aussi diverses démolitions projetées à l’intérieur de la construction
Badigeonnages de diverses inscriptions et emblèmes tracés sur les murs par les prisonniers militaires, ensemble 160 m. superficiels à raison de 0,12 c. : 19,20
Curage des puisards sis près le pont d’entrée et pour faciliter l’écoulement des eaux pluviales de la cour. Ce travail évalué à : 25,00
Façon de 3 soudures aux tuyaux en plomb des eaux à raison de 3 f. en y comprenant toutes fournitures : 9,00
Garnissage en paille de tous les tuyaux et robinets pour préserver les ouvrages de plomberie de la gelée, évalué à : 30,00
Scellement d’un gond de la porte de la cellule du prisonnier sculpteur Gardy : 1,00
Ramonnage des tuyaux de cheminées et des poêles du logement du concierge, ensemble : 5,25
Fourniture et pose de 16 m. 00 linéaires de tuyaux de poêles dans le logement du concierge à raison de 2 f. 00 l’un : 32,00
Nettoyage et balayage du château, enlèvement et transport dans les fossés de tous les gravois et de la paille laissés par le pénitencier à l’intérieur de la construction, emploi de 50 journées de maçon et aide à raison de 5 f. 85 c. pour les deux ouvriers : 292,50
Arrachage des herbes dans les fossés pour reconnaître la situation exacte des fosses d’aisance et des puisards, emploi de 20 journées d’ouvriers à 5 f. 85 c. comme ci-dessus : 117,00
Entretien des toitures
Façon de 10,00 superficiels de toiture en tuiles neuves sur vieux lattis, à raison de 4 f. 30 c. : 43,00
Façon de 10,00 superficiels de toitures en ardoise sur vieilles voliges à raison de 2 f. 80 : 28,00
Pose de 800 tuiles et ardoises en recherche à raison de 0,12 c. la pièce : 96,00
Façon de 150 m. 00 linéaires d’arrêtiers et de solins en plâtre à raison de 0,25 le mètre linéaire : 37,50
Soudures et raccords à faire sur les parties de toitures en plomb, évaluées à : 60,00
Pose de verres sur les châssis des combles : 10,00
Façon de 120 m. 00 linéaires de joints en ciment romain dans les chéneaux et sur les dallages à raison de 0,25 : 30,00
Etablissement d’un magasin
Dépose de la serrure, façon d’une clef et repose de la serrure : 3,25
Un dessus de table en sapin de 3 m. 88 de surface à raison de 5 f. 95 : 23,08
Le rebord de la partie postérieure de 3,00 de longueur à 0 f. 60 : 1,80
Les consoles, les allégissements et les entailles, évalués à : 20,45
Fourniture de 2 tiroirs en hêtre à raison de 8 f. l’un : 16,00
Les tasseaux et les coulisses évalués ensemble à : 2,35
Fourniture d’une serrure de tiroir : 2,25
[Total :] 904 ;63
Imprévus 1/10e : 90,46
[Total :] 995,09
Honoraires de l’architecte, 1/20 : 49,75
[Total :] 1044,84
Ensemble : 1044 f. 84 c.
Démolition des cellules du pénitencier et du plancher établi dans la grande salle des fêtes
Dépose, descente et rangement à l’endroit indiqué de la porte et du chambranle d’une cellule : 0,20
Dépose et rangement de l’imposte et du croisillon en fer : 0,20
Démolition des cloisons en plâtre et du plafond ou faux plancher de ensemble une surface de 37 m. 25 à raison de 0,30, en y comprenant la descente et le rangement des bois, le transport dans les fossés de tous les gravois et aussi le nettoyage définitif des diverses salles du château : 11,08
Démolition de 573 cellules semblables à raison de 11,58 d’après le détail qui précède : 6635,34
Démolition du plancher de la salle de Mars de 41,00 11,70 = 479,70 à raison de 0,15 : 71,95
Dépose, descente et rangement des bois de charpente
1 poutre de 12,00
0,30 0,30 : 1,080
7 semblables : 7,560
1 poteau de 5,00
0,30 0,30 : 0,450
7 semblables : 3,150
Les chapeaux et les liens au bout : 3,000
1 solive de 5,00
0,10 * 0,22 : 0,110
197 semblables : 21,670
[Total :] 37,020
Ensemble 37 m. 020 à raison de 7 f. 00 en y comprenant la descente et le rangement : 259,14
La démolition des cloisons contenans l’escalier et les descellements des pièces de charpente, évalué à : 105,00
Imprévus 1/20 : 354,15
[Total :] 7437,16
Honoraires de l’architecte, 1/20 : 371,85
[Total :] 7809,01
Ensemble : 7809 f. 01 c.
Vidange des fosses d’aisances sises dans les fossés du château
Contenance des fossés
Fosse n° 1 : 21,493
n° 2 : 11,925
n° 3 : 2,000
n° 4 : 148,169
n° 5 : 10,096
n° 6 : 13,891
n° 7 : 180,433
n° 8 contenance inconnue
L’on peut évaluer que les fosses du château de Saint-Germain sont à moitié pleines, c’est-à-dire qu’il y aurait environ 200,00 cubes à enlever, à raison de 12 f. 00 par mètre cube : 2400,00
Imprévus 1/10 : 240,00
[Total :] 2640,00
Honoraires de l’architecte, 1/20e : 132,00
[Total :] 2772,00
Ensemble : 2772 f. 00
Total du devis : 11625 f. 85
Le présent devis dressé par l’architecte soussigné
Eug. Millet
Paris, le 25 août 1855 »

Ministère d'Etat

Devis des travaux à entreprendre pour la clôture du château de Saint-Germain-en-Laye

« Etat estimatif supplémentaire de la dépense à faire pour la construction d’un mur devant clorre le terrein destiné à servir de promenoir à MM. les élèves, ladite construction approuvée par décision du 7 juin dernier, montant à la somme de 13000 f. 00
Savoir
Art. 1er
Pour tenir compte de la dépense résultante de la plus grande profondeur des fondations dans la partie du mur d’enceinte compris entre le pavillon du Roi et celui de l’horloge, pour la surépaisseur à donner à la portion dudit mur contournant le pavillon du Roi et soutenant environ 2 m. 00 de hauteur de terre, pour former dans la longueur du mur quelques chaînes indispensables, pour établir par ressaut une première assise en pierre dure sur l’arase des fondations, pour racheter la différence du niveau existante entre le sol vis-à-vis le pavillon de l’horloge et celui vis le pavillon du Roi et pour les remblais nécessaires pour raccorder la 1ère assise du mur avec les terreins du parterre, la somme de 8000 f. 00
Détails :
610.352 m. cubes de terres remuée et remblayée à 0 f. 50 l’un : 305.18
260.352 idem de maçonnerie en fondation en mortier de chaux et sable à 13 f. 25 l’un : 3449.66
43.000 m. cubes de mur en élévation en mortier à 15 f. 00 l’un : 645.00
30.400 idem de pierre dure à 77 f. 00 l’un 2340.80
168.00 m. carrés de taille de pierre dure sur mur droit à 6 f. 00 l’un : 1008.00
55.20 idem de parement de moelon piqué à 3 f. 30 l’un : 182.16
Pour dépense imprévue : 69.20
Somme pareille : 8000.00
Dans le premier état estimatif présenté pour la construction du mur ci-dessus, approuvé le 9 juin dernier, on avoit estimé la profondeur des fondations à 1 mètre, mais lors des fouilles faites pour établir lesdites fondations, on n’a rencontré que des terres rapportées qui ont nécessité de s’enfoncer jusqu’à 2 m. 30.
D’un autre côté, la terrasse qui doit servir de promenoir aux élèves se trouvoit élevée de 2 mètres environ au dessus du parterre vis-à-vis le pavillon du Roi, tandis que vis-à-vis clui de l’horloge elle ne l’étoit que de 0 m. 60 à 0 m. 70. Il en est résulté une surélévation assez considérable du mur vis-à-vis le pavillon du Roi afin de conserver partout audit mur la hauteur prescrite de 4 m. 00. Cette hauteur, qui ira jusqu’à 6 m. 00 vis-à-vis le pavillon du Roi, nécessite, vu l’épaisseur du mur fixée à 0 m. 50, quelques chaînes faisant parpaongs pour en assurer la stabilité.
Pour racheter aussi la différence de niveau et faire concorder la ligne du sol du parterre et celle de l’arase des fondations, faire disparaître en un mot toutes lignes ondulées qui choqueroient l’œil et retiendroient les eaux au pied du mur, il est nécessaire d’établir par ressaut sur l’arase des fondations une première assise en pierre dure et de faire quelques remblais indispensables.
La quantité de pierre dure portée dans les détails ci-dessus n’est relative qu’à celle nécessaire, indépendamment de la vieille pierre qui provient de la démolition de la terrasse et qui sera remployée d’après son échantillon.
Art. 2
Pour établir dans deux des tours du mur d’enceinte du promenoir des élèves deux corps de latrines indispensables, la somme de 5000.00
Détails :
29.960 m. cubes de fouille de terre tuf transportée à 2 relais à 0 f. 80 l’un : 21 f. 56
29.460 m. cubes de démolitions à tranchée ouverte en moelon à 3 f. 00 l’un : 88.38
38.480 m. cubes de démolitions id. en pierre dure à 6 f. 00 l’un : 230.88
5.560 id. de massif en moelon et plâtre à 13 f. 25 l’un : 93.67
13.400 m. cubes de maçonnerie en moelon en élévation à 15 f. 00 l’un : 201.00
34.140 m. cubes de idem pour voûte à 17 f. 50 l’un : 597.45
7.000 id. de voûte en pierre dure à 1 courbure à 92 f. 00 : 644.00
6.720 id. de pierre dure à 77 f. 00 l’un : 517.14
1.858 m. cubes d’évidement en pierre dure à 34 f. 50 l’un : 64.00
24.16 m. carrés de taille droite en pierre id. à 6 f. 00 : 144.96
54.38 idem à maçonnerie id. à 7.50 l’un : 407.85
16.50 idem à double courbure à 9 f. 00 l’un : 148.50
312.28 m. carrés d’arêtes en pierre dure à une courbure à 0 f. 45 l’un : 140.53
65.78 m. carrés de crépis en mortier de chaux et ciment à 0 f. 95 l’un : 62.49
6 scellemens en pierre dure de 0 m. 20 à 1 f. 20 l’un : 7.20
2.203 m. cubes de bois neuf de sciage à 110 f. 00 l’un : 242.33
14.65 m. carrés de couverture en ardoise neuve à 4 f. 30 : 62.99
375.000 kilogrammes de plomb neuf en nappe à 2 f. 55 l’un : 956.25
156.000 id. de fer neuf de 3e espèce à 1 f. 80 l’un : 280.80
4 loquets fort modèle à 4 f. 00 l’un : 16.00
4.00 m. carrés de porte pleine en chêne de 3 l. d’épaisseur à 12 f. 00 l’un : 48.00
8.00 m. carrés de peinture à l’huile à 3 couches à 1 f. 10 l’un : 8.80
Pour dépenses imprévues : 34.82
Somme pareille : 5000 f. 00
M. le général Clément ayant demandé la construction d’un corps de latrines dans la cour que l’on ferme pour servir de promenoir aux élèves afin qu’ils ne soient pas obligés de rentrer dans l’intérieur de la caserne sous prétexte d’aller aux latrines, on a pensé à utiliser pour cet objet deux des tours qui flanquent le mur d’enceinte dudit promenoir, en les couvrant et en établissant au dessous de leur sol deux fosses pour recevoir les matières. Quoique ces fosses ne puissent être fort grandes, elles suffiront cependant. Dans tous les cas, comme il y a une économie réelle à les établir dans l’intérieur de ces tours, on n’a point balancé à se déterminer à les y placer, et comme il falloit qu’elles fussent construites en même temps que les fondations desdites tours, on a l’honneur de prévenir qu’on les a commencées pour ne pas arrêter la construction du mur et d’après l’assurance que M. le général Clément a donnée de leur indispensable nécessité.
Total : 13000 f. 00
Le présent état estimatif arrêté à la somme de treize mille francs.
Versailles, le 24 juillet 1811
Le capitaine du génie en chef dans le département de Seine et Oise
Peronnin »

Devis des travaux à entreprendre pour la clôture du château de Saint-Germain-en-Laye

« Etat estimatif des ouvrages d’urgence à faire pour le clôture du château de Saint Germain en Laie demandée par monsieur le général de division commandant l’école impériale militaire spéciale de cavalerie, montant à la somme de 36200 f. 00.
Art. 1er
Pour clorre par un mur de 4 m. 00 de hauteur au dessus du sol le terrain destiné pour promenoir à MM. les élèves, la somme de 25300 f. 00.
Détail :
956.00 m. cubes de mur en élévation en moelon et mortier de chaux et sable à 15 f. 00 l’un : 14340 f. 00
90.00 m. cubes de maçonnerie à mortier de chaux et sable en fondation à 13 f. 25 l’un : 1192.50
18.205 m. cubes de pierre de taille dure pour façon ) 29 f. 00 l’un : 527.44
100.700 m. cubes de fouille de tuf à 0 f. 40 l’un : 50.40
250.400 idem de démolition en pierre dure à tranchée ouverte à 6 f. 00 l’un : 1503.00
8257.50 m. carrés de parement vu de moelon dur esmillé et jointoyé à 1 f. 90 l’un : 1572.25
2317.00 m. carrés de parement idem en moelon tendre idem à 1 f. 60 l’un : 3707.20
281.25 m. carrés de taille de pierre dure à 6 f. 00 l’un : 1688.10
1324.00 m. courans d’arêtes en pierre dure à 0 f. 40 l’un : 259.60
N. B. Il y aura après la clôture du terrein quelques égalages et raccordemens de terre qui ne peuvent être évalués que par estimation à la somme de 189.51
Somme pareille : 25300.00
Les ouvrages du présent article comprennent la clôture du château et du terrein qui en dépend depuis le pavillon dit de la Reine jusqu’à celui de l’horloge, c’est-à-dire les faces du levant, le pavillon du Roi et la salle du nord. Cette clôture, qui a un développement de 331 m. 00 formera pour l’usage de MM. les élèves une cour à peu près en équerre ainsi qu’on peut le voir au croquis ci-joint. Les murs auront au dessus du sol de la cour 4.00 de hauteur et du côté extérieur environ 5.00 de hauteur moyenne. Ils seront en moelon esmillé dur dans la partie inférieure jusqu’à la hauteur de retraits, et en moelon tendre pour la partie supérieure, le tout sera couronné par une dalle ou bahut en vieille pierre dure provenant des démolitions qui seront faites sur place. Partie de la fondation de ce mur est existantes. Sur cette partie il faudra démolir d’anciennes assises de pierre dure toutes déversées et qui servaient de revêtements aux terrasses qui forment l’enclos proposé.
Art. 2
Pour le rétablissement du pont du pavillon du Roy et du bahut et cordon d’une partie de la contrescarpe du fossé de la fasse du nord, la somme de 3000.00.
Détail
6.500 m. cubes de maçonnerie pour voûte en pierre dure à 92 f. 00 l’un : 607 f. 20
38.200 m. cubes de maçonnerie en vieille pierre dure à 29 f. 00 l’un : 1107.80
34.800 m. cubes de démolition en pierre dure à tranchée ouverte à 60 f. 00 l’un : 208.80
2.000 m. cubes de refouillement en pierre dure sans fourniture de pierre à 52 f. 00 l’un : 104.00
13.20 m. carrés de taille de pierre dure à 1 courbure à 7 f. 50 l’un : 99.00
107.50 idem de taille de pierre dure droite à 6 f. 00 l’un : 645.00
250 m. courans d’arêtes idem à 0 f. 40 l’un : 100.00
Pour divers arrasemens et raccords de maçonnerie, raccord des terres et ouvrages imprévus : 128.20
Somme pareille : 3000 f. 00
Une partie du bahut et cordon de la contrescarpe du fossé du côté du parterre est ou démontée, ou déversée sur le fossé. Il y a du danger à la laisser dans son état actuel. Ces ouvrages se lit naturellement avec la construction d’un arceau en vieille pierre dure, nécessaire pour que MM. les élèves puissent de leur logement arriver dans leur promenoir.
Cet article ainsi que le précédent font partie intégrante des divers projets conçus pour l’établissement et indépendans des acquisitions à faire par la suite.
Art. 3
Pour empêcher l’accès du fossé du château du côté du couchant, la pose d‘une grille de fer du côté de la porte d’entrée etc., la somme de 7900.00.
Détail :
73.500 m. cubes de maçonnerie en fondation à 13 f. 25 l’un : 960 f. 48
92.000 m. cubes de fouilles de tuf à 0 f. 50 l’un : 46.00
27.296 idem de maçonnerie de vieille pierre dure à 29 f. 00 l’un : 797.58
164.000 idem et idem en élévation à 15 f. 00 l’un : 2460.00
82.00 m. carrés de parement en moelon dur esmille à 1 f. 90 l’un : 155.80
574.00 m. carrés idem en moelon tendre id. à 1 f. 60 l’un : 918.40
140.74 idem de taille de pierre dure à 6 f. 00 l’un : 844.44
469.20 m. courans d’arêtes en pierre dure à 0 f. 40 l’un : 187.68
50 scellemens en pierre dure de 0.20 à 1 f. 20 l’un : 60.00
180 idem idem de 0.10 à 0.40 l’un : 72.00
410.000 kilogrammes de plomb en saumon à 1 f. 00 l’un : 410.00
9000.00 idem de fer à façon sans passer à la forge à 0 f. 0 l’un : 900.00
Pour dépenses imprévues : 87.62
Somme pareille : 7900 f. 00
L’accès du fossé n’étant défendu que par un parapet ou bahud à hauteur d’appui, les habitans en profitent pour y hetter toutes les voieries et immondices de la ville. De plus, le peu de hauteur facilite également de la part des malveillans une communication illicite avec MM. les élèves.
Pour prévenir les différens abus, monsieur le général propose de tirer une ligne de clôture du pan coupé de la contrescarpe à l’extrémité de la cour projettée ci-dessus article 1er pour MM. les élèves, laissant aux habitans, pour aller dans le parterre, un espace de 4 à 5 mètres entre les maisons et la clôture. Cette clôture sera formée par la grille fermant actuellement le parterre et aux extrémités de cette grille par un mur semblable à celui détaillé art. 1er.
Total : 36200 f. 00
Versailles, le deux avril 1811.
Le capitaine au corps impérial du génie, chef de casernement dans le département de Seine et Oise
Derouet »

Devis des travaux à entreprendre pour la clôture du château de Saint-Germain-en-Laye

« Etat estimatif des ouvrages d’urgence à faire pour le clôture du château de Saint Germain en Laie demandée par monsieur le général de division commandant l’école impériale militaire spéciale de cavalerie, montant à la somme de 42500 f. 00
Art. 1er
Pour clore par un mur de 4 m. 00 de hauteur au dessus du sol le terrein destinée pour promenoir à MM. les élèves, la somme de 25200.00
Détail :
954.500 mètres cubes de mur en élévation en moellons et mortier de chaux et sable à 15 f. 00 le mètre cube : 14317 f. 50
89.600 idem de maçonnerie en mortier de chaux et sable en fondation à 13 f. 25 le mètre cube : 1187.20
18.205 idem de pierre de taille dure pour façon à 29 f. 00 le mètre cube : 527.44
100.800 idem de fouille de tuf à 0 f. 50 le mètre cube : 50.40
250.500 idem de démolition en pierre deure à tranchée ouverte à 6 f. 00 le mètre cube : 1503.00
824.40 mètres carrés de parement vu de moellons dur esmillé et jointoyés à 1 f. 90 le mètre carré : 1566.36
2309.00 idem de parement idem en moellons tendre idem à 1 f. 60 le mètre carré : 3694.40
280.60 idem de taille de pierre dure à 6 f. 00 le mètre carré : 1683.60
1321.00 mètres courans d’arrêtes en pierre dure à 0.40 le mètre courant : 528.40
N. B. Il y aura après la clôture du terrein quelques réglages et raccordement de terre qui ne peuvent être évalués que par estimation à la somme de 141.70
Somme pareille : 25200.00
Les ouvrages du présent article comprennent la clôture du château et du terrein qui en dépend depuis le pavillon dit de la Reine jusqu’à celui de l’horloge, c’est-à-dire les faces du levant, le pavillon du Roi et les faces du nord. Cette clôture formera pour l’usage de MM. les élèves une cour à peu près en équerre ainsi qu’on peut le voir au croquis ci-joint. Les murs auront au dessus du sol de la cour 4 m. 00 de hauteur et du côté extérieur environ 5 m. 00 de hauteur moyenne. Ils seront en moilons esmillé dur dans la partie inférieur jusqu’à la hauteur de retraite et en moilons tendre pour la partie supérieure. Le tout sera couronné par une dalle ou bahut en vieille pierre dure provenant des démolitions qui seront faites sur place. Partie de la fondation de ce mur est existante, mais sur cette partie il faudra démolir pour se dresser d’anciennes assises de pierre dure toutes déversées qui servaient de revêtement aux terrasses qui forment l’enclos proposé.
Art. 2
Pour le rétablissement du pont du pavillon du Roi et du bahut et cordon d’une partie de la contrescarpe du fossé de la face du nord, la somme de 3000.00
Détail
6.600 mètres cubes de maçonnerie pour voûte en pierre dure à 92 f. 00 le mètre cube : 607 f. 20
98.200 idem de idem en vielle pierre dure à 29 f. 00 le mètre cube : 1107.80
34.800 idem de démolition en pierre dure à tranchée ouverte à 6 f. 00 le mètre cube : 208.80
2.000 idem de refouillement en pierre dure sans fourniture de pierre à 52 f. 00 le mètre cube : 104.00
13.20 mètres carrés de taille de pierre dure à une courbure à 7 f. 50 le mètre carré : 99.00
107.50 idem de taille de pierre dure droite à 6 f. 00 le mètre carré : 645.00
250.00 mètres courans d’arrêtes idem à 0.40 le mètre courant : 100.00
Pour divers arrasemens et raccords de maçonnerie, raccords des terres et ouvrages imprévus : 128.20
Somme pareille : 3000 f. 00
Une partie du bahut et cordon de la contrescarpe du fossé du côté du parterre étant ou démontée ou déversée sur le fossé, il y a du danger à la laisser dans son état actuel. Cet ouvrage se lie naturellement avec la construction d’un arceau (K) en vieille pierre dure, nécessaire pour que MM. les élèves puissent de leur logement arriver dans leur promenoir.
Cet article ainsi que le précédent fait partie des divers projets conçus pour l’établissement et indépendans des acquisitions à faire par la suite.
Art. 3
Pour la construction d’un autre mur de clôture pour empêcher l’accès du fossé du château du côté du couchant et pour l’ajustement et la pose d’une grille en fer du côté de la porte d’entrée, la somme de 7200.00
Détail :
32.400 mètres cubes de maçonnerie en fondation à 13 f. 25 le mètre cube : 429 f. 30
92.000 mètres cubes de fouille de tuf à 0 f. 50 le m. : 46.00
27.296 idem de maçonnerie en vieille pierre dure à 29 f. 00 le mètre cube : 797.58
160.000 idem de maçonnerie en élévation à 15 f. 00 le mètre cube : 2400.00
80.00 mètres carrés de parement en moilons dur esmillé à 1 f. 90 le mètre carré : 152.00
560.00 idem en moellons tendre idem à 1 f. 60 le mètre carré : 896.00
135.40 idem de taille de pierre dure à 6 f. 00 le mètre carré : 812.40
350.00 mètre courans d’arrêtes en pierre dure à 0.40 le mètre courant : 140.00
50 scellemens en pierre dure de 0.20 à 1 f. 20 l’un : 60.00
180 idem idem de 0.10 à 0 f. 40 l’un : 72.00
410.000 kilogrammes de plomb en saumon à 1 f. 00 le kilogramme : 410.00
9000.00 idem de fer à façon sans passer à la forge à 0 f. 10 le kilogramme : 900.00
Pour dépenses imprévues : 84.72
Somme pareille : 7200 f. 00
L’accès du fossé n’étant défendu que par un parapet ou bahut à hauteur d’appui, les habitans en profitent pour y jetter toutes les voieries et immondices de la ville. De plus, le peu de hauteur facilite également de la part des malveillants une communication illicite avec MM. les élèves pour prévenir ces différens abus. M. le général propose de tirer une ligne de clôture du pan coupé (Q) de la contrescarpe à la rencontre (G) du mur de clôture de la cour projettée ci-dessus art. 1er pour MM. les élèves, laissant aux habitans pour aller dans le parterre l’espace côté (A C) au plan. Cette clôture sera formée par un mur semblable à celui détaillé art. 1er. La grille qui ferme dans ce moment le parterre suivant la direction A 1 seroit démontée et replacée en P en avant de la porte Napoléon.
Art. 4
Pour la construction de petites tours à chacun des angles du mur de clôture du promenoir de MM. les élèves ainsi qu’au droit de la grille posée en avant de la porte Napoléon, pour celle d’un cordon à hauteur de 3 mètres afin de donner au dit mur de clôture le caractère d’un mur de revêtement et pour la fourniture et pose d’une grande porte de sortie du côté du parterre, la somme de 7100.00
Détail :
96.00 mètres cubes de terre fouillée et enterrée aux décharges publiques à 2 f. 30 le mètre cube : 220 f. 80
40.800 idem de mur en fondation à 13 f. 25 le mètre cube : 540/60
100.800 idem de maçonnerie en moelons en élévation à une courbue à 17 f. 50 le mètre cube : 1764.00
12.400 idem de idem en pierre dure idem à 92 f. 00 le mètre cube : 1140.80
144.00 mètres carrés de taille de pierre dure circulaire à 7 f. 50 le mètre carré : 1080.00
128.00 idem de taille de moelons dur sur surface à une courbure à 2 f. 40 le mètre carré : 307.20
348.00 idem de taille de moilons tendre sur surface idem à 2 f. 00 le mètre carré : 696.00
165.00 mètre courans d’arrêtes en pierre dure à une courbure à 0.45 le mètre courant : 74.25
20 scellemens en pierre tendre à 1 f. 20 l’un : 24.00
10.00 mètres carrés de porte cochère avec parquets par le bas à 40 f. 00 le mètre carré : 400.00
325.000 kilogrammes de fer neuf de 4 espèce à 2 f. 20 le kilogramme : 715.00
1 ferrure neuve de sûreté : 70.00
20.00 mètres carrés de peinture en jaune à l’huile avec deux couches à 0 f. 75 le mètre carré : 15.00
Pour frais imprévus : 52.35
Somme pareille : 7100.00
La construction des petites tours indiquées sur le plan aux différentes angles du mur de clôture du promenoir projetté pour MM. les élèves ainsi que celle d’un cordon à hauteur de trois mètres afin de donner à ce mur de clôture un caractère plus fermé et plus en rapport avec celui du château sont vivement sollicités par M. le général commandant l’école. M. le général demande également une porte de sortie D sur le parterre. Cette porte est en effet indispensable pour que les élèves puissent se rendre plus directement au champ d’exercice.
On a indiqué pleines que les tours qui arrêtent le mur de clôture au droit des portes et à son extrémité Q. Les autres sont indiquées creuses. Ces dernières, qui auront comme les précédentes 2 m. 00 de diamètre pourroient servir à recevoir des baquets à uriner. On pourroit même au besoin former dans une ou deux un petit corps de bâtiment pour servir pendant le tems des récréations.
Les objets que comporte cet article ayant été particulièrement demandés par M. le général postérieurement au 1er avril, époque de l’envoi du 1er état estimatif, montant à 36200 f. 00, on a cru devoir former un article particulier et supplémentaire renfermant la dépense relative à ces divers objets afin de ne rien déranger au 1er projet et de mettre à même dans tous les cas de connaître le montant particulier de la dépense que ces divers objets pourront occasioner.
Total : 42500.00
Le présent état estimatif monte à la somme de quarante deux mille cinq cents francs.
Versailles, le 28 mai 1811
Le capitaine du génie
Peronnin »

Devis pour la démolition des pavillons de Louis XIV au château de Saint-Germain-en-Laye

« Ministère d’Etat
Division des Bâtiments civils
Château de Saint-Germain-en-Laye
Devis n° 2, démolitions
Ministère d’Etat
Division des Bâtiments civils
Château de Saint-Germain-en-Laye
Devis comprenant la démolition des bâtiments érigés à la fin du XVII siècle
1° Pavillon nord-ouest

  1. La surface de la toiture, en y comprenant plomb et ardoise, est de 211 m. 20.
    Dont ½ en plomb déposé, jeté et rangé = 105 m. 60 à 30 k. 00 par mètre superficiel, produit un poids de : plomb déposé, jeté et rangé : 3168 k. 00
  2. L’autre moitié en ardoises = 211,20 à 0 f. 15 : argent : 31 f. 68
  3. Dépose des bois du comble avec descente et rangement, surface 211 m. 20 à 0 st. 10 par mètre superficiel, produit : démolition de charpente : 21 stères 12
  4. La démolition des planchers produit ensemble 960 m. 00 à 0 st. 15 par mètre superficiel, produit : idem : 144 st. 00
  5. La démolition de la maçonnerie de ces planchers avec décarrelage ou dépose des parquets, surface 960 m. 00 à 0 f. 75 le mètre : argent : 720 f. 00
  6. La démolition des murs extérieurs et de refend : ceux extérieurs produisent un développement de 38 m. 00 30 m. 00 de hauteur = 1140 m. 00 1,62 d’épaisseur réduite, 1846,80
    Les murs de refend, surfaces en plan 25 m. 00 30 m. 00 de hauteur, produit 750,00
    Les voûtes, surface en plan 192 m. 00 à % ½ = 288,00
    0,60 = 172,80
    Cube total : 2769 m. 60
    Dont en pierre jetée, bardé, rangée et cubant, 600,00 : démolition de pierre : 600,00
    Le reste en moellon et brique, 2169,00 : idem de moellon et brique : 2169,60
    Démolition de l’escalier, des fourneaux, descellement des tuyaux, une somme de : argent : 300 f. 00
    La dépose du balcon en fer, de 40 m. 00 de longueur à 127 k. 00 par mètre linéaire, produit : dépose de fer : 5080 k. 00
    La dépose avec soin, le rangement et numérotage des boiseries sculptées provenant des 2 petites pièces du logement dit de Jacques II : argent : 800 f.
    La dépose de 4 cheminées de l’époque : idem : 100 f. 00
    La démolition des souches de cheminées : idem : 250 f. 00
    Résumé
  7. Plomb dépose, jeté et rangé : 3168 k. 00, 0 f. 02 : 63 f. 36
  8. Charpente déposée, descendue et rangée : 165 st. 12, 6 f. 00 : 990 f. 72
  9. Démolition de pierre jetée, bardée et rangée, régalage des gravois à la demande : 600,00, 6 f. 00 : 3600 f. 00
  10. Démolition de moellon et brique avec transport et rangement, régalage idem des gravois : 2169 m. 60, 2 f. 50 : 5424 f. 00
  11. Dépose de fer idem : 5080 k. 00, 0 f. 02 : 101 f. 60
  12. Articles divers estimés dans le courant du détail métrique : 2201 f. 68
    Total : 12381 f. 36
    1° Pavillon nord-est
  13. La surface de la toiture, en y comprenant tuile, ardoises et plomb, est de 220 m. 00.
    Dont en plomb le chêneau, produisant un développement de 45 m. 00 * 1,00 de largeur, produit 45,00 pesant : démolition de plomb : 1350 k. 00
  14. Le surplus en tuiles et ardoises produit 175 m. 00 à 0 f. 15 le mètre : argent : 26 f. 25
  15. Dépose des bois du comble avec descente et rangement, surface 220 m. 00 à 0 st. 10 par mètre superficiel, produit : démolition de charpente : 22 st. 00
  16. La démolition des planchers produit ensemble 1000 m. 00 à 0 st. 15 par mètre, produit : idem : 150 st. 00
  17. La démolition de la maçonnerie de ces planchers avec décarrelage ou dépose des parquets, surface 1000 m. 00 à 0 f. 75 le mètre : argent : 750 f. 00
  18. La démolition des murs extérieurs et de refend : ceux extérieurs produisent un développement de 50 m. 00 30 m. 00 de hauteur et 1 m. 60 d’épaisseur, produit 2430 m. 00
    Les murs de refend, surfaces en plan 26 m. 50
    30 m. 00 de hauteur, produit 795,00
    Les voûtes, surface en plan 200 m. 00 à % ½ = 300,00 * 0,60 d’épaisseur = 180,00
    Cube total : 3405 m. 60
    Dont en pierre jetée, bardé, rangée et cubant, 780,00 : démolition de pierre : 780,00
    Le reste en moellon et brique, 2625,00 : idem de moellon et brique : 2625,00
    Démolition de l’escalier, des fourneaux, descellement des tuyaux : argent : 200 f. 00
    La dépose du balcon en fer, de 52 m. 00 de longueur à 127 k. 00 par mètre linéaire, produit : dépose de fer : 6604 k. 00
    La dépose avec soin, rangement et numérotage des boiseries de deux pièces, dont l’une au 3e étage et l’autre au 4ème : argent : 500 f.
    La dépose de 2 cheminées de l’époque : idem : 50 f. 00
    Démolition des souches de cheminées : idem : 250 f. 00
    Résumé
  19. Plomb dépose, jeté et rangé : 1350 k. 00, 0 f. 02 : 27 f. 00
  20. Démolition de charpente, descendue et rangée : 172 st. 00, 6 f. 00 : 1032 f. 00
  21. Démolition de pierre jetée, bardée et rangée, régalage des gravois à la demande : 780,00, 6 f. 00 : 4680 f. 00
  22. Idem de moellon et brique avec rangement, régalage idem des gravois : 2625 m. 00, 2 f. 50 : 6562 f. 50
  23. Dépose de fer et rangement : 6604 k. 00, 0 f. 02 : 132 f. 08
  24. Articles divers estimés dans le courant du détail métrique : 1176 f. 25
    Total : 14209 f. 83
    3° Pavillon sud-est
  25. La surface de la toiture, en y comprenant plomb est de 255 m. 00 à 30 k. 00 par mètre : plomb déposé : 7650 k. 00
  26. Dépose des bois du comble avec descente et rangement, 255 m. 00 superficiels à 0 st. 10 par mètre superficiel, produit : démolition de charpente : 25 stères 50
  27. La démolition des planchers produisant ensemble 1275 m. 00 à 0 st. 15 par mètre superficiel, produit : idem : 191 st. 25
  28. La démolition de la maçonnerie de ces planchers avec décarrelage ou dépose des parquets, surface 1275 m. 00 à 0 f. 75 le mètre : argent : 956 f. 25
  29. La démolition des murs extérieurs et de refend : ceux extérieurs d’un développement de 42 m. 00 30 m. 00 de hauteur 1 m. 62 d’épaisseur réduite produisent 2041,20
    Les murs de refend, surfaces en plan 75 m. 50 30,00 de hauteur, produit 2175,00
    Les voûtes, surface en plan 255,00 à % ½ = 382,50
    0,60 d’épaisseur = 229,50
    Cube total : 4445 m. 70
    Dont en pierre jetée, bardé, rangée et cubant, 700,00 : démolition de pierre : 700,00
    Le surplus en moellon et brique, 3745,70 : idem de moellon et brique : 3745,70
    Démolition de l’escalier et descellement des tuyaux, une somme de : argent : 400 f. 00
    La dépose du balcon en fer, de 44 m. 00 de longueur à 127 k. 00 par mètre linéaire, produit : dépose de fer : 5588 k. 00
    La démolition des souches de cheminées : argent : 250 f. 00
    Résumé
  30. Plomb dépose, jeté et rangé : 7650 k. 00, 0 f. 02 : 153 f. 00
  31. Démolition de charpente descendue et rangée : 216 st. 75, 6 f. 00 : 1300 f. 50
  32. Démolition de pierre jetée, bardée et rangée, régalage des gravois à la demande : 700,00, 6 f. 00 : 4200 f. 00
  33. Démolition de moellon et brique : 3745 m. 50, 2 f. 50 : 9364 f. 25
  34. La dépose de fer avec rangement : 5588 k. 00, 0 f. 02 : 111 f. 76
  35. Articles divers estimés dans le courant du détail métrique : 1606 f. 25
    Total : 16735 f. 76
    4° Pavillon sud contre l’abside de la chapelle
  36. La surface de la toiture en plomb est de 185 m. 00 à 30 k. 00 par mètre, produit : plomb déposé, jeté et rangé : 5550 k. 00
  37. Dépose des bois du comble avec descente et rangement, surface 185 m. 00 à 0 st. 10 par mètre superficiel, produit : démolition de charpente : 18 st. 50
  38. La démolition des planchers produisant ensemble une surface de 845 m. 00 à 0 st. 15 par mètre superficiel, produit : démolition de charpente : 126 st. 75
  39. La démolition de la maçonnerie de ces planchers avec décarrelage ou dépose des parquets, surface 845 m. 00 à 0 f. 75 le mètre superficiel : argent : 633 f. 75
  40. La démolition des murs extérieurs et de refend : ceux extérieurs produisent un développement de 47 m. 00 30 m. 00 de hauteur et 1,62 d’épaisseur réduite, produit 2284,20
    Les murs de refend produisent ensemble une surface de 20,00
    30,00 de hauteur, 600,00
    Les voûtes, mesurées en plan 169 m. 00 à % ½ = 253,00 * 0,60 d’épaisseur, 152,10
    Cube : 3036 m. 30
    Dont en pierre jetée, bardé, rangée et produisant, 630,00 : démolition de pierre : 630,00
    Le surplus en moellon et brique, 2406,30 : idem de moellon et brique : 2406,30
    Démolition de l’escalier et descellement des tuyaux : argent : 300 f. 00
    La dépose du balcon en fer, de 36 m. 00 de longueur à 127 k. 00 par mètre : dépose de fer : 4572 k. 00
    Démolition des souches de cheminées : argent : 250 f. 00
    Résumé
  41. Plomb dépose, jeté et rangé : 5550 k. 00, 0 f. 02 : 111 f. 00
  42. Démolition de charpente, descendue et rangée : 145 st. 25, 6 f. 00 : 871 f. 50
  43. Démolition de pierre jetée, bardée et rangée, régalage des gravois à la demande : 630,00, 6 f. 00 : 3780 f. 00
  44. Démolition de moellon et brique : 2406 m. 30, 2 f. 50 : 6015 f. 75
  45. Dépose de fer et rangement : 4572 k. 00, 0 f. 02 : 91 f. 44
  46. Articles divers estimés dans le courant du détail métrique : 1183 f. 75
    Total : 12053 f. 44
    5° Pavillon sud-ouest
  47. La surface de la toiture en plomb est de 229 m. 00 à 30 k. 00 par mètre superficiel, produit un poids de : plomb déposé, jeté et rangé : 6870 k. 00
  48. Dépose des bois du comble avec descente et rangement, surface 229 m. 20 à 0 st. 10 par mètre, produit : démolition de charpente : 22 stères 90
  49. Démolition des planchers produit 1040 m. 00 à 0 st. 15 par mètre, produit : idem : 156 st. 00
  50. La démolition de la maçonnerie de ces planchers avec décarrelage ou dépose des parquets, surface 1040 m. 00 à 0 f. 75 le mètre : argent : 780 f. 00
  51. La démolition des murs extérieurs et de refend : ceux extérieurs produisent un développement de 44 m. 00 30 m. 00 de hauteur et 1,62 d’épaisseur réduite, produit 2138,40
    Les murs de refend, surfaces en plan 19 m. 00
    30 m. 00, produit 570,00
    Les voûtes, surface en plan 208,00 à % ½ = 312,00 * 0,60 d’épaisseur, 187,20
    Cube total : 2895,60
    Dont en pierre jetée, bardé, rangée et produisant 690,00 : démolition de pierre : 690,00
    Le reste en moellon ou brique, 2205,60 : idem de moellon ou brique : 2205,60
    Démolition de l’escalier et descellement des tuyaux : argent : 400 f. 00
    La dépose du balcon en fer, de 44,00 de longueur à 127 k. 00 par mètre, produit : dépose fer : 5588 k. 00
    La dépose avec rangement et numérotage des boiseries, des cheminées, des glaces etc : argent : 500 f.
    La démolition des souches de cheminées : idem : 250 f. 00
    Résumé
  52. Plomb dépose, jeté et rangé : 6870 k. 00, 0 f. 02 : 137 f. 40
  53. Démolition de charpente, descendue et rangée : 178 st. 90, 6 f. 00 : 1073 f. 40
  54. Démolition de pierre jetée, bardée et rangée, régalage des gravois à la demande : 690,00, 6 f. 00 : 4140 f. 00
  55. Idem de moellon ou brique avec régalage des gravois idem : 2205 m. 60, 2 f. 50 : 5514 f. 00
  56. Dépose de fer et rangement : 5588 k. 00, 0 f. 02 : 111 f. 76
  57. Articles divers estimés dans le courant du détail métrique : 1930 f. 00
    Total : 12906 f. 56
    6° Surélévation de la chapelle et bâtiment adossé à cette partie de l’édifice
    1 Surélévation de la chapelle
  58. La découverture de la toiture en plomb est de 266 m. 20 superficiels à 30 k. 00 par mètre superficiel, produit un poids de : plomb dépose, jeté et rangé : 7986 k. 00
  59. La dépose des bois du comble avec descente et rangement, surfaces 266,20 à 0 st. 10 par mètre, produit : démolition de charpente : 26 st. 62
  60. La démolition des planchers produit ensemble 484,00 superficiels à 0 st. 10 par mètre superficiels : idem : 48 st. 40
  61. La démolition de la maçonnerie de ces planchers avec décarrelage ou dépose des parquets, surface 484 m. 00 à 0 st. 75 le mètre superficiel : argent : 363 f. 00
  62. La démolition des murs extérieurs d’un développement de 50,00 * 5,00 de hauteur et 1,00 d’épaisseur produit 250,00 dont en pierre jetée, bardée, rangée et produisant 50,00 : démolition de pierre : 50,00
    Le surplus en moellon et brique, 200,00 : idem de moellon et brique : 200,00
  63. Dépose des cloisons, poteaux etc. : argent : 100 f. 00
    Bâtiment adossé à la chapelle
  64. La découverte de la terrasse en plomb produisant 176 m. 00 superficiels à 30 k. 00 par mètre, pesant : plomb déposé, jeté et rangé : 5280 k. 00
  65. La démolition des 3 planchers avec descente et rangement produisant ensemble une surface de 528 m. 00 à 0 st. 15 par mètre : démolition de charpente : 79 st. 20
  66. La démolition de la maçonnerie de ces planchers avec décarrelage, dépose des parquets ou démolition des formes, surface 528 m. 00 à 0 f. 75 le mètre superficiel : argent : 396 f. 00
  67. La démolition des murs extérieur 22,00 de longueur 15,00 de hauteur et 1,50 d’épaisseur réduite : 495 m. 00
    Les murs de refend produisent ensemble une surface de 6,00
    7,00 de hauteur, produit 42,00
    Cube total : 537,00
    Dont en pierre jetée, bardée, rangée et produisant 80,00 : démolition de pierre : 80,00
    Le surplus en moellon, 475,00 : idem de moellon : 457,00
    Démolition de l’escalier, des boiseries, descellement des tuyaux, etc. : argent : 450 f. 00
    La dépose du balcon en fer de 22 m. 00 de longueur à 50 k. 00 par mètre, produit : dépose de fer : 1100 k. 00
    Résumé
  68. Plomb dépose, jeté et rangé : 13266 k. 00, 0 f. 02 : 265 f. 32
  69. Démolition de charpente, descendue et rangée : 154 st. 00, 6 f. 00 : 925 f. 32
  70. Démolition de pierre jetée, bardée et rangée, régalage des gravois à la demande : 130 m. 00, 6 f. 00 : 780 f. 00
  71. Idem de moellon ou brique avec régalage idem : 657 m. 00, 2 f. 50 : 1642 f. 50
  72. Dépose de fer et rangement : 1100 k. 00, 0 f. 02 : 22 f. 00
  73. Articles divers estimés dans le courant du détail métrique : 1309 f. 00
    Total : 4944 f. 14
    Récapitulation générale indiquant la quantité de matériaux provenant des démolitions
    37854 k. 00 de plomb déposé à raison de 0,02 le kilog. : 757 f. 08
    1032 f. 24 de démolition de charpente à raison de 6 f. 00 le stère : 6193 f. 44
    3530 m. 00 de démolition de pierre à raison de 6 f. 00 : 21180 f. 00
    13809 m. 20 de démolition de moellon à raison de 2 f. 50 : 34523 f. 00
    28532 k. 00 de dépose de fer à raison de 0 f. 02 : 570 f. 64
    Articles divers : 10006 f. 93
    Total : 73231 f. 09
    Dressé par l’architecte soussigné
    Eug. Millet
    Paris, ce 22 février 1862 »

Ministère d'Etat

Devis pour la démolition du pavillon sud-est du château de Saint-Germain-en-Laye

« Ministère de la Maison de l’Empereur et des Beaux-Arts
Direction des Bâtiments civils
Château de Saint-Germain-en-Laye
Devis des travaux à effectuer pour la démolition du pavillon sud-est

  1. La dépose des plombs de la toiture avec jet, transport et rangement d’une surface de 300 m. 00 à 40 kilos par mètre : plomb déposé, jeté, transporté et rangé : 12000 k. 00
  2. La dépose des bois du comble, partie avec descente, partie avec jet, transport et rangement d’une surface de 300 m. 00 à 0 f. 10 par mètre, produit : démolition de charpente : 30 stères 000
  3. La démolition des 5 planchers comme ci-dessus d’ensemble une surface de 1275 m. 00 à 0 stère 15 par mètre : idem : 191 st. 250
  4. La démolition de la maçonnerie de ces planchers avec décarrelage et dépose des parquets, jet de gravois et sortie, surface de 1275,00 à 0 f. 50 le mètre superficiel : argent : 637 f. 50
  5. La démolition des murs extérieurs et de refend, ceux extérieurs d’un développement de 42 m. 00 30,00 de hauteur et 1 m. 62 d’épaisseur réduite produisent 2041,200
    Les murs de refend surface en plan 72 m. 50
    30,00 de hauteur produisent 2175,000
    Les voûtes surface en plan de 255 m. 00 à % ½ = 382 m. 50 * 0,60 d’épaisseur, 229,500
    Ensemble 4445 m. 700
    Dont en pierre jetée, bardée et rangée avec jet et sortie des gravois, un cube de 700,000 : démolition de pierre, 700,000
    Le surplus en moellon et brique : 37456,700 : idem brique et moellon : 3745,700
  6. La démolition de l’escalier et descellement des tuyaux avec rangement et transport des dits, sortie des gravois, une somme de : argent : 100 f. 00
  7. La dépose du balcon en fer de 44 m. 00 de longueur à 127 k. 00 par mètre : dépose de fer : 5588 k. 00
  8. Démolition des souches de cheminées : 250 f. 00
    Résumé
  9. Plomb dépose, jeté, transporté et rangé : 12000 k. 00, 0 f. 02 : 240 f. 00
  10. Démolition de charpente, partie descendue, partie jetée, avec transport et rangement : 221 stères 250, 5 f. 00 : 1106 f. 25
  11. Démolition de pierre jetée, bardée et rangée, sortie des gravois : 700 m. 000, 6 f. 00 : 4200 f. 00
  12. Démolition de maçonnerie en brique ou moellon avec jet, triage, rangement, sortie des gravois : 3745 m. 700, 2 f. 25 : 8427 f. 83
  13. Dépose de fer avec rangement : 5588 k. 00, 0 f. 02 : 111 f. 76
    Articles divers estimés dans le courant du détail métrique : 1287 f. 50
    Total de la démolition, à reporter : 15373 f. 34
    Enlèvement aux décharges publiques des gravois des démolitions précédentes
  14. Ceux provenant des planchers d’une surface de 1275 m. 00 * 0,40 de hauteur réduite en y comprenant foisonnement, produit 510,000
  15. Ceux provenant des pierres de taille et résultant de la dépose cube de la pierre déposée, 700,000, au 1/5, 140,000
  16. Ceux provenant de démolition des maçonneries en briques ou moellon, le cube de ces parties 3745,700 à ½, 1872,850
    Cube total des gravois, 2522,850
    A 3 f. 35 le mètre cube pour chargement en tombereau et enlèvement aux décharges publiques, produit : 8451 f. 55
    Construction d’un pont de service pour l’enlèvement des gravois et divers
  17. Ouverture d’une brèche dans le mur d’appui de 3 m. 00 de longueur 1,00 de hauteur et 0,60 produit 1,00 de hauteur et 0,60 produit 1 m. 800 à 3 f. 00 le mètre cube, 5 f. 40
  18. Reprises et raccords dans le mur : 20 f. 00
  19. Etablissement d’une porte provisoire avec ferrures, trous et scellements : 100 f. 00
  20. Etablissement du pont de service en chêne produit 7 stères 000 à 110 f. 00 le stère, 770 f. 00
    Dès sous les poteaux, 150 f. 00
    Trous et scellemens pour le pont, 50 f. 00
    Ferrures de ce pont, 100 f. 00
    Goudronnage des bois, 100 f. 00
    Ensemble, 1295 f. 40 : 1295 f. 40
    [Total :] 9746 f. 95
    Construction d’un pont et enlèvement de gravois : 9746 f. 95
    Total de la démolition du pavillon : 25120 f 29
    Dressé par l’architecte soussigné
    Eugène Millet
    Paris, ce 28 décembre 1868 »

Ministère de la Maison de l'Empereur (Second Empire)

Devis pour la restauration de la chapelle du château de Saint-Germain-en-Laye

« Château de Saint-Germain-en-Laye
Restauration de la chapelle de saint Louis
Extrait du devis général en date du 22 février 1862
Travaux à exécuter par les soins et aux frais du ministère des Beaux-Arts
Direction des Beaux-Arts
Monuments historiques
Construction d’un éperon de 2.00*1.00 et sur 20 m. 00 de hauteur, produit : 40.000
7 éperons semblables, cubant : 280.000
Les murs en soubassement de 30.00 de longueur sur 10.00 de hauteur et sur 1.50 : 450.000
Les murs de la petite sacristie de 16.00 de développement sur 10.00 et sur 0.60 d’épaisseur, cubant : 96.000
La pyramide de 4.00 sur 4.00 et sur 3.00 : 48.000
Les meneaux en pierre d’une grande croisée de 4.50 sur 9.00 et sur 0.50 et cubant : 20.250
2 semblables : 40.500
Une croisée du rond-point de 3.00 sur 9.00 et sur 0.50 cubant : 13.500
3 semblables : 40.500
Cube total : 1028.750
Dont en riche de Saint-Nom, cubant 350.000 à raison de 120 f. 00 : 42000 f. 00
Et en banc royal de Conflans, cubant ensemble 380.000 à raison de 110 f. 00 le mètre : 41800 f. 00
Le surplus en moellon et mortier de chaux hydraulique cubant 298.750 à raison de 18 f. 00 le mètre : 5377 f. 50
Taille de parements vus et layés sur pierre de Saint-Nom d’une surface de 2977 m. 833 à raison de 7 f. 00 le mètre superficiel : 20844 f. 83
1er total : 110022 f. 33
Les honoraires de l’architecte, calculés à raison de 5 % : 5501 f. 11
Les honoraires de l’inspecteur et du vérificateur, calculés à raison de 2 et ½ pour cent et pour les 2 agents : 2750 f. 56
Frais de direction : 8251 f. 67
Total du présent devis : 118274 f. 00
L’architecte soussigné
Eugène Millet
Paris, ce 3 mars 1874
Approuvé,
Le 25 mai 1874
Le ministre de l’Instruction publique, des Cultes et des Beaux-Arts
A. de Cumont »

Devis pour la restauration du château de Saint-Germain-en-Laye en conservant les pavillons de Louis XIV

« Ministère d’Etat
Division des Bâtiments civils
Château de Saint-Germain-en-Laye
Devis n° 3, château de Louis XIV
Ministère d’Etat
Division des Bâtiments civils
Restauration du château de Louis XIV à Saint-Germain-en-Laye
Evaluation approximative
Restauration de l’ancien pavillon à l’angle nord-ouest. Cet ouvrage évalué à la moitié de la valeur des travaux comptés au devis n° 1 et s’élevant à : 70237 f. 98 [rayé et remplacé par : 81478 f. 18]
Restauration du pavillon Louis XIV de 15,00 19,00 surface 285,00 mètre à raison de 500 f. 00 [rayé et remplacé par : 575 f. 00] d’après le détail du devis précédent et eu égard à l’étage supplémentaire supérieur et à l’étage supplémentaire sis au niveau des fossés : 142500 f. 00 [rayé et remplacé par : 163875 f. 00]
[Total :] 212737 f. 98 c. [rayé et remplacé par : 245353 f. 18]
Restauration de l’ancien pavillon de l’angle nord-est comme ci-dessus : 70123 f. 35 [rayé et remplacé par : 80905 f. 40]
Restauration du pavillon saillant Louis XIV de 12,00
20,00 et d’une surface de 240,00 à raison de 500 f. 00 [rayé et remplacé par : 575 f. 00] le mètre superficiel comme ci-dessus et s’élevant à : 120000 f. 00 [rayé et remplacé par : 138000 f. 00]
[Total :] 190123 f. 35 [rayé et remplacé par : 218905 f. 40]
Restauration de l’ancien pavillon de l’angle sud-est, ces ouvrages évalués à la moitié de l’évaluation du devis n° 1 : 68532 f. 10 [rayé et remplacé par : 79895 f. 40]
Restauration du pavillon saillant de cet angle de 16,00 13,50 et d’une surface de 216,00 à raison de 500 f. 00 [rayé et remplacé par : 575 f. 00] : 108000 f. 00 [rayé et remplacé par : 124200 f. 00]
[Total :] 176532 f. 10 [rayé et remplacé par : 194095 f. 40]
Restauration de l’ancien pavillon sud de la chapelle évalué comme ci-dessus : 63000 f. 00 [rayé et remplacé par : 71000 f. 00]
Le pavillon saillant de 13,00
15,00 et d’une surface de 175,00 à raison de 500 f. 00 [rayé et remplacé par : 575 f. 00] le mètre superficiel comme ci-dessus et s’élevant à : 97500 f. 00 [rayé et remplacé par : 112125 f. 00]
[Total :] 160500 f. 35 [rayé et remplacé par : 183125 f. 00]
Restauration du pavillon sud-ouest érigé par Louis XIV de 24,00 de longueur sur 18,50 de largeur produisant une surface de 444 m. 00 à 500 f. 00 [rayé et remplacé par : 575 f. 00] le mètre comme ci-dessus : 222000 f. 00 [rayé et remplacé par : 255300 f. 00]
Restauration de la chapelle de saint Louis et du bâtiment accolé à cette chapelle, l’on comprend dans ces travaux toutefois la destruction de la sacristie. Ces ouvrages estimés comme au devis n° 1 : 236000 f. 00 [rayé et remplacé par : 291385 f. 00]
Restauration des 4 bâtiments sis autour de la cour du château et suivant ce qui est indiqué au devis n° 1 : 822854 f. 60 [rayé et remplacé par : 954024 f. 50]
Travaux divers complémentaires évalués au devis et comprenant le pavage, l’arrangement des murs d’appui des fossés et comme au devis n° 1 : 76149 f. 00
[Total :] 2096897 f. 03 [rayé et remplacé par : 2418336 f. 48]
Imprévus 1/20 [rayé et remplacé par : 1/10] : 104844 f. 85 [rayé et remplacé par : 241833 f. 65]
[Total :] 2201741 f. 88 [rayé et remplacé par : 2660170 f. 13]
Honoraires, frais d’agence et voyages, évalués ensemble à : 139829 f. 97
Total pour la restauration du château de Louis XIV : 2800000 f. 00
Dressé par l’architecte soussigné
Eug. Millet
Paris, ce 22 février 1862 »

Ministère d'Etat

Devis pour la restauration du château de Saint-Germain-en-Laye en supprimant les pavillons de Louis XIV

« Ministère d’Etat
Division des Bâtiments civils
Château de Saint-Germain-en-Laye
Devis n° 1, château de François 1er
Ministère d’Etat
Division des Bâtiments civils
Restauration du château de Saint-Germain-en-Laye
Devis
Château de François 1er
Restauration de l’angle nord-ouest du donjon
1° Construction de l’escalier près de la porte d’entrée

  1. La cage d’escalier de 13 m. 00 de pourtour pour la fondation en moellon et chaux hydraulique * 2.50 de hauteur et 1 m. 50 d’épaisseur, produit 48.75 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] le mètre cube, vaut : 877 f. 50 [rayé et remplacé par : 1170 f. 00]
  2. La fouille pour cette fondation de 4.00 * 4.00 et 2.50 produit 40.00 à 1 f. 00 [rayé et remplacé par : 1 f. 50] le mètre cube, vaut : 40 f. 00 [rayé et remplacé par : 60 f. 00]
  3. La cage d’escalier de 12 m. 00 de pourtour * 1 m. 00 d’épaisseur et 18.00 de hauteur, produit 261.00, dont en banc royal de Conflans un cube de 20 m. 00 à 110 f. 00 le mètre cube : 220 f. 00 [rayé et remplacé par : 2200 f. 00]
    Dont en briques de pays 2 m. 00 à 60 f. 00 le mètre cube : 120 f. 00
    Le surplus en moellon et chaux hydraulique, 194 m. 00 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f.
    00] le mètre cube : 3492 f. 00 [rayé et remplacé par : 4656 f. 00]
    Les parements en banc royal d’une surface de 200.00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00 compris ravalement] : 900 f. 00 [rayé et remplacé par : 1000 f. 00]
    Les parements moulurés [rayé et remplacé par : moulinés] de la brique et les jointoiements faits avec soin : 200 f. 00
    Les parements taillés sur murs circulaires et jointoiement, d’une surface de 356 f. 00 à 3 f. 00 le mètre superficiel : 1068 f. 00
  4. La voûte en banc royal et en moellon produit une cube de 45.00, partie en banc royal 15.00 à 110 f. 00 [rayé et remplacé par : 120 f. 00] : 1650 f. 00 [rayé et remplacé par : 1800 f. 00]
    Partie en moellon et chaux hydraulique 30.00 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 25 f.00] : 540 f. 00 [rayé et remplacé par :750 f. 00]
    Les parements en banc royal 150.00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00 idem] : 675 f. 00 [rayé et remplacé par : 750 f. 00]
    Plus-value de la taille des 6 vases à 50 f. 00 l’un, vaut : 300 f. 00
  5. Les 62 marches en liais Saint-Denis, cubant ensemble 6.20, le noyau de la partie supérieure 0.70, le garde-corps 0.30, ensemble 7.20, à 150 f. 00 le mètre cube : 1080 f. 00
    Les parements en liais de Saint-Denis d’une surface de 210.00 à 9 f. 00 le mètre superficiel : 1890 f. 00
  6. Massifs sous les marches en moellon et chaux hydraulique, 20 m. 00 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 20 f. 00] : 360 f. 00 [rayé et remplacé par : 400 f. 00]
  7. Ouverture de 3 portes donnant accès aux divers étages, 3 parties d’ensemble 9 m. 00 de hauteur * 2 m. 00 et 1 m. 50 produit 27.00 à 25 f. 00 le mètre cube : 675 f. 00
  8. La reprise du mur, cubant déduction faite des portes 18.000, dont en banc royal pour les jambages et linteaux, cubant 9.000 à 110 f. 00 : 990 f. 00
    Le surplus en moellon et chaux hydraulique, 9.000 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] : 162 f. 00 [rayé et remplacé par : 216 f. 00]
    La plus valeur de 3 arcs de décharge au-dessus des linteaux, en moellon, à 5 f. 00 : 15 f. 00
    Les parements sur bon royal, 90.00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] : 405 f. 00 [rayé et remplacé par : 450 f. 00]
    Raccords d’enduits en mortier autour des trois portes, 6.00 à 1 f. 50 : 9 f. 00
    2° Restauration du donjon
  9. La démolition des cloisons légères, boiseries, cheminées, arrachage des toiles et papiers : 150 f. 00
    La démolition d’un plancher d’une surface de 48.00 à 2 f. 00 le mètre, vaut : 96 f. 00
  10. Le bouchement des 10 croisées de la façade ouest d’ensemble une surface de 77 m. 50 2.60 d’épaisseur, produit 201.50, dont en vergelé le parement extérieur 77.50 0.50, 38.75 à 75 f. 00 le mètre cube : 2906 f. 25
    Le surplus en moellon et chaux hydraulique, 162 f. 75 à 18 f. [rayé et remplacé par : 24 f. 00] le mètre cube : 2929 f. 50 [rayé et remplacé par : 3905 f. 00]
    Les parements en vergelé d’une surface de 388.00 à 3 f. 00 le mètre superficiel : 1164 f. 00
    Les enduits en chaux hydraulique à l’intérieur de 100.00 à 1 f. 50 : 150 f. 00
    La démolition du balcon, non comptée eu égard à la valeur des matériaux
  11. L’ouverture d’une fenêtre, évaluée : 600 f. 00
  12. Les bandeaux en banc royal d’ensemble 21 m. 00 * 0.25 en hauteur eu 0.50 de profondeur, produisent un cube de 2.625 à 110 f. 00 le mètre cube : 288 f. 75
    Les parements et moulures en banc royal d’une surface de 26.25 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] : 118 f. 13 [rayé et remplacé par : 136 f. 25]
    Les refouillements, estimés : 100 f. 00
  13. Morceaux à rapporter par incrustement sur cette face ouest du donjon, estimés comme les reprises ci-dessus à : 506 f. 88
    Restauration de la façade nord
  14. Ouverture de 10 croisées produisant ensemble une surface de 90 m. 00 et 2 m. 60 d’épaisseur, produit 234 m. 00 à 25 f. 00 le mètre cube : 5850 f. 00
    La construction des 10 fenêtres précédentes, ensemble un cube en banc royal de Conflans, de 64 m. 00 à 110 f. le mètre cube, produit : 7040 f. 00
    La construction en moellon et chaux hydraulique, un cube de 50,00 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] : 900 f. 00 [rayé et remplacé par : 1200 f. 00]
    Les parements en banc royal, 640,00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] : 2880 f. 00 [rayé et remplacé par : 3200 f. 00]
    Les enduits à l’intérieur en chaux hydraulique, une surface de 150 m. 00 à 1 f. 50 : 225 f. 00
  15. Les bandeaux et reprises dans le mur nord en vergelé de 10 m. 00 * 10 m. 00 et 0,50 d’épaisseur, 50 m. 000 à 75 f. 00, produit : 3750 f. 00
  16. Les parements et moulures des bandeaux, surface 500,00 à 3 f. 00 : 1500 f. 00
  17. Les refouillements 50,00 à 25 f. 00 : 1250 f. 00
    Couronnement du donjon
  18. Les encorbellements en banc royal de Conflans, ensemble 3,00 2,00 et 1,50, 9 m. 000 ; une petite pile de la balustrade de 0,60 0,60 et 1,20, 0,430 ; 14 semblables, 6,020 ; la corniche des arcs boutants, ensemble 3,00 * 1,00 et 1,00, 3,000 ; 3 autres semblables, 9,000 ; ensemble : 27 m. 450 à 110 f. 00 le mètre cube, vaut : 3019 f. 50
  19. Les parements produisent une surface de 275 m. 00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 m. 00] le mètre superficiel, vaut : 1237 f. 50 [rayé et remplacé par : 1375 f. 00]
  20. Les chéneaux en liais de Saint-Denis des 2 étages du beffroi, d’ensemble une longueur de 69 m. 00 à 80 f. 00 le mètre linéaire, tailles comprises : 5520 f. 00
  21. La balustrade en vergelé avec couronnement et socle en banc royal de Conflans, d’ensemble une longueur de 69 m. 00 à 80 f. 00 le mètre linéaire, toutes tailles comprises : 5520 f. 00
  22. Fourniture et taille de 11 vases à 50 f. 00 l’un, y compris joints en plomb : 550 f. 00
  23. Un arc-boutant en vergelé de 2,50 * 0,80 d’épaisseur et 3,00 de hauteur, 6,00 ; 3 semblables produisent 18,00 ; les reprises dans les parties supérieures, 25,00 ; ensemble 49 m. 00 à 75 f. 00 le mètre cube, vaut : 3675 f. 00
  24. Les parements en vergelé, 490 m. 00 à 3 f. 00 : 1470 f. 00
  25. Les refouillements et démolitions : 2950 f. 00
  26. Construction du tuyau extérieur de la cheminée de la façade ouest en banc royal de 10 m. 00 de hauteur * 1,00 et 1,50 réduit, 15,00 à 110 f. le mètre cube, vaut : 1650 f. 00
  27. Les parements produisent 150,00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] le mètre superficiel, vaut : 675 f. 00 [rayé et remplacé par : 750 f. 00]
  28. La démolition pour rétablissement de ces cheminées : 500 f. 00
    Construction de la tourelle contenant les cabinets d’aisances
  29. Le développement des murs de 10 m. 50 * 27 m. 00 de hauteur et 0,60 d’épaisseur réduite, 170,10, dont moitié en banc royal de Conflans, 85,05 à 110 f. 00 le mètre cube, vaut : 9355 f. 50
  30. Le surplus en moellons et mortier hydraulique, 85,05 ; les fondations, 28,00 ; ensemble 113 m. 05 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] le mètre cube : 2034 f. 90 [rayé et remplacé par : 2713 f. 20]
  31. Les parements en banc royal d’ensemble une surface de 850,50 à 4 f. 40 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] le mètre superficiel : 3827 f. 25 [rayé et remplacé par : 4252 f. 50]
  32. Les parements taillés de moellon comme ceux déjà comptés, 162 m. 00 à 3 f. 00 : 486 f. 00
  33. Les enduits à l’intérieur en chaux hydraulique, 162 m. 00 à 1 f. 50 : 243 f. 00
  34. Les chéneaux comme ci-dessus d’ensemble une longueur de 8 m. 00 à 80 f. 00 : 640 f. 00
  35. Les balustrades idem, 8 m. 00 à 80 f. 00 : 640 f. 00
  36. 3 petites piles de la balustrade en vergelé, chaque de 0,60 * 0,60 et 1,20, 1,300 à 75 f. 00 le mètre cube : 97 f. 50
  37. Les parements produisent 13 m. 00 à 3 f. 00 : 39 f. 00
  38. 3 vases idem à 50 f. 00 : 150 f. 00
    Construction de la partie du mur attenant au donjon
  39. Les murs à rez-de-chaussée de 3 m. 00 d’épaisseur 6 m. 00 de longueur et 10,00 de hauteur, 180 m. 00 ; 1 éperon intérieur de 1,20 1,50 et 10 m. 00 de hauteur, 18,00 ; partie supérieure 6,00 de long 1,20 d’épaisseur et 17,00 de hauteur, 122,40 ; 1 éperon intérieur de 1,50 1,50 et 17,00 de hauteur, 38,25 ; le petit mur de l’entresol de 3,00 de longueur * 0,40 d’épaisseur et 5,00, produit 6,00 ; les 3 corbeaux cubant 2,00 ; cube total, 366,65, à déduire les vides 30,00, reste 336,65, dont en banc royal un cube de 30,00 à 110 f. le mètre cube : 3300 f. 00
  40. En vergelé, 71 m. 00 à 75 f. 00 le mètre cube : 5325 f. 00
  41. En briques de pays pour les croisées supérieures, 4,00 à 60 f. 00 : 240 f. 00
  42. Le surplus en moellons et chaux hydraulique, 231,65 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] : 4169 f. 70 [rayé et remplacé par : 5559 f. 60]
  43. Les parements en banc royal de 300 m. à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] : 1350 f. 00 [rayé et remplacé par : 1500 f. 00]
  44. En vergelé, 710 m. 00 à 3 f. 00 : 2130 f. 00
  45. En parements briques 40 m. 00 à 4 f. 00 : 160 f. 00
  46. Les enduits en chaux hydraulique : 200 f. 00
  47. Les chéneaux en liais de Saint-Denis d’ensemble 1 longueur de 8 m. 00 à 80 f. 00 : 640 f. 00
  48. La balustrade en vergelé et banc royal comme ci-dessus, 8 m. 00 à 80 f. 00 : 640 f. 00
  49. 2 petites piles de la balustrade avec vases à 95 f. 00 : 190 f. 00
  50. Démolition des terrasses en pierre, démolition de la maçonnerie, des planchers et des cloisons dans la partie attenante au donjon : 1000 f. 00
  51. Divers trous et scellements d’étais : 400 f. 00
  52. Construction de 4 cabinets d’aisances, pose des tuyaux de chute et de ventouse : 200 f. 00
  53. Reconstruction des voûtes et des murs intérieurs du donjon, ouverture de plusieurs portes vers la galerie, reprises, enduits intérieurs, le tout estimé à la somme de : 5000 f. 00
  54. Le dallage du rez-de-chaussée du donjon en liais de Saint-Denis, de 0,10 d’épaisseur, de 6,00 * 8,00, 48,00 à 20 f. 00 le mètre superficiel, vaut : 1056 f. 00
  55. Construction de 3 grandes cheminées en brique occupant la hauteur des étages avec percements, tailles, moulures, surmontées d’un chiffe couronné, à 500 f. [rayé et remplacé par : 1000 f. 00] (les démolitions et refouillements partiels non comptés pour tenir compte du réemploi des matériaux) : 1500 f. 00 [rayé et remplacé par : 3000 f. 00]
    Total maçonnerie : 119853 f. 86 [rayé et remplacé par : 142000 f. 00]
    Charpente
  56. Restauration des planchers du donjon et construction de deux cabinets d’aisances, surface des 4 planchers du donjon 204 m. 00 à 12 f. 00 [rayé et remplacé par : 15 f. 00] le mètre superficiel, vaut : 2448 f. 00 [rayé et remplacé par : 3060 f. 00]
  57. Les cabinets d’aisances, 4 planchers en bois refait, chaque 3,50 * 2,20, 30 m. 80 à 0 st. 12 par mètre superficiel, produit 3 st. 70 à 160 f. 00 [rayé et remplacé par : 200 f. 00] le stère : 592 f. 00 [rayé et remplacé par : 740 f. 00]
  58. Fourniture et pose d’étais en location, 60 st. à 30 f. 00 : 1800 f. 00
  59. Cintres, 30 st. à 40 f. 00 : 1200 f. 00
  60. Le comble en chêne ordinaire et de sciage de 51 m. 00 superficiels à 0 st. 10 [rayé et remplacé par : 0 st. 15], 5,10 [rayé et remplacé par : 7,65] à 110 f. 00 [rayé et remplacé par : 125 f. 00] : 561 f. 00 [rayé et remplacé par : 856 f. 25]
    (Les diverses démolitions et rangements non comptés pour tenir compte du réemploi des matériaux.)
    Total charpente : 6601 f. 00 [rayé et remplacé par : 7656 f. 25]
    Couverture
  61. La couverture du donjon et des cabinets d’aisance en zinc fort n° 16 sur plancher en sapin de 0,027 d’épaisseur, la dite toiture à ressauts par feuilles de 0,65 avec forts carreaux, pattes en cuivre en y comprenant égouts, solins de raccords, tablons, coupes biaises, raccords d’angle, surface 90 m. 00 à 18 f. 00 le mètre superficiel, tout compris : 1620 f. 00
  62. 4 garde-robes système Havard, nouveau et grand modèle à effet d’eau, cuvette en porcelaine avec pipes en plomb, réservoir en chêne doublé en plomb, tuyau de 0,020 de diamètre intérieur, à 160 f. l’une : 640 f. 00
    (Les diverses démolitions et rangements non comptés pour tenir compte du réemploi des matériaux.)
    Total couverture : 2260 f. 00
    Menuiserie du donjon
  63. 11 croisées en chêne, bâtis de 0,054, châssis 0,041 à grands cadres, chaque 4 m. 50 réduit, produisent 49,50 à 15 f. 00 le mètre, toutes plus values comprises : 742 f. 50
  64. 6 châssis des cabinets d’aisance, chaque 0,41 * 1,20 à 7 f. 00 l’un, y compris bâtis, vaut : 42 f. 00
  65. 13 portes intérieures avec chanfreins et arêtes en chêne ciré, 0,041 d’épaisseur, panneaux 0,020 (à petits panneaux, chaque 1,20 * 2,20), produisent 34 m. 32 à 30 f. 00 le mètre superficiel : 1029 f. 60
  66. Les parquets en chêne, de 0,027 d’épaisseur, frises à l’anglaise de 0,11 de largeur sur lambourdes de 0,034 d’épaisseur, 4 planchers chaque de 51 m. 00 superficiels, 204,00 à 10 f. 00 le mètre : 2040 f. 00
  67. Restauration des planchers d’entrevoux sous le parquet, évaluée : 500 f. 00
  68. Stylobates, moulures et baguettes, une somme de : 500 f. 00
  69. 4 grands sièges en chêne ciré à 50 f. 00 l’un, vaut : 200 f. 00
    (Les diverses déposes de boiseries et rangements non comptés pour tenir compte du réemploi des matériaux.)
    Total menuiserie : 5054 f. 10
    Serrurerie
  70. Gros fers, un poids de 600 k. 00 à 0 f. 70 le kilo : 420 f. 00
  71. Ferrure des 11 croisées, pattes, équerres, crémones, à 16 f. 00 [rayé et remplacé par : 25 f. 00] : 176 f. 00 [rayé et remplacé par : 275 f. 00]
  72. 64 barettes pour les vitraux en fer à T, 3 f. 00 : 192 f. 00
  73. 6 châssis des cabinets d’aisances, 5 f. 00 : 30 f. 00
  74. Ferrure des 13 portes intérieures, 26 f. 00 : 338 f. 00
  75. Ferrure de 4 sièges, 8 f. 00 : 32 f. 00
  76. Les tuyaux de chute en fonte de 0,19 de diamètre, pesant ensemble 850 k. 00 à 0 f. 30 le kilo : 255 f. 00
  77. Goujons en cuivre, pattes, vis : 200 f. 00
    (Les démolitions et rangements non comptés eu égard au réemploi des matériaux.)
    Total : 1643 f. 00 [rayé et remplacé par : 1742 f. 00]
    Peinture et vitrerie
  78. La peinture des croisées à l’huile 3 couches avec apprêts, une surface de 90 m. ; idem de 6 châssis de cabinets d’aisances, une surface de 6,00 ; l’intérieur des 6 cabinets d’aisances, 220,00 ; les lambris du donjon, une surface de 224,00 ; surface, 540,00 à 1 f. 10 le mètre superficiel : 594 f. 00
  79. L’impression des plafonds à l’huile bouillante 1 couche, impression au minium à 3 couches des gros fers et des fontes, peinture en détrempe des murailles, ferrures : 600 f. 00
  80. Les panneaux et vitreries montés en plomb, une surface de 30 m. 00 à 15 f. 00 le mètre superficiel, produit : 450 f. 00
    (Les démolitions non comptées eu égard au réemploi des matériaux.)
    Total peinture et vitrerie : 1644 f. 00
    Sculpture
  81. Sculpture d’un vase avec figures arabesques, anses, évaluée 80 f. 00 ; 19 semblables : 1520 f. 00 ; ensemble : 1600 f. 00
  82. 10 gargouilles, l’une 200,00 : 2000 f. 00
    Total sculpture : 3600 f. 00
    Résumé
  83. Maçonnerie : 119853 f. 86
  84. Charpente : 6601 f. 00
  85. Couverture et plomberie : 2260 f. 00
  86. Menuiserie : 5054 f. 10
  87. Serrurerie : 1643 f. 00
  88. Peinture et vitrerie : 1644 f. 00
  89. Sculpture : 3600 f. 00
    Total de l’angle nord-ouest du donjon : 140655 f. 96 [rayé et remplacé par : 163956 f. 35]
    Restauration de l’angle nord-est formant l’ancien pavillon
  90. Le massif d’angle du rez-de-chaussée de 7 m. 00 6 m. 00 et 10 m. 00 de hauteur, 420 m. 00 ; le mur adjaçant de 5 m. 00 4 m. 00 et 10 m. 00 de hauteur, 200,00 ; reprise dans le mur est, 60,00 ; ensemble 680,00, dont en banc royal de Conflans 140 m. 00 à 110 f. 00 le mètre cube : 15400 f. 00
  91. Le surplus en moellon et chaux hydraulique de 540 m. 00 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] : 9720 f. 00 [rayé et remplacé par : 12960 f. 00]
  92. Les parements en vergelé d’ensemble une surface de 1400 m. 00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] le mètre superficiel : 6300 f. 00 [rayé et remplacé par : 7000 f. 00]
  93. La construction de la tourelle :
    Murs de 18 m. 00 de pourtour sur 20,00 de hauteur et 0,80 d’épaisseur, produit 288 m. 00 ; les 2 petits murs du passage à l’entresol d’ensemble 8 m. 00 de longueur * 4,00 de hauteur et 0,40 d’épaisseur, 12,80 ; cube total 300,80, à déduire les vides 30,40, reste produit 270,40, dont en banc royal 49,80 à 110 f. 00 le mètre cube : 5478 f. 00
  94. En vergelé, 49,80 à 75 f. 00 : 3725 f. 00
  95. En briques de pays pour les croisées, 20 m. 00 à 60 f. 00 le mètre cube : 1200 f. 00
  96. Le surplus en moellon et chaux hydraulique, 150,80 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] le mètre cube : 2714 f. 40 [rayé et remplacé par : 3619 f. 20]
  97. Parements sur banc royal, 498,00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] le mètre superficiel, produit : 2241 f. 00 [rayé et remplacé par : 2490 f. 00]
  98. Parements en vergelé, 498,00 à 3 f. 00 le mètre superficiel, vaut : 1494 f. 00
  99. Parements en briques, 200 m. 00 à 4 f. 00 le mètre vaut : 800 f. 00
  100. Parements de moellons taillés, 100 m. 00 à 3 f. 00, vaut : 300 f. 00
  101. Construction de 3 petites cheminées en briques avec parements et moulures, les dites surmontées d’un chiffre couronné, à 250 f. 00 [rayé et remplacé par : 500 f. 00] l’une, vaut : 750 f. 00 [rayé et remplacé par : 1500 f. 00]
  102. Les enduits à l’intérieur en chaux hydraulique d’une surface de 180 m. 00 à 1 f. 50 le mètre superficiel : 270 f. 00
  103. Les chéneaux en liais de Saint-Denis semblables aux précédentes, d’ensemble 16 m. 00 de longueur, à 80 f. 00 le mètre linéaire : 1280 f. 00
  104. La balustrade en vergelé et banc royal semblable aux précédentes, de 16 m. 00 de longueur, à 80 f. 00 le mètre : 1280 f. 00
  105. 7 petites piles de balustrade semblables aux précédentes, à 95 f. 00 : 665 f. 00
  106. 7 vases à 50 f. 00 : 350 f. 00
    Construction d’un escalier adossé à cette tourelle
  107. Les murs de 5,00 de développement * 14,00 de hauteur et 0,50 d’épaisseur produisent un cube de 35 m. 00, dont en banc royal 8 m. 00 à 110 f. 00 le mètre cube : 880 f. 00
  108. Le surplus en moellon et chaux hydraulique, 27 m. 00 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] : 486 f. 00 [rayé et remplacé par : 648 f. 00]
  109. Les parements en banc royal, une surface de 80,00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] le mètre superficiel, vaut : 360 f. 00 [rayé et remplacé par : 400 f. 00]
  110. En parements de moellons taillés, 140 m. 00 à 3 f. 00 le mètre superficiel, vaut : 420 f. 00
  111. 62 marches en liais de Saint-Denis, chaque 1,00 de longueur, estimées à 20 f. 00 : 1240 f. 00
  112. La coupole en pierre couronnant et escalier, estimée : 1000 f. 00
  113. Restauration des 5 croisées en briques, à fronton, du 2e étage, évaluées à 500 f. 00 l’une, vaut : 2500 f. 00
  114. Construction des 3 grandes cheminées en briques à l’intérieur avec parements et moulures, les dites couronnées d’un chiffre, à 500 f. 00 [rayé et remplacé par : 1000 f. 00] l’une : 1500 f. 00 [rayé et remplacé par : 3000 f. 00]
    Construction des voûtes du pavillon nord-est
  115. Les arêtiers, arcs-doubleaux et formerets en vergelé, d’ensemble 236 m. 00 de longueur à raison de 25 f. 00 le mètre linéaire : 5900 f. 00
  116. Les remplissages des voûtes en briques de pays d’ensemble une surface de 240 m. 00 à 13 f. 00 le mètre superficiel : 3120 f. 00
  117. Plus value pour les clefs : 300 f. 00
  118. Les chêneaux en liais d’ensemble 48 m. 00 à 80 f. 00 le mètre linéaire : 3840 f. 00
  119. Les balustrades en vergelé et banc royal, ensemble 48,00 à 80 f. 00 : 3840 f. 00
  120. 11 piles de balustrade à 95 f. 00 : 1045 f. 00
  121. 11 vases idem à 50 f. 00 : 550 f. 00
  122. 5 couronnes avec leurs petites piles au-dessous, à 40 f. 00 pour plus value des balustrades : 200 f. 00
  123. 10 gargouilles en liais de Saint-Denis, à 100 f. l’une : 1000 f. 00
  124. Construction des 2 souches des 7 cheminées du pavillon à 500 f. [rayé et remplacé par : 1000 f.] l’une eu égard au réemploi des vieux matériaux de l’une d’elles : 1000 f. 00 [rayé et remplacé par : 2000 f. 00]
  125. Diverses reprises en pierre et moellon dans les murs de ce pavillon : 3000 f. 00
  126. Bahut en pierre supportant la charpente de la toiture : 500 f. 00
  127. Le dallage en liais de 0,10 d’épaisseur pour le rez-de-chaussée d’une longueur de 12 m. 00 * 10,00 de largeur, produit 120 m. 00 à 20 f. 00 : 2400 f. 00
  128. Cheminée en pierre du rez-de-chaussée, évaluée : 600 f. 00
  129. Balustrade des 2 faces au-devant du pavillon et de l’étage de l’entresol, d’après les détails qui précèdent : 4000 f.
  130. Les voûtes en poterie sous le balcon du 1er étage, d’une surface de 95 m. 00 à 10 f. 00 le mètre superficiel : 950 f. 00
    (Les diverses démolitions, refouillements partiels non comptés, eu égard au réemploi des matériaux.)
    Total maçonnerie : 94608 f. 40 [rayé et remplacé par : 114000 f. 00]
    Charpente
  131. Reconstruction des 3 planchers d’ensemble une surface de 375 m. 00 à 0 st. 15 par mètre superficiel, 56 st. 20 dont en chêne refait sans assemblage 30 st. à 160 f. 00 [rayé et remplacé par : 200 f. 00] le stère : 4800 f. 00 [rayé et remplacé par : 6000 f. 00]
  132. En chêne refait à façon, le surplus 26 st. 20 à 70 f. 00 [rayé et remplacé par : 100 f. 00] le stère : 1834 f. 00 [rayé et remplacé par : 2620 f. 00]
  133. En étais de location : 60 st. 00 à 30 f. 00 : 1800 f. 00
  134. En cintres en location, 40 st. 00 à 40 f. 00 le stère : 1600 f. 00
  135. Le comble en chêne ordinaire et de sciage, 125 m. 00 superficiels à 0,10 par stère, 12,50 à 110 f. 00 [rayé et remplacé par : 125 f. 00] : 1375 f. 00 [rayé et remplacé par : 1562 f. 50]
    (Les diverses démolitions et rangements non comptés eu égard au réemploi des matériaux.)
    Total charpente : 11409 f. 00 [rayé et remplacé par : 13582 f. 50]
    Couverture et plomberie
  136. La couverture du pavillon d’angle nord-est en zinc n° 16, comme au donjon ci-dessus, une surface de 125 m. à 18 f. 00 le mètre superficiel tout compris : 2250 f. 00
  137. La construction en plomb du balcon au devant du 1er étage, de 0,003 d’épaisseur et d’un développement de 27 m. 00, pesant 3402 k. 00 à 1 f. 25 le kilog. en y comprenant ressauts, fournitures de tasseaux, raccords d’angles : 4252 f. 50
    (Les démolitions et rangements non comptés eu égard au réemploi des matériaux.)
    Total couverture et plomberie : 6502 f. 50
    Menuiserie
  138. 20 croisées semblables à celles du donjon, d’ensemble une surface de 100 m. 60 à 15 f. 00, toutes plus values comprises : 1509 f. 00
  139. 4 petits châssis pour l’escalier, à 7 f. 00 : 28 f. 00
  140. 14 portes intérieures comme celles du donjon, d’ensemble une surface de 48 m. 00 à 30 f. 00 : 1440 f. 00
  141. Parquets en chêne d’une surface de 360,00 à 10 f. 00 : 3600 f. 00
  142. Le plancher d’entrevoux de 0,027 d’épaisseur, 290 m. 00 à 8 f. 00 le mètre superficiel : 2320 f. 00
  143. Stylobates, moulures et baguettes, une somme de : 1500 f. 00
    (Les diverses démolitions de boiseries non comptées, pour tenir compte du réemploi des matériaux.)
    Total menuiserie : 10397 f. 00
    Serrurerie
  144. Gros fers pour étriers, chainages etc., 1800 k. 00 à 0 f. 70 le kil. : 1260 f. 00
  145. Les 6 poutres des 3 planchers de ce pavillon, d’ensemble une longueur de 66 m. 00 à 80 k. 00 par mètre, produisent un poids de 5280 k. 00 à 1 f. 00 : 5280 f. 00
  146. Ferrure de 20 croisées à 25 f. 00 : 500 f. 00
  147. Idem de 4 châssis à 5.00 : 20 f. 00
  148. Ferrure de 14 portes intérieures, 26.00 : 364 f. 00
  149. 70 barres de vitraux, 3.00 : 210 f. 00
  150. Goujons en cuivre, divers : 200 f. 00
    (Les démolitions partielles non comptées pour tenir compte du réemploi des matériaux.)
    Total serrurerie : 7834 f. 00
    Peinture et vitrerie
  151. Peinture à l’huile 3 couches avec apprêts, les 20 croisées produisent 200 m. 00, 4 petits châssis 4.00, les lambris une surface de 424.00, surface 628 m. 00 à 1 f. 10 : 690 f. 00
  152. Impression à l’huile bouillante, 4 planchers 1500 m. 00 à 0 f. 40 : 600 f. 00
  153. Impression en minium 3 couches des gros fers et peinture des murailles en détrempe, ferrures : 1500 f. 00
  154. Panneaux en plomb pour vitrerie, d’ensemble une surface de 51 m. 00 à 15 f. 00 le mètre superficiel : 765 f. 00
    (Dépose de verres et rangement non comptés pour tenir compte du réemploi des matériaux.)
    Total peinture et vitrerie : 3555 f. 80
    Sculpture
  155. 18 vases à 10 f. 00 l’un : 1440 f. 00
  156. 5 couronnes à 100 f. 00 : 500 f. 00
  157. 10 gargouilles à 200 f. 00 : 2000 f. 00
  158. Sculpture de parties dans les cheminées et dans les culs de lampe des voûtes : 2000 f. 00
    Total sculpture : 5940 f. 00
    Résumé
  159. Maçonnerie : 94608 f. 40
  160. Charpente : 11409 f. 00
  161. Couverture et plomberie : 6502 f. 00
  162. Menuiserie : 10397 f. 10
  163. Serrurerie : 7834 f. 00
  164. Peinture et vitrerie : 3555 f. 80
  165. Sculpture : 5940 f. 00
    Total de l’angle nord-ouest du donjon : 140246 f. 70 [rayé et remplacé par : 161810 f. 80]
    Restauration du pavillon sud-est
  166. La pile d’angle du rez-de-chaussée de 4 m. 00 4 m. 00 et de 10 m. 00 de hauteur, 160.00 ; Le mur sud de 12 m. 00 3 m. 00 et 10 m. 00 de hauteur, 360.00 ; Reprise dans le mur est de 2 m. 00 3 m. 00 et 10 m. 00 de hauteur, 60.00 ; La partie supérieure, côté sud, de 11 m. 00 de longueur 1.20 d’épaisseur et 20 m. 00 de hauteur, 264.00 ; Le côté est de 5 m. 00 de long 1 m. 20 et 20 m. 00, 120.00 ; Un mur de refend biais, côté sud, de 7 m. 00 0 m. 90 et 20 m. 00 de hauteur, 126.00 ; Piles et raccords, cubant 50.00 ; Cube total 1140.00, à déduire les vides 125.00, reste produit 1015.00, dont en banc royal de Conflans 150.00 à 110 f. 00 le mètre cube : 16500 f. 00
  167. En vergelé, 60.00 à 75 f. 00 : 4500 f. 00
  168. En briques de pays, 25.00 à 60 f. 00 : 1500 f. 00
  169. Le surplus en moellon et chaux hydraulique, un cube de 780 m. 00 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] : 14040 f. 00 [rayé et remplacé par : 18520 f. 00]
  170. Les parements : en banc royal, 1500.00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] : 6750 f. 00 [rayé et remplacé par : 7500 f. 00]
  171. En vergelé, 600.00 à 3 f. 00 : 1800 f. 00
  172. En parements briques, 250.00 à 4 f. 00 : 1000 f. 00
  173. 2 petits murs est et sud de la galerie de l’entresol en vergelé d’ensemble 16 m. 00 de longueur * 4.00 de hauteur et 0.40 d’épaisseur, produit 25.60 à 75 f. 00 le mètre cube : 1920 f. 00
  174. Les parements produisent 256.00 à 3 f. 00 : 768 f. 00
    La construction de la tourelle
    En tout semblable à celle nord-est, moins les murs du passage de l’entresol déjà comptés (accolade A).
  175. En banc royal, 49 m. 80 à 110 f. 00 : 5478 f. 00
  176. En vergelé, 37 m. 00 à 75 f. 00 : 2775 f. 00
  177. En briques du pays, 20 m. 00 à 60 f. 00 : 1200 f. 00
  178. Le surplus, en moellon, 150 m. 80 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] : 2714 f. 00 [rayé et remplacé par : 3619 f. 20]
  179. Parements : en banc royal, 498 m. 00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] : 2241 f. 00 [rayé et remplacé par : 2490 f. 00]
  180. En vergelé, 370 m. 00 à 3 f. 00 : 1100 f. 00
  181. En parements briques, 200.00 à 4 f. 00 : 800 f. 00
  182. En parements de moellons taillés, 100.00 à 3 f. 00 le mètre superficiel : 300 f. 00
  183. Construction de 3 cheminées à 250 f. 00 [rayé et remplacé par : 500 f. 00] : 750 f. 00 [rayé et remplacé par : 1500 f. 00]
  184. Enduits intérieurs, 180 m. 00 à 1 f. 50 : 270 f. 00
  185. Les chéneaux en liais, 16 m. 00 à 80 f. 00 : 1280 f. 00
  186. Les balustrades, ensemble 16 m. 00 à 80 f. 00 : 1280 f. 00
  187. 7 petites piles de balustrade et vases : 1015 f. 00
  188. Construction des 3 grandes cheminées comme celles comptées ci-dessus, à 500 f. 00 [rayé et remplacé par : 1000 f. 00] l’une, vaut : 1500 f. 00 [rayé et remplacé par : 3000 f. 00]
    Construction des voûtes du pavillon sud-est
  189. Les arêtiers, arcs doubleaux et fermerets en vergelé, ensemble 166 m. 00 à 25 f. 00 : 4150 f. 00
  190. Les remplissages des voûtes en briques, 160 m. 00 superficiels à 13 f. 00 : 2080 f. 00
  191. Plus value pour les clés : 200 f. 00
  192. Les chéneaux en liais d’ensemble 46.00 à 80 f. 00 le mètre linéaire : 3680 f. 00
  193. Les balustrades en vergelé et banc royal, ensemble 46 m. 00 à 80 f. 00 : 3680 f. 00
  194. Les chéneaux idem à l’entresol, d’ensemble 16 m. 00 à 80 f. 00 : 1280 f. 00
  195. Les balustres comme ci-dessus : 1280 f. 00
  196. 14 petites piles avec vase, à 145.00 : 2030 f. 00
  197. 5 couronnes avec leurs petites piles, à 40 f. 00 : 200 f. 00
  198. 10 gargouilles en liais à 100 f. 00 : 1000 f. 00
  199. Construction de 2 souches de cheminées à 500 f. 00 [rayé et remplacé par : 1000 f. 00] : 1000 f. 00 [rayé et remplacé par : 2000 f. 00]
  200. Diverses reprises en pierre et moellon dans les murs du pavillon : 1500 f. 00
  201. Bahuts en pierre supportant la charpente de la toiture : 450 f. 00
  202. Le dallage en liais à rez-de-chaussée comme ci-dessus, de 9 m. 00 * 10 m. 00, 90 m. 00 à 20 f. 00 : 1800 f. 00
  203. Cheminée en pierre du rez-de-chaussée, évaluée : 600 f. 00
  204. Les voûtes en poterie sous le balcon du 1er étage, d’une surface de 64 m. 00 à 10 f. 00 : 640 f. 00
    (Les démolitions et refouillements partiels non compris pour tenir compte du réemploi des matériaux.)
    Total maçonnerie : 97061 f. 40 [rayé et remplacé par : 117000 f. 00]
    Charpente
  205. Reconstruction des 3 planchers d’ensemble une surface de 306 m. 00 à 0 st. 15 par mètre superficiel, 45 st. 90, dont en chêne refait sans assemblage, moitié 22 st. 95 à 160 f. [rayé et remplacé par : 200 f.] le mètre : 3672 f. 00 [rayé et remplacé par : 4590 f. 00]
  206. L’autre moitié en bois refait à façon, 22 st. 95 à 70 f. 00 [rayé et remplacé par : 100 f. 00] le stère : 1606 f. 50 [rayé et remplacé par : 2295 f. 00]
  207. Etais en location, 60 st. 00 à 30 f. 00 le stère : 1800 f. 00
  208. Cintre en location : 40 st. 00 à 40 f. 00 le stère : 1600 f. 00
  209. Le comble en chêne ordinaire et de sciage, 121 m. 00 superficiel à 0 st. 10 par mètre, 12. 10 à 110 f. 00 [rayé et remplacé par : 125 f. 00] le stère : 1331 f. 00 [rayé et remplacé par : 1512 f. 50]
    (Les démolitions et rangements non comptés eu égard au réemploi des matériaux.)
    Total charpente : 10009 f. 40 [rayé et remplacé par : 11797 f. 50]
    Couverture et plomberie
  210. La couverture du pavillon d’angle sud-est en zinc n° 16 comme aux pavillons précédents, surface 121 m. 00 à 18 f. 00 le mètre superficiel : 2178 f. 00
  211. La couverture du balcon au devant du 1er étage en plomb de 0.003 d’épaisseur, et d’un développement de 17 m. 00 * 3 m. 50, produit 2142 k. 00 à 1 f. 25 le kilo comme ci-dessus : 2677 f. 50
    (Les démolitions et rangements non comptés comme ci-dessus.)
    Total couverture et plomberie : 4855 f. 50
    Menuiserie
  212. 21 croisées semblables à celles du pavillon précédent, d’ensemble une surface de 106 m. 00 à 15 f. 00 le mètre, toutes plus valeurs comprises : 1590 f. 00
  213. 14 portes intérieures comme celles du pavillon précédent d’ensemble une surface de 48 m. 00 à 30 f. 00 le mètre superficiel : 1440 f. 00
  214. Parquets en chêne d’une surface de 318 m. 00 à 10 f. 00 le mètre superficiel : 3180 f. 00
  215. Les planchers d’entrevoux de 0.027 d’épaisseur, d’une surface de 318 m. à 8 f. 00 le mètre superficiel : 2544 f. 00
  216. Stylobates, moulures et baguettes, une somme de : 1500 f. 00
    (La dépose des boiseries non comptées comme ci-dessus.)
    Total menuiserie : 10254 f. 00
    Serrurerie
  217. Gros fers pour étriers, chainages pesant 1800 kilo. à 0 f. 70 le kil. : 1260 f. 00
  218. Les poutres des 3 planchers d’ensemble une longueur de 33 m. 00 à 80 k. par mètre produisent un poids de 2640 k. 00 à 1 f. 00 le kilog. : 2640 f. 00
  219. Ferrure des 21 croisées comme ci-dessus, à 25 f. 00 l’une : 525 f. 00
  220. Ferrure de 14 portes intérieures à 26 f. 00 : 364 f. 00
  221. 80 barreaux de vitraux à 3 f. l’un : 240 f. 00
  222. Goujons et cuivre, divers : 200 f. 00
    (Les démolitions partielles et rangements non comptés pour tenir compte du réemploi des matériaux.)
    Total serrurerie : 5229 f. 00
    Peinture et vitrerie
  223. Peinture à l’huile 3 couches avec apprêts, les 21 croisées produisent ensemble une surface de 200.00, les lambris une surface de 360.00, surface 560.00 à 1 f. 10 le mètre superficiel : 616 f. 00
  224. Impression à l’huile bouillante des 4 planchers produisent une surface de 1272 f. 00 à 0 f. 40 le mètre superficiel : 508 f. 80
  225. Impression au minium à 3 couches des gros fers et peinture des murailles en détrempe, ferrures : 1500 f. 00
  226. Panneaux des verres montés en plomb, d’ensemble une surface de 70.00 à 15 f. 00 le mètre superficiel : 1050 f. 00
    (La dépose de verres et rangements non comptés eu égard au réemploi des matériaux.)
    Total peinture et vitrerie : 3674 f. 80
    Sculpture
  227. 21 vases à 80 f. 00 l’un : 1680 f. 00
  228. 5 couronnes à 100 f. 00 : 500 f. 00
  229. 10 gargouilles à 200 f. 00 : 2000 f. 00
  230. Sculpture des parties dans les croisées et dans les culs de lampes des voûtes : 1800 f. 00
    Total sculpture : 5980 f. 00
    Résumé
  231. Maçonnerie : 97061 f. 40
  232. Charpente : 10009 f. 50
  233. Couverture et plomberie : 4855 f. 50
  234. Menuiserie : 10254 f. 00
  235. Serrurerie : 5229 f. 00
  236. Peinture et vitrerie : 3674 f. 80
  237. Sculpture : 5940 f. 00
    Total de l’angle nord-ouest du donjon : 137064 f. 20 [remplacé par : 159790 f. 80]
    Restauration du pavillon sud et de l’escalier attenant à l’abside de la chapelle
    Cette réparation évaluée d’après les détails qui précèdent à la somme de : 126000 f. 00 [rayé et remplacé par : 142000 f. 00]
    Restauration du pavillon sud-ouest à l’angle de la place du château
    La restauration de ce pavillon peut être évaluée comme le pavillon sud-est à la somme de : 135000 f. 00 [rayé et remplacé par : 155000 f. 00]
    Restauration de la chapelle
    Maçonnerie
  238. Construction d’un éperon de 2.00 de longueur 1.00 et 20 m. 00 de hauteur, produit 40 m. 00, 7 semblables 280. 00 ; Les murs en soubassement de 30 m. 00 de longueur 10.00 de hauteur et 1.50, 450.00 ; Les murs de la petite sacristie de 16.00 de développement 10.00 et 0.60, produit 96.00 ; La pyramide de 4.00 4.00 et 3 m. 00, 48.00 ; Les meneaux d’une grande croisée de 4.50 9.00 de hauteur et 0.50 d’épaisseur, 20,25, deux semblables 40,50 ; Une croisée du rond-point de 3.00 9.00 et de 0.50, 13.50, 2 semblables 40.50 ; Cube total 1028.75, dont en roche de Saint-Nom 350.00 à 120 f. 00 [rayé et remplacé par : 125 f. 00] l mètre cube : 42000 f. 00 [rayé et remplacé par : 43750 f. 00]
  239. En banc royal de Conflans, 380.00 à 110 f. 00 le mètre cube : 41800 f. 00
  240. Le surplus en moellons et chaux hydraulique, 298 m. 75 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00] le mètre cube : 5377 f. 50 [rayé et remplacé par : 7170 f. 00]
  241. Les parements : en roche Saint-Nom, 4200.00 à 7 f. 00 [rayé et remplacé par : 12 f. 60, compris ravalement] le mètre superficiel : 29400 f. 00 [rayé et remplacé par : 52920 f. 00]
  242. En banc royal, 5700 f. 00 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] : 25650 f. 60 [rayé et remplacé par : 28500 f. 00]
  243. Les chéneaux en liais de Saint-Denis, d’ensemble 60 m. 00 de longueur, à 100 f. le mètre linéaire tout compris : 6000 f. 00
  244. La balustrade en banc royal de Conflans, d’ensemble 60.00 de longueur, à 80 f. 00 le mètre linéaire : 4800 f. 00
  245. Un chéneau couronnant l’un des éperons de 4.00 de hauteur * 1.30 et 1.20, évalué à la somme de 1200 f. 00
  246. 7 semblables : 8400 f. 00
  247. Rétablissement de l’arcature côté nord de 19.00 de longueur à 600 f. 00 le mètre linéaire : 11400 f. 00
  248. Restauration dans les meneaux sur la cour et dans les voûtes, évaluée : 5000 f. 00
  249. Le dallage en liais de Saint-Denis de 0.10 d’épaisseur, de 10.00 de largeur * 23.00 de longueur, produit : 4600 f. 00
    (Les démolitions partielles et refouillements non comptés, eu égard au réemploi des matériaux.)
    Total maçonnerie : 185628 f. 10 [rayé et remplacé par : 237000 f. 00]
    Charpente
  250. Cintres en location pour la construction des voûtes, 50 st. 00 à 40 f. 00 le stère : 2000 f. 00
  251. Etais en location, 40 st. 00 à 30 f. 00 : 1200 f. 00
  252. Construction en bois de sciage du comble d’une surface de 480 m. à 0 st. 10 [rayé et remplacé par : 0 st. 15] par mètre superficiel, cubant 48.00 [rayé et remplacé par : 72.00] à 130 f. 00 le stère : 6240 f. 00 [rayé et remplacé par : 9360 f. 00]
    Total charpente : 9440 f. 00 [rayé et remplacé par : 2560 f. 00]
    Couverture et plomberie
  253. La couverture en ardoises d’Angers double d’épaisseur sur voligeage en sapin de 0.02 d’épaisseur, surface 210 m. 00 à 6 f. 50 le mètre superficiel : 3315 f. 00
  254. Egout de 2 tuiles Bourgognes, tranchis, évalués 400 f. 00
  255. Le faitage en plomb de 0.003 d’épaisseur avec boudins remplis, pattes en cuivre, de 20 m. 00 de longueur, à 60 f. 00 le mètre linéaire : 1200 f. 00
  256. 9 lucarnes à 60 f. 00 l’une : 540 f. 00
  257. L’épi des poinçons de l’abside en plomb, évalué : 300 f. 00
    Total couverture et plomberie : 5755 f. 00
    Menuiserie
  258. 3 portes en bois de chêne ciré à petits panneaux avec arrêtes, chanfreins, à 100 f. 00 : 300 f. 00
  259. Les divers châssis provisoires en bois blanc pour garantir la construction pendant les travaux, évalués à : 500 f. 00
  260. La dépose des anciennes menuiseries de la chapelle, évaluée à : 500 f. 00
    Total menuiserie : 1300 f. 00
    Serrurerie
  261. Les fers à vitraux des 10 croisées de 0.03 * 0.15 avec pannetons, clavettes, tôles de couvre-joints, d’ensemble 355 m. 00 de longueur et pesant 1775 k. 00 à 1 f. 40 le kilo : 2485 f. 00
  262. Les chaines en fer et les gros fers du comble pesant ensemble 1500 k. 00 à 0 f. 70 le kilo : 1050 f. 00
  263. La croix de l’abside pesant 200 k. 00 à 2 f. 50 : 500 f. 00
  264. Les goujons en cuivre des balustrades des meneaux arcatures pesant 150 k. 00 à 4 f. 00 le kilog. : 600 f. 00
    [ajouté dans l’interligne :] La ferrure 3 portes à 100.00 : 300 f. 00
    Total serrurerie : 4635 f. 00 [rayé et remplacé par : 4935 f. 00]
    Peinture et vitrerie
  265. Peinture en minium des gros fers : 200 f.00
    [ajouté dans l’interligne :] Peinture des trois portes : 45 f. 00
  266. La vitrerie en verre ½ double monté en plomb avec filets de couleur, une grande croisée de 4.00 8.00 réduits, 32 m. 00, 4 semblables 128.00, une petite croisée du rond-point de 2.50 8.00 réduits, 20.00, 4 semblables 80.00, surface 260 m. 00 à 20 f. 00 le mètre superficiel : 5200 f. 00
    Total peinture et vitrerie : 5400 f. 00 [rayé et remplacé par : 5445 f. 00]
    Sculpture
  267. La sculpture de la corniche à crochets sous le chéneau, de 45 m. 50 linéaires de longueur, à 100 f. le mètre linéaire : 4550 f. 00
  268. Sculpture de 12 gargouilles à 250 f. 00 : 3000 f. 00
  269. 126 chapiteaux des croisées à meneaux neufs et restaurés à 15 f. 00 l’un : 1890 f. 00
  270. 16 chapiteaux pour le château, couronnant les balustrades, à 25 f. 00 : 400 f. 00
  271. Restauration des chapiteaux intérieurs des voûtes, estimée : 600 f. 00
  272. Sculptures des bandeaux à crochets et du pignon au-dessus de l’un des éperons, évaluée 800 f. 00, 10 semblables 8000.00, ensemble : 8800 f. 00
  273. 67 chapiteaux de l’arcature du soubassement intérieur, à 50 f. l’un, vaut : 3350 f. 00
  274. Sculptures dans le bandeau d’appui des croisées : 1800 f. 00
    Total sculpture : 24390 f. 00
    Résumé
  275. Maçonnerie : 185628 f. 10
  276. Charpente : 9440 f. 00
  277. Couverture et plomberie : 5755 f. 00
  278. Menuiserie : 1300 f. 00
  279. Serrurerie : 4635 f. 00
  280. Peinture et vitrerie : 5400 f. 00
  281. Sculpture : 24390 f. 00
    Total de l’angle nord-ouest du donjon : 236548 f. 10 [rayé et remplacé par : 291385 f. 00]
    Restauration du bâtiment nord vers le parterre
  282. Construction d’un éperon de 1 m. 10 de largeur * 0.80 et 16.00 de hauteur, produit 14.08, dont moitié en banc royal de Conflans, soit 7.04 à 110 f. 00, 774 f. 40
    L’autre moitié en vergelé, 7.04 à 75 f. 00, 528 f. 00
    Les parements en banc royal d’ensemble une surface de 70 m. 40 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00], 316 f. 80 [rayé et remplacé par : 352 f. 00]
    Ceux en vergelé, une surface de 70.40 à 3 f. 00, 211 f. 20
    Les raccords de maçonnerie en moellon et chaux hydraulique à droite et à gauche de l’éperon, 14.08 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00], 253 f. 48 [rayé et remplacé par : 337 f. 92
    Raccords d’enduit en chaux hydraulique, 50 f. 00
    Divers trous et scellements d’étais, 25 f. 00
    Ensemble 2158 f. 88 [rayé et remplacé par : 2278 f. 52]
    Construction de 12 éperons à 2158 f. 88 [rayé et remplacé par : 2278 f. 52] : 25906 f. 56 [rayé et remplacé par : 27338 f. 24]
  283. Construction de l’un des arcs reliant les éperons
    L’arc en brique de 3 m. 50 de développement 0.33 de hauteur et 0.80 de profondeur, produit 0.93 à 60 f. 00 le mètre cube, vaut 55.80
    La maçonnerie au-dessus en moellon de 4.00 de long
    0.60 et 1 m. 00 d’épaisseur, produit 2 m. 40 à 18 f. 00 [rayé et remplacé par : 24 f. 00], 43 f. 20 [rayé et remplacé par : 57 f. 60]
    Paté en maçonnerie et raccords, 30.00
    Jointoiements et moulures sur la brique, 25.00
    Ensemble 154.00 [rayé et remplacé par : 168.40]
    Construction de 14 arcs à 154.00 [rayé et remplacé par : 168.40] : 2156 f. 00 [rayé et remplacé par : 2357 f. 60]
  284. Reconstruction de l’une des croisées à fronton du 1er étage, évaluée : 100 f. 00
  285. 13 autres semblables à 100.00 : 1300 f. 00
  286. Restauration de l’une des croisées du 2e étage, évaluée : 60 f. 00
  287. 13 semblables à 60 f. 00 : 780 f. 00
  288. Construction de la corniche formant appui de l’une des croisées, estimée toutes tailles comprises et raccords : 125 f. 00
  289. 25 semblables : 3125 f. 00
  290. Les chéneaux en liais Saint-Denis semblables à ceux des pavillons précédents, d’ensemble 58.00 de longueur, à 80 f. 00 le mètre linéaire : 4640 f. 00
  291. Les balustrades en vergelé et banc royal, d’ensemble 58 m. 00 linéaire, à 80 f. 00 : 4640 f. 00
  292. 15 petites piles avec vases, à 95 f. 00 l’une : 1425 f. 00
    15 petites piles portant les couronnes à 40 f. 00 l’une : 600 f. 00
    Le bahut en vergelé, produit 9.45 à 75 f. 00 le mètre cube : 708 f. 75
    Les parements produisent une surface de 94 f. 50 à 3 f. 00 : 283 f. 50
    15 gargouilles à 100 f. 00 : 1500 f. 00
    Les balustrades formant balcon comme ci-dessus : 4640 f. 00
    Le chéneau comme ci-dessus : 4640 f. 00
    15 piles avec vases, à 95 f. 00 : 1425 f. 00
    Restauration du petit mur de la galerie de l’entresol : 6000 f. 00
    Les voûtes en brique couronnant la galerie de l’entresol d’une surface de 203 m. 00 à 10 f. 00 le mètre : 2030 f. 00
    Construction de l’un des éperons du rez-de-chaussée et dans les fossés en banc royal de 1.10 * 0.60 et 9.00 de hauteur, produit 5 m. 94 à 110 f. 00 le mètre cube : 653 f. 40
  293. Les parements produisent une surface de 59.40 à 4 f. 50 [rayé et remplacé par : 5 f. 00] : 267 f. 30 [rayé et remplacé par : 287 f. 00]
  294. Reprises à droite et à gauche de l’éperon, évaluées : 300 f. 00
  295. 6 éperons semblables d’après détails qui précèdent à 1220 f. 70 [rayé et remplacé par : 1240 f. 40] l’un, vaut : 7324 f. 20 [rayé et remplacé par : 7442 f. 40]
  296. Restauration de 15 croisées du rez-de-chaussée et des corbeaux formant mâchicoulis au-dessus, vaut : 4000 f. 00
  297. Restauration du petit pavillon d’avant-corps au droit de l’escalier d’honneur et vis-à-vis l’avenue des Loges, en y comprenant construction des balustrades supérieures, reconstruction de la voûte au-dessous d’après détails évalués : 9500 f. 00
    Restauration de l’une des travées sur la cour de ce bâtiment : 1500 f. 00
    13 autres semblables : 19500 f. 00
    Les chéneaux et balustrades comme ci-dessus d’ensemble un développement de 60 m. 00 à 160 f. 00 : 9600 f. 00
    14 petites piles à vases à 95 f. 00 : 1330 f. 00
    14 petites piles pour les couronnes à 40 f. 00 l’une pour plus-value : 560 f. 00
    Restauration de l’escalier d’honneur, évaluée : 6000 f. 00
    Restauration des murs de refend et des cloisons, évaluée : 4000 f. 00
    Construction de 5 cheminées en pierre au rez-de-chaussée à 60 f. 00 l’une : 3000 f. 00
    Construction de 12 grandes cheminées en briques pour les étages supérieurs avec motifs de décoration dans les manteaux à 500 f. 00 [rayé et remplacé par : 1000 f. 00] l’une : 6000 f. 00 [rayé et remplacé par : 12000 f. 00]
    Restauration des 15 voûtes supérieures de ce logis, à 300 f. l’une : 4500 f. 00
    Le dallage à rez-de-chaussée comme les précédents, de 66.00 de longueur * 11.00 de largeur, réduits, 726.00 à 20 f. 00 [rayé et remplacé par : 25 f. 00 compris massif] le mètre superficiel : 14520 f. 00 [rayé et remplacé par : 18150 f. 00]
    Divers trous et scellements d’étais et de poutres : 600 f. 00
    Restauration des 5 souches de cheminée en briques, évaluée : 2000 f. 00
    (Les démolitions partielles et refouillements non comptés eu égard au réemploi des matériaux.)
    [ajouté dans l’interligne :] Pour montage de pierre, indemnité etc. 1/8 environ : 20359 f. 11
    Total maçonnerie : 161239 f. 70 [rayé et remplacé par : 193000 f. 00]
    Charpente
  298. Reconstruction des 3 planchers, chaque 60.00 de long * 10.20 de largeur, 1836 m. 00 à 0.15 par mètre superficiel, 174 st. 40 [rayé et remplacé par : 275 st. 40], les dits en vieux bois refait sans assemblage à 70 f. 00 [rayé et remplacé par : 100 f. 00] le stère : 19278 f. 00 [rayé et remplacé par : 27540 f. 00]
  299. Etais en location, 50 st. 00 à 30 f. 00 le stère : 1500 f. 00
  300. Cintres en location, 40 st. 00 à 40 f. 00 le stère : 1600 f. 00
  301. Le comble en chêne ordinaire et de sciage, d’une surface de 736 m. 00 à 0 st. 00 par mètre, produit 73.60 à 110 f. 00 [rayé et remplacé par : 125 f. 00] le stère, vaut : 8096 f. 00 [rayé et remplacé par : 9187 f. 50]
    (Les démolitions et rangements non comptés comme ci-dessus.)
    Total charpente : 30474 f. 00 [rayé et remplacé par : 39827 f. 50]
    Couverture et plomberie
  302. La couverture de ce bâtiment en zinc fort comme celles précédentes d’une surface de 883 m. 20 à 18 f. 00 le mètre : 15897 f. 60
  303. La couverture du balcon du 1er étage vers le parterre en plomb de 0.003 d’épaisseur et d’une surface de 203.00 pesant ensemble 6090 k. 00 à 1 f. 125 le kil. : 7612 f. 50
    (Les démolitions et rangements non comptés comme ci-dessus.)
    Total couverture : 23510 f. 10
    Menuiserie
  304. Construction des 126 croisées en chêne de ce bâtiment semblable aux précédentes, présentant une surface d’ensemble 623.20 à 15 f. 00 le mètre superficiel, toutes fournitures comprises : 9348 f. 00
  305. 27 portes intérieures d’ensemble une surface de 97.20 à 30 f. 00 : 2916 f. 00
  306. Parquets en chêne d’ensemble une surface de 2136.00 à 10 f. 00 le mètre, vaut : 21360 f. 00
  307. Les planchers d’entrevous de 0.027 d’épaisseur, d’ensemble une surface de 1602.00 dont moitié en bois neuf, 801.00 à 8 f. 00 le stère : 6408 f. 00
  308. Le surplus en vieux bois de démolition, 801.00 à 3 f. 00 le mètre : 2403 f. 00
  309. Stylobates, moulures et baguettes, une somme de : 4500 f. 00
    (La dépose des boiseries, non comptées comme ci-dessus.)
    Total menuiserie : 46935 f. 00
    Serrurerie
  310. Gros fers pour chaines, écriers, etc., 8000 k. 00 à 0 f. 70 le kilo, vaut : 5600 f. 00
  311. Construction de l’une des poutres du plancher de 11.00 de longueur à 80 k. 00 par mètre et pesant 880 k. 00, 26 poutres semblables, pesant 22880.00, ensemble 23760 k. 00 à 1 f. 00 le kil., vaut : 23760 f. 00
  312. Ferrure de 126 croisées à 25 f. 00 l’une : 3150 f. 00
  313. Ferrure de 27 portes intérieures à 26 f. 00 : 702 f. 00
  314. 520 barres de vitraux à 3 f. 00 l’une : 1590 f. 00
  315. Goujons en cuivre et divers : 400 f. 00
    (Les démolitions partielles et rangements non comptés comme ci-dessus.)
    Total serrurerie : 35202 f. 00
    Peinture et vitrerie
    Peinture à l’huile 3 couches avec apprêts
  316. Les 126 croisées d’une surface de 1200.00, les soubassements des murs d’une surface de 1668.00, surface 2868.00 à 1 f. 10 le mètre superficiel, vaut : 3154 f. 80
  317. Impression à l’huile bouillante des 3 planchers d’une surface de 5508.00 à 0 f. 40 le mètre superficiel : 2203 f. 20
  318. Impression au minium 3 couches des gros fers et peinture des murailles en détrempe, ferrures : 4000 f. 00
  319. Panneaux de verre, demi-doubles, montés en plomb, d’ensemble 415.44, à 15 f. 00 le mètre superficiel : 6231 f. 90
    (La dépose des verres et rangement non comptés eu égard au réemploi des matériaux.)
    Total peinture et vitrerie : 15589 f. 90
    Sculpture
  320. Sculpture de 32 vases à 80 f. 00 l’un, vaut : 2560 f. 00
  321. Sculpture de 28 couronnes à 100 f. 00 : 2800 f. 00
  322. Sculpture de 20 gargouilles à 200 f. 00 : 4000 f. 00
  323. Sculpture de 6 consoles pour le pavillon de l’escalier à 200 f. 00 : 1200 f. 00
  324. Sculpture des motifs de décoration des 16 cheminées des étages principaux, raccords de sculptures pour les clés et pour les supports des voûtes du bâtiment et de l’escalier, le tout évalué : 2000 f. 00
    Total sculpture : 12560 f. 00
    Résumé
  325. Maçonnerie : 161239 f. 70
  326. Charpente : 30474 f. 00
  327. Couverture et plomberie : 23510 f. 10
  328. Menuiserie : 46510 f. 10
  329. Serrurerie : 35202 f. 00
  330. Peinture et vitrerie : 15589 f. 90
  331. Sculpture : 12560 f. 00
    Total pour la restauration du bâtiment nord vers le parterre : 325510 f. 70 [rayé et remplacé par : 366624 f. 50]
    Restauration du bâtiment sud sur la rue du Château-Neuf
    Le dit de 39 m. 00 de longueur sur 11.00 de profondeur, donne une surface de 429 m. 00 à 350 f. 00 [rayé et remplacé par : 400 f. 00] le mètre eu égard aux nombreuses divisions et cheminées, et aussi à la cloison longitudinale et aux escaliers à construire : 150150 f. 00 [rayé et remplacé par : 171600 f. 00]
    Restauration du bâtiment est, vers Paris
    Le dit de 23 m. 00 de longueur sur 14 m. 00 de profondeur, donne une surface de 322 m. 00 à 334 f. 00 [rayé et remplacé par : 400 f. 00] le mètre superficiel : 107548 f. 00 [rayé et remplacé par : 128800 f. 00]
    Restauration du bâtiment ouest, vers la place du Château
    Le dit de 41 m. 00 de longueur sur 17.50 de profondeur, donne une surface de 717 m. 50 à 334 f. 00 [rayé et remplacé par : 400 f. 00] le mètre superficiel : 239645 f. 00 [rayé et remplacé par : 287000 f. 00]
    Travaux divers et complémentaires
    Le pavage de la cour intérieure en pavés de deux, hourdés en mortier de chaux hydraulique, de 62.00 de longueur * 31.00 de largeur, produit : 1922 m. 00
    Deux moitiés en pavés de deux hourdés en mortier de chaux hydraulique, produit 961 m. 00 à 7 f. 00 le mètre, vaut : 6727 f. 00
    Le surplus en pavés remaniés, 961 m. 00 à 2 f. 00 : 1922 f. 00
    Régalage des terres et gravois dans les fossés et arrangement des jardins autour du château : 6000 f. 00
    Restauration de 3 fosses d’aisance pour le service du château à 500 f. 00 : 1500 f. 00
    Démolition du mur bordant les fossés, restauration de la muraille en soubassement et construction d’une balustrade en pierre autour des fossés, d’une longueur de 490 m. 00 à 100 f. 00 : 49000 f. 00
    Restauration du pont d’entrée sur la place du Château et conduisant au pont-levis : 7000 f. 00
    Construction du petit pont conduisant à la poterne sur la face sud du château : 4000 f. 00
    Total des travaux divers : 76149 f. 00
    Récapitulation générale
  332. Restauration de l’angle nord-ouest du donjon : 140655 f. 96 [remplacé par : 163956 f. 35]
  333. Restauration de l’ancien pavillon nord-est : 140246 f. 70 [remplacé par : 161810 f. 80]
  334. Restauration de l’ancien pavillon sud-est : 137064 f. 20 [remplacé par : 159790 f. 80]
  335. Restauration de l’ancien pavillon sud de la chapelle : 126000 f. 00 [remplacé par : 142000 f. 00]
  336. Restauration de l’ancien pavillon sud-ouest : 135000 f. 00 [remplacé par : 155000 f. 00]
  337. Restauration de la chapelle saint Louis : 236548 f. 10 [remplacé par : 291385 f. 00]
  338. Restauration du bâtiment nord : 325510 f. 70 [remplacé par : 366624 f. 50]
  339. Restauration du bâtiment méridional : 150150 f. 00 [remplacé par : 171600 f. 00]
  340. Restauration du bâtiment est : 107548 f. 90 [remplacé par : 128800 f. 00]
  341. Restauration du bâtiment occidental : 239645 f. 00 [remplacé par : 287000 f. 00]
  342. Travaux divers et complémentaires : 76149 f. 00 [remplacé par : 76149 f. 00]
    Total général : 1814517 f. 66 [remplacé par : 2104116 f. 45]
    Report du chiffre ci-dessus : 1814517 f. 66 [rayé et remplacé par : 2104116 f. 45]
    A déduire pour la valeur des matériaux à remettre en œuvre dont le détail suit et d’après le devis n° 2
    Plomb pesant 37854 k. 00, à déduire 4 % pour déchet, 1514 k. 16, 36339 k. 84 à raison de 0 f. 50 [rayé et remplacé par : 0 f. 45] : 18169 f. 92 [rayé et remplacé par : 16307 f. 92]
    Le bois de charpente qui sera remis en œuvre pour charpente et menuiserie, cubant 1032.24, à déduire 1/5 [rayé et remplacé par : 1/3] pour déchet, 206.44 [rayé et remplacé par : 344.08], 825.80 [rayé et remplacé par : 688.16] à raison de 50 f. 00 le stère : 41290 f. 00 [rayé et remplacé par : 34408 f. 00]
    Les pierres d’appareil cubant 3530.00, à déduire pour déchet 882.50 [rayé et remplacé par : 1765.00], 2647.50 [rayé et remplacé par : 1765.00] à raison de 30 f. 00 le mètre : 79425 f. 00 [rayé et remplacé par : 52950 f. 00]
    Les moellons des démolitions, cubant ensemble 13809.20, à déduire pour déchet 4603.07 [rayé et remplacé par : 6904.60], 9206.13 [rayé et remplacé par : 7787.10] à raison de 6 f. 00 le mètre : 55236 f. 78 [rayé et remplacé par : 49722 f. 60]
    Les gros fers pesant 28532.00 à raison de 0.15 c. le kilogramme, eu égard au déchet : 4279 f. 80 [rayé et remplacé par : 4108 f. 61]
    Valeur des matériaux de démolition remis en œuvre : 198401 f. 50 [rayé et remplacé par : 157497 f. 13]
    Différence : 1616116 f. 16 [rayé et remplacé par : 1946619 f. 32]
    A ajouter les frais de démolition portés au devis estimatif n°2 : 73231 f. 09
    [Total :] 1689347 f. 25 [rayé et remplacé par : 2019850 f. 42
    Imprévus 1/20 [rayé et remplacé par : 1/10] : 84467 f. 36 [rayé et remplacé par : 201985 f. 04]
    [Total :] 1773814 f. 61 [rayé et remplacé par : 2221835 f. 46]
    Frais de direction, frais d’agence et voyage : [rajouté :] 128164 f. 54
    Total pour la restauration du château de François 1er : [rajouté :] 2350000 f. 00
    Dressé par l’architecte soussigné
    Eug. Millet
    Paris, ce 22 février 1862
    Maçonnerie : 1146391 f. 46
    Charpente : 136233 f. 50
    Couverture et plomberie : 90883 f. 10
    Menuiserie : 155960 f. 10
    Serrurerie : 120022 f. 00
    Peinture et vitrerie : 56354 f. 50
    Sculpture : 98163 f. 00
    Pavage : 10500 f. 00
    Total égal : 1814527 f. 66 »

Ministère d'Etat

Devis pour la serrurerie de la chapelle du château de Saint-Germain-en-Laye

« Ministère de l’Instruction publique et des Beaux-Arts
Direction des Beaux-Arts
Monuments historiques
Château de Saint-Germain-en-Laye
Restauration de la chapelle de saint Louis
Devis descriptif et estimatif pour les armatures de la chapelle saint Louis
Les travaux de serrurerie à exécuter pour la chapelle saint Louis se composent de :
1° des armatures nécessaires à la pose des vitraux des 4 grandes croisées vers le pignon occidental de la grande rose
2° des gros fers et boulons pour les charpentes du comble.
Ces armatures seront formées dans la partie basse par 28 traverses en fer à maréchal dont 4 destinées à former le chainage auront 40/25 et les autres 40/18. Ces traverses porteront un empattement forgé destiné à l’ajustement des montants, lesquels montants seront aussi en fer de 40/18. Ils porteront à leurs extrémités une partie épaulée venant s’ajuster dans les traverses.
Les extrémités des traverses formant scellement dans la pierre seront en cuivre rouge, étiré, bien calibré suivant les dimensions du fer. Ces scellements en cuivre porteront un chigratage fait au burin. Ils seront ajustés par moitié avec les traverses et rivés.
Les traverses et montants porteront pannetons et clavettes suivant les indications de l’architecte.
Les toles barlottières recouvrant ces fers seront en feuillard de 40/3.
Les armatures seront formées dans la partie haute par :
Trois roses principales qui seront exécutées dans les mêmes conditions que les armatures de la partie basse. Les trois cercles, venant prendre leur point d’appui dans la pierre, seront en cuivre étiré de 40/18 et seront cintrés sur plate. Les rayons seront en fer de 40/18. Ils seront garnis de scellement en cuivre rouge suivant l’assemblage décrit ci-dessus pour les traverses de la partie basse.
A droite et à gauche, entre les trois roses, il y a aura deux parties composées de deux cercles en fer garnis de scellements en cuivre rouge.
Au dessus de la grande rose, deux autres parties formées par deux cercles en cuivre, les scellements formant rayons seront également en cuivre rouge.
Pour les armatures de la partie haute, il sera aussi fourni les pannetons et clavettes suivant les indications de l’architecte.
Les toles barlottières recouvrant ces armatures seront en fer feuillard de 40/3 évidées de mortaises.
Indépendamment des pannetons, il sera fourni les crochets nécessaires à la pose des tringlettes destinées à fixer les vitraux.
Chacune de ces croisées est évaluée environ à la somme de deux mille sept cents francs en prenant pour base celles déjà posées, soit pour les quatre 10800.00
La grande rose du pignon occidental sera exécutée d’après les mêmes principes en se conformant pour l’exécution aux détails qui seront donnés par l’architecte. L’ensemble des armatures est évalué à environ trois fois la valeur d’une croisée, soit 8100.00
Les gros fers et boulons pour la charpente du comble sont estimés pour 500.00
Total du devis estimatif : 19400.00
Dressé par l’architecte soussigné
Paris, le 1er février
L’architecte du château de Saint-Germain-en-Laye
A. Lafollye
Approuvé le 11 mars 1880
Le ministre de l’Instruction publique et des Beaux-Arts
Pour le ministre et par délégation,
Le sous secrétaire d’Etat
Edmond Turquet »

Préfecture du département de Seine-et-Oise

Devis pour les travaux de restauration financés par les Monuments historiques au château de Saint-Germain-en-Laye

« Ministère de l’Instruction publique et des Beaux-Arts
Direction des Beaux-Arts
Monuments historiques
Travaux de conservation et de restauration des monuments historiques
Département de Seine-et-Oise
Commune de Saint-Germain-en-Laye
Devis descriptif et estimatif des travaux de diverses natures à exécuter pour la restauration du bâtiment ouest du château de Saint-Germain-en-Laye
Maçonnerie
Chemin de ronde
Mur de face, gargouille et chéneaux
Vergelé ferré de Saint-Maximin : [quantités :] 30,000 ; [prix :] 72,65 ; [sommes :] 2179,50
Taille de vergelé ferré de Saint-Maximin : [quantités :] 30,000 ; [prix :] 2,35 ; [sommes :] 493,50
Roche de Saint-Nom, banc bas : [quantités :] 9,000 ; [prix :] 130,00 ; [sommes :] 1170,00
Taille de roche de Saint-Nom, banc bas : [quantités :] 9,000 ; [prix :] 130,00 ; [sommes :] 1170,00
Balustres : [quantités :] 120 ; [prix :] 14,40 ; [sommes :] 1728,00
Pilastres : [quantités :] 12 ; [prix :] 55,00 ; [sommes :] 660,00
Petits vases : [quantités :] 12 ; [prix :] 95,70 ; [sommes :] 1148,40
Voûtes de la salle de Mars, de très grande hauteur (en plan)
33,00*10,00 : [quantités :] 330,000 ; [prix :] 200,00 ; [sommes :] 66000,00
Hors comble
1 souche de cheminée en briques : [quantités :] 1 ; [prix :] 4400,00 ; [sommes :] 4400,00
Le sellement des lambourdes, aires, calfeutrement : 400,00, à 150/100 de légers : 600,00
Trous, scellements, etc. pour 20 croisées à l’entresol de chaque 5 m. 00, ensemble : 100,00
Idem, 3 portes : 15,00
Au 1er étage
Pour 32 croisées, trous et scellements etc. : 160,00
Enduits sur murs : 100,00
Ensemble : [quantités :] 1240,00 ; [prix :] 3,85 ; [sommes :] 4774,00
Total maçonnerie : 83768 f. 40 c.
Charpente
Les étaiements divers produisant : [quantités :] 150 st. 00 ; [prix :] 35,50 ; [sommes :] 5325,00
Les cintres, compris poteaux, avec montage, pose et dépose (prix moyen) : [quantités :] 100 st. 00 ; [prix :] 53,50 ; [sommes :] 5350,00
Total charpente : 10675 f. 00 c.
Couverture
La couverture du comble en zinc n° 16, feuilles de 0,50 de largeur à ressauts arrondis, surface : [quantités :] 350,00 ; [prix :] 45,00 ; [sommes :] 15750,00
Total couverture : 15750 f. 00
Menuiserie
Pour les différents étages
Portes à deux vantaux : [quantités :] 11 ; [prix :] 374,00 ; [sommes :] 4114 f. 00
Portes à un vantail : [quantités :] 7 ; [prix :] 170,50 ; [sommes :] 1193,50
Porte principale à l’ouest en chêne de choix : [quantités :] 1 ; [prix :] 3300,00 ; [sommes :] 3300,00
Porte en face sur la cour : [quantités :] 1 ; [prix :] 1320,00 ; [sommes :] 1320,00
Total menuiserie : 9927 f. 50 c.
Serrurerie
Un plancher en fer I d’une surface de : [quantités :] 328,00 ; [prix :] 16,00 ; [sommes :] 5248 f. 00
Quincaillerie et ferrures de façon, les ferrures de 9 croisées du rez-de-chaussée du côté du fossé : [quantités :] 9 ; [prix :] 101,20 ; [sommes :] 910,80
Total serrurerie : 6158 f. 80
Peinture
Surface : [quantités :] 200,00 ; [prix :] 12,00 ; [sommes :] 2400 f ; 00
Total peinture : 2400 f. 00
Sculpture
Salle de Mars
Pendentifs : [quantités :] 35 ; [prix :] 88,00 ; [sommes :] 3080 f. 00
Culs de lampe de retombées des nervures des voûtes : [quantités :] 8 ; [prix :] 385,00 ; [sommes :] 3080 f. 00
Restauration des autres culs de lampe, ensemble : [quantités :] 8 ; [prix :] 165,00 ; [sommes :] 1320,00
Total sculpture : 7480 f. 00
Achèvement de la flèche et de la crête de la chapelle
Charpente : 1840,30
Plomberie : 7523,00
Total : achèvement de la flèche et de la crête de la chapelle : 9363 f. 30
Récapitulation :
Maçonnerie : 83768 f. 40 c.
Charpente : 10675,00
Couverture : 15750,00
Menuiserie : 9927,50
Serrurerie : 6158,80
Peinture : 2400,00
Sculpture : 7480,00
Achèvement de la flèche et de la crête de la chapelle
Charpente : 1840,30
Plomberie : 7523,00
Total : 145523 f. 00
Somme à valoir pour imprévus : 14482,58
Montant des travaux : 160005,58
Honoraires de l’architecte, 5 p. %, ci : 8000 f. 28
Honoraires de l’inspecteur, 2 ½ p. %, ci : 4000,14
[Total :] 12000,42
Total de la dépense : 172006 f. 00 c.
Récapitulation par chapitres du devis des travaux de restauration du bâtiment ouest du château de Saint-Germain-en-Laye
Maçonnerie : [montant des travaux :] 83768,40 ; [imprévus :] 8378,84 ; [honoraires :] 6910,89 ; [total :] 99056,13
Charpente : [montant des travaux :] 12515,00 ; [imprévus :] 1251,53 ; [honoraires :] 1032,51 ; [total :] 14799,34
Couverture et plomberie : [montant des travaux :] 23273,00 ; [imprévus :] 2327,30 ; [honoraires :] 1920,02 ; [total :] 27520,32
Menuiserie : [montant des travaux :] 9927,50 ; [imprévus :] 992,75 ; [honoraires :] 819,02 ; [total :] 11739,27
Serrurerie : [montant des travaux :] 6158,80 ; [imprévus :] 615,88 ; [honoraires :] 508,10 ; [total :] 7282,78
Peinture : [montant des travaux :] 2400,00 ; [imprévus :] 240,00 ; [honoraires :] 198,00 ; [total :] 2838,00
Sculpture : [montant des travaux :] 7480,00 ; [imprévus :] 678,29 ; [honoraires :] 611,87 ; [total :] 8770,16
Totaux : [montant des travaux :] 145523 f. 00 c. ; [imprévus :] 14482 f. 59 c. ; [honoraires :] 12000 f. 41 c. ; [total :] 172006 f. 00 c.
Le présent devis descriptif et estimatif montant à la somme de cent soixante-douze mille six francs 00 centimes dressé par l’architecte soussigné
A Saint-Germain-en-Laye, le [vide] 1902
Daumet
Approuvé le 13 octobre 1902
Le ministre de l’Instruction publique et des Beaux-Arts
Pour le ministre et par délégation
Le directeur des Beaux-Arts
Membre de l’Institut
Roujon »

Devis pour l’aménagement d’un logement pour le commandant du château de Saint-Germain-en-Laye

« Ministère d’Etat
Bâtiments
Exercice 1858
Appartement du 1er étage du pavillon de l’angle sud-ouest
Détail estimatif avec glaces
Dépose de 140,00 superficiels de portes, croisées, châssis, tablettes etc. et à raison de 0,13 c. le mètre : 18,20
Dépose de 210,00 linéaires de bandeaux, plinthes, cimaises, tringles etc. à raison de 0,06 c. : 12,60
Démolition de cloisons de toutes sortes de 110,00 superficiels en y comprenant jet des gravois dans les fossés du château : 66,00
Démolition des carrelages et des aires des planchers, évalués à : 45,00
Percements de baies nouvelles dans les pans de bois et raccords en vieux bois des démolitions, évalués ensemble à : 110,00
Percements de 4 baies dans les murs, raccords en moellons vieux, pose de linteaux en chêne à 30,00 l’un : 120,00
Construction des cloisons légères neuves d’une surface de 142,00 à raison de 5,00 le mètre, en y comprenant poteaux, coulisses, entretoises etc. : 710,00
Les enduits en plâtre sur murs, pans de bois, plafonds, en raccords, évalués ensemble à la somme de : 220,00
Construction des parquets en bois de chêne de 0,027 mil. d’épaisseur
La salle à manger de 4,00 sur 6,00 de longueur, 24,00
La chambre à coucher et le cabinet de ensemble 10,00 sur 4,00 de largeur, 40,00
Le vestibule de 3,10 sur 10,50 de longueur, 32,55
Le couloir du salon de 4,00 sur 1,60 de largeur, 6,40
Les ébrasements des croisées d’une surface totale de, 12,00
Surface totale, 114,95
Lesquels, en y comprenant lambourdes en bois de chêne neuf à raison de 10,50 le mètre superficiel : 1206,98
Plus-value pour le parquet en point de Hongrie de la salle à manger : 50,00
La réparation des parquets vieux conservés évaluée à : 60,00
Scellement des lambourdes et réparation des aires en plâtre évalués ensemble à la somme de : 250,00
40,00 superficiels de carrelage en carreaux neufs et vieux à raison de 2,20 le mètre, prix moyen : 101,20
Fourniture et pose de 3 chambranles de cheminées de marbre assortis : 200,00
1 foyer neuf en marbre pour la cheminée du salon, à compartiments, et réparations des 2 cheminées conservées : 60,00
Arrangement des intérieurs de 5 cheminées, avec rideaux, encadrements, fayences et tuyaux, à raison de 80,00 l’une : 400,00
Construction de la cheminée de la cuisine, fourniture de gros fers, des réchauds et des fayences, pose de la pierre d’évier et réparation de ladite, ensemble : 180,00
Fourniture et pose de 8 portes à 2 ventaux à grands cadres d’une surface totale de 5,10 à raison de 15,00 : 76,50
Réparation de 2 vieilles portes semblables à raison de 10,00 l’une : 20,00
6 portes neuves à 1 ventail à raison de 24,00 l’une : 144,00
La réparation de 4 vieilles portes en y comprenant la pose de moulures en sapin à raison de 10,00 l’une : 40,00
Les faces d’armoires et d’alcôves d’une surface totale de 42,00 à raison de 7,00 le mètre superficiel : 336,00
149,00 linéaires de plinthes et cimaises à raison et ensemble de 1,50 le mètre : 223,50
Les corniches rasantes en sapin neuf et les fausses poutres rapportées le long des murs, de ensemble 62,00 à 2,00 : 124,00
Les moulures formant cadres, chambranles et panneaux évaluées ensemble à la somme totale de : 60,00
Les marches dans les ébrasements, la réparation des croisées et des volets, ces ouvrages évalués pour les 11 ouvertures à la somme de : 250,00
Etablissement du siège d’aisance, fourniture de l’appareil, modification de la conduite de chute, pose du siège d’aisances en chêne etc. : 100,00
Les ferrures de 4 portes à 2 ventaux à raison de 30,00 l’une : 120,00
Les ferrures de 10 portes à 1 ventail à raison de 12,00 l’une : 120,00
Ferrures des armoires, pose des sonnettes, fourniture et pose des pitons de suspensions, ces ouvrages évalués à : 150,00
Ramonage et réparation des tuyaux de cheminées qui sont utilisées pour cet appartement : 100,00
Fourniture au papier de tenture, évalué à la somme de : 400,00
Peintures et tenture dudit appartement, évaluées à : 1350,00
Fourniture et pose de 4 glaces évaluées ensemble à la somme de : 1200,00
Restauration du balcon extérieur, pose de dalles neuves en pierre, façon des solins et des joints : 500,00
Reconstruction du cabinet d’aisances de l’entresol à la suite des ouvrages du 1er étage, ce travail évalué à la somme de : 200,00
[Total :] 9323,98
Imprévus : 676,02
Total, la cour conservé, projet du 12 mai : 10000,00
[barré :] Détail des plus-value réclamées pour la démolition de la cour actuelle, façon de la cour projetée le long de la chapelle, et enfin pour l’exécution du projet du 9 avril 1858
[barré :] Démolition des planchers et pans de bois de 369,00 à 1,00 : 369,00
[barré :] Etablissement de 3 planchers d’une surface totale de 101,00 à 10,00 : 1010,00
[barré :] 15,00 de parquets de chêne à 10,00 le mètre : 157,50
[barré :] 18,00 superficiels de carrelage, aires en plâtre, scellement des lambourdes, évalué à : 120,00
[barré :] Plus-value pour les portes et croisés : 150,00
[barré :] Construction de la petite cour le long de la chapelle avec aire en pavés neufs et, dans le cas où l’on ne pourrait prendre les matériaux de l’aire du vestibule du rez-de-chaussée : 1000,00
[barré :] Construction d’un tuyau de cheminée pour la cuisine et bouchement de baies donnant sur l’ancienne cour : 250,00
[barré :] [Total :] 3056, 50
[barré :] Imprévu : 443,50
[barré :] [Total :] 3500,00
[barré :] ci : 3500,00
[barré :] Nouveau total : 13500,00
Dressé par l’architecte soussigné
Eug. Millet
Vu et arrêté à dix mille francs
L’inspecteur général des Travaux,
Guillaumot
Approuvé, le 20 mai 1858
Le ministre d’Etat
Achille Fould »

Ministère d'Etat

Domaine national de Saint-Germain-en-Laye

  • 2016002
  • Fonds
  • 1903-2010

Soumis au statut des « bâtiments civils et palais nationaux » à la fin du XIXe siècle, puis, à celui des « monuments historiques » en 1962, l’ancien Domaine royal de Saint-Germain-en-Laye est aujourd’hui Domaine national, domaine public et propriété de l’État, affecté au ministère en charge de la Culture. Jusqu’en 2009, date de sa fusion avec le musée d’Archéologie nationale, il est dirigé par un corps d’agents spécialisés dans la conservation du patrimoine architectural et paysager. Le fonds du Domaine national de Saint-Germain-en-Laye résulte de l’activité conjointe de l’agence d’architecture des bâtiments de France et de l’administrateur du Domaine. Cette équipe de conservateurs du patrimoine a pour mission d’assurer la conservation et la mise en valeur de ce Domaine national par l’exécution de travaux d’entretien, d’aménagement, de restauration, d’une part, et par la gestion du personnel des services de surveillance et du jardin d’autre part.

Architectes de l’État : les architectes en chef des monuments historiques (ACMH)
La loi du 30 mars 1887 pour la conservation des monuments historiques Comprend des dispositions instituant le corps des architectes en chef des monuments historiques (ACMH) instauré par le décret du 26 janvier 1892 et dont les statuts sont fixé en 1907. Recruté par un concours d’État, l’ACMH est nommé dans une circonscription par le ministre en charge de la Culture. Il formule toute proposition et avis pour la protection, la bonne conservation, la mise en valeur et la réutilisation des immeubles protégés. Il assiste la conservation régionale des monuments historiques pour la programmation annuelle des travaux. Il définit à la demande du conservateur régional les propositions d’études préalables aux travaux de restauration des monuments historiques classés. Il est chargé, en tant que maître d’œuvre, de diriger les travaux.
Pendant longtemps la conservation du Domaine est distincte de celle du château de Saint-Germain-en-Laye, et relève de l’attribution d’un architecte ou d’un ingénieur nommé par l’administration centrale. Nous sommes parvenus à reconstituer la liste des architectes successifs depuis le règne de Louis-Philippe, sous réserve de nouvelles recherches. Alexandre Prosper Loaisel de Tréogate, « ingénieur des parterres », est connu pour avoir aménagé les jardins suite à la construction de la gare de Saint-Germain en 1847. Vers 1849-1852/1854, Jules Alexandre Cailloux, « architecte des parterres et terrasse », est chargé de la surveillance, de la conservation de la terrasse et du parterre, avant l’arrivée d’un certain Monsieur Dufrayer. À partir de 1879, la fonction conservation du Domaine et celle du château fusionnent. Joseph-Auguste Lafollye (1828-1891), déjà en charge du Domaine, poursuit les travaux de restauration du château entrepris par Eugène Louis Millet (1819-1879) depuis 1855. Pierre-Gérôme-Honoré Daumet (1826-1911) assure la conservation de 1889 à 1911. Louis Jean Hulot (1871-1959), architecte en chef des bâtiments civils et palais nationaux, est ensuite responsable de l’entretien de 1912 à 1939. Son successeur, Jean-Baptiste Hourlier (1897-1987) de 1939 à 1966, est le premier à être appelé « architecte en chef du Domaine de Saint-Germain-en-Laye ». Aujourd’hui, et sous réserve de la découverte de nouveaux documents, il est l’auteur des archives les plus anciennes du fonds. Lui succèdent les architectes en chef des monuments historiques (ACMH) à l’origine de la majorité de la production documentaire du fonds : Louis Blanchet (1927-) de 1966 à 1992, et Bernard Voinchet (1944-) de 1992 à 2001. Le 14 novembre 2001 Jacques Moulin est nommé ACMH pour le « parc du domaine de Saint-Germain-en-Laye ». Cependant le SNT demeure en relation avec Bernard Voinchet jusqu’en 2008 pour l’achèvement des travaux déjà engagés afin d’assurer leur continuité. Entre 2008 et 2010, l’architecte urbaniste de l’État Anne Staub reprend les fonctions. Depuis 2010, Régis Martin est le nouvel ACMH commun au château et au Domaine.
FONCTIONS ET ACTIVITES
Conservation d’un Domaine national
Nomenclature budgétaire. La nomenclature budgétaire des travaux de restauration est exprimée en titres (annualité), chapitres (spécialité) et articles (unité). Elle se présente sous la forme de chapitres budgétaire. Parmi les titres du budget de l’État nous retrouvons :

  • le Titre III pour les dépenses de fonctionnement des services correspondent aux dépenses courantes de l’État (personnels, fonctionnement, entretien). Dans le cadre du Domaine, il s’agit essentiellement de dépenses pour les travaux d’entretien ou d’intervention ponctuelles auxquels peuvent s’ajouter de travaux d’aménagement ou d’accueil. Les crédits ouverts sur ce titre doivent être consommés dans l’année, c’est la stricte application de l’annualité budgétaire.
  • le Titre V correspond aux dépenses d’investissement de l’État, c’est-à-dire aux travaux de gros œuvres. Ces dépenses concernent les opérations impossibles à mener en une année.

Il existe un cadre particulier du budget des monuments historiques appartenant à l’État, pour lesquelles la nomenclature budgétaire s’exprime essentiellement dans les quelques chapitres suivants :

  • chapitre 31-90 : vacations ;
  • chapitre 34-97 : fonctionnement ;
  • chapitre 35-20 : travaux d’entretien ;
  • chapitre 56-20 : travaux de grosses réparations.

Procédure pour les gros travaux. Il s’agit de travaux de conservation ou de restauration nécessités par l’état des monuments les plus gravement atteints. Ces travaux sont financés sur le chapitre 56-20 article 50. Ils sont menés sous la maîtrise d’ouvrage des DRAC ou du SNT. Le maître d’œuvre est l’ACMH territorialement compétent, c’est-à-dire qu’il établit le projet et en contrôle l’exécution. Il travaille en plusieurs étapes :

L’étude préalable (EP) dont l’objectif est d’avoir une connaissance précise des travaux à conduire, et de leur éventuel phasage. Elle fait l’historique du bâtiment et propose des restaurations. Elle a valeur de permis de construire.

Le projet architectural et technique (PAT) fait partie du dossier d’appel d’offres (ou dossier de consultation des entreprises) et complète l’étude préalable. Il sert à la mise en concurrence des entreprises. Il comprend :

  • le cahier des clauses techniques et particulières (CCTP) ;
  • un avant-métré : énumération des unités d’œuvre entrant dans une construction et indication de la quantité nécessaire à chacune d’elles ;
  • des documents graphiques : plans, élévations, coupes, tirages photographiques, photomontages, relevés topographiques, plans cadastraux, etc.
    Un PAT est l’équivalent d’un avant-projet détaillé ou définitif (APD) qui comporte des plans détaillés des parties concernées, la définition des moyens et techniques employés, l’estimation définitive des travaux.

Le marché public se compose de plusieurs pièces :

  • l’appel d’offre est la procédure de mise en concurrence et d’attribution de marché comporte le dossier de consultation des entreprises (DCE), le rapport d’analyse des offres et le procès-verbal de la commission d’ouverture des plis ;
  • l’acte d’engagement : document dans lequel l’entreprise, candidate à un marché public, présente son offre et adhère aux clauses définies par l’acheteur. Cet acte est signé par les deux parties ;
  • bordereau de prix : pièce écrite énumérant de façon détaillée les prix des différents articles ;
  • devis descriptif : description technique de l’ensemble de l’ouvrage et des modes d’exécution, les contraintes techniques et les matériaux utilisés ;
  • devis estimatif : montant estimé des travaux ;
  • devis quantitatif : liste des éléments d’ouvrages (fournitures) ;
  • cahier des clauses administratives particulières (CCAP) : pièce contractuelle rappelant les règles administratives et les pénalités encourues en cas de non-respect du contrat ;
  • cahier des clauses techniques particulières (CCTP) : pièce contractuelle détaillant les fournitures et de leur mise en œuvre ;
  • avant-métré ;
  • documents graphiques.

Le suivi des travaux :

  • l’ordre de service : document enjoignant une entreprise à réaliser les travaux pour lesquels l’accord a été passé ;
  • situation de travaux : pièce établie périodiquement par le maître d’œuvre, indiquant les quantités d’ouvrages (matériaux) et les prix correspondant ;
  • comptes rendus de réunion de chantier ;
  • attachement : document écrit ou graphique réalisé au cours des travaux ou dès la fin servant à l’établissement de mémoires, et permettant la vérification des travaux ;
  • mémoire : état détaillé des travaux exécutés et des sommes dues, dressé par l’entrepreneur ou le maître d’œuvre, à la fin de travaux en vue du règlement ;
  • garantie décennale : garantie due par les constructeurs au maître d’ouvrage pendant dix ans à compter de la réception des ouvrages.

La création du dossier documentaire des ouvrages exécutés (DOE ou DDOE) ou rapport de restauration.

L’initiative du lancement d’une procédure appartient soit à l’administrateur du Domaine, soit aux services dépendant de la direction du patrimoine. Au cours des visites pluriannuelles faites par l’ABF, l’ACMH ou le CRMH, l’administrateur constate avec l’aide de ce dernier les désordres. Si ceux-ci sont de faible importance, il voit avec l’ABF comment les réduire, éventuellement sur des crédits d’entretien. S’ils sont importants, l’ABF saisit, en liaison avec l’administrateur, le CRMH du problème. Celui-ci, accompagné de l’ABF et de l’ACMH, prend la mesure des travaux à mener. Le CRMH, après consultation de l’administrateur sur une éventuelle priorité, commande à l’ACMH une étude préalable. La durée de l’étude préalable est de six mois. À la réception de l’étude, le CRMH demande obligatoirement l’avis de l’inspection des monuments historiques et de l’inspection générale des monuments historiques territorialement compétentes. Cet avis est réputé favorablement dans un délai de deux mois, avant de passer à la phase suivante de mise au point du projet de restauration par la commande d’un PAT. Le délai est de sept mois au minimum après la réception de la commande par l’ACMH du PAT. On peut considérer qu’à partir du moment où la commande d’étude préalable a été passée à l’ACMH, un délai moyen de deux ans est inévitable avant le commencement des travaux, compte-tenu des contraintes d’avis, de marchés, de gestion comptable, etc. Le CRMH engage les crédits et parallèlement, passe commande du PAT, prépare les marchés et les appels d’offre, passe les marchés. L’ACMH signe alors les ordres de services aux entreprises et suit le déroulement des travaux. Il importe que le règlement du chantier soit élaboré en concertation entre l’ACMH et l’administrateur. Chaque réunion de chantier doit se faire en présente de l’administrateur. La réception des travaux est réalisée par l’ACMH, l’administrateur et le CRMH.

Procédure pour les travaux d’entretien. L’entretien correspond à l’action préventive ou curative, qui, avec des moyens réduits, empêche l’apparition d’un désordre, le supprime ou en arrête l’extension. L’administrateur a le devoir de veiller au bon état du monument. Cette action préventive consiste essentiellement en balayage, nettoyage des créneaux et fossés, émoulage, dégorgement, etc. Elle est l’entière responsabilité de l’administrateur. L’ABF doit au cours de ses visites d’inspection pluriannuelles, le lui rappeler. L’action curative, quant à elle, appartient à l’ABF en concertation avec l’ACMH et l’administrateur. L’ABF est obligatoirement le maître d’œuvre de ces travaux. Il dispose d’un crédit annuel dont il assume la programmation. L’ordre de service des travaux d’entretien est établi suivant un modèle défini. Une copie est adressée au conservateur régional ainsi qu’à l’ACMH. L’ABF signe le permis de feu autorisant l’entreprise à entreprendre des travaux.

Procédure pour les travaux neufs. Dans certains cas, des travaux d’investissement doivent être menés afin d’aménager dans le monument un accueil, des locaux professionnels, voire des bureaux ou des logements. Lorsque ces travaux ne modifient pas les parties sensibles du monument, le régime des travaux sur les immeubles classés parmi les monuments historiques ne s’applique plus. Il faut alors appliquer les textes sur l’ingénierie.Le maître d’ouvrage, conservateur régional attaché à la DRAC, SNT ou CMN, peut, pour assurer la maîtrise d’œuvre de l’opération, faire appel soit à un architecte libéral, soit à l’ACMH, soit à l’ABF. Dans la plupart des cas l’initiative appartient à l’administrateur qui doit faire connaître, au travers de son rapport d’activité annuel, ses besoins en matière de travaux d’amélioration : de l’accueil du public, des conditions de travail de ses agents, des logements de service. Un programme détaillé de l’opération doit alors être effectué en liaison avec le utilisateurs du monument, l’ABF, l’ACMH, le conservateur régional et le CMN afin de vérifier la nécessité et la faisabilité du projet au regard des exigences des biens et du publics, et du respect du monument.

La protection des abords. Selon la loi de 1943, sont protégés les abords des monuments, donc tout immeuble placé dans un périmètre de 500 mètres. Toute destruction construction, restauration doit obtenir l’accord préalable de l’ABF ou de l’ACMH.

L’accueil et la surveillance d’un Domaine national

La direction du patrimoine fait appel à un corps d’agents spécifiques pour la gestion des monuments historiques. Ces agents interviennent essentiellement en qualité de gardiens ou de jardiniers et sont placés sous la responsabilité de l’administrateur du Domaine :

  • les agents de surveillance et de magasinage appartiennent au corps des techniciens des services culturels et des bâtiments de France, et se composent des agents techniques de surveillance et de magasinage, des agents chefs de surveillance et de magasinage et des techniciens des services culturels ;
  • les jardiniers appartiennent au corps des techniciens d’art et se composent de maîtres-ouvriers, d’ouvriers professionnels, de techniciens d’art et de chefs de travaux d’art ;
  • les aides-jardiniers appartenant au corps des ouvriers professionnels ;
  • les agents de service appartenant au corps des agents techniques.
    Les agents d’un Domaine national sont gérés au niveau des DRAC (notation, propositions d’avancement), de la direction du patrimoine et de la direction de l’administration générale.

L’actuel instrument de recherche décrit l’ensemble des archives relevant du cœur de métier du double producteur, les architectes de l’État et l’administrateur. Trois fonctions ont été identifiées :

  • la conservation du Domaine est assurée principalement par les architectes de l’État, et coordonnée par l’administrateur, sous la tutelle du CRMH et en collaboration avec le SNT. La conservation comprend l’ensemble des travaux d’entretien dirigés par l’ABF et les gros ouvrages de restauration dirigés par l’ACMH.
  • l’accueil et la surveillance du Domaine est une fonction attribuée exclusivement à l’administrateur.
  • la gestion immobilière des propriétés, parcelles et concessions est assurée par l’administrateur sous la tutelle du CMN.
    Ces trois fonctions sont reproduites dans le plan général de l’instrument de recherche.
    La série « Conservation du Domaine » se décline en deux sous-séries : l’entretien et le gros œuvre. La sous-série « Entretien » respecte le double classement originel conçu par le producteur :
  • un classement chronologique annuel : seules les pièces récapitulatives par année ont été conservées. Les documents comptables (factures et devis) ayant dépassée leur durée légale de conservation de 10 ans, ainsi que les bordereaux d’envoi et de réception ont été éliminés.
  • un classement topographique en fonction des sites pour des actions d’entretien récurrentes.
    Ont été conservés :
  • la correspondance comportant des informations de premier ordre permettant d’éclairer le fonctionnement des travaux d’entretien et d’expliquer les motivations à enclencher les procédures de travaux ;
  • la correspondance sur les dotations budgétaires annuelles ;
  • les pièces de marchés ;
  • certains documents comptables lorsque aucune pièce récapitulative n’existe afin de garder trace des modes de fonctionnement de l’entretien sur toute la chronologique.
    La sous-série « Gros œuvre » suit la logique d’un classement topographique et rassemble toutes les typologiques de documents propre au métier d’architecte : études préalables, PAT, pièces de marché, DDOE, documents graphiques et attachements figurés.
    Gestion immobilière du domaine :
  • contrats et baux d’occupation ;
  • le suivi de l’achat des parcelles sous la Terrasse.

Musée d'Archéologie nationale - Domaine national de Saint-Germain-en-Laye

Délibération du conseil municipal de Saint-Germain-en-Laye demandant l’installation d’un réservoir au château

« Département de Seine et Oise
Administration municipale de Saint Germain en Laye
Liberté, égalité
Extrait du registre des délibérations de l’administration municipale de Saint Germain en Laye
Séance publique du 29 messidor l’an cinquième de la République française, une et indivisible
Sur les différentes plaintes faites à l’administration par les officiers du seizième régiment en station en cette commune à raison de l’insuffisance de l’eau distribuée dans les différents établissemens militaires et particulièrement au vieux château, où le quartier est établi, après avoir parcouru tous ces établissemens, il a été reconnu qu’il n’y avait d’autre moyen, pour assurer le service de l’eau dans ledit vieux château, que celui d’y établir une bâche provisoire de huit à dix muids auprès de la fontaine, laquelle bâche, recevant continuellement le peu d’eau qu’on introduit dans cette maison, supléerait à l’insuffisance de cette même conduite dont l‘eau se perd à mesure qu’elle arrive,
Considérant qu’il existe dans les magasins nationaux de cette commune une quantité de plomb plus que suffisante pour établir la bâche dont il s’agit,
Considérant qu’il est possible de la faire par économie, en chargeant de cette opération le citoyen Desmarais, l’un des inspecteurs des Domaines nationaux, de cette commune, chargé de la surveillance dud. magasin,
Considérant que cet établissement, qui est on ne peut plus urgent, ne peut occasionner qu’une très médiocre dépense et qu’attendu les circonstances et la nécessité de s’occuper sans délai de la construction de la bâche dont il s’agit, on ne peut sans inconvénient faire la marche d’une adjudication au rabais qui entrainerait du tems et des délais pendant lesquels la troupe continuerait d’être privée d’eau,
Oui le commissaire du directoire exécutif,
L’administration invite le département à donner son autorisation pour que le citoyen Desmarais, second inspecteur et garde magasin des Domaines nationaux de Saint Germain, puisse faire construire sur le champ et par économie, sous la surveillance de l’administration municipale, une bâche de huit à dix muids dans le vieux château de Saint Germain, d’y employer le plomb nécessaire qui se trouvera dans les magasins, et faire au surplus la dépense qui sera jugé indispensable pour confectionner la dite bâche, laquelle dépense l’administration estime ne pouvoir excéder trois cents francs au delà des plombs et fers qui seront pris dans les magasins. »

Estimation des appartements des deux châteaux à Saint-Germain-en-Laye

« L’an mil sept cent quatre vingt treize, seconde année de la République française, le trente un may et jours suivants, nous Louis Barthélémy Leveau, expert nommé par le conseil général du district de Saint Germain en Laye, et Pierre Hyppolite Lemoyne, officier municipal et premier inspecteur des bâtiments, nommé second expert (du consentement des administrateurs du district) par le régisseur du domaine de Saint Germain, à l’effet de nous transporter dans les châteaux et autres bâtiments dépendants cy devant de la liste civile, pour constater la situation des lieux qui composent les appartements vacantes, et en faire l’estimation, en présence du citoyen Prévost, administrateur du district, du citoyen Lupette, officier municipal nommé par délibération de la commune de Saint Germain, et aussy en présence du citoyen Crommelin, régisseur général du domaine,
Où étant, nous avons procédé ainsi qu’il suit :
Le château vieux
Rez de chaussée
Le citoyen Quéneau ; à main gauche en entrant dans le château, appartement composé d’une sale à manger, office très petit et cuisine, au dessus une chambre à coucher avec alcôve et cheminée, grand cabinet et petite garde robe, les jours sont pris sur les fossés vers la grille du parterre, un petit bûcher tenant à l’escalier ; exposé au mafetisme des fossés, jour d’entresol, ni cave, ni garderobe, escalier excessivement étroit et incommode ; 120 l.
Le citoyen Lacassagne ; côté droit de la cour, appartement composé d’une cuisine avec entresol, passage attenant, grande pièce à cheminée, trois cabinets ayant leurs jours sur les fossés au midi ; exposé au mafetisme des fossés et aux immondices de ceux qui logent au dessus ; 110 l.
L’abbé Paulet ; côté droit de la cour, appartement composé de deux grandes pièces à cheminées, cuisine et office tirant leur jour de la cour, plus quatre cabinets ayant leurs jours sur les fossés au midi ; mêmes inconvénients, ni cave ni bûcher ; 120 l.
Demoiselle Bézé ; même côté, une seule pièce à cheminée partagée en deux par une cloison, tire son jour par deux croisées qui font face au château neuf, plus deux cabinets de distribution ; cet appartement est étayé en dedans, il n’a ni cave, ni bûcher, ni cuisine ; 55 l.
Demoiselle Rally ; au fond de la cour, une cuisine tirant son jour sur ladite cour par une porte croisée, une office, une autre cuisine obscure, deux grandes pièces à cheminées ayant leur jour sur les fossés du côté de l’est ; appartement sombre, cuisine incomode ; 80 l.
Dame de Lironcourt ; au fond de la cour à gauche, appartement composé de deux grandes pièces à cheminées, cabinets de distribution attenants et entresols ayant leur jour sur les fossés du côté du parterre, une cuisine dont le jour vient de la cour, un grand cabinet qui a vue sur le parterre et plusieurs passages de distribution ; triste appartement, entrée lugubre, il est sous des voûtes très obscures, point de cave, point de bûcher ; 120 l.
Grands entresols du rez de chaussée
Sieur de Lironcourt ; escalier de la comédie, appartement composé d’une cuisine très obscure et sans aucun jour, un tambour attenant à l’escalier qui sert d’antichambre, une chambre à cheminée tirant son jour de la cour, un passage sombre, il communique à une chambre à coucher, laquelle tire son jour du côté des fossés, un entresol au dessus qui ne peut loger des domestiques ; appartement très incommode, il faut de la lumière à midi dans la cuisine, escalier brisé et sans palier, point de bûcher ; 140 l.
Sieur Hennessy ; même escalier, appartement composé d’une cuisine divisé en plusieurs parties tirant son jour des fossés, trois grandes pièces ensuitte, toutes à cheminées, un cabinet et une autre pièce à cheminée ayant leur jour sur les fossés du côté du parterre ; entrée somble, appartements vastes qui exigeront une grosse dépense ; 280 l.
Dame de Barzy ; escalier du bout de la cour à gauche, appartement composé d’un antichambre avec entresol et bûcher, ensuite une grande chambre à cheminée, alcôve et une porte de sortie sur le grand escalier, tirant leur jour sur la cour par trois croisées, du côté des fossés une cuisine, deux cabinets, passages de distribution et entresols éclairés par quatre croisées ayant vue sur le parterre ; appartement sombre, sans cave ; 150 l.
Sieur Le Gras ; même escalier, une grande pièce à cheminée divisée en plusieurs parties et passage, un cabinet tirant leur jour du côté du parterre ; ni cuisine, ni cave, ni bûcher, une seule fenêtre, l’appartement entier endommagé par la pluye ; 40 l.
Premier étage
La dame Rollin, dit de la Reine ; escalier du bout de la cour à droite, appartement composé de quatre grandes pièces à cheminées, cuisine divisée en plusieurs parties, deux cabinets de distribution avec petits entresols tirant leur jour par treize croisées faisant face au château neuf, du côté de la cour sont quatre grands cabinets qui tirent leur jour de ladite cour, chacun par une croisée, l’entrée de la cuisine est par le grand escalier, il y a une autre entrée du même côté et une troisième par une galerie découverte ; il faut monter 55 marches et éclairer l’entrée l’hyver, cet appartement, vu l’étendue et l’élévation est très difficile à meubler, à chauffer, à éclairer ; 450 l.
Sieur de La Caze ; escalier près de la chapelle, appartement composé de cinq grandes pièces à cheminées, deux antichambres, une à chaque bout de l’appartement un passage de communication à plusieurs pièces, neuf cabinets grands et petits dont trois avec petits entresols, une grande cuisine et office, le jour est tiré par onze croisées sur les balcons du côté du midi et onze croisées sur la cour, il y a plusieurs sorties de portes croisées sur le balcon ainsi que du côté de la cour, on peut entrer dans cet appartement par deux escaliers, il y a des escaliers dans œuvre pour monter aux petits entresols qui en dépendent, les dits entresols sont composés de 8 pièces et cabinets, dont deux à cheminées avec passage et corridor de communication, les impostes des croisées des appartements inférieurs donnant les jours tant du côté des fossés que de celui de la cour ; 55 marches, 8 mois de l’année il faut éclairer l’entrée, ce qui est dispendieux, difficile à meubler vu la multiplicité et la grandeur des chambres, les premières dépenses seront énormes et elles resteront ; 550 l.
Dit du Roy ; grand escalier, appartement qu’a habité Jacques II, vastes pièces de plein pied, d’une élévation excessive ; on a fait une espèce de muséum de cet appartement
Entresols du 1er étage, au dessus des grands appartements
La dame Chambery ; escalier attenant à la chapelle, appartement composé d’une petite cuisine, passage de distribution, grande pièce à cheminée, deux cabinets dont un à cheminée éclairés par 4 croisées du côté du midy ; 78 marches, jour d’entresol, ni entresol intérieur, ni cave, ny bûcher ; 60 l.
Dame Voisin ; même étage et attenant, un appartement composé d’une pièce à cheminée, d’un cabinet à cheminée, d’une cuisine et d’un petit bûcher, éclairés par 3 croisés faisant face au jeu de paulme ; 78 marches, jour d’entresol, point d’entresol intérieur, ni cave, ni bûcher ; 50 l.
Manteau dit Robillard ; escalier du garde meuble, appartement composé d’une antichambre obscur, de deux cabinets sans jour, d’une cuisine sans cheminée, d’une grande pièce et de deux cabinets dont un sans cheminée, cet appartement tire son jour par 7 croisées en imposte faisant face à la place et à la rue du grand abreuvoir ; 78 marches, antichambre obscur, cuisine sans cheminée, ni entresol intérieur, ni cave, ni bûcher ; 90 l.
2ème étage
Le garde meuble ; escalier au bout de la voûte de l’entrée du château à droite, un vaste emplacement bien éclairé, il y a 72 pieds de longueur sur 33 de largeur, et au moins 14 pieds de hauteur, c’étoit le garde meuble ; on ne peut louer cet emplacement que comme grenier ou garde meuble, il n’y a pas de cheminée, pour la construire il faudroit percer le comble de la chapelle qui est revêtu en plomb
Sieur Robé ; escalier de la comédie, appartement composé d’une cuisine, d’une petite pièce ensite et de deux après dont une à cheminée, le tout est éclairé par 4 croisées sur la cour, un salon avec cheminée éclairé par deux croisées sur le parterre, il y a des entresols très incomodes pris dans les voussures du château ; 95 marches, entrée sombre, ni cave, ni bûcher ; 80 l.
Pris sur l’appartement du citoyen Robé ; deux pièces dans le pavillon éclairé sur le parterre, il y a une entrée particulière ; 95 marches, aucunes commodités ; 36 l.
Dame La Bussiere ; escalier au fond de la cour à droite, appartement composé de deux chambres à cheminées, grand cabinet, cuisine et passage éclairés par 3 croisées en face du château neuf et de la cour, entresol au dessus où est un petit logement de 2 pièces à cheminées et plusieurs cabinets ; 95 marches, ni caves, ny bûcher ; 90 l.
Le citoyen Clément ; même escalier, un appartement composé d’une sale à manger sans cheminée, 3 pièces à cheminées, 3 cabinets dont 2 obscurs, le tout éclairé par 5 croisées faisant face au château neuf ; il y a plus de 120 marches jusqu’à la cuisine, la sale à manger n’a qu’un jour emprunté ; 150 l.
Séparé de l’appartement du citoyen Clément ; un autre petit appartement séparé composé d’une chambre à cheminée, cabinet aussi à cheminée, antichambre, petit entresol au dessus, le tout éclairé par deux croisées au midi ; 95 marches, ni cave, ni bûcher ; 50 l.
Dame Saint Germain ; grand escalier, un appartement composé de 3 chambres à cheminée, 4 cabinets, une cuisine, un vaste antichambre, le tout éclairé par 7 croisées du côté du parterre et 6 croisées sur la cour, cet appartement a de grands entresols, mais très incommodes étant terminés par les voussures du château ; 110 marches, ni cave, ni bûcher ; 180 l.
Abbé Pochet ; escalier au fond de la voûte de l’entrée du château à droite, un appartement composé d’une cuisine passage éclairée par une très petite croisée, une grande pièce à cheminée, un grand cabinet à cheminée tirant leur jour du côté de la place du château ; 95 marches, ni cave, ni bûcher ; 60 l.
Sieur Lally de Tollendal ; escalier au fond de la cour à droite, appartement composé de 6 pièces à cheminées, 2 autres pièces sans cheminées, un petit antichambre, plusieurs passages de distribution, éclairé par 12 croisées, les unes donnant sur les fossés, les autres faisant face au château neuf et les 3èmes ayant vue sur le parterre, il y a des entresols au dessus, très sombres, dans lesquels est une vaste cuisine en plusieurs parties ; 95 degrés à monter, ni cave, ni bûcher ; 200 l.
3ème étage
Le citoyen de Moncron ; escalier au bout de la voûte de l’entrée du château à droite, appartement composé de 9 pièces dont 4 à cheminées, éclairé par 10 croisées faisant face à la rue du vieil abreuvoir et à la place, 2 passages servant de cuisines, l’un éclairé par une croisée qui donne sur une petite cour ; 95 marches au moins, cuisine sans cheminée, point d’entresols pour domestiques ; 160 l.
Denier étage, n’existant que dans les cinq pavillons
Le citoyen de Faudran ; escalier au fond de la cour à droite, un appartement composé d’une chambre à cheminée, d’un cabinet, d’un corridor et d’un petit réduit éclairés du côté du château neuf par deux croisées ; 110 marches, ni cave, ni bûcher, le réduit mentionné qui peut servir de cuisine est très sombre, ni cave, ni bûcher ; 60 l.
Dame Hubert ; même escalier, appartement composé d’une grande pièce à cheminée, un cabinet éclairé, un autre sombre à cheminée, un petit antichambre, le tout éclairé par deux croisées du côté du château neuf ; 110 marches, ni cave, ni bûcher ; 60 l.
Sieur Vilperot ; petit escalier au fond du corridor, à la suite de la voûte qui est au bout de la cour à droite, appartement composé d’un antichambre et de deux pièces dont un cabinet sculpté et doré, une cuisine en deux parties, 30 marches plus élevée, un petit réduit plus bas que l’appartement qui peut servir de bûcher ; 100 marches pour aller à l’appartement, 130 pour la cuisine, entrée de cachot dans l’épaisseur des murs, point de palier à l’entrée ; 72 l.
Etat des personnes que la force a fait déguerpir et qui ont fait des soumissions pour rentrer dans leurs appartemens
La citoyenne Demonlis ; grand escalier au bout de la cour à droite, grand entresol, appartement composé de 6 pièces tant grandes que petites, cuisine, 3 cheminées, 2 petits entresols ; a achepté ce logement 6000 l. de la dame de Tilly et a dépensé beaucoup depuis son aquisition ; 250 l.
Sieur de la Merville ; grand escalier vis à vis l’appartement du roy, 9 pièces à cheminées, 11 pièces en petits entresols, dans les 9 pièces cy dessus il y en a deux dont on ne fait aucun usage, elles ont au moins 22 pieds d’élévation, c’étoient des sales de gardes ; logé par brevet, offre des mémoires d’ouvriers pour une somme de 6600 l. ; 400 l.
La citoyenne Nagle ; escalier de la chapelle, un appartement composé d’un petit antichambre d’une petite cuisine, de 3 chambres à cheminées et 3 cabinets, d’un petit entresol au dessus éclairé par cinq croisées au midi et sur la cour ; 95 marches, cet appartement de père en fils est dans la famille depuis l’an 1686, tous les parens de la dam Nagle sont mort au service avec des grades supérieurs ; 80 l.
Dame Casteja ; escalier au fond de la voûte du château à droite en entrant, appartement composé d’un passage, antichambre avec entresol, une grande pièce à cheminée, deux grands cabinets sans cheminées et deux autres moyens cabinets, une cuisine et plusieurs petites places sombres qui peuvent servir de bûcher, cet appartement tire son jour par 8 croisés faisant face à la rue du vieil abreuvoir ; 78 marches, appartement très délabré à refaire absolument
Sa sœur ; au dessous, un petit appartement composé d’un antichambre, passage, cuisine à une seule petite croisée, grande pièce à cheminée et petit cabinet ensuite, un grand cabinet sans cheminée ; 95 marches, appartement très délabré à refaire absolument ; 200 l.
[…]
Inconvénients généraux et propres au château de Saint Germain
1° Point de latrines
2° Peu de caves
3° Peu de bûchers
4° Pas assez de cheminées, la pluspart fument ou sont (forcément) placées d’une manière incommode
5° Peu de chambres de domestiques
6° Point de remises
7° Point d’écuries
8° Les escaliers sombres, des casse cous partout, faute de paliers
9° Les appartements difficiles à chauffer l’hyver, à cause de l’extrême épaisseur des murs
10° Le bois, l’eau coûtent beaucoup plus que dans la ville
11° Les fossés reçoivent les immondices générales et la mauvaise odeur est très sensibles en été
12° Monter et descendre sans cesse excède les domestiques
13° Le défaut de latrines est un inconvénient qui pèze bien désagréablement sur les habitations au dessous les unes des autres, cela se sent.
Le grand commun
Le sieur Hébert ; à droite sous la porte, un appartement composé ainsi, rez de chaussée, une cuisine, un vaste antichambre, 4 grandes pièces toutes à cheminée éclairées par 8 grandes croisées dont 4 sur la place du château et 4 sur le parterre, plusieurs caves de l’autre côté à gauche, une cuisine de 20 pieds sur 15 p., une autre pièce de 9 pieds sur 20 éclairés par deux croisées ayant vue sur la place, la cuisine est pavée, l’autre pièce est carelée, entresol, 8 pièces dont 3 à cheminées éclairé par 8 croisées en imposte, ces 8 croisées ont les mêmes jours que les grandes qui sont dessous ; le district a jetté les yeux sur ce logement qui lui convient pour s’y établir ; 500 l.
La citoyenne Martin ; 2ème étage, par le grand escalier jusqu’à l’entresol et prenant à droite par un petit escalier, appartement composé de 3 pièces à cheminées et alcôve, deux autres pièces sans cheminées, deux cabinets, une cuisine éclairés par 5 croisées faisant face au château ; escalier sombre, petit, point de lieu d’aisance, élevé au moins de 70 marches ; 170 l.
Le citoyen Schrapff ; entresols du 2ème, appartement composé de 5 pièces à cheminées éclairées par croisées ; environ 90 marches, aucunes commodités ; 65 l.
La citoyenne Lafont ; appartement composé de trois chambres mal distribuées et en assez mauvais état, plus une chambre détachée séparée par le corridor, éclairés par 7 croisées ayant vue sur la place et sur le parterre ; environ 90 marches, aucunes commodités ; 60 l.
La surintendance
La dame Golofkin ; au 2ème à gauche, 1er appartement composé de deux chambres à cheminées, sale à manger, deux antichambres et un cabinet éclairés par 8 croisées sur le parterre et sur l’orangerie, 2e appartement composé d’une grande chambre à cheminée, 2 cabinets, un antichambre au dessus, une grande cuisine avec 3 cabinets de distribution éclairés par plusieurs croisées sur l’orangerie et sur la rue ; ces deux appartements ne peuvent se diviser faute de cuisine, ils sont fort élevés mais agréables par la vue, mais point sans inconvénient ; 400 l.
La citoyenne Chupin ; au 2ème bâtiment du milieu, appartement composé de deux chambres à cheminées, antichambre et cabinets de distribution éclairés par 7 croisées sur la rue et sur la cour ; élevé, peu de commodités ; 90 l.
Le citoyen Audigé ; même palier, deux grandes chambres à cheminées éclairées sur la rue et sur la cour ; point de commodités ; 60 l.
Le citoyen Vaugin ; au 3ème bâtiment du milieu, appartement composé de deux chambres à cheminées, antichambre, 3 cabinets, le tout éclairé par 7 croisées tant sur la rue que sur la cour, et au dessus à droite une cuisine et office ; très élevé, peu commode ; 120 l.
Le château neuf
Rez de chaussée de l’aisle droite, une vaste cuisine et ses accessoires, 3 petites pièces servant de garde manger, office, four etc., une sale à manger éclairée par 2 croisées et une porte croisée sur le jardin, cabinet attenant derrière, la cage de l’escalier, ensuite un grand salon avec cheminée éclairé par une porte croisée et deux croisées, suivent deux cabinets éclairés sur le jardin chauffés par un poêle commun, chambre à coucher à cheminée éclairé sur le jardin par une porte croisée, cabinet, garderobe avec dégagements aussy éclairés sur le jardin, petite chambre à coucher à cheminée éclairée sur le jardin par une croisée, à la suite est une autre chambre à coucher à cheminée puis une petite cuisine avec entresol à cheminée éclairés sur le jardin, plus loin est un escalier, derrière lequel est un corridor de communication éclairé par plusieurs croisées sur la cour, ensuite un grand garde meuble éclairé sur le jardin ; ce rez de chaussée étoit le logement du cy devant comte d’Artois, il est très beau.
1er étage, 8 appartements dont 7 chambres à cheminées avec cabinets, alcôves et passages de distribution, tous sont éclairés sur le jardin, le corridor qui communique aux appartements est éclairé par plusieurs croisées sur la cour, il y a un grand et un petit escalier, la superficie de ce premier est la même que celle du rez de chaussée ; ce premier a un peu l’air mansardé parce que la toicture, qui est en angle aigu, donne une direction oblique aux parois des chambres.
Au dessus des cuisines et offices sont 4 chambres lambrissées avec plusieurs cabinets, alcôves et dégagements, 2 de ces chambres sont occupées par la citoyenne Roser, les 2 autres le sont par le citoyen Verne ; on poura louer ces logements.
Au dessous du garde meuble sont des voûtes et passages ; au dessus du garde meuble, au 1er et 2e, sont des chambres de domestiques ; près de ce corps de bâtiment est une allée de tilleuls qui conduit à un pavillon isolé, éclairé par 3 grandes croisées, dans lequel est un billard ; au dessous de la salle de billard est une serre voûtée, à la suitte du pavillon est une autre salle et une écurie pour 8 cheveaux ; en dehors tiennent au corps du bâtiment des cuisines et une grande pièce à cheminée, divisée ; ensuite est une autre pièce aussi divisée, après sont plusieurs remises ou bûchers, plus loin un très petit jardin ; 2000 l.
Le citoyen Briasse ; pavillon composé au rez de chaussée d’une cuisine, d’une chambre à cheminée, d’une autre avec un cabinet, bûcher, petite cave, caveau, l’entresol est divisé en 6 pièces dont une à cheminée, les 5 autres sont des cabinets grands et petits, au dessus de l’entresol sont deux grands cabinets lambrissés, il y a une petite cour avec hangard et un petit jardin en avant ; à louer ; 200 l.
Le chenil
Corps de bâtiment à droite en entrant, au 1er étage, aussi à droite, une chambre à cheminée avec un retranchement formant cabinet et espèce d’antichambre éclairés sur les deux cours, un autre appartement attenant semblable ; on peut les louer ensemble ou séparément ; 100 l.
Ensuivant, au rez de chaussée du même bâtiment, une cuisine avec cheminée éclairée sur la première cour au corps de bâtiment attenant et en retour dudit faisant face à la grande porte d’entré, au 1er étage une grande chambre à cheminée et à alcôve avec deux cabinets éclairés sur deux arrières cours ; habité par Gilliot, garde, dont la liste civile payoit le logement.
Dans l’arrière cour (cy devant ébats des chiens) sont des chenils divisés en six parties et disposés pour faire des bûchers.
Dans la 1ère cour à gauche en entrant sont deux écuries jointes l’une à l’autre, ayant 35 places de chevaux et 3 portes sur ladite cour, le grenier au dessus est de même superficie, il y a quatre lucarnes pour le service de la paille et fourage ; on pourra mettre en location les écuries et remises ; 200 l.
Il y a encore dans cette même cour deux remises tenantes l’une à l’autre ; 30 l. »

Estimation des deux projets de restauration pour les acrotères du Château-Vieux de Saint-Germain-en-Laye

« Détail estimatif et comparatif de la dépense des restaurations des acrotères du couronnement du château de Saint Germain en balustres de l’ancien modèle, avec la restauration proposée en simples parpains
Détail pour un mètre courant
N. B. Cet ouvrage de sculpture sortant des bornes du devis ne peut être exactement calculé d’après les dispositions qui y sont contenues. Ainsi, nous n’avons point compté d’évidement, mais il a fallu compter les tailles préparatoires ainsi qu’il est d’usage pour ce genre d’ouvrage.
Il faut pour un mètre courant 3 balustres ½, lesquels produisent, en pierre de lambourde à raison de 0 m. 19 carrés sur 0 m. 84 de hauteur, 0.105 m. cube de maçonnerie en pierre tendre à 63 f. 00 l’un : 6.61
Le sciage des prismes desdits balustres compté comme demi taille sur les 4 faces nous donne 2 m. 23 carrés, dont moitié 1.11 m. carrés de parement en pierre de taille tendre à 2 f. 50 l’un : 2.77
Les prismes doivent être élégis et épannelés par un ouvrier choisi, afin d’être disposés à être mis sur le tour. Cet ouvrage est d’une très grande sujétion, le moindre coup donné à faux quand on est à la 3e ou 4e face pouvant mettre la pierre hors de servir. Ce travail donne un développement de 2 m. 66 de taille. 2.66 m. carré de taille ci-dessus à double courbure à 3 f. 70 : 9.85
Les prismes ainsi disposés sont mis le tour et réduits de nouveau, et nous donnent en développement, les moulures étant évidées, 2.35 m. carrés de taille, idem à 3 f. 70 l’un : 8.70
34.48 m. courants d’arrêtes à double courbure à 0 f. 40 l’un : 13.97
14 trous de scellement de 0 m. 10 à 0 f. 30 l’un : 4.20
7 goujons en fer pour idem à 0 f. 30 l’un : 2.10
17000 miligrammes de plomb pour la moitié desd. scellement, les autres étant supposés en plâtre à 1 f. 15 l’un : 20.13
[Total :] 68 f. 33
Nous n’avons point compris dans le présent détail les déchets pour pierre cassée et fils qui peuvent s’y trouver et qu’on peut estimer au moins à un sixième.
Détails pour un acrotère en parpains de 0.19 d’épaisseur sur 0.24 de hauteur
0.160 m. cubes de maçonnerie en pierre tendre à 63 f. 00 l’un : 10.08
1.68 m. carrés de parement, un idem à 2 f. 50 l’un : 4.30
[Total :] 14 f. 38
Différence : 53 f. 95
Nous ne parlons dans ce détail ni des bases ni des bahuts, de leurs crampons et scellement, ni des pilastres qui sont les mêmes dans tous les cas.
Le garde du génie Desmarais, employé depuis environ 40 ans dans ce château, a fait faire quelques uns de ces balustres avant qu’on en eut abandonné le système. Ils coutoient de façon seulement 12 f. 00 pièce et en comparant les prix de la journée de ce temps avec celui actuels, cette main d’œuvre reviendroit à environ 20 f. 00. Elle n’est portée dans les détails ci-dessus qu’à 11 f. 50.
Résumé
Il faut en acrotère en balustre à remplacer pour la totalité du château, déduction faite des pilastres, 336.00 m. courant à 68 f. 33 l’un : 22958 f. 88
Si cette restauration se fait d’après le projet et suivant le système adopté par l’ancienne intendance des bâtimens du roi, nous aurons 336.00 m. courant à 14 f. 38 l’un : 4831 f. 68
Différence en plus : 18127 f. 20
On observe qu’en suivant le système d’une restauration semblable à la construction primitive, on tombera nécessairement dans les dépenses effrayantes et inutiles pour un service purement militaire qui ont déjà fait rejetter deux fois par S. M. les projets qui lui ont été présentés par les architectes de sa maison, notamment celui très récent de M. Fontaine pour le même objet, et que si S. M. a bien voulu affecter cette année 300 000 f. pour cet utile établissement, c’est que nous avons prouvé par notre rapport du 15 mars dernier que cette dépense pouvoit être réduite de moitié pour un établissement militaire qui ne demande aucun ornement entièrement superflu.
Si d’un autre côté, l’on considère sur place que la pluspart de ces balustres sont enfoncés à moitié de leur hauteur dans les maçonneries des pentes, on pourra se convaincre que leur effet est à peu près nul.
Versailles, le 11 mars 1809
Le capitaine au corps impérial du génie, chef du casernement dans le département de Seine et Oise
Derouet »

Etat de matériaux provenant du château de Saint-Germain-en-Laye destinés à la vente

« Saint-Germain-en-Laye, le 2 novembre 1864
Etat des matériaux provenant des démolitions dont on propose la vente
1er lot : composé de débris de vieilles boiseries, environ 5 stères de bois à brûler à 3 f. 00 : 15 f. 00
2e lot : semblable au précédent, environ 3 stères à 3 f. 00 : 9.00
3e lot : semblable au précédent, environ 4 stères à 3 f. 00 : 12.00
4e lot : composé de panneaux en menuiserie et de débris de panneaux, estimé à : 50.00
5e lot : composé de vieux balustres et de vieilles boiseries dorées, estimé à : 50.00
Total de l’estimation de cinq lots : 136 f. 00
Clauses et conditions imposées aux acquéreurs
Art. 1er
Les matériaux mis en vente forment cinq lots distincts. Tous sont rangés dans le fossé, au pied de la chapelle, et seront enlevés par la rampe à voitures de la rue du Château-Neuf.
Art. 2
Les quantités indiquées à l’estimation ne sont qu’approximatives, et ne sont en aucune façon garanties.
Art. 3
Les matériaux dont il s’agit seront enlevés dans un délai de quatre jours après l’adjudication. L’enlèvement se fera pendant le jour et pendant les heures ordinaires du travail.
Art. 4
Les matériaux seront vendus sur place, et tous les frais quelconques pour leur enlèvement seront à la charge des adjudicataires.
Art. 5
Les acquéreurs devront apporter tout le soin qui sera réclamé par l’architecte ou par les agents des travaux pour n’endommager en rien les parties du château qui seront parcourues pour les chargements et les transports. Tout dommage serait aussitôt constaté, et serait à la charge de l’acquéreur en défaut.
Dressé par l’architecte soussigné
Eugène Millet »

Préfecture du département de Seine-et-Oise

Etat des appartements du Château-Vieux de Saint-Germain-en-Laye

« Rez de chaussée des fossés
Le concierge. Pièces : 2. Cheminées : 2.
Mylord Edouard. Pièces : 2. Cheminées : 2.
Mylord Talbot. Pièces : 3. Cheminées : 1.
M. Diconson. Pièces : 3. Cheminées : 1.
Madame Hygons. Pièces : 1.
Mademoiselle Bauclé. Pièces : 2. Cheminées : 1.
Mademoiselle Ocard. Pièces : 1.
M. Nugent. Pièces : 1. Cheminées : 1.
Mylord Milton. Pièces : 2. Cheminées : 1.

Rez de chaussée de la cour
Le concierge. Pièces : 8. Cheminées : 6. Entresols : 3.
Le chapelain du Roy. Pièces : 3. Cheminées : 1. Entresols : 2. Cheminées : 1.
Le corps de garde où loge le portier. Pièces : 2. Cheminées : 2. Entresols : 2.
Le concierge. Pièces : 2 pour servir de magazin au château. Entresols : 2.
Le chapelain du Roy. Pièces : 1.
M. Destanchau. Pièces : 2. Cheminées : 2.
Madame la comtesse de Clare. Pièces : 2. Cheminées : 1.
M. Bauclé. Pièces : 5. Cheminées : 2. Entresols : 1.
M. Glascoe. Pièces : 5. Cheminées : 4. Entresols : 2.
Madame Hygons. Pièces : 6. Cheminées : 2. Entresols : 3.

Rez de chaussée de la cour
Mademoiselle Oinville. Pièces : 4. Cheminées : 1. Entresols : 1.
M. Booth : Pièces : 5. Cheminées : 4. Entresols : 1.
Madame Quadranelle. Pièces : 5. Cheminées : 2. Entresols : 2. Cheminées : 1.
Madame Magdonelle. Pièces : 5. Cheminées : 4. Entresols : 2.
Mylord Bourk. Pièces : 4. Cheminées : 3. Entresols : 2.
Madame Gonnier. Pièces : 6. Cheminées : 3. Entresols : 2.
Madame Magdonnelle. Pièces : 1.
Mademoiselle Ocard. Pièces : 4. Cheminées : 2. Entresols : 1.
Le sieur Fortin. Pièces : 1.
Mylord Dilon. Pièces : 2. Cheminées : 1.
M. Destanchau. Pièces : 2. Cheminées : 1.
Mademoiselle Canelle. Pièces : 5. Cheminées : 2. Entresols : 1.
Madame la mareschale de Berwick. Pièces : 3. Cheminées : 2. Entresols : 1.

Premier étage
M. Destanchau. Pièces : 4. Cheminées : 3. Entresols : 2.
Madame Odonnel. Pièces : 8. Cheminées : 4. Entresols : 1.
Mylord Edouard. Pièces : 14. Cheminées : 5. Entresols : 2.
Mylord Talbot. Pièces : 9. Cheminées : 5.
Mesdemoiselles Sasfield. Pièces : 5. Cheminées : 2. Entresols : 1.
M. Diconson. Pièces : 9. Cheminées : 3. Entresols : 2.
M. Nagle. Pièces : 4. Cheminées : 1.
M. Macmahonne. Pièces : 5. Cheminées : 2.
L’abbé Inest. Pièces : 5. Cheminées : 2. Entresols : 1.
Madame la duchesse d’Albremale. Pièces : 6. Cheminées : 3. Entresols : 2.
M. Floyde. Pièces : 4. Cheminées : 4. Entresols : 1.
Madame la comtesse de Clare. Pièces : 7. Cheminées : 3. Entresols : 2.
Mesdemoiselles Baucle. Pièces : 8. Cheminées : 2. Entresols : 2.
Madame la mareschale de Berwick. Pièces : 7. Cheminées : 2. Entresols : 4.
Madame Ploydom. Pièces : 8. Cheminées : 5. Entresols : 3.

Second étage
Appartement de Monseigneur. Pièces : 9. Cheminées : 9. Entresols : 2.
Sale de l’Opéra. Pièces : 1.
Le chapelain du Roy. Pièces : 8. Cheminées : 2.
Madame Buthelerd. Pièces : 8. Cheminées : 6.
Madame la comtesse Midelton. Pièces : 15. Cheminées : 7. Entresols : 5. Cheminées : 4.
Appartement de la Reine. Pièces : 8. Cheminées : 6. Entresols : 2.
Appartement du Roy. Pièces : 6. Cheminées : 5. Entresols : 1. Cheminées : 1.
M. Laisné. Entresols : 4. Cheminées : 3.
M. Ratray. Entresols : 5. Cheminées : 1.
M. MacKlenne. Entresols : 4. Cheminées : 2.
M. Cavena. Entresols : 5. Cheminées : 3.
Madame la mareschale de Berwick. Entresols : 6. Cheminées : 2.

Troisième étage
Mesdemoiselles Carteret. Pièces : 8. Cheminées : 5. Entresols : 4 voûtés. Cheminées : 4.
Milady Moré. Pièces : 3. Cheminées : 1. Entresols : 1 non voûté. Cheminées : 1.
Mademoiselle Magny. Pièces : 2. Cheminées : 2. Entresols : 2 non voûtés.
Milady Sacville. Pièces : 6. Cheminées : 4. Entresols : 2 non voûtés.
Milord Midelton. Pièces : 4. Cheminées : 2. Entresols : 2 non voûtés.
Mademoiselle Ouatkine. Pièces : 4. Cheminées : 1. Entresols : 2 non voûtés.
Le second clerc de la chapelle Roland. Pièces : 3. Cheminées : 3. Entresols : 1 non voûté
Le premier clerc de la chapelle Lecaudé. Pièces : 5. Cheminées : 2. Entresols : 1 non voûté. Cheminées : 1.
Madame Squelton. Pièces : 5. Cheminées : 3. Entresols : 2 non voûtés. Cheminées : 1.
Madame Nagle. Pièces : 8. Cheminées : 5. Entresols : 8 voûtés. Cheminées : 3.
M. Nugent Molzac. Pièces : 9. Cheminées : 5. Entresols : 9 voûtés. Cheminées : 4.
M. Nugent, ancien colonel. Pièces : 12. Cheminées : 7. Entresols : 4 non voûtés. Cheminées : 1.
Madame Dilon. Pièces : 17. Cheminées : 9. Entresols : 10 voûtés. Cheminées : 6.
Mylord Clare. Pièces : 3. Cheminées : 1.
M. Carni. Pièces : 10. Cheminées : 3. Entresols : 9 voûtés. Cheminées : 2.

Quatrième étage
Madame Fidgarelle. Pièces : 8. Cheminées : 4. Entresols : 2 voûtés. Cheminées : 1.
Mademoiselle Macquenna. Pièces : 3. Cheminées : 2.
M. Fortin. Pièces : 13. Cheminées : 4.
Mademoiselle Butler de Galmois. Pièces : 5. Cheminées : 2.
L’abbé Ingleton. Pièces : 4. Cheminées : 3. Entresols : 2 voûtés. Cheminées : 1.
Madame Dufey Dromont. Pièces : 8. Cheminées : 4.
Mylord Clare. Pièces : 3. Cheminées : 1. »

Etat des crédits alloués et des dépenses effectuées pour la restauration de la chapelle du château de Saint-Germain-en-Laye

« Crédits alloués et dépenses effectuées simultanément par les administrations des Bâtiments civils et des Monuments historiques
1° Crédits alloués en conséquence des décisions prises par la direction des Bâtiments civils et par la commission des Monuments historiques au sujet de la restauration de la chapelle du château de Saint-Germain
L’administration des Monuments historiques, se reportant au devis dressé en 1862 par M. Millet, lui a ouvert en 1874 un premier crédit s’élevant à la somme de : 118274 f. 00
Puis à la suite du 2ème devis dressé en 1878, un nouveau crédit de : 131226 f. 89
Ensemble des crédits alloués par les Monuments historiques : 249500 f. 89
De son côté, l’administration des Bâtiments civils donnait l’ordre à l’architecte de prélever chaque année sur les crédits affectés à l’exécution des travaux du château des sommes indéterminées jusqu’à concurrence de 249500 f. 89 c. pour être aussi spécialement employées à la restauration de la chapelle, ce qui a constitué pour cet objet, sur les fonds des Bâtiments civils, un crédit de : 249500 f. 89
2° Dépenses effectuées
Monuments historiques
En 1874, sur le premier crédit : 25000 f. 00
En 1875, sur le premier crédit : 25000 f. 00
En 1876, sur le premier crédit : 25000 f. 00
En 1877, sur le premier crédit : 25000 f. 00
En 1878, sur le premier crédit : 18274 f. 00
En 1878, sur le deuxième crédit : 4915 f. 97
En 1879, sur le deuxième crédit : 17793 f. 44
En 1880, sur le deuxième crédit : 22750 f. 22
En 1881, sur le deuxième crédit : 27288 f. 71
Cette dernière somme de 27288 f. 71, payée pour 14076 f. 28 sur les fonds de l’exercice 1881 et pour le reliquat 13212 f. 43 sur les fonds de l’exercice 1882
Total des dépenses effectuées : 191022 f. 34
Excès des crédits sur les dépenses : 58478 f. 55
Bâtiments civils
En 1873 : 10498 f. 44
En 1874 : 15955 f. 98
En 1875 : 6485 f. 77
En 1876 : 29600 f. 06
En 1877 : 60781 f. 90
En 1878 : 62908 f. 47
En 1879 : 20977 f. 74
En 1880 : 1460 f. 29
En 1881 : 371 f. 31
En 1882 : 5423 f. 57
En 1883 : 244 f. 05
En 1884 : 352 f. 46
En 1885 : 268 f. 81
En 1886 : 0
En 1887 : 570 f. 95
En 1888 : 0
En 1889 : 1280 f. 95
En 1890 : 0
Frais de direction et de surveillance des travaux calculés à 7 ½ % : 16287 f. 06
Total des dépenses effectuées : 223447 f. 81
Excès des crédits sur les dépenses : 16053 f. 08
Des comptes qui précèdent, il résulte que, pour se conformer aux conventions faites par les deux administrations au sujet de la restauration de la chapelle du château de Saint-Germain et clore les opérations en cours qui en sont la conséquence, il y a lieu d’exécuter de nouveaux travaux sur les fonds des Bâtiments civils jusqu’à concurrence d’une somme de 16053 f. 08 c. et sur les fonds des Monuments historiques jusqu’à concurrence d’une somme de 58478 f. 55.
Un troisième devis dressé le 19 janvier 1891 pour le complet achèvement de la restauration de la chapelle de Saint-Germain s’élève à la somme de : 276172 f. 00
Pour pourvoir à cette dépense, il y aurait lieu d’employer d’abord les deux reliquats mentionnés ci-contre soit, sur les fonds des Bâtiments civils : 16053 f. 08
Et sur ceux des Monuments historiques : 58478 f. 55
Ensemble : 74531 f. 63
Reste : 201640 f. 37
Et en se conformant au parti adopté par les deux administrations au sujet de la répartition des dépenses nécessaires à la restauration en question, de partager par moitié entre chacune d’elles, le reste de la dépense 201640 f. 37, soit 100820 f. 185 pour les Bâtiments civils et autant pour les Monuments historiques. »

Ministère des Travaux publics

Extrait d’une délibération de la commission des Monuments historiques concernant la restauration du château de Saint-Germain-en-Laye

« Extrait de la délibération de la commission des Monuments historiques dans la séance du 23 mai 1862
La commission est d’avis que M. Millet, architecte chargé de préparer un projet de restauration du château de Saint-Germain, s’est conformé de tous points aux ensembles donnés par les gravures anciennes représentans le château avant les adjonctions de Louis XIV. Elle reconnait qu’une certaine latitude doit être laissée à l’architecte quant à l’exécution des détails. Un seul point dans le projet lui parait devoir faire l’objet d’une observation. Elle n’approuve pas l’annexe proposée pour la chapelle et devant servir de sacristie. Cette construction n’étant pas indispensable et pouvant d’ailleurs être ajoutée, s’il y a lieu, après l’achèvement de la restauration, la commission propose de ne pas la comprendre parmi les travaux à exécuter.
Il résulte de la discussion sur le mode à suivre pour la répartition des allocations annuelles qu’il est dans l’intérêt et pour l’économie de l’entreprise que la somme allouée chaque année soit assez considérable pour tenir constamment ouvert un chantier d’une certaine importante.
Quant à la dépense, elle parait ne pouvoir actuellement être estimée que par un devis sommaire.
La démolition des pavillons et le travail d’une année seulement pourront jeter du jour sur les évaluations. Jusqu’à présent, rien ne parait prouver que celles du bureau des Bâtiments civils soient plus rapprochées de la vérité que celles de M. Millet.
Le chef de bureau, secrétaire de la commission »

Fonds du Domaine, 1-XXI

Fonds du Domaine, 1-XXI. Projet de restauration de la façade nord du château de Saint-Germain-en-Laye par Eugène Millet, 5 janvier 1862. Encre noire sur papier imprégné contrecollé sur carton. 38,5 x 53,5 cm. Centre des archives, fonds du Domaine. Face.

Musée d'Archéologie nationale - Domaine national de Saint-Germain-en-Laye

Fonds du Domaine, SN

Fonds du Domaine, SN. Projet de restauration du château de Saint-Germain-en-Laye. Plan aquarellé du premier étage, par Eugène Millet, avril 1856. Encre noire et rouge, rehauts à l'aquarelle. 31 x 43 cm. Centre des archives, fonds du Domaine. Face.

Musée d'Archéologie nationale - Domaine national de Saint-Germain-en-Laye

Inventaire des textiles trouvés dans le garde-meuble du château de Saint-Germain-en-Laye

« En la presence de moy Thomas Legendre, substitut juré, commis et ordonné par justice soubz et en l’absence de Michel Fromont, tabellyon juré en la prevosté de Sainct Germain en Laye et des tesmoingtz soubz scriptz a esté ce jourd’huy par Guillaume Allart, tapissyer du Roy nostre sire, suyvant le mandement a luy faict par le Roy nostre sire de bailler, delivrer et mis entre les mains de Jehan Martin, tapissyer ordinayre du Roy nostre sire et garde des meubles et ustancilles du chasteau de Saint Germain en laye, ad ce present, cent troys pieces de tappicerye, la declaration desquelles cy apres ensuict.
Premyerement six pieces de verdure a grant feuillaige semés de bestes et oyseaulx. Item sept pieces de meme verdure d’arbres et petis enffans par en bas. Item six pieces de tappicerye damaree de jaulne sur champ bleu. Item sept pieces de meme verdure sur champ jaulne. Item six pieces de fontaynes. Item sept pieces de [barré : meme] verdure semee de bestes et oyseaux. Item sept pieces de meme verdure a bestes et oyseaulx. Item six pieces de grant feullaige a bestes et chardons. Item six pieces de bergerye et vollerye a haulte lisse. Item six pieces de sauvaiges. Item unze pieces de l’Hospital d’amours tant grandes que petites parmi lesquelles y en a eu aucunes qui ont esté couppees et faict de l’une deux. Item sept pieces de bucherons. Item quinze grandz pieces de tapisserye dont huict desd. pieces en est contenu l’histoire de Moyse et les sept autres en est aussi contenu les douze moys de l’an historiees, lesquelles quinze grandz pieces de tappicerye susd. sont neusves, seynes et entieres, garnyes an thouelle et ruben par hault et par bas, par les costez et montans par voye avec du cordage par hault servant pour tendre icelles, et les autres qui sont quatre vingtz huict pieces qui sont toutes cassees et rompues faulte de garniture et de rantraicture. Plus a esté ced. joud’huy baillé, delivré et mis en les mains dud. Jehan Martin par led. Allart une grant piece de vellours vert de huict laiz sur troys aulnes et ung quart de haulteur doublé de damas vert, ung rideau de drap vert d’un lay et demy sur troys aulnes de hault, ung aultre petit rideau de drap vert d’un lay et demy sur deux aulnes de hault, sept baies fait pour soustenir les tappiceryes avecques ung petit tabernacle de boys doublé par dedans de lynomfle, lesquelles tappiceryes et ustancilles cy dessus declairees estoient en la salle des mebles dud. chasteau que led. Allard a dict le tout luy avoir esté baillees en sa garde par le commandement du feu roy, que Dieu absolve, des le premyer jour de fevryer dernier passé y en ung an, et icelles tappiceryes prinses assavoir quatre vingtz huict pieces du consierge de Fontaynebleau, de la reception desquelles il dict avoir baillé recepissé aud. consierge par le commandement de monsieur l’Amyral, et les autres quinze grandz pieces en lad. salle [barré : des meubles], de la reception desquelles il dict aussi avoir baillé recepissé a deffunct maistre Jacques Duval, tresorier de l’Espargne, par le commandement de mond. seigneur l’Amyral, desquelles tappiceryes et ustancilles, ensemble des clefz de lad. salle des meubles dud. chasteau de Sainct Germain en Laye, led. Jehan Martin s’est chargé et en ce faisant a promis an quicter, descharger et faire tenir quicte led. Boullard (sic) et ses biens envers le roy notred. sire et autres qu’il apartiendra, ensemble de toutes parts, dont lesd. Guillaume Allard et Jehan Martin respectivement m’ont requis lettre, ce que leur ay auctroyé pour leur servir. Et estoient ad ce present noble homme Gratien de la Salle, escuyer, et honnorables hommes René Caillou, jardinyer du Roy nostre sire, et Mathurin Bon, serruryer dud. seigneur aud. Saint Germain en Laye. »

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